Solo in prigione
Posté par atempodiblog le 5 avril 2012
Caifa, attendendo l’alba (perché presso gli ebrei era proibito condannare a morte qualcuno durante la notte) ordinò ai soldati di condurre Gesù in una prigione del palazzo. Gesù uscì dunque dalla sala. I soldati lo portarono in un locale basso, freddo, umido, oscuro e, prima di chiudergli la porta in faccia, vollero divertirsi facendolo soffrire. Ah, quale notte passò Nostro Signore!!!
Al lume di una torcia, gli bendarono gli occhi con un fazzoletto sporco; poi , uno dopo l’altro, lo schiaffeggiarono, lo percossero, gli sputarono in viso. Soprattutto quelli che dall’orto degli ulivi erano stati gettati a terra ora vogliono vendicarsi.
“Orsù, dicono, Gesù di Nazareth, tu che dici di essere il Messia, indovina, chi ti ha percosso?”. Eccone uno che gli strappa un po’ di barba. “Indovina: chi te l’ha strappata?”. Eccone un altro che gli da n calcio. Gesù, ha le mani legate, non può difendersi (non lo avrebbe fatto neanche se le sue mani fossero state libere), né ritirarsi dai colpi; tace. Quanto tempo continuarono a divertirsi così, noi non lo sappiamo. Ma quando furono stanchi, lo gettarono su di una pietra gelida, uscirono e lo lasciarono così con la porta chiusa a doppio catenaccio.
Gesù è tutto solo nell’oscurità più profonda, il suo povero viso è già sanguinante; impossibile asciugargli questo sangue misto agli spunti dei soldati, alle lacreime che Egli versa. E nessuno è vicino a Lui!
– Sai che cosa pensa?
– A te, a te che chiamerà a essere sua seguace, ai tuoi peccati grosi o piccoli. Egli offre le sue sofferenze per te!
Perché non vai a fargli oggi una visita in chiesa, dove Egli è spesso solo come un prigioniero?
PROPOSITO: Andrò in chiesa, e consolerò Gesù.
di Henry Perroy
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