Nascondere la sofferenza
Posté par atempodiblog le 10 février 2012
C’è uno stile nel servire il malato che pochi conoscono. L’anima delicata di Bernadette l’aveva scoperto da sola, quando consigliava a una sua consorella, destinata al servizio nell’ospedale, di allontanarsi dal malato un momento prima che egli potesse ringraziare. Ma c’è anche uno stile nell’essere malati, che consiste nel nascondere il proprio male sotto il velo del pudore e nel non farlo pesare sugli altri con la luce del sorriso.
Bernadette aveva come impiego quello di essere malata, come lei stessa osserva con il suo senso innato dell’umorismo. Tuttavia, confinata nell’infermeria, si applicava piuttosto ad aiutare le sue consorelle. Non pretendeva l’attenzione altrui sul suo male, come spesso succede a noi. Al contrario dimenticava se stessa, rivolgendo le sue premure alle sofferenze che la circondavano.
Impareremo quest’arte sublime del soffrire? Oggi l’insegnamento e l’esempio di Bernadette hanno una grande attualità. Bisogna essere consapevoli che si va a Lourdes innanzitutto per imparare quella scienza eccelsa del soffrire di cui Bernadette è maestra insuperabile.
C’è una grande urgenza di comprendere che il dolore è una vocazione e che la malattia è una grazia. In un mondo in cui abbonda il peccato, la SantaVergine ha bisogno dell’esercito dei malati per salvare tutte le anime e presentarle a Dio.
Tratto da: Sui passi di Bernadette — Padre Livio Fanzaga
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