La Madonna assunta in Cielo ci ricorda qual è il nostro destino

Posté par atempodiblog le 15 août 2012

“Mi chiedete della mia assunzione. Sappiate che sono salita al Cielo prima della mia morte” (Regina della Pace – 15 Agosto 1981).

assunta

Cari amici, contemplando la gloria di Maria Assunta in cielo, ringraziamo Dio per il destino di felicità che ci ha preparato e diamo alla Madre le nostre mani, perché ci conduca alla meta.

Siano lodati Gesù e Maria. Buona festa!

Padre Livio Fanzaga

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La sconfitta apparente di San Massimiliano Kolbe

Posté par atempodiblog le 14 août 2012

Memoria di San Massimiliano Kolbe. Il Papa: l’amore vince le tenebre dell’odio e dell’egoismo
di Sergio Centofanti – Radio Vaticana

La sconfitta apparente di San Massimiliano Kolbe dans San Massimiliano Maria Kolbe San-massimiliano-m-kolbe

Oggi la Chiesa celebra la memoria di San Massimiliano Kolbe, sacerdote francescano polacco morto nel lager nazista di Auschwitz per salvare un padre di famiglia. Il Papa lo ha definito una “luce” che “ha incoraggiato altri a donarsi” per essere vicini ai sofferenti e agli oppressi.

Vincere il male con il bene, l’odio con l’amore: è ciò che ci ricorda il Vangelo odierno dedicato al “comandamento nuovo” di Gesù: “amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati”. Parole che padre Kolbe ha vissuto fino in fondo e che – come dice il Papa – invitano tutti noi a seguire l’amore senza misura del nostro Signore:

“Quelle parole di Gesù, ‘come io vi ho amati’, ci invitano e insieme ci inquietano; sono una meta cristologica che può apparire irraggiungibile, ma al tempo stesso sono uno stimolo che non ci permette di adagiarci su quanto abbiamo potuto realizzare”. (Udienza generale, 9 agosto 2006)

L’amore verso Gesù passa attraverso il sì di Maria. E padre Kolbe, sacerdote mariano nel suo dna, ha continuato a dare speranza e consolazione a quanti erano con lui nel bunker della fame di Auschwitz, totalmente affidato alla Madre di Dio fino alla fine. Era il 14 agosto 1941:

“’Ave Maria!’: fu l’ultima invocazione sulle labbra di san Massimiliano Maria Kolbe mentre porgeva il braccio a colui che lo uccideva con un’iniezione di acido fenico. È commovente costatare come il ricorso umile e fiducioso alla Madonna sia sempre sorgente di coraggio e di serenità”. (Udienza generale, 13 agosto 2008)

I martiri non si scoraggiano nel fare il bene anche quando il male sembra distruggere tutto:

“Apparentemente le loro esistenze potrebbero essere ritenute una sconfitta, ma proprio nel loro martirio risplende il fulgore dell’Amore che vince le tenebre dell’egoismo e dell’odio. A San Massimiliano Kolbe vengono attribuite le seguenti parole che egli avrebbe pronunciato nel pieno furore della persecuzione nazista: ‘L’odio non è una forza creativa: lo è solo l’amore’”. (Udienza generale, 13 agosto 2008)

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Triduo a Maria Santissima Assunta in Cielo

Posté par atempodiblog le 13 août 2012

Accompagniamo con devozione il trionfo di Maria Santissima Assunta in Cielo.

Triduo a Maria Santissima Assunta in Cielo dans Preghiere Assunzione_di_Maria

In memoria di quella misteriosa corona di dodici stelle, con la quale fu coronata, offriamo, da oggi a mercoledi, questa piccola corona di dodici salutazioni angeliche.

* I. Sia benedetta, o Maria, l’ora nella qua­le foste invitata dal vostro Signore al cielo. Ave Maria…

* II. Sia benedetta, o Maria, l’ora nella quale foste assunta dagli Angeli santi in cie­lo. Ave Maria…

* III. Sia benedetta, o Maria, l’ora in cui tutta la corte celeste vi venne incontro. Ave Maria…

* IV. Sia benedetta, o Maria, l’ora nella quale foste ricevuta con tanto onore in cie­lo. Ave Maria…

* V. Sia benedetta, o Maria, l’ora nella quale sedeste alla destra del vostro Figlio in cielo. Ave Maria…

* VI. Sia benedetta, o Maria, l’ora nella quale foste coronata con tanta gloria in cie­lo. Ave Maria…

