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Maria santissima è l’eco ammirabile di Dio

Posté par atempodiblog le 21 septembre 2011

Radio Maria

Maria santissima è l’eco ammirabile di Dio. Quando si grida: “Maria”, non risponde altro che: “Dio”, e quando la si saluta “Beata” con S. Elisabetta, ella non fa che esaltare Dio. Se i falsi maestri, di cui tanto ha abusato il demonio perfino nella preghiera, avessero saputo trovare Maria e per mezzo di Maria Gesù, e per mezzo di Gesù Dio, non avrebbero dato tante solenni cantonate. Una volta che per mezzo di Maria si è trovato Gesù e per mezzo di Gesù Dio Padre, si ha ogni bene, come dicono le anime sante. E dicendo ogni bene si comprende tutto: ogni grazia e amicizia presso Dio, la difesa dai nemici di Dio, la verità contro la menzogna, la facilità a vincere le difficoltà sul cammino della salvezza, la gioia e la dolcezza nelle amarezze della vita.

San Luigi Maria Grignion da Montfort

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Miracolo

Posté par atempodiblog le 21 septembre 2011

Miracolo dans Articoli di Giornali e News rinocammilleri

La quindicenne inglese Lucy Hussey-Bergonzi nel 2009 è stata colpita da emorragia cerebrale a Londra. Dopo due operazioni inutili, i medici hanno avvisato la famiglia. La quale, anziché precipitarsi a donarne gli organi, ha voluto battezzarla cattolica. In ospedale, quando il sacerdote ha fatto gocciolare l’acqua sulla fronte di Lucy, questa ha avuto un sussulto e ha alzato un braccio. Il giorno dopo i tubi e le macchine cui era attaccata non erano più necessari. Oggi Lucy ha ripreso normalmente gli studi. I medici non sanno trovare spiegazione e parlano di «miracolo».

Fonte: associazionelatorre.com e centrostudifederici.org.
Tratto da: RinoCammielleri.com

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Anniversario della stimmatizzazione di padre Pio

Posté par atempodiblog le 20 septembre 2011

Anniversario della stimmatizzazione di padre Pio  dans Libri padrepio

“Il 20 settembre 1918 dopo la celebrazione della Messa, trattenendomi a fare il dovuto ringraziamento nel Coro tutt’a un tratto fui preso da un forte tremore, poi subentrò la calma e vidi Nostro Signore in atteggiamento di chi sta in croce, ma non mi ha colpito se avesse la Croce, lamentandosi della mala corrispondenza degli uomini, specie di coloro consacrati a Lui e più da lui favoriti. Di qui si manifestava che Lui soffriva e che desiderava di associare delle anime alla sua Passione. M’invitava a compenetrarmi dei suoi dolori e a meditarli: nello stesso tempo occuparmi per la salute dei fratelli. In seguito a questo mi sentii pieno di compassione per i dolori del Signore e chiedevo a lui che cosa potevo fare. Udii questa voce: ‘Ti associo alla mia Passione’. E in seguito a questo, scomparsa la visione, sono entrato in me, mi son dato ragione e ho visto questi segni qui, dai quali gocciolava il sangue. Prima nulla avevo”.

Padre Pio a Monsignor Rossi
Tratto da: “Padre Pio sotto inchiesta. L’ ‘autobiografia’ segreta” – Don Francesco Castelli

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Preghiera alla Vergine de La Salette

Posté par atempodiblog le 19 septembre 2011

Preghiera alla Vergine de La Salette dans Apparizioni mariane e santuari La-Salette

Ricordati o Nostra Signora de La Salette delle lacrime che hai versato per noi sul Calvario. Ricordati anche della continua sollecitudine che hai per noi, tuo popolo, affinché nel nome di Cristo Gesù ci lasciamo riconciliare con Dio. Dopo aver fatto tanto per noi tuoi figli, Tu non puoi abbandonarci.
Confortati dalla tua tenerezza, o Madre, noi Ti supplichiamo, malgrado le nostre infedeltà e ingratitudini.
Accogli le nostre preghiere, o Vergine Riconciliatrice, e converti i nostri cuori al tuo Figlio. Ottienici la grazia di amare Gesù sopra ogni cosa e di consolare anche Te con una vita dedicata alla gloria di Dio e all’amore dei nostri fratelli.
Amen.

