• Accueil
  • > Archives pour le Dimanche 4 mars 2012

Se la madre prega per il ragazzo che stuprò la figlia

Posté par atempodiblog le 4 mars 2012

Se la madre prega per il ragazzo che stuprò la figlia dans Articoli di Giornali e News

E’ stata dimessa dall’ospedale la ragazza che venti giorni fa era stata violentata in modo particolarmente brutale da un giovane militare fuori da una discoteca di Pizzoli, in provincia de L’Aquila, e poi abbandonata sanguinante, seminuda e semimorta nella neve, tanto che se i buttafuori non l’avessero notata non sarebbe sopravvissuta al gelo e alle ferite. Di lei, ovviamente, non si conosce il nome, si sa solo che è stata in grado di rispondere all’interrogatorio e che ora è ricoverata in un luogo di cura segreto. Ha, invece, parlato con i giornalisti la mamma della vittima e i suoi toni sono stati del tutto diversi da quelli che ci si sarebbe attesi da chi ha avuto una giovane figlia massacrata in maniera così barbara. Alla solita e, purtroppo, trita domanda dei cronisti “vorrà perdonare?” con lo sconcerto di molti ella, infatti, ha risposto:
Perdonare il giovane che fatto tanto male a mia figlia? Credo che quel ragazzo sia uno strumento, vengo da una cultura cristiana. Odio, rancore e vendetta non servono a nulla. La giustizia umana è compito degli uomini, farò una preghiera per tutti, anche per il ragazzo”.
Il fatto stesso che si sente il bisogno di scriverne indica quanto insolito, quanto audace e controcorrente, tanto che per certo susciterà delle voci critiche, sia un simile atteggiamento seppure in un paese di secolare tradizione cristiana, e ora che il paese cristiano quasi non è più, o in gran parte solo formalmente, le nobili parole della madre ci fanno risuonare dentro echi di un mondo diverso, migliore quasi si vorrebbe dire, se non si temesse di cadere nella retorica. Un mondo nel quale la pietà, o almeno una parte di pietà è prevista anche per gli aguzzini, perfino per quelli più spietati, e non soltanto per le vittime. Parole nobili e profonde, parole di mamma che sa bene quanto i comportamenti dei ragazzi siano il prodotto delle cose viste, delle cose dette intorno a loro, come di quelle non dette e, infatti, ella ha aggiunto: “Dobbiamo mettercela tutta. Impegnarci e lottare perché queste cose non accadano più. Vorrei dirlo alle famiglie, ai genitori che non si risolve nulla non facendo uscire i figli di casa. L’unica via possibile è l’ educazione, in tal senso tutti siamo un pochino responsabili, genitori, insegnanti, autorità, e non perché non abbiamo fatto, ma probabilmente perché abbiamo omesso qualcosa”.
In realtà ella ha quasi parlato di più dell’aguzzino, il ventunenne militare di origine irpina, chiuso in un carcere con l’accusa di violenza sessuale aggravata e di tentato omicidio, che non della vittima, salvo un’osservazione che riguarda lo tsunami che si è abbattuto sulla sua famiglia, a causa del quale per tutti loro nulla potrà mai più essere come prima. Senz’altro vero, si ha tuttavia l’impressione che, con una madre così, con una famiglia così per l’infelice vittima, purtroppo sotto shock, c’è la speranza che possa un giorno realmente rifarsi una vita, come si usa dire, dopo un pesante tracollo esistenziale, come quello che le è tragicamente toccato, incontrando il suo, in un altro modo, infelice aguzzino.

Isabella Bossi Fedrigotti – Corriere della Sera

Publié dans Articoli di Giornali e News, Perdono, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »