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«Così Gesù si fa carne a Guayaquil»

Posté par atempodiblog le 20 décembre 2011

«Così Gesù si fa carne a Guayaquil» dans Articoli di Giornali e News parrocchia

Gli orfani Ever e David, che saranno battezzati il 25. Il piccolo Sebastian, malato di leucemia. E poi gli amici poveri, i drogati… Padre Alberto, missionario in Ecuador, racconta come sta attendendo il Natale
Tratto da: Tracce.it

padrealbertonellasuapar dans Stile di vita

Carissimi amici, in questi giorni di dicembre mi vengono in mente le vostre facce in cui negli anni (ormai sono tanti) si è incarnato il volto di Cristo per me. Non importa se per molto tempo o poco: quello che importa è che Dio si è servito di voi per raggiungere me e, per mezzo mio, raggiungere tutti quelli che Dio mi ha dato modo di incontrare. Per questo ho voglia di ringraziarvi e desidero, per ognuno e per tutti, un buon Natale e un prospero anno nuovo.
Molte cose sono accadute in questi ultimi tempi. Sto pensando ai due fratelli di 10 e 12 anni, David Abimael e Ever David, che vivono in orfanotrofio abbandonati dai genitori, e riceveranno il Battesimo il giorno di Natale, come è tradizione in San Juan Bosco. Con loro, in questi tre anni, si raggiunge il numero di 50 bambini e ragazzi abbandonati che sono diventati amici, figli di Dio e nostri fratelli in Cristo.
Penso alle tante facce di persone povere che chiedono un sostegno, un aiuto per mangiare o per poter vivere la vita quotidiana, come i miei amici senza lavoro e i drogati che vivono qui vicino.
Ma penso anche al mio giovane amico Sebastian, di sei anni, che è andato in Italia con sua madre Lorena perché ammalato di leucemia e, dopo aver fatto il trapianto di midollo, ritornerà in questi giorni in Ecuador e ritroverà il padre che lo sta aspettando con la sorellina per riabbracciarlo.
Ma penso anche ad alcuni amici che erano con noi l’anno scorso per Natale e sono morti. In Pisulí, per esempio, un quartiere di Quito, alcuni sono morti in forma violenta oppure in un incidente stradale: che il Bambino Gesù abbia misericordia di loro. Penso anche a tutte quelle persone che, per motivi vari, anche sicuramente per colpa mia, hanno abbandonato la Chiesa: Dio possa averne misericordia e il Santo Bambino possa toccare il cuore di tutti loro.
Forse potrei continuare ricordando quanto è accaduto, le facce nelle quali Gesù si è incarnato o quelle alle quali chiediamo di incarnarsi. A tutti chiedo di venire con me alla grotta di Betlemme, a vedere il Bambino Gesù che nasce anche quest’anno in una maniera nuova e sorprendente.
Ma quest’anno sono ancora più contento, perché ho ricevuto in dono tanti amici nuovi coi quali condividere il desiderio di appartenere di più a lui. In particolare, in questi ultimi giorni Cico, un vecchio amico dell’inizio, prima ancora di diventare prete, è venuto a stare con me in Ecuador per un periodo di tempo: anche questa è una grazia che il Signore mi ha fatto.
Allora far gli auguri di buon Natale è pieno di tutti questi doni ricevuti e desideri di compimento e della domanda di essere fedele sempre a Cristo, a quel volto del Mistero che ci accompagna e non ci lascia mai tranquilli.
Padre Alberto Bertaccini, Guayaquil (Ecuador)

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