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Don Giussani, al via la causa di beatificazione richiesta da Cl al cardinale Scola

Posté par atempodiblog le 22 février 2012

Nel trentesimo anniversario del riconoscimento del movimento e nel settimo della morte
Don Giussani, al via la causa di beatificazione richiesta da Cl al cardinale Scola
Presentato il «supplice libello», la richiesta di apertura dell’iter, all’arcivescovo di Milano, che fu suo amico personale
Redazione Milano online – Corriere della Sera

Don Giussani, al via la causa di beatificazione richiesta da Cl al cardinale Scola dans Don Luigi Giussani

Al via la causa di beatificazione. Comunione e Liberazione ha presentato venerdì 17 febbraio il «supplice libello», cioè la domanda formale di inizio della causa di beatificazione. «In questo modo – spiegala Diocesi – ha avuto inizio l’iter canonico per introdurrela Causa di Beatificazione e Canonizzazione di questo benemerito figlio della Chiesa ambrosiana, secondo la costituzione apostolica “Divinus perfectionis Magister” del 25 gennaio 1983 e secondo le norme “Ab episcopis servandis” del 7 febbraio 1983 e l’istruzione “Sanctorum mater” del 25 settembre 2007. Le procedure canoniche, nella fase diocesana, prevedono, tra l’altro, la richiesta di parere alla Conferenza episcopale regionale sulla importanza e l’opportunità della Causa, la richiesta del consenso della Santa Sede, la nomina della commissione storica e di quella teologica, la raccolta tutta la documentazione, e se verificata la pertinenza della Causa, la raccolta di testimonianze».

LA CELEBRAZIONE - Nel trentesimo anniversario del riconoscimento del movimento e nel settimo della morte, l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha presieduto una celebrazione eucaristica, mercoledì sera, in Duomo. Al termine, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, renderà noto di avere presentato all’arcivescovo di Milano la richiesta di apertura della causa di beatificazione. «La richiesta è stata inoltrata oggi stesso, 22 febbraio 2012, giorno dell’anniversario e festa della Cattedra di San Pietro – si legge in una nota di CL –  attraverso la postulatrice nominata dal Presidente della Fraternità canonicamente costituitosi Attore di detta Causa: si tratta della professoressa Chiara Minelli, docente di Diritto canonico ed ecclesiastico nell’Università degli Studi di Brescia».

NELLE MANI DI SCOLA - L’istanza è stata presentata all’arcivescovo di Milano, nella cui diocesi è nato, è vissuto e ha operato don Giussani, sacerdote diocesano. A questo punto spetta al cardinale Angelo Scola, che di don Giussani fu amico personale, disporre l’apertura dell’«Inchiesta Informativa Diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità». Dando la notizia, don Carrón si augura che «la Madonna – “di speranza fontana vivace” – ci aiuti ogni giorno a diventare degni delle promesse di Cristo e della immensa grazia che nel carisma di don Giussani abbiamo ricevuto e ancora riceviamo».

LA VITA - Don Giussani, nato a Desio il 15 ottobre del 1922, è morto a Milano il 22 febbraio del2005. A celebrare le esequie fu il cardinale Joseph Ratzinger che, di lì a poco, venne eletto Papa. Il 26 maggio 1945 Giussani, ventitreenne, ricevette l’ordinazione sacerdotale dal cardinale Ildefonso Schuster, figura storica della Chiesa ambrosiana. Successivamente rimase nel seminario di Venegono come insegnante. Nel 1954 trentaduenne, lasciò l’insegnamento in seminario per quello nelle scuole superiori. All’origine della decisione di don Giussani fu l’incontro con alcuni adolescenti, in treno, che stupirono Giussani perchè non conoscevano i fondamenti del cattolicesimo. L’inizio dell’insegnamento della religione nelle scuole superiori, presso il liceo Berchet di Milano fu il momento cui si fa risalire la nascita del movimento che poi si chiamò Comunione e Liberazione. Don Giussani fu insegnante al Liceo Berchet per dieci anni, fino al 1964. Le prime riunioni di studenti sotto la sua guida si tennero col nome di Gioventù Studentesca (Gs), che fondò insieme all’amico don Francesco Ricci e che fino agli anni settanta fu nell’alveo dell’Azione Cattolica. Giussani in quegli anni iniziò anche un’intensa attività pubblicistica nella quale si poneva all’interno e all’esterno della Chiesa l’attenzione sul problema educativo. Nel 1964, ottenne la cattedra di Introduzione alla Teologia presso l’Universitá Cattolica di Milano, che mantenne fino al 1990.

