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María, Virgen y Madre… – Finca Betania

Posté par atempodiblog le 15 mai 2012

“E’ l’ora difficile per tutta l’umanità ed è necessario evitare le incomprensioni fra fratelli; le nazioni devono essere unite… l’amore del mio Gesù sarà la porta che aprirà i cuori, per dare accesso ad una bellissima Era che deve rianimare i popoli ad un glorioso insegnamento di unità. Approfittate del tempo poiché sta arrivando l’ora in cui mio Figlio si presenterà dinanzi a tutti come Giudice e Salvatore; dovete essere nelle necessarie condizioni per vivere assieme a Lui quel Grande Giorno; non crediate che sia lontano”. (23 marzo 1973)

Figli miei, vi supplico, approfittate dei giorni, delle ore, dei minuti e dei secondi per prepararvi. L’evangelizzazione è la rappresentazione della Nuova Età dell’Oro di un mondo nuovo… dove la Pace, le vie dell’Amore, vi portano a raggiungere la rettitudine e la conoscenza dei figli di Dio. Siete figli di Dio… il Suo Popolo”. (1988)

María, Virgen y Madre... – Finca Betania dans Apparizioni mariane e santuari

Finca Betania è un fondo agricolo situato fra le città di Cúa e San Casimiro, nello Stato di Miranda, a circa 65 km da Caracas. Le apparizioni che qui si sarebbero succedute riguardano Maria Esperanza Medrano de Bianchini, madre di 7 figli che vive a Cúa proprio nella regione chiamata Finca Betania. La donna ebbe sin da piccola varie esperienze mistiche, a partire dalla guarigione miracolosa dopo una gravissima malattia. Il fenomeno più rilevante è quello delle stimmate. Al di là di questi doni mistici, le apparizioni della Madonna a Maria Esperanza ebbero inizio dal 25 marzo 1976, accompagnate da guarigioni, miracoli eucaristici, luci mistiche e profumi di fiori.

La prima apparizione avvenne su un grande albero vicino ad un ruscello. La veggente era con 80 persone che non videro la Vergine, ma percepirono vari fenomeni luminosi e strani movimenti del sole. La Vergine apparve il 22 agosto, chiedendo che fosse innalzata in quel luogo una croce. L’anno successivo, il 25 marzo e l’1, il 2 e il 3 maggio, la Vergine apparve alla veggente mentre alcune persone videro segni nel cielo. Il 25 marzo del 1978, la Vergine fu vista da 15 persone che poterono vedere anche il miracolo del sole come era avvenuto a Fatima. Il 25 marzo del 1984, a mezzogiorno dopo la Messa, la Madonna apparve sulla cascata a più di 150 persone. Da quel momento sono state molte le apparizioni, soprattutto di sabato, di domenica e durante le feste mariane.

Secondo le testimonianze dei veggenti, la Madonna «compare dal nulla, materializzandosi alcune volte sotto forma della Madonna di Lourdes, altre della Medaglia miracolosa, altre ancora di Maria Ausiliatrice, della Vergine del Pilar, di Nostra Signora di Coromoto, e sotto molti altri titoli conosciuti».

Tutti sono stati d’accordo nell’affermare che essa appariva improvvisamente, radiante di luce, accompagnata la maggior parte delle volte da un intenso ma delizioso profumo di rose e da altri fenomeni soprannaturali come canti di cori celesti, movimenti rotatori del sole.

Secondo l’Istruzione del vescovo di Los Teques, Pio Bello Ricardo, i veggenti comprovati sono arrivati ad essere tra le 500 e le 1000 persone. Così, il 21 novembre 1987, dopo più di 10 anni di investigazioni, ha potuto dichiarare che le apparizioni sono autentiche e di natura soprannaturale e ha dato il suo consenso all’erezione di un santuario dedicato a María, Virgen y Madre Reconciliadora de todos los Pueblos y Naciones, come lei stessa chiese di essere qui venerata.

di Bruno Simonetto, ssp – Madre di Dio

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Fare silenzio

Posté par atempodiblog le 15 mai 2012

Fare silenzio dans Imitazione di Cristo

Quanta bellezza e quanta pace, fare silenzio intorno agli altri; non credere pari pari ad ogni cosa, né andare ripetendola; rivelare sé stesso soltanto a pochi; cercare sempre te, che scruti i cuori, senza lasciarsi portare di qua e di là da ogni vuoto discorso; volere che ogni cosa interiore ed esterna, si compia secondo la tua volontà! Quale tranquillità, fuggire le apparenze umane, per conservare la grazia celeste; non ambire a ciò che sembri assicurare ammirazione all’esterno, e inseguire invece, con ogni sollecitudine, ciò che assicura emendazione di vita e fervore! Di quanto danno fu, per molti, una virtù a tutti nota e troppo presto lodata. Di quanto vantaggio fu, invece, una grazia conservata nel silenzio, durante questa nostra fragile vita, della quale si dice a ragione che è tutta una tentazione e una lotta!

Imitazione di Cristo

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Alcuni consigli di Don Bosco su come trattare gli alunni

Posté par atempodiblog le 15 mai 2012

Alcuni consigli di Don Bosco su come trattare gli alunni

Alcuni consigli di Don Bosco su come trattare gli alunni dans San Giovanni Bosco

D. Bosco scriveva a D. Bertello: « Considerali (i chierici studenti di filosofia) come tuoi fratelli: amorevolezza, compatimento, riguardo, ecco le chiavi del loro cuore » (H).
- Ad un assistente diceva: «Si vis amari, esto amabis».

- Studia di farti amare piuttosto che farti temere. La carità e la cortesia siano le tue caratteristiche. (M).
 E’ quindi stretto dovere del catechista guadagnarsi il cuore degli alunni proprio come aveva fatto D. Bosco, quando faceva scuola di catechismo in diverse scuole di Torino: «Le sue parole attraenti, le sue maniere affettuose, tutte candore e semplicità, lo rendevano padrone del cuore degli scolari. Era sempre una festa la sua apparizione in una scuola». (M. B. II, 349).
 I superiori non si adombrino mai per cose da nulla. Siano calmi, temporeggino, aspettino, esaminino, prima di dare importanza a questa o a quella cosa. (M).
 Trattiamo i giovani, come tratteremmo Gesù Cristo stesso se, fanciullo abitasse in questo collegio.  Trattiamoli con amore ed essi ci ameranno, trattiamoli con rispetto ed essi ci rispetteranno. Bisogna che essi stessi ci riconoscano superiori, Se noi vorremo umiliarli con parole per la ragione che siam superiori, ci renderemo ridicoli. I).
- Rispettare la fama degli alunni.
- Non mortificarli in pubblico con certe espressioni o termini disonorevoli.
- Non fare capire loro che si sospetta, ma con prudenza sorvegliare senza che se ne accorgano. (I).

- Non si interroghino mai su cose di coscienza, né s’investighi se uno si confessa o no, se va o non va alla S. Comunione.
- In classe i maestri, rimproverando i negligenti non accennino mai alla loro frequenza ai SS. Sacramenti, come in contrasto colla loro condotta. (M).

- Non rimproverare gli allievi senza esser certi delle mancanze, quindi non credere subito ai rapporti, non agire d’impeto, ma esaminare le cose a sangue freddo. (I).
- Quando ti è fatta qualche relazione, ascolta tutto, ma procura di rischiarare i fatti e di ascoltare anche le parti prima di giudicare. (VI).

Ancora il primo sogno

 dans Stile di vita

Un giorno D. Bosco confidò a Giuseppe Turco come egli avesse fatto un sogno, dal. quale aveva inteso come col volgere degli anni egli si sarebbe stabilito in un certo luogo dove avrebbe raccolto un gran numero di giovanetti per istruirli nella via della salute. Aveva visto la valle sottostante alla cascina del Sussambrino convertitosi in una grande città, nelle cui strade e piazze correvano turbe di fanciulli schiamazzando giocando e bestemmiando. Siccome egli aveva in grande orrore della bestemmia ed era di un carattere pronto e vivace si avvicinò a questi ragazzi, sgridandoli, perché bestemmiavano, e mi­nacciandoli se non avessero cessato; ma non desistendo essi dal vo­ciare con orribili insulti contro Dio e la Madonna Santissima, Gio­vanni prese a percuoterli. Senonché gli altri reagirono e correndogli sopra lo tempestarono di pugni. Egli si diede alla fuga. Ecco allora venirgli incontro un Personaggio, che gli intimò di fermarsi, di ri­tornare a quei monelli, e persuaderli a stare buoni e a non fare il male. Giovanni obbiettò le percosse avute e il peggio che gli sarebbe toccato, se fosse ritornato sopra i suoi passi. Allora quel personaggio lo presentò a una nobilissima Signora, che si faceva innanzi e gli disse: «Questa è mia Madre; consigliati con Lei». La signora fissandolo con uno sguardo pieno di bontà così parlò: « Se vuoi guadagnarti questi monelli, non devi affrontarli con le percosse, ma pren­derli con la dolcezza e con la persuasione ». E allora, come nel primo sogno, vide i giovani trasformati in belve e poi in pecorelle e in agnel­li, ai quali egli prese a far da pastore per ordine di quella Signora. Era il pensiero del profeta Isaia tradotto in visione: « Daranno gloria a me le bestie selvatiche, i dragoni, gli struzzi mutati in figliuoli di Abramo) ». (M. B. I. 424-425).

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