Benedetta Rencurel è un fiore umile e prezioso nel giardino della santa Chiesa
Posté par atempodiblog le 10 août 2012
[…] Innanzitutto mi incuriosisce la figura di Benedetta, anima di singolare destino, se ha avuto la grazia di colloquiare con la Vergine Maria lungo tutta la sua vita , a partire dai diciassette anni. Si tratta indubbiamente di una figura di valore, la cui corrispondenza alla grazia del Laus è stata determinante per la fioritura del santuario lungo il corso dei secoli, fino ai giorni nostri.
Ciò che mi colpisce è innanzitutto la sua fedeltà e il dono della sua vita a questo luogo scelto da Maria. Nella storia delle apparizioni mariane non riesco a trovare qualcosa del genere se non nella veggente Vicka di Medjugorje. Benedetta infatti si trasferisce ben presto a fianco del santuario, dove tuttora si può visitare la stanzetta nella quale abitava, e lì trascorre oltre mezzo secolo della sua esistenza nell’accoglienza dei pellegrini e nella intercessione per i peccatori. Si tratta di una vera e propria missione alla quale si dedica con una generosità senza limiti, perseverando fino alla fine. Proprio in vista di questo straordinario compito la Madonna l’ha formata fin dai primi mesi, accompagnandola poi in tutta la sua lunga vita con apparizioni continue, sia pure intervallate nel tempo.
Il suo compito, in questo luogo che il cielo ha scelto per la conversione dei peccatori, sarà quello di essere messaggera della Madonna e di esportare i pellegrini sulla via del cambiamento di vita e del ritorno a Dio. A volte è la Vergine stessa a dirle i nomi di coloro per i quali vuole che preghi e non di rado è incaricata di ammonirli per le loro colpe, benché questo compito le risulti sgradevole e cechi di sottrarvisi: “La Madre di Dio – riferisce la veggente – me lo ordina con un’espressione così dolce che stento a credere che lo voglia con fermezza. E quando sono venuta meno alla mia missione, la Madre Misericordiosa mi riprende senza adirarsi. A causa dell’imbarazzo che provo nell’ammonire gli altri, attendo spesso che mi dia un secondo incarico, poi obbedisco”. L’ammonimento ai peccatori trova poi il suo naturale completamento nel sacramento della confessione. Per svolgere questa singolare missione Benedetta ha ricevuto anche particolari doni di discernimento e di conoscenza dei cuori […]
Mi avvio a visitare la casetta in cui la veggente ha vissuto, che si trova proprio sulla strada che porta alla chiesa. Tra le quattro mura della sua stanzetta la messaggera di Maria ha combattuto per lunghi anni, nella preghiera e nella penitenza, battaglie epiche contro i demoni, sempre resistendo e mai cedendo. I manoscritti antichi ci informano persino di “trasporti corporali” da parte dei demoni, mentre “gli Angeli cantavano sulla sua testa”. La lotta contro l’impero del male la vede protagonista, perché è attraverso le conversioni che la Santa Vergine schiaccia la testa al serpente della seduzione e della ribellione.
Continuo a scendere lungo la strada per visitare la graziosa cappella del Preziosissimo Sangue, nella quale si trova, rinchiuso in un reliquario, una croce di legno (la croix d’Avançon). Presso questa croce nel 1669 Benedetta era stata attirata da un profumo soave. Gesù le apparve tutto sanguinante. Il medesimo anno vede la croce coperta di sangue mentre gli Angeli in ginocchio le spiegano il significato delle sofferenze di Gesù. Nel 1673, mentre sta lavorando nel campo attiguo, lo Spirito di Dio l’attira vicino alla Croce, dove appare di nuovo Gesù grondante di sangue. E’ allora che le viene rivelato che anche lei sarebbe stata chiamata a partecipare alle sofferenze e ai dolori della passione. Sono forse 5 le apparizioni che Benedetta ha avuto di Gesù crocifisso. Esse hanno lo scopo di svelare l’infinito amore di Gesù per i peccatori, ma anche la fecondità della nostra sofferenza in unione a quella del Redentore.
Mi rendo conto che la grazia del Laus deve molto a Benedetta. Eppure qui vi è stata, come d’altra parte a Pellevoisin, una graffiata micidiale del demonio proprio sul viso della veggente, che una sottile e velenosa diffamazione ha portato fino a proibirle la partecipazione alla santa Messa (eccetto quella domenicale) e il parlare con i pellegrini. Venne addirittura esaminata la possibilità di rinchiuderla forzatamente in convento. Dio non è certo contento che questo sia accaduto. Tuttavia lo ha permesso, traendo il bene dal male. Benedetta non perde per questo la serenità e la pace. Il 28 dicembre 1718, festa dei Santi Innocenti, ritorna alla casa del Padre all’età di 71 anni e tre mesi, dei quali ben 54 a colloquio con la Madonna.
Gli antichi manoscritti affermano che “un Angelo l’aveva avvertita del giorno della sua morte… la Santa vergine, che lei aveva avuto l’onore di vedere per così tanto tempo, le apparve negli ultimi istanti, affinché potesse, per così dire, rendere l’ultimo respiro nelle Sue braccia… Così, alzando gli occhi al Cielo… lei morì gioiosamente”. Mi commuove questa morte gioiosa. Possiamo sperarla? E’ una grazia che è lecito chiedere per intercessione di Benedetta. Infatti il 16 ottobre 1872 papa Pio IX l’ha proclamata “Venerabile Serva di Dio” e vent’anni dopo papa Leone XIII ha innalzata la Chiesa del Laus a basilica minore. Il processo di beatificazione, ripreso nel 1981, è giunto sulla dirittura d’arrivo. “Mi auguro di vedere presto Benedetta santa” mi dico fra me […].
Tratto da: Pellegrino a quattro ruote — Padre Livio Fanzaga
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