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La parabola degli operai nella vigna

Posté par atempodiblog le 17 septembre 2011

La parabola degli operai nella vigna dans Commenti al Vangelo mariavaltorta

La vita è quella che si ottiene credendo e seguendo la Via, la Verità, la Vita, e operando secondo la sua parola. Anche se fosse il credere e seguire per poco tempo, e operare per poco tempo, presto troncato dalla morte del corpo, anche fosse per un solo giorno, una sola ora, Io te lo dico in verità che quella creatura non conoscerà più morte. Perché il Padre mio e di tutti gli uomini non calcolerà il tempo trascorso nella mia Legge e Fede, ma la volontà dell’uomo di vivere sino alla morte in quella Legge e Fede. Io prometto la vita eterna a chi crede in Me e opera secondo ciò che dico, amando il Salvatore, propagando questo amore, praticando nel tempo che gli è concesso i miei insegnamenti. Gli operai della mia vigna sono tutti quelli che vengono e dicono: “Signore, accoglimi fra i tuoi operai”, e in quella volontà restano finché il Padre mio non giudica terminata la loro giornata. In verità, in verità vi dico che vi saranno operai che avranno lavorato un’ora sola, la loro ultima ora, e che avranno premio più pronto di quelli che avranno lavorato sin dalla prima ora, ma sempre con tiepidezza, spinti al lavoro unicamente dall’idea di non meritare l’inferno, ossia dalla paura del castigo. Non è questo il modo di lavorare che il Padre mio premia con una gloria immediata. Anzi, a questi calcolatori egoisti, che hanno premura di fare il bene e quel tanto di bene che è sufficiente per non darsi eterna pena, il Giudice eterno darà lunga espiazione. Dovranno imparare a loro spese, con una lunga espiazione, a darsi uno spirito alacre in amore, e in amore vero, tutto volto alla gloria di Dio. E ancora vi dico che in futuro molti saranno, specie fra i gentili, coloro che saranno gli operai di un’ora e anche di men di ora, che diverranno gloriosi nel mio Regno perché in quell’unica ora di rispondenza alla Grazia, che li avrà invitati ad entrare nella vigna di Dio, avranno raggiunto la perfezione eroica della carità. Sta’ dunque di buon animo, donna. Tuo marito non è morto, ma vive. Non è perduto per te, ma unicamente separato per qualche tempo da te. Ora tu, come una sposa non ancor entrata nella casa dello sposo, devi prepararti alle vere nozze immortali con colui che piangi. Oh! felici nozze di due spiriti che si sono santificati e che si ricongiungono in eterno là dove non è più separazione, né tema di disamore, né pena; là dove gli spiriti giubileranno nell’amore di Dio e reciproco! La morte per i giusti è vera vita, perché nulla può più minacciare la vitalità dello spirito, ossia la sua permanenza nella Giustizia.

Tratto da: L’Evangelo come mi è stato rivelato
Opera di Maria Valtorta.

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“Nostro Signore vuole che gli parliamo e Lui a sua volta ci parlerà”

Posté par atempodiblog le 17 septembre 2011

“Nostro Signore vuole che gli parliamo e Lui a sua volta ci parlerà” dans Fede, morale e teologia San-Pietro-Giuliano-Eymard

Nostro Signore vuole che gli parliamo e Lui a sua volta ci parlerà. Chiunque può dialogare con il Signore. Non è forse venuto per tutti ? Non ci ha forse detto: Venite a me voi tutti? 1. (Mt 11. 28)

Questo colloquio tra il Signore e l’Anima è la vera adorazione. Va da nostro Signore così come sei: La tua preghiera sia spontanea e naturale. Prima di servirti di un libro, da fondo alla tua riserva di Pietà e di Amore; prediligi il Libro inesauribile dell’Umile Amore.

Se la mente è fuorviata o i sensi si assopiscono, un buon libro che ti rimetta in carreggiata sarà certamente utile; ricordati però che il Maestro preferisce la povertà del nostro cuore ai più sublimi pensieri ed agli slanci d’amore presi a prestito da altri. Il Signore vuole il tuo cuore, non quello altrui; desidera l’espressione e la preghiera del tuo cuore come manifestazione diretta che lo ami.

Sarà spesso il frutto di un sottile amor proprio, di impazienza o svogliatezza non voler presentarsi al Signore con la propria miseria o con una povertà umiliata. Eppure, è quanto Nostro Signore preferisce a tutto il resto; questo ama, questo benedice. Se ti senti arido, rendi gloria alla grazia di Dio, senza di cui non puoi nulla; spalanca allora l’Anima verso il Cielo, come il fiore dischiude il calice all’alba per accogliere la rugiada fecondatrice. Ti senti del tutto impotente, la mente nel buio, il cuore schiacciato dal peso del suo nulla, il corpo dolente? Adora da povero. Sguscia fuori dalla tua povertà, e va a stabilirti in Nostro Signore, offrigli la tua pochezza perché Lui la arricchisca. Sarà un capolavoro degno della sua gloria.

