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Come San Francesco d’Assisi chiese e ottenne l’indulgenza del perdono

Posté par atempodiblog le 2 août 2012

Come San Francesco d’Assisi chiese e ottenne l’indulgenza del perdono dans Sacramento della penitenza e della riconciliazione 346956w

Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!

Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: « Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe ».

« Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza ».

E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visone avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: « Per quanti anni vuoi questa indulgenza? ». Francesco scattando rispose: « Padre Santo, non domando anni, ma anime ». E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: « Come, non vuoi nessun documento? ». E Francesco: »Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni ». E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: « Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso! ».

CONDIZIONI PER RICEVERE L’INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI,
(per sé o per i defunti)
  • Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti);
  • Partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica;
  • Visita alla chiesa della Porziuncola, dove si rinnova la professione di fede, mediante la recita del CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana;
  • La recita del PADRE NOSTRO, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo;
  • Una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
  • Una preghiera per il Papa.
L’INDULGENZA
I peccati non solo distruggono o feriscono la comunione con Dio, ma compromettono anche l’equilibrio interiore della persona e il suo ordinato rapporto con le creature. Per un risanamento totale, non occorrono solo il pentimento e la remissione delle colpe, ma anche ma riparazione del disordine provocato, che di solito continua a sussistere. In questo impegno di purificazione il penitente non è isolato. Si trova inserito in un mistero di solidarietà, per cui la santità di Cristo e dei santi giova anche a lui. Dio gli comunica le grazie da altri meritate con l’immenso valore della loro esistenza, per rendere più rapida ed efficace la sua riparazione.
La Chiesa ha sempre esortato i fedeli a offrire preghiere, opere buone e sofferenze come intercessione per i peccatori e suffragio per i defunti. Nei primi secoli i vescovi riducevano ai penitenti la durata e il rigore della penitenza pubblica per intercessione dei testimoni della fede sopravvissuti ai supplizi. Progressivamente è cresciuta la consapevolezza che il potere di legare e sciogliere, ricevuto dal Signore, include la facoltà di liberare i penitenti anche dei residui lasciati dai peccati già perdonati, applicando loro i meriti di Cristo e dei santi, in modo da ottenere la grazia di una fervente carità. I pastori concedono tale beneficio a chi ha le dovute disposizioni interiori e compie alcuni atti prescritti. Questo loro intervento nel cammino penitenziale è la concessione dell’indulgenza.
C.E.l., Catechismo degli adulti, n. 710

Fonte: Luci sull’Est

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Cliccare qui per leggere 2e2mot5 dans Diego Manetti “Un invito ad accostarsi alla confessione” e “Quel giorno tutti poterono accarezzarla (l’abito macchiato)”

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Vocazione alla vita

Posté par atempodiblog le 2 août 2012

Vocazione alla vita dans Citazioni, frasi e pensieri

Il Signore ha voluto dall’eternità amare l’anima, quell’anima! Ogni anima nella sua individualità personale, nella sua personalità individuale, quell’anima. Così l’anima mia ancora. Questo è il mistero mio d’amore, questo è il mistero dell’amore divino che mi riguarda direttamente e personalmente. Questo è il mistero tutto dolcezza a cui mi riferisco e a cui mi abbandono. Questo è il mistero mia culla, mia casa nativa, mio porto e mia patria. Il Signore mi ha amato, e perciò mi ha scelto tra gli infiniti possibili alla vita.

Beato Giustino Maria Russolillo

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Il segreto di Santa Teresa di Lisieux

Posté par atempodiblog le 2 août 2012

Il segreto di Santa Teresa di Lisieux dans Libri

Famosa infatti è l’affermazione di Santa Teresa del bambin Gesù di non volersi conquistare il Paradiso, quasi fosse alla portata delle nostre povere opere, perché nessuna azione umana è esente da macchia e da egoismo per poterlo ottenere. Che fare dunque? Non resta, lei afferma, che rubare, come il buon ladrone, la gloria del Cielo. Accettando fino in fondo la nostra povertà e inadeguatezza e presentandoci a Dio a “mani vuote”, dovremo necessariamente sperare nella Sua infinita misericordia.

E’ molto consolante questo insegnamento della giovane religiosa, perché non v’è dubbio che il Maligno, con la sua sottilissima astuzia, riesca anche a trasformare il desiderio di santità in una particolare tentazione, “la tentazione della perfezione”, sotto la quale non di rado si nasconde il nostro io egoistico, duro a morire e abilissimo a insinuarsi anche nei propositi più elevati. Tuttavia questo non significa che debba mancare l’impegno per la santità. Essa però è la perfezione dell’amore. Dio, afferma la santa, “vuole essere amato”. Egli è il “piccolo Mendicante” che cerca persone che siano disposte ad accogliere tutto il suo amore. La santità dunque non consiste in queste o quelle pratiche e opere, ma “nella docilità del cuore che ci fa diventare piccoli e umili nelle braccia di Dio, consapevoli delle nostre debolezze e fiduciosi, fino alla temerarietà, nella Sua bontà paterna”. Una radicale decisione di affidamento: questo -mi dico- è il vero segreto della santità di quest’anima straordinaria.

Tratto da: Pellegrino a quattro ruote — Padre Livio Fanzaga

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