LA NASCITA DI CL - Negli anni fra il 1969 e il 1970 il movimento giovanile da lui creato prese il nome di Comunione e Liberazione. Giussani ne assunse la guida presiedendone il consiglio generale. L’11 febbraio 1982 il Pontificio Consiglio per i Laici riconobbela Fraternitá di Comunione e Liberazione. Il sacerdote divenne prelato d’onore di sua santità nel 1983, per volere di Giovanni Paolo II. Nel corso di questi decenni Comunione e liberazione si è diffusa in tutto il mondo, ad essa è legata la struttura imprenditoriale della Compagnia delle opere e ancora a Cl fa riferimento l’associazione per il volontariato internazionale Avsi, quindi l’iniziativa denominata banco alimentare. Il successore di don Giussani è il sacerdote di origini spagnole, don Julian Carròn. Nel corso dell’omelia pronunciata il 24 febbraio del2005 in occasione dei funerali di Giussani, il cardinale Ratzinger disse fra l’altro: «Don Giussani ha conservato la centralità di Cristo e proprio così ha aiutato con le opere sociali, con il servizio necessario l’umanitá in questo mondo difficile, dove la responsabilitá dei cristiani per i poveri nel mondo è grandissima e urgente». Quindi aggiunge: «Chi crede deve attraversare – abbiamo detto – anche la “valle oscura”, le valli oscure del discernimento, e così anche delle avversità, delle opposizioni, delle contrarietà ideologiche che arrivavano fino alle minacce di eliminare i suoi fisicamente per liberarsi da questa altra voce che non si accontenta del fare, ma porta un messaggio più grande, così anche una luce più grande».

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Decidersi per Dio

Posté par atempodiblog le 22 février 2012

Decidersi per Dio
di Padre Livio Fanzaga – La Bussola Quotidiana

Decidersi per Dio dans Digiuno

Per comprendere la Quaresima bisogna fare riferimento ai quaranta giorni che Gesù ha trascorso nel deserto prima di compiere la sua missione. Quaranta giorni nei quali Gesù si è preparato alla lotta contro il principe delle tenebre, contro Satana: quaranta giorni di digiuno e di preghiera. Questi quaranta giorni facevano a loro volta riferimento ai quaranta anni che il popolo di Israele ha trascorso nel deserto, deserto che secondo la Sacra Scrittura è un tempo di prova ma anche un tempo di comunione con Dio, ed è comunque il passaggio verso la Terra promessa.
Per noi è fondamentale il significato di questi quaranta giorni che Gesù ha trascorso nel deserto vivendo nel digiuno e nella preghiera. Sono infatti proprio questi i due connotati fondamentali che ci accompagnano nella Quaresima.

Il primo connotato è la preghiera. Gesù ha trascorso quaranta giorni in intima comunione col padre, la preghiera è uno dei motivi fondamentali di tutta la vita apostolica del Signore: non solo i quaranta giorni prima della sua missione, ma anche durante tutta la sua missione Gesù ha vissuto una intensa preghiera personale, dedicando molte volte l’intera notte a pregare.  E usciva dalla preghiera trasfigurato. Questa è certamente la prima caratteristica della Quaresima, senza la quale ne perdiamo il significato. E qui sta anche la differenza fondamentale tra la Quaresima cristiana e il Ramadan musulmano. La Quaresima cristiana è prima di tutto tempo di comunione con Dio. La comunione con Dio è invece lontana mille miglia dall’islam, per cui davanti a Dio c’è solo la  sottomissione.

Dunque Gesù ha trascorso quaranta giorni di intima comunione col padre. E lì ha umanamente ha preso tutta quella forza che la preghiera dà e che noi vediamo così espressa in un altro momento della vita di Gesù, quello del Getsemani: lì, attraverso la preghiera il Signore acquista quella forza per cui dice al termine della preghiera, agli apostoli “Alzatevi, andiamo”. E nell’ora delle tenebre affronta la grande battaglia. Nell’uno e nell’altro caso Gesù attraverso la preghiera si è preparato alla grande battaglia contro il principe delle tenebre.

