Il cuore di Lourdes è la grotta

Posté par atempodiblog le 11 février 2012

Il cuore di Lourdes è la grotta dans Apparizioni mariane e santuari

Nell’ immaginario collettivo la grotta di Lourdes, come quella di Betlemme, è stata mitizzata. All’origine non era affatto quel luogo romantico dei nostri presepi, caldo e pulito come un salotto moderno. La grotta di Massabielle era tutt’altra cosa, dal momento che era un ricovero per maiali. Perché l’Immacolata l’aveva scelta per manifestare il suo nome al mondo?
Sono questi gli interrogativi che mi assalgono il mattino dopo, quando, seduto su un muricciolo che fiancheggia la riva destra del  Gave, guardo da lontano il luogo sacro dell’apparizione che sta davanti a me. E’ un angolo privilegiato di silenzio e di meditazione dove sosto a lungo ogni volta che passo per Lourdes. Il pensiero va spontaneo alla grotta delle Tre Fontane a Roma, dove la Vergine della Rivelazione era apparsa a Bruno Cornacchiola e ai suoi tre bambini. La Madonna aveva detto che voleva trasformare in luogo di conversione quella “terra di peccato”. Negli anni settanta avevo avuto la grazia di visitare la grotta di Betlemme e da allora un pensiero mi si era affacciato all’orizzonte luminoso dell’anima. Una scelta di questo genere non poteva essere un fatto casuale, ma doveva avere il significato di un segno, come è tipico del linguaggio biblico. D’altra parte il grande Platone non colloca forse uno dei suoi più grandi <<miti>> sulla condizione umana all’interno di una caverna? Sì, non vi è dubbio, mi dico con convinzione, questa cavità maleodorante e ridotta a porcile è il simbolo della situazione dell’uomo sulla terra, immerso nella melma del male e del peccato. I porci vi si rotolano a loro agio, ma… noi? Come potremo chiamare felicità questo abbruttimento?
L’Immacolata che scende nelle tenebre della nostra abiezione annuncia il Vangelo della redenzione e della speranza. Lassù, in quella nicchia ovale in cui è apparsa, si è accesa la luce della grazia che rischiara il limite oscuro di un’esistenza segnata dal marchio infernale dell’incredulità e del male.

Tratto da: Pellegrino a quattro ruote — Padre Livio Fanzaga

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