* VII. Sia benedetta, o Maria, l’ora in cui vi fu dato il titolo di Figlia, Madre e Sposa del Re del cielo. Ave Maria…

* VIII. Sia benedetta, Maria, l’ora nella quale foste riconosciuta Regina suprema di tutto il cielo. Ave Maria…

* IX. Sia benedetta, o Maria, l’ora nella quale tutti gli Spiriti e Beati del cielo vi acclamarono. Ave Maria…

* X. Sia benedetta, o Maria, l’ora nella quale foste costituita Avvocata nostra in cielo. Ave Maria…

* XI. Sia benedetta, o Maria, l’ora nella quale cominciaste a intercedere per noi in cielo. Ave Maria…

* XII. Sia benedetta. o Maria, l’ora nella quale vi degnerete di ricevere noi tutti in cielo. Ave Maria…

Preghiamo

O Dio, che volgendo lo sguardo all’umiltà della Vergine Maria l’hai innalzata alla su­blime dignità di madre del tuo unico Figlio fatto uomo e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile, fa’ che, inseriti nel mistero di salvezza, anche noi possiamo per sua in­tercessione giungere fino a te nella gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Fonte: Radio Maria

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Tanti si perdono per non aver invocato Maria

Posté par atempodiblog le 13 août 2012

Tanti si perdono per non aver invocato Maria dans Apparizioni mariane e santuari

“Gli uomini sappiano che Io sto in Cielo come loro Madre, Avvocata e Protettrice per difenderli, soccorrerli e incamminarli alla vita eterna. Avendo avuto Io, da Dio, tanti poteri a loro vantaggio, ma tanti si perdono per non avermi invocata”.

La Santa Vergine alla venerabile suor Maria di Gesù de Ágreda

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“Venire a Medjugorje è una felicità incomparabile”

Posté par atempodiblog le 12 août 2012

“Venire a Medjugorje è una felicità incomparabile” dans Medjugorje

Tra la moltitudine di testimonianze di giovani che hanno preso parte al Festival dei Giovani appena concluso a Medjugorje, i giornalisti di Radio “Mir” Medjugorje hanno selezionato alcuni incontri interessanti. Per la prima volta – insieme a giovani provenienti da una settantina di Paesi –  hanno partecipato al XXIII Festival dei Giovani anche ragazzi provenienti dal Ruanda che hanno anche condiviso la loro esperienza di Medjugorje con gli ascoltatori di Radio “Mir”. Fidelis Nsengiyunva è un francescano del Ruanda. Era felice perché questa è stata la prima volta che veniva al Festival di Medjugorje, ossia in Europa: “Avevo sentito parlare da tempo di Medjugorje e delle apparizioni della Regina della Pace. Siamo venuti a Medjugorje in collaborazione con fra Ivica Perić, un francescano di Bosnia che vive in Ruanda” – ha affermato questo francescano ed ha detto anche che qui i giovani sono felici nella preghiera. Fortunee Mukaneza è direttrice di una scuola elementare: “Venire a Medjugorje è una felicità incomparabile. Da Medjugorje porterò molte cose che trasmetterò ai giovani in Ruanda, affinché anch’essi vengano qui e vedano come si prega e si celebra l’Eucaristia”. Dieci giovani dalla Slavonia sono giunti all’Incontro Internazionale dei Giovani a Medjugorje in bicicletta. Sono partiti giovedì 26 Luglio e sono arrivati alla vigilia dell’Incontro, il 31 Luglio: “Siamo entusiasti del fatto che ci siano così tanti giovani in un solo luogo, si vede la comunione”. Fran Darer, Josip Jurčević e Krešimir Babić, invece, sono giunti a piedi da Zagabria. Sono partiti il 17 Luglio. L’iniziatore di questo viaggio è stato Josip. Tramite il portale “Putovi milosti” – “Le vie della grazia” – di cui è fondatore, egli ha promosso questo pellegrinaggio da Zagabria a Medjugorje cercando persone interessate attraverso la rete Internet. E’ interessante il fatto che questi pellegrini di Medjugorje prima non si conoscevano: “Questa è una grazia di Dio, prima non ci conoscevamo. Siamo partiti dopo la Santa Messa serale e non sapevamo quello che ci aspettava” – hanno affermato questi pellegrini giunti a piedi, che ringraziano tutti coloro che li hanno aiutati in questo pellegrinaggio.

