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Il pellegrinaggio a Međugorje lascia il segno

Posté par atempodiblog le 26 juillet 2012

Il pellegrinaggio a Međugorje lascia il segno dans Apparizioni mariane e santuari

Ne avevo sentite di tutte su Medugorje. Dal libro di Antonio Socci, alle trasmissioni Tv di Paolo Brosio, passando per lo scetticismo, per usare un eufemismo, di alcuni secondo i quali questi impostori bosniaci sono solo dei traditori dello spirito di Fatima al servizio – Consapevole? Inconsapevole? – di Satana. Ma è come quando siamo di fronte ad una tavola imbandita. Chiunque può raccontarti quanto siano buoni quei manicaretti o quanto male si mangi in quel ristorante: finché non assaggi, è difficile capire.
Personalmente sono ripartito da Medugorje con la pancia bella piena, dopo essermi messo a tavola, lo ammetto, con più di qualche dubbio. La mia via alla Fede, impervia, da ripercorrere ogni giorno, piena di ostacoli e inciampi, si è sempre nutrita di ingredienti razionali. Medugorje è stato un piatto di un sapore quasi ignoto, per me che ero stato a Lourdes quando ero un ragazzino; quel sapore di Soprannaturale che in una vita frenetica troppo spesso si è portati a trascurare. Un gusto fondato su alcuni ingredienti, se vogliamo anche semplici, che non possono che destare stupore.

Lo stupore di vedere quelle file ai confessionali, quelle migliaia di persone in adorazione di fronte al Santissimo Sacramento, quel popolo che assiste ogni giorno alla Santa Messa celebrata in più lingue.
La meraviglia delle vite dedicate al Signore – e quindi al prossimo – di persone consacrate, come suor Emmanuel e suor Cornelia, ma anche di uomini e donne laici, padri e madri, come i fondatori della Comunità Sollievo di Yahweh (http://www.missioniba.it/lacomunita), che vendono tutto quello che hanno e Lo seguono. Partono dall’Italia con due tende ed un Wc chimico e dopo due anni si ritrovano a guidare un centro di carità ai bisognosi riconosciuto a livello statale e capace di sfamare migliaia di persone. Mentre li ascolti raccontare la loro esperienza non puoi fare a meno di pensare che chi si aspetta “segni” – apparizioni, il Sole che gira, la statua che lacrima – dovrebbe riconoscere in questa umanità “trasfigurata” dall’Amore di Dio e per Dio le prime prove della presenza di Quello che cerca.

Molto gustosa si è rivelata anche la “fisicità” di certi gesti: recarsi a piedi alla collina delle apparizioni, laddove i veggenti videro per la prima volta e molte altre ancora la Madonna, raccogliersi in preghiera in ginocchio davanti alla statua che raffigura la nostra Madre; scalare il Krizevac, il monte dove nel 1933 i cittadini di Medugorje salirono per costruire la croce che ancor oggi è lì a ricordarci Chi e come ci ha salvato, arrivare lassù sudati e col fiatone e ancora ringraziare e offrire quella tua fatica per un’intenzione particolare. Sono gesti – questi descritti, come molti altri – che aiutano a riscoprire che anche il corpo chiede una disposizione particolare per la preghiera: la fatica, la ricerca del silenzio, il camminare verso, aiutano ad assumere il giusto atteggiamento spirituale.

Ultima, importante, corda pizzicata a Medugorje è quella della famiglia come fiamma che alimenta la Fede. A più riprese, diverse testimonianze ci hanno ricordato che la famiglia è la prima “comunità di preghiera”, dove far posto a Gesù e Sua Madre. Un’iniezione di coraggio e determinazione non da poco, per chi ogni giorno si trova a dover lottare con i ritmi serrati che lavoro, doveri matrimoniali e di genitore impongono. Dare il giusto peso, e quindi il giusto tempo e il giusto spazio, alle cose, è la strada verso un miglior rapporto con il Signore, Che esige attenzione.

Certo, in conclusione i più scettici e i maliziosi potrebbero chiedere: Medugorje ti ha cambiato la vita, sì o no? E aggiungere: molte delle cose che abbiamo sentito, le sappiamo trovare da soli, senza scomodarsi per andare in Bosnia. Ma se si crede che quanto elencato sia un buon distillato di vita cristiana, il fatto che a Medugorje si possa trovarlo rappresenta già uno di quei frutti da cui si può far discendere il giudizio sull’albero. E se dovessi rispondere alla prima domanda, potrei dire che il pellegrinaggio a Medugorje lascia il segno: si può continuare a cadere, ma aver vissuto quei giorni “diversi” è un buon ricordo e sostegno per ripartire.