Portando la cosa sul piano della nostra vita cristiana, la Quaresima è anzitutto tempo di preghiera. Preghiera vera, preghiera del cuore, preghiera che è colloquio con Dio, ascolto di Dio, della sua volontà, ascolto delle sue ispirazioni, ascolto di quello che ci dice, il suo richiamo a una vita più santa, più cristiana, una vita più vera. E nella preghiera esporre anche la nostra condizione esistenziale, di persone fragili, affaticate, di persone che molte volte sono scorate, che non hanno ben chiaro il fine della vita, non hanno ben chiare le scelte fondamentali della vita. Quindi vorrei suggerire molto concretamente: la prima cosa da fare in Quaresima è riaccendere la preghiera, almeno le preghiere fondamentali. Al mattino conquistare Dio con il cuore, in cui Dio porta la sua luce, la sua pace, la sua gioia. Molte volte bastano pochi minuti per essere in comunione con Dio, ma poi si deve riattivare durante la giornata questa comunione. E soprattutto la sera, per cui vorrei suggerire una preghiera tipica della Quaresima, che è la preghiera davanti alla croce, cioè mettersi veramente davanti alla croce, meditare sul significato della croce.

Pietro nella prima predica dopo la Pentecoste ha detto, comprendendo finalmente la Passione : “Patì per i nostri peccati”. Quindi meditare la croce, meditare che attraverso la croce Cristo, il Padre attraverso il Figlio, ci perdona i peccati. Cristo è l’agnello di Dio che porta i peccati del mondo, li ha espiati al nostro posto, per nostro amore, per donarci il perdono nella vita eterna, per cui quando andiamo a confessarci – e il pensiero va soprattutto alla confessione pasquale che deve essere particolarmente significativa – per quanto grandi i delitti che noi abbiamo potuto commettere Gesù ci dà l’assoluzione.

Nel pentimento c’è l’assoluzione dei peccati perché Cristo ha espiato lui al nostro posto, un atto d’amore estremo, che vediamo nel Crocifisso. Quindi vorrei suggerire questa specifica  preghiera quaresimale, prima di andare a letto: sostare davanti alla croce, chiedere perdono per i propri peccati, pensare all’amore estremo con cui Dio ci ha amati, che ha fatto dire a santa Caterina da Siena, guardando la croce: “Chi è  quello stolto bestiale che vedendosi così amato non ami?”.
La preghiera personale diventa più forte, più sostanziosa, se durante la Quaresima ci impegniamo ad andare alla messa quotidiana. Molti lo fanno. Dacci oggi il nostro pane quotidiano: ascoltiamo la parola di Dio, durante la messa riceviamo la comunione. In questo modo rafforziamo la nostra debole volontà per combattere contro il male.

L’altro aspetto fondamentale della Quaresima è il digiuno: fin dai primi tempi i cristiani hanno digiunato il mercoledì e il venerdì, duramente. Poi, il digiuno più rigido a pane e acqua è continuato nella storia della Chiesa soprattuto nel tempo di Quaresima, di Avvento, e così via. Il popolo cristiano ha digiunato fino a qualche decennio fa in modo sostanzialmente serio. Non soltanto nel tempo di Quaresima ma ogni volta che si doveva fare la comunione, si era digiuni dalla mezzanotte. Abbiamo perso sicuramente qualcosa perdendo il digiuno. In tempi recenti la Chiesa ha tentato di ristabilirlo, ma a questo riguardo dobbiamo dire che la vera svolta è venuta dalle apparizioni di Medjugorje: è vero, devono essere ancora riconosciute dalla Chiesa, ma il loro aspetto pastorale lo abbiamo tutti davanti agli occhi.

La Madonna fin da 30 anni fa ha introdotto un digiuno che adesso ha rinvigorito tutta la Chiesa, il digiuno a pane e acqua il mercoledì e venerdì con finalità ben precise: Oltre alla conversione personale c’è anche una finalità di carattere storico sociale: Gesù ha detto che certi demoni si cacciano con la preghiera e il digiuno; così la Madonna per il demonio dell’odio e della guerra, che vuole distruggere il mondo, ha chiesto la preghiera del santo rosario e il digiuno a pane e acqua mercoledì e venerdì.