Fonte: Medjugorje.hr

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Far tornare alla luce la tenerezza e la delicatezza

Posté par atempodiblog le 11 août 2012

Far tornare alla luce la tenerezza e la delicatezza dans Citazioni, frasi e pensieri

“In qualsiasi momento, anche nell’ultimo istante, qualsiasi uomo può far tornare alla luce quella profonda tenerezza, quella delicatezza umana che è stata posta in lui da Dio stesso”.

Fëdor Dostoevskij

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Donne che emozionano

Posté par atempodiblog le 11 août 2012

Donne che emozionano dans Sport

Il giorno 14 dei Giochi regala straordinarie imprese di donne, che emozionano con grandi imprese o gare sfortunate, ma che entrano comunque nel cuore degli  spettatori. L’etiope Meseret Defar vince in volata i 5000 metri e poi estrae un’immagine della Madonna, che bacia più volte.

Fonte Gazzetta dello Sport

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L’assunzione di Maria Vergine invita alla speranza

Posté par atempodiblog le 10 août 2012

Padre Pio a padre Agostino
Foggia, 15 agosto 1916

L'assunzione di Maria Vergine invita alla speranza dans Fede, morale e teologia

Mio carissimo padre,
la Vergine santissima, di cui oggi tutta la chiesa ne festeggia la sua assunzione al cielo, vi conforti come sempre e vi scampi da ogni pericolo!
Chi può mai degnamente ringraziarvi delle assidue notizie, che sono state sempre ottime, che mi avete finora regalate? A me mancano le parole adatte per farlo, ma il cuore però supplisce a tutto.
Assieme alle anime elette noi vi accompagnamo dovunque con la fervida ed assidua preghiera davanti a Gesù. Noi tutti palpitiamo per la vostra condizione disagiatissima; noi tutti viviamo della vostra medesima vita e tutti affrettiamo con gemiti il felicissimo momento in cui il dolcissimo Signore vi restituisca al nostro amplesso.
Coraggio, padre; questo giorno non tarderà a spuntare, contro ogni nostra umana previsione. Questo bel giorno già si avanza e felice quelle anime che potranno emettere il grido dell’esultanza a Domino factum est istud. Noi tutti a loro ci uniremo a cantare quest’eterno cantico di lode a Dio, perchè quel giorno apparirà mirabile ai nostri occhi: mirabile in oculis nostris, per i trionfi della divina giustizia sulle iniquità.
Questo bel giorno che si avanza non può essere fatto se non da Dio soltanto, e Dio il farà per la risurrezione di molti e per il trionfo della sua gloria. Deo gratias!
Le anime tutte da voi bene conosciute camminano in sanctitate et iustitia coram ipso. Lode siano rese per questo a Dio.
Anche voi state tranquillo per ciò che riguarda il vostro spirito e Gesù è con voi, e vi protegge perchè vi ama.

(Epist. I, pp 799-800)

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Benedetta Rencurel è un fiore umile e prezioso nel giardino della santa Chiesa

Posté par atempodiblog le 10 août 2012

Benedetta Rencurel è un fiore umile e prezioso nel giardino della santa Chiesa dans Apparizioni mariane e santuari Venerabile-Benedetta-Rencurel

[…] Innanzitutto mi incuriosisce la figura di Benedetta, anima di singolare destino, se ha avuto la grazia di colloquiare con la Vergine Maria lungo tutta la sua vita , a partire dai diciassette anni. Si tratta indubbiamente di una figura di valore, la cui corrispondenza alla grazia del Laus è stata determinante per la fioritura del santuario lungo il corso dei secoli, fino ai giorni nostri.

Ciò che mi colpisce è innanzitutto la sua fedeltà e il dono della sua vita a questo luogo scelto da Maria. Nella storia delle apparizioni mariane non riesco a trovare qualcosa del genere se non nella veggente Vicka di Medjugorje. Benedetta infatti si trasferisce ben presto a fianco del santuario, dove tuttora si può visitare la stanzetta nella quale abitava, e lì trascorre oltre mezzo secolo della sua esistenza nell’accoglienza dei pellegrini e nella intercessione per i peccatori. Si tratta di una vera e propria missione alla quale si dedica con una generosità senza limiti, perseverando fino alla fine. Proprio in vista di questo straordinario compito la Madonna l’ha formata fin dai primi mesi, accompagnandola poi in tutta la sua lunga vita con apparizioni continue, sia pure intervallate nel tempo.

