La misericordia e il perdono
Posté par atempodiblog le 30 octobre 2011
Sunto di un pensiero di Padre Livio Fanzaga, dai microfoni di Radio Maria, su due tratti della santità: misericordia e perdono.
Noi dobbiamo avere verso questo mondo uno sguardo misericordioso. Dobbiamo guardare gli uomini come vittime del demonio che li ha ingannati, come dei prigionieri che lui tortura, come dice Caterina da Siena “sono i martiri di satana”, ingannati, torturati con il rischio di perdizione eterna. Noi dobbiamo avere questo occhio, lo voglio raccomandare, perché questo è distintivo del cristianesimo.
In un mondo che ci perseguita e che ci disprezza, noi dobbiamo guardare tutti con misericordia.
La nostra reazione verso chi commette qualcosa di sbagliato nei nostri confronti non deve essere quella della rabbia, ma deve essere quella di chi ha avuto la grazia della liberazione, la grazia della luce, la grazia di conoscere l’amore di Dio, allora, avendo noi avuto questa grazia, dobbiamo guardare questo mondo con l’occhio misericordioso del Padre Celeste, o se vogliamo dire meglio, con quella misericordia con cui Dio ci ha guardato, ha guardato noi, noi uomini che l’abbiamo messo in Croce. Dio non ci ha mai guardato con disprezzo. Ci ha guardato con misericordia e anche quando ha visto che noi stavamo accumulando i castighi (non di Dio, i castighi che noi ci siamo inflitti) Dio si è messo a piangere e ha detto “Gerusalemme, Gerusalemme Io ho voluto raccogliere i tuoi figli come fa la chioccia con i suoi pulcini ma tu non hai voluto”. La medesima cosa sta facendo la Madonna adesso. Come una chioccia sta raccogliendo i suoi pulcini. Anche i più lontani per salvarli e per evitare che l’omicida, il menzognero fin dal principio, distrugga questa terra perché questo è il suo obiettivo.
Allora la nostra santità deve avere tratti particolari nel nostro tempo. Uno di questi tratti particolari è la grande misericordia con cui dobbiamo guardare questo mondo, quando dico questo mondo intendo anche i nostri familiari, se noi facciamo una statistica delle nostre famiglie, delle nostre parentele – io sono il primo a farla con la mia -… fai i conti su dieci… uno o due son dalla parte di Dio, gli altri non si sa bene dove sono. E’ una realtà viva e vera che possiamo guardare, allora cosa dobbiamo fare? Cosa facciamo, la guerra? Li malediciamo? Li disprezziamo? Li mandiamo all’inferno? No, dobbiamo fare come il medico che guarda con amore i malati, come Dio guarda con misericordia, come la Madonna ci guarda con misericordia così noi dobbiamo guardare tutti con misericordia.
Attenzione, tutte sono anime per le quali Cristo ha versato il Suo Sangue. Noi dobbiamo avere per queste anime pietà, compassione. La Madonna ci invita ad essere portatori della pace, apostoli dell’amore, testimoni della fede, mani gioiosamente tese…
Noi dobbiamo manifestare questa misericordia divina alla gente che molte volte è gente di casa nostra e che magari mal ci sopporta perché siamo cristiani.
Bisogna avere questa misericordia ed avere la pazienza; Dio ha avuto verso di te questa misericordia. Pensa quanto ti ha sopportato prima che tu ti convertissi; e perché tu non vuoi avere la stessa misericordia e non vuoi sopportare prima che gli altri si convertono? Bisogna avere questa pazienza di Dio, la pazienza di Dio. Pensate la pazienza che ha avuto la Madonna. Tutte le volte ci dice che non è stanca di noi, ha una pazienza incredibile. In un recente messaggio ha detto che i pellegrini vanno a Medjugorje per pregare per i poveri peccatori, ma essi stessi vivono nel peccato.