A volte una nera tentazione ti potrà sconquassare e incupirti: senti che tutto in te si ribella e ti spinge ad abbandonare l’adorazione, insinuando che invece di servire Dio non fai che offenderlo e disonorarlo. Non ascoltare quella subdola voce; la tua è adorazione autentica, l’adorazione di chi lotta e resta fedele a Gesù contro sé stesso. Non è affatto vero che tu sia sgradito al Signore; al contrario, rallegri il Maestro che ti sta guardando e ha permesso a satana di turbarti. In quel momento Dio si aspetta l’omaggio della perseveranza.

Fiducia, semplicità ed amore siano i sentieri per cui giungerai all’adorazione. Vuoi essere felice in amore? Vivi continuamente nella bontà di Gesù Cristo, che è sempre nuova per noi; in Lui segui il lavoro del suo amore su di te. Contempla la bellezza delle sue virtù, la luminosità del suo amore piuttosto che le sue vampe; in noi il fuoco dell’amore fa presto a sparire, mentre rimane la sua verità.

Inizia la tua adorazione con un atto di amore e apri la tua anima all’azione divina. Sai perché ti incagli per via? Perché se non si prende l’avvio con l’amore si sbaglia senz’altro rotta. Guarda il bambino: non abbraccia forse la mamma prima di obbedirle? L’amore è l’unica porta del cuore. Ma vuoi essere nobile in amore? Parla all’amato di lui stesso. parla a Gesù del suo Padre Celeste ch’egli tanto ama, parlagli delle opere che compì per la sua gloria; allieterai il suo cuore e ti amerà maggiormente.

Soffermati con Gesù a contemplare il suo amore per tutti gli uomini: Il suo cuore e anche il tuo si dilateranno dì gioia e dì felicità. parla a Gesù della sua amatissima Madre e gli rinnoverai la gioia di un bravo figliolo; ricordagli i suoi santi, per glorificare la sua grazia in essi. Il vero segreto dell’amore sta nel dimenticarsi come fece san Giovanni Battista, proteso solo ad esaltare ed a glorificare il Signore Gesù. L’amore autentico non guarda quello che dà, ma ciò che merita l’Amato.

In cambio Gesù, contento di te, porterà su di te il colloquio; ti manifesterà il suo amore, ed il tuo cuore sboccerà ai raggi di quel sole come il fiore raggrinzito dall’umidità notturna si schiude alla luce calda del giorno. La sua tenera voce ti penetrerà dentro come il fuoco in una materia infiammabile. Tu esclamerai come la sposa del cantico: dolcezza é il suo palato; egli e tutto delizie! (C t 5.16) Allora lo ascolterai silenzioso o, meglio, con l’amore più forte e soave. Ecco, puoi venire nel Cuore di Gesù. L’Amore te ne ha dischiuso la porta: entra, ama, adora.

(Da “La Divina Eucaristia” di San Pier Giuliano Eymard. La Divine Eucharistie, Poussielgue, Parigi,1873.)

Fonte: Luci sull’Est

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Uniti nella preghiera per Caterina

Posté par atempodiblog le 12 septembre 2011

Due anni fa, nel giorno del nome di Maria, Caterina Socci entrò in coma dopo un arresto cardiaco… anche se la situazione adesso è migliorata, continuiamo a pregare perché la Madonna la restituisca totalmente guarita all’affetto dei suoi cari.

Uniti nella preghiera per Caterina dans Antonio Socci caterinasocci

Antonio Socci*:

[...] Quanto è grande il dolore del mondo… Uno sconfinato e sconsolato panorama di sofferenze ci è apparso all’improvviso. Quanti afflitti da confortare, quante lacrime da asciugare…
Si può sostenere tutto questo solo fissando lo sguardo su Colui che davvero sostiene tutta l’afflizione umana sulle sue spalle, che la porta al Golgota e infine vince il Male e asciuga ogni lacrima…
Perché davvero Egli ha misericordia di tutti… di tutti…
Quanto amore avvolge l’umanità ferita, quanti santi sconosciuti a tutti. Quanti piccoli e semplici che fasciano ferite e sono l’abbraccio di Gesù e sono la carezza del Nazareno…
E’ specialmente Lei, la Madre di Dio, che, oggi come a Cana, vede il dramma di ciascuno prim’ancora che l’interessato se ne accorga… E’ Lei che previene e soccorre prima di tutti perché Lei è veramente Madre. Di ciascuno di noi! Sempre! Soprattutto nei momenti che sembrano più bui… Lei non ci abbandona mai!