Il suo compito, in questo luogo che il cielo ha scelto per la conversione dei peccatori, sarà quello di essere messaggera della Madonna e di esportare i pellegrini sulla via del cambiamento di vita e del ritorno a Dio. A volte è la Vergine stessa a dirle i nomi di coloro per i quali vuole che preghi e non di rado è incaricata di ammonirli per le loro colpe, benché questo compito le risulti sgradevole e cechi di sottrarvisi: “La Madre di Dio – riferisce la veggente – me lo ordina con un’espressione così dolce che stento a credere che lo voglia con fermezza. E quando sono venuta meno alla mia missione, la Madre Misericordiosa mi riprende senza adirarsi. A causa dell’imbarazzo che provo nell’ammonire gli altri, attendo spesso che mi dia un secondo incarico, poi obbedisco”. L’ammonimento ai peccatori trova poi il suo naturale completamento nel sacramento della confessione. Per svolgere questa singolare missione Benedetta ha ricevuto anche particolari doni di discernimento e di conoscenza dei cuori […]

Mi avvio a visitare la casetta in cui la veggente ha vissuto, che si trova proprio sulla strada che porta alla chiesa. Tra le quattro mura della sua stanzetta la messaggera di Maria ha combattuto per lunghi anni, nella preghiera e nella penitenza, battaglie epiche contro i demoni, sempre resistendo e mai cedendo. I manoscritti antichi ci informano persino di “trasporti corporali” da parte dei demoni, mentre “gli Angeli cantavano sulla sua testa”. La lotta contro l’impero del male la vede protagonista, perché è attraverso le conversioni che la Santa Vergine schiaccia la testa al serpente della seduzione e della ribellione.

Continuo a scendere lungo la strada per visitare la graziosa cappella del Preziosissimo Sangue, nella quale si trova, rinchiuso in un reliquario, una croce di legno (la croix d’Avançon). Presso questa croce nel 1669 Benedetta era stata attirata da un profumo soave. Gesù le apparve tutto sanguinante. Il medesimo anno vede la croce coperta di sangue mentre gli Angeli in ginocchio le spiegano il significato delle sofferenze di Gesù. Nel 1673, mentre sta lavorando nel campo attiguo, lo Spirito di Dio l’attira vicino alla Croce, dove appare di nuovo Gesù grondante di sangue. E’ allora che le viene rivelato che anche lei sarebbe stata chiamata a partecipare alle sofferenze e ai dolori della passione. Sono forse 5 le apparizioni che Benedetta ha avuto di Gesù crocifisso. Esse hanno lo scopo di svelare l’infinito amore di Gesù per i peccatori, ma anche la fecondità della nostra sofferenza in unione a quella del Redentore.

Mi rendo conto che la grazia del Laus deve molto a Benedetta. Eppure qui vi è stata, come d’altra parte a Pellevoisin, una graffiata micidiale del demonio proprio sul viso della veggente, che una sottile e velenosa diffamazione ha portato fino a proibirle la partecipazione alla santa Messa (eccetto quella domenicale) e il parlare con i pellegrini. Venne addirittura esaminata la possibilità di rinchiuderla forzatamente in convento. Dio non è certo contento che questo sia accaduto. Tuttavia lo ha permesso, traendo il bene dal male. Benedetta non perde per questo la serenità e la pace. Il 28 dicembre 1718, festa dei Santi Innocenti, ritorna  alla casa del Padre all’età di 71 anni e tre mesi, dei quali ben 54 a colloquio con la Madonna.

Gli antichi manoscritti affermano che “un Angelo l’aveva avvertita del giorno della sua morte… la Santa vergine, che lei aveva avuto l’onore di vedere per così tanto tempo, le apparve negli ultimi istanti, affinché potesse, per così dire, rendere l’ultimo respiro nelle Sue braccia… Così, alzando gli occhi al Cielo… lei morì gioiosamente”. Mi commuove questa morte gioiosa. Possiamo sperarla? E’ una grazia che è lecito chiedere per intercessione di Benedetta. Infatti il 16 ottobre 1872 papa Pio IX l’ha proclamata “Venerabile Serva di Dio” e vent’anni dopo papa Leone XIII ha innalzata la Chiesa del Laus a basilica minore. Il processo di beatificazione, ripreso nel 1981, è giunto sulla dirittura d’arrivo. “Mi auguro di vedere presto Benedetta santa” mi dico fra me […].

