Zapavendola
Posté par atempodiblog le 30 septembre 2011
Ho l’impressione che più di un italiano, cattolici inclusi, stia pensando di votare Vendola alle prossime elezioni. Sarà la crisi economica, sarà che la gente è stufa (o schifata) dal Berlusconi Show, sarà la tendenza della società (incentivata dai media) verso il relativismo e il “progressismo” dei “Diritti civili”, fatto sta che molti vogliono un cambio.
“Yes we can” recitava Obama durante la sua rincorsa alla Casa Bianca: gli americani gli credettero e vinse, adesso non so fino a che punto siano soddisfatti del cambio. Un altro che prometteva novità e svolta durante la campagna elettorale è stato l’attuale primo ministro spagnolo Rodriguez Zapatero. Il cambio c’è stato e come. Non conosco bene il caso statunitense; lo spagnolo, al contrario lo vivo ogni giorno da più di 5 anni.
Zapatero ha portato il paese iberico dalla “Champions League dell’economia”, come egli stesso amava dire, al bordo del collasso economico con una disoccupazione del 20%. Le spinte autonomiste delle regioni storiche (Catalogna, Paesi Baschi) hanno raggiunto livelli che sfiorano il ridicolo (in Catalogna è più facile studiare l’inglese che lo spagnolo; case di produzione cinematografiche, compagnie aeree ed enti pubblici costretti per legge ad esorbitanti spese di traduzione, etc).
Ma non è l’economia o il separatismo ciò che mi preoccupa, anche se bastano a far sbalordire i miei amici spagnoli quando parlo della buona immagine del loro presidente in Italia. Il premier socialista, durante le sue legislature, è riuscito a posizionare la Spagna come paese di riferimento in fatto di “Diritti Civili”.
È questo ciò che invidiano ed ammirano alcuni dei nostri politici. Il tema dei Diritti Civili è molto di moda, promosso a dismisura dai media, un tema che ti fa sentire moderno, progressista, politicamente corretto, aperto di mente, accogliente, tollerante. Dà un ottimo ritorno d’immagine e, di conseguenza, di voti.
A questo si aggiunge la creazione di un clima di astio, sospetto, rifiuto, ridicolizzazione nei confronti della Chiesa, del suo magistero, dei suoi ministri, con campagne mirate e minuziosamente preparate in modo da far rumore e far leva su una generazione mediatica, abituata a nutrirsi di scandali, scontri verbali, piacere dei sensi, poco abituata a sforzarsi anche mentalmente. Perfetto per una Spagna che ha la contrapposizione ideologica e radicale nel sangue.
Aborto facile per minorenni, divorzio express, diritti ad hoc per collettivi “premium”, eutanasia, etc: Zapatero e il suo governo hanno messo in atto un programma di genetica sociale appoggiandosi su vari fattori:
- una tendenza già presente nella società: c’è gente che lavora con dedizione in questa direzione da decenni attraverso la politica e la cultura,
- media system: il mondo dello spettacolo e dell’informazione già molto sensibile a certi temi (è il più esposto alle correnti culturali di moda), ha ricevuto appositamente ingenti finanziamenti, che si sono tramutati in una produzione e mobilitazione di massa e ben studiata favorevole a questi argomenti.
- sistema educativo: hanno creato una materia obiligatoria nelle scuole primarie, Educazione alla cittadinanza: sfogliandone un manuale risulterà evidente l’intenzione di indottrinamento e l’aberrante direzione dello stesso.
- su compromessi e scambi di favori politici con altre forze plitiche.
Questo è stato il progetto Zapatero, analizzato nei dettagli anche in un libro che sarebbe utilissimo tradurre in italiano.
Ho l’impressione che la strategia di Vendola e di parte della sinistra italiana sia quella di nascondere dietro valanghe di buonismo e luoghi comuni il proprio obiettivo per evitare di alienarsi le grazie dell’elettorato cattolico. Spero che i cattolici italiani non ci caschino, uomo avvisato mezzo salvato.
di Marco Bruno
Tratto da: Lettere in redazione – La Bussola Quotidiana
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