*Tratto da:  Antonio Socci – Caterina. Diario di un padre nella tempesta  Ed. Rizzoli

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O dulcis Virgo Maria

Posté par atempodiblog le 12 septembre 2011

O dulcis Virgo Maria dans Preghiere Santa-Maria

Maria, gran Madre di Dio e madre mia, è vero che io non sono degno di nominarti; ma tu che mi ami e desideri la mia salvezza, tu mi devi concedere, benché la mia lingua sia impura, che io possa sempre invocare in mio soccorso il tuo nome santo e potente, che è l’aiuto di chi vive e la salvezza di chi muore.
Maria, così pura e così dolce, fa’ che il tuo nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita. Mia Signora, non tardare a soccorrermi quando ti invoco. In tutte le tentazioni contro cui dovrò lottare, in tutte le prove che mi si presenteranno, non voglio cessare mai d’invocarti, ripetendo sempre: Maria, Maria. Così spero di fare in vita, così spero di fare particolarmente al momento della morte, per venire poi a lodare eternamente in cielo il tuo amato nome:
O ctemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.
Maria, Maria tanto amabile, quale conforto, quale dolcezza, quale fiducia, quale tenerezza sente l’anima mia solo nel nominarti, solo nel pensare a te! Ringrazio il mio Dio e Signore, che ti ha dato per il mio bene questo nome così dolce, così amabile e così potente.
Ma non mi basta soltanto pronunziare il tuo nome, voglio pronunziarlo più spesso per amore; voglio che l’amore mi spinga ad invocarti a ogni momento, cosicché anch’io possa esclamare con sant’Anselmo: «O nome della Madre di Dio, sei tu il mio amore».
Maria, madre mia, mio amato Gesù, vivano dunque sempre nel mio e in tutti i cuori i vostri dolcissimi nomi. Si scordi la mia mente di tutti gli altri nomi, per ricordarsi solo e per invocare sempre i vostri nomi adorati.
Gesù, mio redentore, Maria, madre mia, quando sarà giunto il momento della mia morte e la mia anima dovrà uscire da questa vita, concedetemi allora per i vostri meriti la grazia di dire e di ripetere come mie ultime parole: «Gesù e Maria, vi amo; Gesù e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia».

Sant’Alfonso Maria de Liguori

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La parabola dei diecimila talenti

Posté par atempodiblog le 11 septembre 2011

La parabola dei diecimila talenti dans Commenti al Vangelo gesdidondolindo

La misericordia usata verso i peccatori attrae la misericordia di Dio verso la Chiesa e i suoi membri, avendo tutti dei debiti più o meno gravi, innanzi al cospetto divino. Per confermare questa verità, Gesù raccontò la bella parabola del debitore dei diecimila talenti e di quello di cento denari. Diecimila talenti, se computati col talento antico d’argento, usato in Palestina ai tempi di Gesù, equivalevano a circa 55 milioni, se computati col talento ebraico, equivalevano al doppio.
Il servo infedele, dunque, era debitore di una somma enorme, impagabile nonostante ogni suo sforzo. Simbolo bello questo del peccato diretto contro Dio che non può soddisfarsi senza una misericordia infinita. Cento denari equivalevano a circa 86 lire, e stabiliscono nella parabola la proporzione dell’offesa fatta a noi in confronto di quella fatta a Dio.
Se il Signore è tanto misericordioso con noi da perdonarci con un semplice atto di supplicante penitenza, anche noi dobbiamo essere misericordiosi verso chi è debitore verso la società, verso la Chiesa, o verso di noi di offese, o di danni.
Gesù condanna assolutamente la spietatezza verso i poveri peccatori, anche se questa spietatezza sembrasse giustificata dalla necessità di conservare l’ordine. La spietatezza non produce alcun bene: soffoca, opprime, toglie la libertà di rinsavire, inasprisce, ottenebra.
Bisogna dunque compatire e perdonare, poiché questo è l’esempio che ci dà Dio, e questo è il retaggio che Gesù Cristo ha lasciato alla sua Chiesa, perdonando sulla croce anche ai suoi crocifissori. Dobbiamo avere, sì, orrore del peccato; riproviamolo, condanniamolo, ma abbiamo misericordia per il peccatore, pensando che anche Dio ci ha usato tante misericordie, molto maggiori di ogni nostra valutazione. Certe forme di zelo spietato non piacciono a Dio, e praticamente non giovano a nulla, poiché la durezza inasprisce e incancrenisce le piaghe. Se invece di essere spietati si pregasse per i poveri traviati, quanti frutti di penitenza si raccoglierebbero nella Chiesa!

Don Dolindo Ruotolo

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Papa: 11 settembre, terrorismo ingiustificabile, aggravato dalla pretesa di agire in nome di Dio

Posté par atempodiblog le 11 septembre 2011

Papa: 11 settembre, terrorismo ingiustificabile, aggravato dalla pretesa di agire in nome di Dio
Fonte: AsiaNews

Papa: 11 settembre, terrorismo ingiustificabile, aggravato dalla pretesa di agire in nome di Dio dans Articoli di Giornali e News

In una lettera all’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, in occasione del decimo anniversario degli attentati alle Twin towers, Benedetto XVI eleva la sua “fervente preghiera” affinché “un fermo impegno per la giustizia e una cultura globale di solidarietà contribuisca a liberare il mondo delle rivendicazioni che così spesso danno luogo ad atti di violenza”.