Tratto da: Pellegrino a quattro ruote — Padre Livio Fanzaga

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Schwarzer da eroe a criminale

Posté par atempodiblog le 9 août 2012

Schwarzer da eroe a criminale
di Isacco Tacconi
Fonte: CampariedeMaistre

Schwarzer da eroe a criminale dans Articoli di Giornali e News

Stiamo assistendo a una vera e propria esecuzione pubblica vecchio stile. Il patibolo è stato approntato, i boia, i media e i giornali hanno già inferto il primo colpo di scure. “Fango sull’Italia; disonore e vergogna; capitolo buio dello sport”, così le televisioni hanno apostrofato questo deplorevole evento, che io definirei nient’altro che un classico esempio di“debolezza umana”, dalla quale non sono esenti nemmeno i campioni olimpici né le stelle dello sport. Stiamo parlando di Alex Schwazer, il giovane altoatesino di 27 anni campione olimpico nei giochi di Pechino nella 50 km di marcia, diventato in poche ore l’emblema della disonestà sportiva a livello internazionale per aver fatto uso di Epo.

Tra lo scuotimento generale di teste, si sprecano i giudizi e le condanne che sanno molto di giustizia sommaria, quella che a noi italiani piace molto elargire a piene mani. Dalle cattedre dei nostri baretti dello sport, i soliti “indignados” non aspettano altro che trovare un capro espiatorio per alienare da sé stessi la debolezza umana che inevitabilmente ci sta attaccata alle calcagna, e che piuttosto farci meditare sui nostri limiti, e magari (la dico grossa) farci provare un briciolo di misericordia, diviene l’ennesima occasione per sentirci migliori del disgraziato di turno. Ora deve pagare! Deve morire! E una tempesta mediatica si sta ora abbattendo con tutta la sua furia su questo poveretto, abbandonato dal CONI, subito allontanato dall’Arma dei Carabinieri, isolato da ogni istituzione, che non si è affatto curata di lui nel momento di bisogno. Dichiara Josef Schwazer, padre di Alex, che «psicologicamente non reggeva più. Si era chiuso in se stesso. Si allenava da solo. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui». «Per Alex – ha aggiunto – oggi non è il giorno più brutto, il peggiore è quello che verrà». Pare proprio che il giovane campione stesse attraversando un momento difficile, provenisse da un anno di depressione, caricato di una fortissima ansia da prestazione, causata dalle immense aspettative che gli erano state gettate sulle spalle. Lo stesso Petrucci nella sua dichiarazione ha detto «era una delle poche speranze della nostra atletica […] Era una delle poche medaglie che potevamo vincere a Londra. Facevamo affidamento su di lui».

Ma la domanda ora è: quale coscienza hanno questi signori e maestri dell’onestà? Come si può fare uno scarica barile di tali dimensioni? Ora tutti gettano la responsabilità su di lui, alzano le mani tirandosene fuori. Oltre alla già grande delusione che questo giovane ha provato per il suo che, non lo mettiamo in dubbio, è stato un errore madornale, e di una certa gravità, non credo sia necessario gonfiarlo più del dovuto. O forse lo si vuole spingere alla disperazione? Come l’allora campione del ciclismo Marco Pantani? Fino a quando era sul podio osannato dalle folle, e incensato dai giornalisti sportivi e cinque minuti dopo schifato come il peggiore degli assassini per un problema di droga, in primis da questi maledetti media, che riescono a velocità interstellare a distruggere non solo la carriera di uno sportivo ma la vita di un uomo che già deve combattere con i propri gravi errori.

Pare infatti che il già citato presidente del CONI, Gianni Petrucci, non sia nuovo a questo tipo di dinamiche. Infatti, dopo l’oro europeo di pattinaggio sul ghiaccio conquistato a Sheffield da Carolina Kostner (casualmente fidanzata di Alex Schwazer), chiamò l’azzurra per farle i complimenti e di fronte al nuovo successo ha voluto scherzare un pò, anche per dimenticare le polemiche dopo i Giochi di Vancouver in cui la Kostner aveva perso la competizione di pattinaggio sotto lo sdegno di tutti e la delusione generale del CONI che “su di lei aveva puntato tutto”. Si cavalca l’onda del successo degli sportivi, ma si è pronti ad abbandonarli in pasto ai leoni se sbagliano e ci fanno fare figuracce. Dov’è l’etica sportiva?

Stessa storia, stessa dinamica, cambia soltanto che l’errore non è stato fatto nella competizione ma fuori dai campi sportivi. Dov’era il Coni e la Fidal prima che intervenisse con un controllo a sorpresa l’agenzia mondiale antidoping? Perché Schwazer non è stato seguito, controllato, assistito come avrebbe dovuto? Come lo ha gestito la federazione, sulla quale, soprattutto negli anni di preparazione alle olimpiadi, il Coni dovrebbe vigilare?

