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“Ho sognato Gesù Nazareno”

Posté par atempodiblog le 2 avril 2012

“Ho sognato Gesù Nazareno” dans Angelo Figurelli Alfonso-Maria-Fusco

Proprio in Seminario ha la chiara intuizione che Gesù lo chiama a prendersi cura dei fanciulli orfani e poveri, abbandonati a se stessi, ai quali viene negata ogni possibilità di istruzione. Il riscattarli dalla miseria, dall’ignoranza e dal degrado, diventa per lui un imperativo. Ma perché era così sicuro che doveva realizzare questa opera?

Tutto questo è dovuto proprio ad un sogno che lui ha fatto e che egli stesso racconta.

Dice così: “Ho sognato Gesù Nazareno che mi ha detto: «Alfonso, tu devi fondare un Istituto che chiamerai del Nazareno e un Orfanotrofio, maschile e femminile. Il suolo è già pronto, non hai che da fabbricare. Appena sacerdote devi occuparti di questo»”. E lui, pieno di un amore ardente per Gesù e per i fratelli, è certo che questa è la strada da seguire. Possiamo quasi dire che ha nel cuore una carità che non gli dà pace e tutti quei poveri orfani abbandonati, emarginati, a volte anche ladruncoli per sopravvivere, sono nel suo cuore, vuole toglierli dalla strada, educarli, formarne le coscienze. Proprio per questa sua carità verrà poi chiamato il “Don Bosco del Sud”. È un progetto ardito da realizzare, ma che è parte del suo spirito profondamente unito a Gesù. Gesù che gli fa vedere, proprio in questi ragazzi, il Suo stesso Volto.

E lui non indugia, anzi, ancora studente, durante le vacanze estive, si occupa in modo appassionato di quei ragazzini che gironzolano, senza meta, per i vicoli di Angri, così come anche le tante bambine pallide e tristi, senza famiglia e senza protezione.

Alfonso diventa, in questo modo, il loro fratello maggiore, ascolta le loro difficoltà, li consola, parla loro dolcemente di Gesù, praticamente insegna loro a vivere in un modo migliore. Li ama ed è riamato. Il suo apparire fa subito finire le risse e le bestemmie.

Da grande educatore, con il suo fare garbato, soprattutto con il suo interesse sincero ai loro problemi, attira sempre più la loro attenzione e ne conquista la fiducia e lui stesso, stendendo la mano per chiedere aiuto per gli orfani, scriverà:

“Le anime più care a Gesù Cristo ed insieme più bisognose di aiuto, sono quelle dei fanciulli. Questo vuole mostrare il Divin Redentore, allorché, trovandosi in mezzo a gran numero di popolo e vedendo che i fanciulli venivano da Lui allontanati disse: «Lasciate che i fanciulli si avvicinino a me» mostrando, così la premura che bisogna avere per essi, nell’istruirli ed educarli, che se ciò – dice il nostro Beato – dir si deve in generale, che puoi dire di tante bambine e bambini orfani, i quali prima che ancor sapessero distinguere il bene dal male, vengono privati dei loro genitori? Gli orfanelli si possono dire perduti, specialmente in questi tempi di corruzione, se non hanno chi lor dia un aiuto guidandoli per la via della virtù, anzi – conclude – col passar degli anni, lasciati in balia di loro stessi, diventano la rovina non solo di sé, ma dell’intera società”.

Tratto da: “Va’ e fatti Santo”. La vita del beato Alfonso M. Fusco di Angelo Figurelli

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Amare chi ci fa soffrire

Posté par atempodiblog le 2 avril 2012

Amare chi ci fa soffrire dans Santa Faustina Kowalska

Quando venne il medico e io non potei, come le altre suore, scendere da lui in parlatorio, chiesi che venisse da me, perché non potevo scendere per un certo impedimento. Dopo un momento il medico venne nella cella, e, dopo avermi visitato, disse: «Dirò tutto alla suora infermiera». Quando venne la suora infermiera, dopo che era andato via il medico, le dissi il motivo per cui non ero potuta scendere in parlatorio. Essa però mi mostrò un accentuato malumore. E quando le domandai: «Sorella, che cosa ha detto il medico dei miei dolori?», mi rispose che non aveva detto niente e che non erano niente. «Ha detto che la malata fa i capricci». E se ne andò. Allora dissi a Dio: «Cristo, dammi la forza e la capacità di soffrire, infondimi nel cuore un amore puro per quella suora». Per tutta la settimana non si affacciò più da me. I dolori invece si ripetevano e duravano quasi tutta la notte e sembrava che fosse ormai giunta la fine. I superiori si decisero a rivolgersi ad un altro medico ed egli confermò che la situazione era grave ed a me disse: «Ormai non è più possibile rimettere in sesto la salute. Si può ancora migliorare qualche cosa, ma non è il caso di parlare di una guarigione completa». Prescrisse una medicina per i dolori e dopo che l’ebbi presa non si ripeterono più i gravi attacchi di prima. «Ma se lei, sorella, viene da me in sanatorio faremo in modo di risistemarla in salute, per quanto ciò è ancora possibile». Il medico insistette perché andassi là a curarmi. O mio Gesù, come sono singolari i Tuoi decreti! Gesù mi ordina di scrivere tutte queste cose a conforto di altre anime che potrebbero trovarsi esposte a simili situazioni di sofferenza. Nonostante che mi sentissi molto debole, per volere delle superiore, mi recai da quel medico. La suora che m’accompagnava lo faceva malvolentieri e me lo dimostrò parecchie volte. Ad un tratto mi disse: « Come faremo? Non ho i soldi sufficienti per la carrozza ». Non le risposi nulla. «Ma forse non ci saranno nemmeno carrozze. Come faremo a percorrere tutta quella strada? ». Diceva questo e molte altre cose unicamente per mettermi in agitazione, poiché le care superiore avevano dato denaro a sufficienza e ne rimase. Avendo capito dentro di me tutta questa storia, mi misi a ridere e dissi a quella suora: «Io sono pienamente tranquilla, affidiamoci a Dio». Ma notai che la mia profonda serenità la irritava. Allora mi misi a pregare per lei. O mio Signore, tutto questo per Te, per ottenere Misericordia per i poveri peccatori.

Santa Faustina Kowalska

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