Quando si è più certi dell’amore di Dio
Posté par atempodiblog le 8 janvier 2012
“L’amore (cioè il vero amore, non l’amor proprio che ama solamente ciò ch’è egregio, eccellente ecc., quindi in fondo non ama che se stesso) sta in rapporto inverso alla grandezza e all’eccellenza dell’oggetto. Se quindi io sono proprio una nullità: se nella mia miseria mi sento il più miserabile di tutti i miserabili: bene, è certo allora, eternamente certo, che Dio mi ama.
Cristo dice: “Neppure un passero cade in terra, senza la volontà del Padre” (Mt 10,29). Oh, io faccio un’offerta più umile ancora: davanti a Dio io sono meno di un passero: tanto è più certo allora che Dio mi ama, tanto più saldamente si chiude il sillogismo.
Sì, lo Zar delle Russie, di lui si potrebbe forse pensare che Dio lo potrebbe trascurare: Dio ha tante altre cose da ascoltare! E lo Zar delle Russie è una cosa tanto grande. Ma un passero … no, no perché Dio è amore, e l’amore si rapporta inversamente alla grandezza e all’eccellenza dell’oggetto.
Quando ti senti abbandonato nel mondo sofferente, quando nessuno si prende cura di te, tu concludi: « Ecco che Dio non si prende cura di me ». Vergognati, stolto e calunniatore che sei! tu che parli così di Dio. No, proprio chi è più abbandonato sulla terra, egli è più amato da Dio. E se non fosse assolutamente il più abbandonato, se avesse ancora una piccola consolazione, anzi anche se questa gli venisse tolta: nello stesso momento diventerebbe più certo ancora che Iddio lo ama”.
Sören Kierkegaard
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