Ed ora Petrucci autoincensandosi, pretenderebbe porsi a modello delle altre federazioni sportive nazionali per come il CONI ha gestito la spiacevole sorpresa? E’ il colmo!

Il mondo è impietoso, non c’è misericordia né redenzione nello sport, o meglio in questa concezione moderna dello sport, in cui viene accantonata l’umanità per costruire un immagine semidivina di un eroe che non può sbagliare, non deve sbagliare: perfino lo sport ha bisogno di essere risanato dalla Misericordia di Dio.

divisore dans Medjugorje

Doping Schwazer, il racconto di papà Josef: è anche colpa mia
Il Sussidiario.net

“Le responsabilità sono mie, perchè se si vede un figlio, che durante tutto l’anno è stato male, si deve capire e si deve cercare di parlargli”. “L’ultima volta che è partito da qui – ci racconta davanti alla casa di famiglia con una voce rotta dal pianto – era distrutto. Forse l’ha fatto per non deludere gli altri. E’ stata al 100% la prima volta che ha fatto uso di queste sostanze”. “Per fortuna – dice suo padre – ha fatto solo questo. Si è liberato. Così non poteva andare avanti. Spero che adesso possa condurre una vita normale”. Secondo Josef Schwazer, suo figlio “psicologicamente non reggeva più. Si era chiuso in se stesso. Si allenava da solo. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui. Ripeto, la colpa è mia. Nei momenti difficili serve un padre che riesca a stare vicino a un figlio. Per questo chiedo perdono ad Alex. Tireremo avanti”

Per leggere l’articolo completo:  iconarrowti7 OLIMPIADI LONDRA 2012/ Doping Schwazer, il racconto di papà Josef: è anche colpa mia

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Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)

Posté par atempodiblog le 9 août 2012

Persone nuove in un mondo vecchio: Edith Stein
Tratto da: Radio Maria

Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)  dans Stile di vita Edith-Stein

Edith Stein nacque nel 1891 nella città tedesca di Breslavia (oggi Wrocław in Polonia), undicesima e ultima figlia di una famiglia ebraica ortodossa. Il giorno della sua nascita, il 12 ottobre, ricorreva lo Yom Kippur, la maggior festività ebraica, giorno dell’espiazione, e per questo la madre le fu sempre particolarmente legata.

Nonostante la spiccata religiosità della famiglia, nel 1904 Edith decise, in coscienza, di proclamarsi atea. Si dedicò intensamente agli studi di tedesco, filosofia, psicologia e storia alle università di Breslavia, Friburgo e Gottinga. Fu discepola e assistente del filosofo Edmund Husserl. Sotto la sua guida nel 1916 ottenne il dottorato in filosofia con una dissertazione « Sul Problema dell’Empatia », dopodiché divenne membro della facoltà a Friburgo.

Nel 1921 lesse in una notte l’autobiografia della mistica santa Teresa d’Avila che fu per lei come una rivelazione: abbandonò formalmente l’ebraismo e si convertì. Battezzata il 1° gennaio 1922 a Bad Bergzabern rinunciò al suo posto di assistente di Husserl per andare ad insegnare presso una scuola domenicana per ragazze a Speyer (1922-1932). Durante questo periodo tradusse il De veritate di san Tommaso d’Aquino in tedesco e familiarizzò con il pensiero filosofico cattolico. Nel 1932 divenne lettore all’Istituto di Pedagogia a Münster, ma le leggi razziali del governo nazista la obbligarono a dimettersi nel 1933.

Da tempo chiedeva ai suo padri spirituali, il Vicario generale di Spira e il Padre Erich Przywara SJ, di entrare tra le Carmelitane. Nel 1934, all’inasprirsi delle leggi razziali, fece la professione religiosa nel convento di Colonia con il nome di Teresa Benedetta della Croce. Qui scrisse il libro metafisico « Essere finito ed essere eterno » con l’obiettivo di conciliare le filosofie di Tommaso d’Aquino e Husserl. Per fuggire alla minaccia nazista, il suo ordine la trasferì al convento Carmelitano di Echt nei Paesi Bassi, dove lavorò al volume: “La Scienza della Croce: Studio su Giovanni della Croce”.
All’ingresso nel Carmelo aveva affermato: “Non l’attività umana ci può aiutare ma solamente la passione di Cristo. Il mio desiderio è quello di parteciparvi”.