Questo digiuno è importantissimo ma attenzione a non intenderlo come una specie di dieta. La Madonna ha detto “digiunate con il cuore”, lo dice anche la Chiesa. Il digiuno cristiano ha un obiettivo ben preciso: è finalizzato al combattimento spirituale, è finalizzato alla mortificazione della fame di mondo, perché cresca in noi la fame di Dio. Questo è l’obiettivo finale del digiuno: portare alla rinuncia vera del peccato, perché attraverso la fame di mondo, le cose di questo mondo, Satana ci distrugge con quello che ci offre.

Dobbiamo dunque innestare nella nostra vita questo tipo di digiuno: cibo, sacrifici, fioretti, c’è un’ampia letteratura a questo riguardo. Rinunciare al fumo, ai liquori durante la quaresima. Ovviamente i più deboli, quelli che si accontentano del digiuno come lo propone la Chiesa con materna accondiscendenza, possono digiunare mercoledì santo  e venerdì santo: la colazione, un pranzo leggero e poi astinenza. Tutti i venerdì di quaresima il minimo indispensabile. Suggerisco però un digiuno molto più rigido, magari rinunciando a quelle cose che fanno male anche la salute come il fumo e l’alcol. Ma tutto queste deve essere finalizzato a rafforzare la volontà in modo tale da rinunciare al peccato Questa è la vera rinuncia, ed è in questo modo che noi ci prepariamo per la Pasqua. Cioè rinunciando al peccato e attraverso la confessione pasquale.

In questo periodo dobbiamo mettere una marcia in più nel nostro cammino verso la santità. Mettiamoci davanti a Dio, guardiamo alla nostra vita, guardiamo cosa c’è da cambiar;, se siamo sulla strada sbagliata, quella che porta alla perdizione, non aspettiamo a cambiarla, non aspettiamo che sia troppo tardi.

Decidiamoci per Dio, decidiamoci per la conversione, decidiamoci per la santità.
Questo è quel modo di vivere la quaresima che farà sì che la Pasqua sia una pasqua veramente di pace, del cuore riconciliato con Dio.

Infine c’è la terza dimensione caratteristica della Quaresima: la carità. Perché la sobrietà tipica della Quaresima, il rinunciare al superfluo, e tutto quanto finora descritto,  è sempre stato visto dalla Chiesa in funzione della carità, della condivisione, in funzione di quel “Avevo fame, e mi avete dato da mangiare; avevo sete e mi avete dato da bere.…):  è la condivisione del pane con chi non ne ha, con chi è più povero. Vorrei aggiungere però che la carità si esprime anche attraverso le sette opere di misericordia spirituale e le sette di misericordia corporale. L’elemosina deve essere un atteggiamento di compassione, o di misericordia verso il prossimo sofferente. E questo può essere dare da mangiare a chi non ne ha, può essere una mano tesa, un incoraggiamento: visitare i carcerati, e tutte quelle opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, visitare i malati, tutta quella gamma di opere che ci portano al prossimo. Questo è il dinamismo della Quaresima: attraverso la preghiera tu ricevi l’amore di Dio nel tuo cuore e attraverso la carità tu lo doni agli altri.

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La Quaresima è un tempo di grazia che va valorizzato al massimo

Posté par atempodiblog le 22 février 2012

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La Quaresima è un tempo di grazia che va valorizzato al massimo. Per questo bisogna prendere degli impegni concreti, ai quali essere fedeli ogni giorno, scongiurando così il rischio di essere risucchiati nel tritacarne quotidiano.
Uno di questi impegni è la preghiera quotidiana davanti alla Croce. Ogni sera, prima di andare a letto, mettiti in ginocchio davanti al crocifisso. Se non ce l’hai, procuratelo al più presto. Appendilo davanti al tuo comodino, sul quale terrai aperto il libro della Sacra Scrittura.
Guarda con gli occhi della fede a Gesù crocifisso. Considera il carico immenso di male che sta sopportando al nostro posto e per la nostra salvezza. Alcune di quelle ferite, nel suo corpo e nel suo cuore, sono state inferte dai tuoi peccati.
Ammira la sua pazienza, la sua mitezza, la sua misericordia e il suo perdono. Chiedi la grazia della contrizione del cuore in modo tale che maturi in te la decisione di lasciare una vita di peccato e di amarlo sopra ogni cosa.
Guarda quanto sei amato e quanto sei freddo. Chiedi a Gesù la grazia di accenderti di amore per Lui e di testimoniarlo col dono della tua vita. Con Maria coopera anche tu all’opera della salvezza eterna delle anime.

Padre Livio Fanzaga

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