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Foto tratta da: pernondimenticare.it

Nulla può giustificare il terrorismo e quanto accadde l’11 settembre è aggravato dalla pretesa di agire in nome di Dio. Torna ad affermarlo Benedetto XVI in una lettera inviata all’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, in occasione del decimo anniversario degli attentati alle Twin towers.

“In questo giorno – scrive il Papa – il mio pensiero va all’oscuro evento dell’11 settembre 2001, quando così tante vite innocenti furono perse nel brutale attacco alle the twin towers del World Trade Center e negli altri attacchi a Washington”. “Ancora una volta, deve essere inequivocabilmente affermato che nessuna circostanza può mai giustificare atti di terrorismo”. “La tragedia di quel giorno – si legge ancora nel messaggio – è aggravata dalla pretesa degli attentatori di agire in nome di Dio. Ogni vita umana è preziosa agli occhi di Dio e non va risparmiato alcuno sforzo nel tentativo di promuovere nel mondo un genuino rispetto per i diritti inalienabili e la dignità delle persone e dei popoli dovunque essi siano”.

Il Papa loda poi il popolo americano “per il coraggio e la generosità che ha dimostrato nelle operazioni di soccorso e per la sua prontezza nell’andare avanti con speranza e fiducia”. Quindi affida “alla misericordia infinita di Dio” le vittime, invocando la consolazione su quanti sono stati colpiti dalla perdita dei propri cari ed eleva la sua “fervente preghiera” affinché “un fermo impegno per la giustizia e una cultura globale di solidarietà contribuisca a liberare il mondo delle rivendicazioni che così spesso danno luogo ad atti di violenza” e nello stesso tempo “crei le condizioni per una maggiore pace e prosperità, offrendo un futuro più luminoso e più sicuro”.

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Fiducia nel cuore di Gesù

Posté par atempodiblog le 9 septembre 2011

Fiducia nel cuore di Gesù dans Citazioni, frasi e pensieri gesi

Tutta la vostra fiducia riponetela nel cuore del dolcissimo Gesù, il quale non è soltanto il mio, ma è anche il vostro Gesù.

San Pio da Pietrelcina

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Antonio Socci racconta la Guerra contro Gesù

Posté par atempodiblog le 9 septembre 2011

Al Meeting di Rimini il giornalista e scrittore presenta il suo ultimo libro
di Luca Marcolivio – Zenit.org
Tratto da: Canto Nuovo

Antonio Socci racconta la Guerra contro Gesù dans Antonio Socci antoniosocci

Un saggio dalla lunga gestazione che la scorsa primavera ha visto finalmente la luce e che venerdì scorso è stato presentato all’ultima edizione del Meeting di Rimini.

In “Guerra contro Gesù” (Rizzoli, 2011), Antonio Socci mette in luce tutte le più recenti conferme della storicità e divinità di Cristo e tutti i tentativi di rimozione delle stesse da parte dei nemici del cristianesimo e della Chiesa.

Presso il Caffè letterario Eni del Meeting, l’intervento di Socci è stato presentato dal giornalista Camillo Fornasieri e anticipato dal commento di Massimo Borghesi, professore ordinario di Filosofia morale all’Università di Perugia e docente in alcune università pontificie.

Come spiegato da Borghesi, in “Guerra contro Gesù” Socci prosegue il discorso iniziato con il precedente “Indagine su Gesù” (Rizzoli, 2008). Un lavoro importante che “nemmeno nelle facoltà teologiche viene più svolto, anzi, spesso sono proprio i teologi ad affilare le armi di tanti intellettuali ‘laici’ come Odifreddi, Flores d’Arcais o Augias”.

Da parte sua, Antonio Socci ha esordito citando una mostra visitata proprio al Meeting che porta sostegno alle sue tesi: l’esposizione “Con gli occhi degli apostoli”, che ha riprodotto luoghi come la casa di Pietro o la spiaggia di Tiberiade su cui avvenne l’Incontro.

“Sono tracce che parlano al cuore e parlano di Dio che ci è venuto a cercare ed è con noi”, ha commentato.

Lo scrittore toscano ha poi citato una serie di prove documentali archeologiche a sostegno della storicità di Cristo. Ad esempio, “nell’anno 35, quindi pochissimi anni dopo la Resurrezione, Tiberio propone al Senato di riconoscere Gesù, figlio del falegname di Nazareth, come Dio”.

Altro elemento storico significativo è rappresentato dall’epistolario in cui “Seneca rimane sconvolto dall’incontro con Paolo perché ha sognato tutta la vita un sistema per cui l’uomo sia uomo e in Paolo lo vede come vita”.