Furono parole profetiche: il 7 agosto del 1942 i soldati tedeschi fecero irruzione nel convento di Echt. Adolf Hitler aveva ordinato l’arresto dei convertiti ebraici come ritorsione dopo che la conferenza dei vescovi olandesi aveva fatto leggere in tutte le chiese del Paese un proclama contro il razzismo nazista. Edith e sua sorella Rosa, pure lei convertita, furono catturate ed internate presso il campo di transito di Westerbork prima di essere trasportate al campo di concentramento di Auschwitz, dove furono uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942.

Edith Stein fu canonizzata da Papa Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998 e nominata compatrona d’Europa.

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Sui cristiani massacrati e… Medjugorje

Posté par atempodiblog le 9 août 2012

Sui cristiani massacrati e... Medjugorje dans Antonio Socci

La strage di cristiani perpetrata anche domenica scorsa in una chiesa della Nigeria (circa 19 morti) si aggiunge alle altre che – ormai da mesi – insanguinano le chiese quasi ogni domenica in Nigeria e in altri paesi centroafricani.
Questa tragedia va a sommarsi alla situazione che si fa pesantissima per i cristiani dei paesi musulmani del nord Africa, dove le fantomatiche “primavere arabe” si stanno risolvendo in un disastro per i cristiani.
Infine è in corso la guerra civile in Siria dove la paura e i rischi per le chiese stanno crescendo e tutto fa pensare che alla dittatura di Assad stia per succedere una tirannia islamista che renderà loro la vita impossibile.
Infatti pure in Siria sta cominciando quella fuga dei cristiani che già abbiamo constatato, negli anni passati, in Iraq e in Palestina.
Nel resto dell’Asia – dalla Cina all’India, passando dall’orrendo calvario dei cristiani che è il Pakistan – la situazione resta spaventosa.
I cristiani sono dappertutto gli agnelli sacrificali, inermi e non difesi da nessuno, esposti ad ogni tipo di persecuzione, discriminazione o violenza. Restano pure il gruppo umano più denigrato del pianeta, a tutte le latitudini.
Perché poi – sui mass media dei paesi liberi – la Chiesa, lungi dall’essere riconosciuta come perseguitata (ha avuto decine di milioni di vittime in tutto il Novecento) è invece sempre trascinata sul banco degli imputati, accusata di tutte le colpe possibili e immaginabili.
Proprio in queste ore il papa Benedetto XVI – in un messaggio ai Cavalieri di Colombo – ha parlato di “un’epoca in cui azioni concertate vengono messe in atto per ridefinire e restringere l’esercizio del diritto alla libertà religiosa” e ha chiamato i cattolici a “dare risposta alla gravità senza precedenti di queste nuove minacce alla libertà della Chiesa e alla testimonianza morale pubblica”.
Il rapporto annuale del Dipartimento di Stato americano, proprio la settimana scorsa, confermava che addirittura un miliardo di esseri umani vivono in paesi che reprimono la libertà religiosa e di coscienza.
Tuttavia il fatto preoccupante è che quelle parole allarmate del Papa, rivolte a un’organizzazione cattolica molto presente negli Stati Uniti, con tutta probabilità sono riferite anche agli Stati Uniti stessi dove i vescovi cattolici da tempo sono in dura polemica con Obama proprio sulla libertà religiosa e di coscienza.
In Europa è diffusa una decisa mentalità anticattolica, soprattutto nelle élite al potere, che sembra voler emarginare sempre più – e talvolta bandire – quello che ha a che fare con la Chiesa.
Mentre il Vaticano è tuttora al centro di una tempesta mediatica che certo all’origine ha errori di ecclesiastici, ma che è stata usata anche da chi voleva delegittimare la Chiesa per motivi ideologici. E che ha indebolito ulteriormente la Chiesa, il cui peso politico era già minimo (oltretutto senza avere governi e diplomazie amiche).
Sembrerebbe un quadro estremamente cupo per il gregge di Cristo agli inizi del III millennio della sua storia. Sennonché proprio la sua stessa storia ci insegna a non giudicare mai la situazione con parametri esclusivamente umani, politici, sociali.
Perché puntualmente si verificano rinnovamenti e rinascite della Chiesa e della fede cattolica sorprendenti e impreviste. Se ne vedono i segni pure in questi giorni di cronache dolorose.
Per esempio anche quest’anno attorno al 5 di agosto un mare di pellegrini – circa 70 mila, in gran parte giovani – è affluito a Medjugorje per il cosiddetto “festival dei giovani”.
La data non è casuale perché è il giorno di nascita della Madre di Gesù, come lei stessa ha rivelato durante le apparizioni in quel paesino della Bosnia Erzegovina.
Apparizioni che sono iniziate in uno stato del blocco dell’Est nel 1981 e che hanno accompagnato il crollo dell’impero comunista, a dimostrazione che i persecutori passano e la Chiesa resta.
Quello che impressiona, considerando l’afflusso di persone in questo luogo, non è soltanto il loro grande numero, ma anche il fatto che spesso si tratta di persone che lì hanno ritrovato o ritrovano la fede.
Del resto l’immenso incontro giovanile di agosto, che non ha eguali in Europa e che non è organizzato da nessuno, non è una kermesse mondana a cui si possa partecipare da turisti, ma è spiritualmente molto impegnativo.
Pur essendo improntato a gioiosa fraternità, è infatti costellato di appuntamenti come adorazioni eucaristiche, via crucis, messe, testimonianze, rosari, meditazioni. E’ un evento straordinario.
Vittorio Messori, tanti anni fa, ha definito il fenomeno Medjugorje come “il maggior movimento di masse cattoliche del postconcilio”. Non organizzato e non previsto da nessun ufficio pastorale e da nessun piano pastorale. Forse per questo è così formidabile.
E’ il segno che la barca di Pietro, scossa da tempeste, persecuzioni e ostilità, non è mai lasciata sola, in balia del mondo. Ma dispone di risorse misteriose e sorprendenti che sfuggono agli analisti di cose terrene.
Soprattutto quando “entra in campo” – secondo il suo stile silenzioso e umile – Colei che col suo “sì” ha letteralmente capovolto la storia umana.

