La festa del Natale

Posté par atempodiblog le 23 décembre 2011

La festa del Natale dans Fede, morale e teologia Santo-Natale-albero

Il Natale è la commemorazione della nascita di Gesù, e ciascuno deve compiere uno sforzo per capire quel Gesù che vediamo nel presepio, quel bambino che vagisce nella culla e che è il figlio di Dio. Da dove viene? Viene dal cielo, è disceso dal cielo. Ha la prerogativa unica, misteriosa, immensa di racchiudere in sé due figliolanze: è figlio di Maria, e quindi è uomo, è nostro fratello; ed è figlio di Dio, viene dal cielo. In lui vive la divinità. Colui che ha creato il cielo e la terra, Colui che è sempre stato e sempre sarà, Colui che è la ragione, il principio dell’essere di tutte le cose, della nostra vita e della nostra esistenza, Colui che conosce tutto e che vede nei nostri pensieri.

La meraviglia è una caratteristica della festa del Natale. Siamo sorpresi, siamo incantati. Dio si è fatto uomo ed è in mezzo a noi. Il Natale è la visita, la venuta di Cristo fra noi, e Cristo è il figlio di Dio fatto uomo. È la discesa di Dio in mezzo a noi. Come è lontano Dio! come è misterioso, inaccessibile, incomprensibile! Tanti non credono in Lui, perché non lo vedono con gli occhi, non lo sentono, non lo comprendono. Dio è un mistero senza confini.

Avete mai guardato il cielo? Avete mai pensato ai secoli che sono passati? Tutti gli esperimenti recenti degli astronauti ci hanno almeno abituati a guardare un po’ di più la volta stellata che sta sopra di noi, a pensare a queste distanze immense, a questi secoli senza numero che segnano l’età dell’universo. Ebbene, il Dio di questo universo, il Dio di queste immense profondità del tempo e dello spazio, il Dio infinito, il Dio che sta nei cieli, questo Dio che è inafferrabile ai nostri occhi e così poco pensabile anche per le nostre menti, questo Dio vivo, vero, proprio Lui è venuto in mezzo a noi.

È venuto per farsi conoscere, si è fatto nostro fratello, si è fatto uno di noi. Si è rivestito di carne umana, si è fatto uomo per essere nostro amico, per darci confidenza. Avrebbe potuto venire come Dio vestito di gloria, di splendore, di luce, di potenza e farci sbarrare gli occhi dalla meraviglia. Invece è venuto come il più piccolo, il più fragile, il più debole degli esseri, perché nessuno avesse vergogna nell’avvicinarlo, perché nessuno avesse timore, perché tutti potessero averlo vicino e annullare tutte le distanze. C’è stato in Lui uno sforzo di inabissarsi, di sprofondarsi dentro di noi, affinché ciascuno di noi potesse sentirsi da Dio pensato, da Dio amato.

È la grande parola nella quale si racchiude tutto il cristianesimo. Questa nostra religione è l’amore di Dio per noi. Chi può dire di non essere amato da Dio? Non certo gli ammalati, se è venuto per quelli che soffrono; non i bambini, se si è fatto Egli stesso bambino; non la madre di famiglia, se Egli è voluto venire a far parte della famiglia umana; non l’operaio, se Egli ha voluto essere un povero falegname. Dio si è fatto uomo affinché l’uomo comprendesse il suo linguaggio, ha voluto assumere le nostre labbra per farsi capire. Le sue parole sono state semplici, adatte alla nostra povera intelligenza, ma sono pur sempre parole divine, immense. Ha recato il messaggio che è come un programma: Beati voi poveri, perché vostro è il mio Regno; beati voi che piangete perché sono venuto a consolarvi; beati voi che amate e soffrite per la giustizia perché Io vi sfamerò, vi darò questa giustizia; e beati voi, puri di cuore, perché voi vedrete Dio, avrete l’intuizione delle cose divine.

Tratto da: «MISSA IN AURORA» A SANTA MARIA «REGINA MUNDI» – OMELIA DI PAOLO VI
Fonte: Vatican.va

Une Réponse à “La festa del Natale”

  1. lucetta dit :

    Parole sacrosante che colpiscono e danno una nuova carica al nostro cammino che a volte si fa stanco.

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