Lorenzo Schoepflin – Libertà e Persona

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Santuario di Sant’Anna d’Auray

Posté par atempodiblog le 26 juillet 2012

Primo luogo di pellegrinaggio bretone, Ste-Anne d’Auray attira ogni anno migliaia di pellegrini e di turisti dal mondo intero, soprattutto nel giorno del Gran perdono di Sant’Anna, il 26 luglio. Dopo la visita del Papa Giovanni Paolo II, nel 1996, più di 600.000 visitatori si sono recati, ogni anno, presso il Santuario.

Santuario di Sant'Anna d'Auray dans Apparizioni mariane e santuari Sant-Anna-d-Auray

Cenni storici
La storia di Ste-Anne d’Auray ha avuto inizio intorno al XVII° secolo, in seguito all’apparizione di una “Signora maestosa” a Yves Nicolazic, pio contadino del villaggio Ker Anna. Questa signora era Sant’Anna, madre di Maria e nonna di Gesù. Nella notte tra il 25 ed il 26 luglio del 1624, Ella gli chiede di ricostruire una cappella che a Lei era stata dedicata nel VI° secolo. Dopo molte richieste e dopo aver verificato quanto avvenuto, la cappella viene costruita. La notizia si diffonde in tutta la Bretagna ed i pellegrini si mettono in cammino verso Sant’Anna d’Auray, dando inizio al più grande pellegrinaggio della regione. Nel XIX° secolo, l’affluenza è tale che la cappella diventa ormai troppo piccola. Per avere una maggiore capacità di accoglienza, tra il 1865 e il 1872, viene eretta l’attuale Basilica. Sant’Anna diventa, così, a partire dal 1914, la patrona dei bretoni.

Da visitare

La Basilica (1865/1872) : dedicata a Sant’Anna, é il cuore del Santuario. L’architetto Desperthes ha unito la sobrietà dello stile gotico alla grazia dello stile rinascimentale. All’interno, le vetrate istoriate descrivono le grandi tappe della vita del Santuario. L’altare della devozione a Sant’Anna presenta una statua in legno dorato di Sant’Anna e di Maria. Il gruppo fa parte di un..composto di medaglioni in marmo che riportano la vita di Sant’Anna e di San Gioacchino. Un reliquiario della casa di Anna d’Austria dato in dono al Santuario. Su uno dei pilastri del coro, un bassorilievo rappresenta Yves Nicolazic con i suoi compagni mentre, miracolosamente, nella notte tra il 7 e l’8 marzo 1625, scoprono la statua della cappella primitiva.

Il Chiostro (1638-1641): costruito dai Padri Carmelitani è il monumento più antico del Santuario. E’ composto da un ballatoio e da un piano superiore dove vivevano i Padri religiosi custodi del Santuario. Il piano terra era adibito a foresteria per i pellegrini. Tutto l’edificio è considerato monumento storico.

La Fontana (1898): é il luogo dove é avvenuta la prima importante apparizione di Sant’Anna a Yves Nicolazic. E’ stata ingrandita alla fine del XIX secolo.

La Scala Santa (1622): per 300 anni luogo di celebrazione per le grandi assemblee all’aperto. In origine è stata utilizzata come porta monumentale del Santuario e situata sull’attuale piazza della Basilica. E’stata completamente costruita pietra su pietra.

La lapide ai caduti (1922-1932): eretto in memoria dei Bretoni vittime della 1° guerra mondiale.

La spianata Giovanni Paolo II: è stata realizzata dopo la visita del Santo Padre il 20 settembre 1996.

Il Museo del Tesoro: raccoglie gli ex-voto delle offerte di ringraziamento a Sant’Anna.

La casa Nicolazic: a 200 mt. dalla basilica, l’abitazione con arredamento bretone ed un oratorio.

Fonte: Villes Sanctuaire

Divisore dans San Francesco di Sales

Cliccare per approfondire:

Freccia dans Viaggi & Vacanze Visita al santuario di Sant’Anna d’Auray di Padre Livio Fanzaga

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