di Antonio Socci – Libero

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“Ti aspettavo” – Storia di Don Giustino Maria Russolillo

Posté par atempodiblog le 9 août 2012

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Carità: rimedio ai giudizi temerari

Posté par atempodiblog le 6 août 2012

Carità: rimedio ai giudizi temerari dans Riflessioni

Quali sono i rimedi? Coloro che bevono un estratto di un oppiaceo detto ofiusa, che cresce in Etiopia, credono di vedere ovunque serpenti e altre cose orribili: coloro che hanno trangugiato orgoglio, invidia, ambizione, odio, vedono tutte le cose come cattive e riprovevoli; chi ha bevuto l’oppiaceo, se vuol guarire, deve bere vino di palma; la stessa cosa devono fare i viziosi di cui sopra.

Bevi più che puoi il sacro vino della carità; ti libererai da quegli umori perversi che ti fanno dare giudizi temerari.

La carità teme l’incontro con il male, tanto meno lo cerca; quando ci si imbatte volge altrove lo sguardo e fa finta di niente, anzi chiude gli occhi prima di vederlo, alle prime avvisaglie e finisce con il credere, con santa semplicità, che quello non era male, ma soltanto un’ombra o un fantasma del male; se poi l’evidenza la costringe ad ammettere che è proprio male, se ne allontana immediatamente e cerca di dimenticarne l’aspetto.

Per tutti i mali il grande rimedio è la carità; in modo particolare per questo. Tutto sembra giallo agli occhi degli ammalati gravi di itterizia; si dice che per guarirli da questo male bisogna obbligarli a mettere un po’ d’erba detta celidonia sotto la pianta dei piedi.

Il peccato del giudizio temerario è un’itterizia spirituale, che, agli occhi di coloro che ne sono affetti, trasforma tutte le cose in cattive; chi vuole guarirne, non deve curare gli occhi, ossia l’intelletto, ma gli affetti, che sono i piedi dell’anima: se i tuoi affetti sono dolci, se sono caritatevoli, anche i tuoi giudizi lo saranno.

San Francesco di Sales

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Non accusare nessuno

Posté par atempodiblog le 6 août 2012

Non accusare nessuno dans Citazioni, frasi e pensieri

Non è adatto alla vita cristiana chi cerca giustizia contro qualcuno;
Cristo non ha insegnato questo.

Porta con amore le pene degli infermi;
piangi sui peccati dell’uomo;
tripudia del pentimento del peccatore.

Non accusare nessuno.
Stendi il tuo mantello sull’uomo che cade e coprilo perché nessuno lo veda.

di Sant’Isacco di Ninive

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