Non giudichiamo le persone: guardate che si giudica ciò che dicono, ciò che fanno, ciò che insegnano, ma non si giudicano le persone per quanto riguarda il loro cuore perché nessuno sa se non Dio qual è la situazione di ognuno rispetto a Lui. Neanche l’interessato lo sa. Guardate che è di fede questo. Nessuno può sapere con esattezza, a meno che Dio non gli da una rivelazione speciale, quale la situazione davanti a Dio. Difatti la teologia insegna che nessuno può avere la certezza di essere in grazia di Dio. Casomai devi pregare. Non si può dire “io sono in grazia e tu no”, può essere che sia il contrario. Solo Dio vede i cuori.
Bisogna avere uno sguardo di compassione verso gli altri. Guardarli come Dio li guarda: con bontà, con desiderio di salvarli… vedendo che sono malati, cioè dobbiamo vedere le malattie spirituali, chi fa il male è spiritualmente malato. Per colpa sua, ma solo Dio vede il grado di responsabilità. A noi tocca dare la medicina della bontà, dell’incoraggiamento, del buon esempio, dell’amore.
Oggi è un mondo invivibile perfino nelle famiglie.
L’altro tratto fondamentale della santità è il perdono. La misericordia e il perdono hanno cambiato il mondo, hanno spezzato quella catena di violenza che lo avrebbe distrutto. Se il mondo ha un futuro è perché la misericordia e il perdono sono venuti in questo mondo e sono in Gesù Cristo. Quelli che credono in Lui li rendono presente in ogni generazione. Viviamo la santità esprimendo la Sua misericordia e incominciamo nelle nostre famiglie. Siamo misericordiosi e mani tese. Come dice San Francesco di Sales: “si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto”. Ha perfettamente ragione, con una goccia di amore di Dio si conquistano le anime, con la frusta del Savonarola non ne conquisti neanche una. Ciò non vuol dire che Gesù Cristo non dovesse dire la verità, ma dirla con carità.
A volte i matrimoni si sfasciano quando uno dei due si indurisce e non perdona l’altro. Questa è la morte della famiglia. Laddove invece si fa lo sforzo di pregare… ci si parla, ci si perdona, si riprende sempre daccapo. Questo vale tra marito e moglie, ma anche fra genitori e figli.
Per perdonare bisogna essere umili. Mi ricorderò sempre di come ho conquistato un’anima. Vi racconto questa stupidaggine: riguarda un ragazzo della Parrocchia. C’erano dei ragazzi di Parrocchia che erano dei somarelli a scuola e non avevano voglia di studiare a cui dissi “sentite ragazzi faccio un fioretto vi farò delle lezioni di latino” nonostante tutto il lavoro che avevo da fare, però un paio di volte alla settimana facevo la lezione a sei o sette ragazzi. Un giorno uno di loro si presentò alla lezione di latino con il suo cane e, quest’ultimo, continuava ad abbaiare mentre gli altri ragazzi ridevano a questa scenetta… “ma scusa”, dico, “porta fuori il cane”, non l’avessi mai detto! Ha preso il cane e se n’è uscito; non veniva più in Chiesa. Non dovevo dire una cosa del genere. Sapete cosa ho fatto? Gli ho telefonato e gli ho detto “ti chiedo scusa, sono stato maleducato”.
Facendo questo ho conquistato un’anima, se non lo avessi fatto (e avevo mille ragioni per non farlo) l’avrei persa. Questo è un piccolo esempio di come nella vita familiare la capacità di perdonare è fondamentale, oggi. La misericordia e il perdono ci spalancano le porte dei cuori. Sono quei tratti di santità che hanno una valore sociale e familiare incredibili. Sono quelle che Gesù ci dice: “siate misericordiosi come il Padre Celeste”, “nella misura in cui giudicate sarete giudicati”, “perdonate e vi sarà perdonato”, “date e vi sarà dato”.
Quando c’erano difficoltà familiari, mia mamma ci portava a fare l’elemosina ai poveri perché ricordava la frase evangelica: “date e vi sarà dato”.
Con questa catechesi vi ho voluto preparare alla festa di tutti i santi… che la Madonna guardandoci non dica più “non vedo la gioia in voi”.
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