“Il Vangelo di Luca viene scritto poco dopo il 50 d.C. – ha proseguito Socci –, quando la maggior parte dei testimoni, persecutori compresi, era ancora in vita. Nessuno ha avuto il coraggio di smentire quanto riportato da Luca o dagli altri evangelisti, anzi, molti di quei fatti sono confermati anche dagli autori anticristiani”.

Lo scetticismo della letteratura laicista, in teoria, dovrebbe indagare fino in fondo, e secondo la propria logica confutare l’Avvenimento cristiano, invece l’operazione da costoro compiuta è quella della rimozione dei fatti.

Non è sbagliato chiedersi se il cristianesimo sia vero, tuttavia “ciò che rimprovero ai razionalisti non è che siano scettici, ma che lo siano troppo poco, cioè che non usino fino in fondo lo strumento della ragione”, ha aggiunto Socci.

Citando l’Enciclica Humani Generis di Pio XII, lo scrittore ha ricordato che “anche con la sola luce della ragione si può provare con certezza l’origine divina della religione cristiana”.

In un’ulteriore citazione, da Karl Adam, Socci ha sottolineato che “né i Giudei, né gli ellenisti avrebbero mai potuto coi propri mezzi arrivare a quella figura del Cristo. […] nessun cervello umano avrebbe mai potuto pensare una tal vita, nessuna ingegnosità avrebbe mai potuto comporla”.

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Il miglior giocatore di pallanuoto al mondo, Alex Giorgetti, è venuto a Medjugorje

Posté par atempodiblog le 6 septembre 2011

Il miglior giocatore di pallanuoto al mondo, Alex Giorgetti, è venuto a Medjugorje dans Medjugorje alexgiorgetti

Il miglior giocatore di pallanuoto al mondo, il 24nne Alex Giorgetti, è venuto a Medjugorje. Viene da Savona in Italia, è attaccante della Pro-Recco ed anche membro della nazionale Italiana maschile di pallanuoto, quest’anno campione del mondo. Il giovane Alex ha incontrato in primo luogo Fra Miljenko Šteko, capo dell’ufficio Informazioni di Medjugorje al quale ha consegnato la palla firmata da tutti i giocatori della squadra italiana. Successivamente ha condiviso la sua esperienza di vita con il giornalista della stazione radiofonica « MIR » Medjugorje. 
Ci ha detto della sua conversione sperimentata un anno fa quando ha incontrato Gesù e Maria e di come sia davvero molto felice dopo aver completamente cambiato vita.
Ha vissuto senza preghiera e sacramenti prima della sua conversione e ci ha detto: « Poiché l’Italia non vinceva il campionato del mondo da ben vent’anni, ho preso la decisione che se avessimo raggiunto un buon risultato sarei venuto a Medjugorje a ringraziare Gesù per questo. Non solo siamo diventati campioni del mondo, ma sono anche stato premiato come miglior giocatore del campionato. Ecco perché ho deciso di venire a ringraziare Gesù e Nostra Signora per tutte le grazie che mi ha concesso. Ho salito la collina dell’Apparizione e la montagna della Croce a piedi nudi ed è stata un esperienza davvero bella per me. Mi sento contento e soddisfatto e non vedo l’ora di tornare in Italia a testimoniare la bellezza di questo luogo. Sono arrivato qui con mio fratello gemello. Prima, non ci parlavamo; ne mai gli ho detto che gli volevo bene. Non è mai andato in chiesa, non ha mai pregato e ora per la prima volta qui è andato a confessarsi ed alla santa messa. Vedo tutto ciò come frutto della mia conversione e sono davvero felice di vederlo così allegro, non era mai successo in passato. Non era stato fortunato come me nella vita, perché era nato con un handycap fisico e tutto ciò lo ha influenzato. I nostri genitori ci hanno sempre separati in tutto quello che dovevamo fare. Mia madre ha dimostrato più affetto a me ed io ero quello con i vestiti migliori, i giocattoli, quello che ha ricevuto più caramelle e dolci durante il periodo della nostra infanzia. Lei vedeva che amavo gli sport e che ero portato per la pallanuoto e per l’allenamento in piscina. 
Ho avuto una vita perfetta; Ero giovane, di bell’aspetto e di successo, mentre mio fratello era solo e triste. Ero troppo egoista per vederlo. Non ho avuto necessità di comunicare molto con la mia famiglia perché ho avuto tutto dalla vita: soldi, ragazze e carriera. Ma tutto questo non è durato troppo a lungo. Ho concluso il lungo rapporto che avevo con la mia ragazza. La amavo davvero, ma era interessata soltanto a soldi ed alla gloria. Ho rifiutato l’invito del Coach nella nostra nazionale ed ero completamente disperato, distrutto, senza famiglia, amici, senza ragazza e carriera. 
Ero sull’orlo della depressione. Poco dopo conobbi una coppia di fratelli gemelli che hanno condiviso con me la storia della loro conversione. La loro storia mi ha toccato profondamente ed ho deciso di raccontare loro i miei problemi, la mia solitudine ed il mio disagio. Ho desiderato l’aiuto di Gesù, per cambiare vita e darmi la pace che desideravo così profondamente. Da quel momento sono cominciati i cambiamenti nella mia vita. Mi sono confessato, ho iniziato ad andare alla santa messa, a leggere la Sacra Bibbia e ad aiutare i poveri. La mia vita è cambiata completamente. I rapporti con la mia famiglia e con la gente sono cambiati, pieni di significato, la mia carriera è avanzata e sono diventato una persona nuova. Era semplicemente Dio che volgeva tutto al bene. 
La mia famiglia ed i miei amici hanno letto della mia conversione sui giornali, e quando ho deciso di condividere tutto con la gente sono rimasti molto sorpresi. La cosa più bella è quando potete vivere nella verità ed essere chi realmente siete. La mia nuova vita è appena cominciata ed il mio desiderio è di incontrare Gesù ogni giorno di più. Spero che la mia storia sia di esempio per altri giovani affinché cambino vita e capiscano che senza Gesù le loro vite sono senza senso. »

Fonte: Medjugorje.hr

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Creati per un amore incomparabile

Posté par atempodiblog le 5 septembre 2011

Gesù non ci ha lasciato soli dans Commenti al Vangelo Velo-del-Cielo

O Dio, quanto desidero che Ti conoscano le anime e che sappiano che le hai create per un amore incomparabile. O mio Creatore e Signore, sento che rimuoverò il velo del cielo, affinché la terra non dubiti della Tua bontà.

Santa Faustina Kowalska

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Il Card. Comastri ricorda Madre Teresa

Posté par atempodiblog le 5 septembre 2011

IO LA RICORDO COSÌ…
Angelo Comastri

Il Card. Comastri ricorda Madre Teresa dans Cardinale Angelo Comastri 205sk1k

Mi guardò con due occhi limpidi e penetranti. Poi mi chiese: «Quante ore preghi ogni giorno?». Rimasi sorpreso da una simile domanda e provai a difendermi dicendo: «Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?». Madre Teresa mi prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettermi ciò che aveva nel cuore; poi mi confidò: «Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega. Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!».

Non ho più dimenticato questo incontro: il segreto di Madre Teresa sta tutto qui. Ci siamo rivisti tante altre volte (l’ultima il 22 maggio scorso), ma ogni azione e ogni decisione di Madre Teresa li ho trovati meravigliosamente coerenti con questa convinzione di fede: «Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore, e così …».

Nel 1979 ricevette il Premio Nobel per la Pace: lo accolse stupendosi e restando quietamente piccola nelle mani di Dio. Andò a ritirare il premio con la corona del Santo Rosario stretta tra le grosse mani, abituate alla fatica del lavoro e alla dolcezza della carezza: nessuno osò rimproverarla per il suo affetto verso la Madonna, neppure in una terra rigidamente luterana!

Tornando da Oslo Madre Teresa fece tappa a Roma. Vari giornalisti si accalcarono nel cortile esterno della povera dimora delle Missionarie della Carità sul Monte Celio. Madre Teresa non si sottrasse ai giornalisti, ma li accolse come figli, mettendo nella mano di ciascuno una piccola medaglia dell’Immacolata. I giornalisti furono generosi in foto e domande; una domanda fu un po’ birichina: «Madre, lei ha settanta anni! Quando lei morirà, il mondo sarà come prima. Che cosa è cambiato dopo tanta fatica?» Madre Teresa avrebbe potuto reagire con un po’ di santo sdegno ed invece fece un sorriso luminoso, come se le avessero dato un bacio affettuosissimo. E aggiunse: «Vede, io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita, nella quale potesse brillare l’amore di Dio. Le pare poco?».

Il giornalista non riuscì a rispondere, mentre attorno alla Madre si era creato il silenzio dell’ascolto e della emozione. Madre Teresa riprese la parola e chiese al giornalista « sfacciatello »: «Cerchi di essere anche lei una goccia pulita e così saremo in due. È sposato?». «Sì, Madre». «Lo dica anche a sua moglie e così saremo in tre. Ha dei figli?». «Tre figli, Madre». «Lo dica anche ai suoi figli e così saremo in sei …».

Non c’era bisogno di aggiungere altro: Madre Teresa aveva detto chiaramente che ognuno di noi ha in mano un piccolo, ma indispensabile capitale d’amore; è questo personale capitale d’amore che dobbiamo preoccuparci di investire: il resto è divagazione inutile o polemica sterile o maschera di disimpegno.

Nel 1988 venne a Porto Santo Stefano (GR), dove ero parroco: fu un dono immenso, inatteso, meraviglioso. Era il 18 maggio e il cielo, dopo una insolita burrasca, era tornato limpido e azzurro, confondendosi con il mare sorridente. Madre Teresa fissò come una bambina lo scenario unico del Monte Argentario e parlò così: «Come è bello questo luogo! In un luogo così bello, anche voi dovreste preoccuparvi di avere anime belle». Bastarono queste parole per far scattare una attenzione e una vibrazione del cuore di oltre ventimila persone. Madre Teresa, allora, con la coerenza della fede, aggiunse:

«La vita è il più grande dono di Dio. È per questo che è penoso vedere quanto accade oggi: la vita viene volontariamente distrutta dalle guerre, dalla violenza, dall’aborto. E noi siamo creati da Dio per cose più grandi: amare ed essere amati! Il più grande distruttore di pace nel mondo è l’aborto. Se una madre può uccidere il proprio figlio nella culla del suo grembo, chi potrà fermare me e te nell’ucciderci reciprocamente?».

Queste parole sembravano raggi luminosi lanciati nel cielo buio: ciascuno si sentiva scoperto e ogni briciola di egoismo bruciava e diventava salutare rimprovero. Al termine della Veglia di Preghiera accadde un fatto, che ho sempre vivo nella memoria, ricordandolo, ancora mi emoziono profondamente. Un ricco industriale mi aveva manifestato l’intenzione di regalare a Madre Teresa la sua villa per accogliere i malati di Aids ed aveva in mano le chiavi per consegnarle alla Madre. Riferii la proposta a Madre Teresa, che prontamente rispose: «Debbo pregare, debbo pensarci: non so se è cosa buona portare i malati di Aids in un luogo di grande turismo. E se fossero rifiutati? Soffrirebbero due volte!». Quale saggezza! Quale libertà interiore!

Però a tutti noi, uomini di poca fede, sembrava che Madre Teresa stesse per perdere una bella e rara occasione. Un distinto signore, che aveva assistito al dialogo, si sentì in dovere di consigliare: «Madre, intanto prenda la chiave e poi si vedrà…». Madre Teresa, senza alcuna esitazione, forse sentendosi ferita in ciò che aveva di più caro e di più prezioso, chiuse il discorso dicendo risolutamente: «No, signore! Perché ciò che non mi serve, mi pesa!».

Queste parole sono un capolavoro. Mi richiamarono alla memoria ciò che San Bonaventura scrisse riguardo a San Francesco: «Nessuno amò tanto la ricchezza, quanto Francesco amò la povertà!». Madre Teresa era così. Era un limpido fiume di fede che sbocciava in opere di carità: la fede, e soltanto la fede, stava alla sorgente del suo agire.

Nel 1991, sempre nel mese di maggio, venne a Massa Marittima (GR). Con mia grande sorpresa mi comunicò la decisione di aprire a Piombino una casa per le Suore Contemplative delle Missionarie della Carità: «Pregheranno davanti a Gesù nel Tabernacolo – mi disse – e così si diffonderà attorno la luce della bontà. Ci vogliono cuori puri per accogliere l’Amore! Cuori puri!».

Da Massa Marittima, in elicottero, andammo all’Isola d’Elba per un secondo incontro di preghiera. Durante il tragitto indicavo a Madre Teresa i vari luoghi della costa tirrenica, mentre lei inviava a tutti il regalo di un’Ave Maria. A un certo punto un uomo, che ci accompagnava nel volo, cadde in ginocchio accanto a me e, con voce tremante, mi disse: «Padre, io non so che cosa mi stia accadendo! Mi sembra che Dio, Dio stesso mi stia guardando attraverso gli occhi di quella donna».

Riferii subito alla Madre le parole appena ascoltate. Ella, con tranquillità disarmante, commentò: «Gli dica che Dio lo sta guardando da tanto tempo: era lui che non se ne accorgeva…! God is love: Dio è Amore!». E, rivolta all’uomo, gli strinse la mano con affetto e gli consegnò alcune medagliette della Madonna: sembravano baci, che portavano il profumo dell’amore di Dio. Madre Teresa era così: semplice, umile, limpida, evangelicamente trasparente.

Il 22 maggio [1997] mi scrisse un messaggio per la VI Giornata Mondiale del Malato, che verrà celebrata a Loreto l’11 febbraio 1998. Il messaggio dice così: «Cari fratelli e sorelle che soffrite! Voi siete così vicini al cuore di Gesù Crocifisso che, senza staccarsi dalla Croce, egli può baciarvi e parteciparvi il Suo Amore. Siate Santi! Tutti per Gesù attraverso Maria». È il suo testamento: amare… amare! Lasciando però che sia Gesù, Volto e Presenza dell’Amore di Dio, a riempirci di Carità!

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