Posté par atempodiblog le 25 septembre 2011
« Cari amici, ripetutamente l’immagine dei santi è stata sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere santi significasse essere fuori dalla realtà, ingenui e senza gioia. Non di rado si pensa che un santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo livello e che perciò certamente si può venerare, ma mai imitare nella propria vita. Quanto è errata e scoraggiante questa opinione! Non esiste alcun santo, fuorché la beata Vergine Maria, che non abbia conosciuto anche il peccato e che non sia mai caduto.
Cari amici, Cristo non si interessa tanto a quante volte nella vita vacillate e cadete, bensì a quante volte vi rialzate. Non esige azioni straordinarie, ma vuole che la sua luce splenda in voi. Non vi chiama perché siete buoni e perfetti, ma perché Egli è buono e vuole rendervi suoi amici. Sì, voi siete la luce del mondo, perché Gesù è la vostra luce. Voi siete cristiani – non perché realizzate cose particolari e straordinarie – bensì perché Egli, Cristo, è la vostra vita. Siete santi perché la sua grazia opera in voi ».
Benedetto XVI
Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia | 1 Commentaire »
Posté par atempodiblog le 25 septembre 2011
Qual è la nostra casa? E’ quella in cui siamo nati: la Volontà Divina. Fuori di essa ci troviamo sempre a disagio.
Don Giustino Maria Russolillo
Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Don Giustino Maria Russolillo | Pas de Commentaire »
Posté par atempodiblog le 25 septembre 2011
“Testimoniare Cristo. Testimoniarlo adoperando gli arnesi della propria professione. Fosse pure quella di essere ammalati, incurabili, in un letto. Siamo stati scelti solo per questo, per la missione. Che questa salvezza, che è la persona di Cristo, possa essere incontrata”.
Don Luigi Giussani
Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Don Luigi Giussani | Pas de Commentaire »
Posté par atempodiblog le 25 septembre 2011
Una notizia
“Se c’è un delitto che una religione può compiere è quello di dire: ‘io sono l’unica strada’”.
E’ una frase sorprendente di don Giussani che, subito dopo, ancor più sorprendentemente, aggiungeva: “E’ esattamente ciò che pretende il cristianesimo”.
Quale conclusione trarne? Che Giussani giudicava “delittuoso” il cristianesimo? Non siate frettolosi.
Da vero maestro di razionalità egli spalanca un orizzonte affascinante. Dice infatti: “Non è ingiusto sentirsi ripugnare di fronte a tale affermazione (che, cioè, una religione si ponga come ‘unica strada’, nda). Ingiusto sarebbe non domandarsi il motivo di tale pretesa”.
Così – spiega Massimo Camisasca nel volume “Don Giussani”, [...] – il sacerdote lombardo “ci invita a porre la domanda adeguata: non dobbiamo chiederci che cosa sia giusto o ingiusto, ma che cosa sia accaduto”.
Ovvero, è possibile che Dio si sia davvero incarnato e sia diventato una compagnia permanente per l’uomo?
Infatti, conclude Giussani, “se fosse accaduto, questa strada sarebbe l’unica… perché l’avrebbe tracciata Dio”.
Cosicché “tutto si riduce a rispondere alla domanda: chi è Gesù?”. E’ lui infatti l’unico che abbia avanzato tale inaudita pretesa nella storia. E, per il solo fatto che questa notizia si propaga da duemila anni e ci ha raggiunto, non c’è niente di più importante che verificarne la fondatezza.
Verifica che – ripeteva Giussani – è possibile fare solo mettendosi totalmente in gioco, con la propria stessa vita. “Vieni e vedi”. E’ l’avventura che un grande intellettuale, Agostino d’Ippona, ha vissuto e ha raccontato nelle “Confessioni”.
Sentieri interrotti?
Un acuto intellettuale laico di oggi, presentando nel 2001 proprio un libro di Giussani, fissava lo sguardo su Gesù, nell’episodio evangelico dell’adultera perdonata, e osservava: “Se Dio esiste, se esiste una rivelazione, è impossibile che non sia questa. Solo qui c’è questa commossa solidarietà con l’umano. Si può non credere, ma tutto questo è incomparabile”.
L’intellettuale che pronunciava queste parole, profonde e toccanti, era Ernesto Galli Della Loggia.
Antonio Socci
Publié dans Antonio Socci, Fede, morale e teologia, Riflessioni | Pas de Commentaire »
Posté par atempodiblog le 25 septembre 2011
Santi Paolo, Tatta e figli Sposi e martiri
25 settembre |
+ Damasco, Siria, in epoca incerta
Martirologio Romano: A Damasco in Siria, santi martiri Paolo e Tatta, coniugi, Sabiniano, Massimo, Rufo ed Eugenio, loro figli, che, accusati di essere cristiani, percossi e torturati con altri supplizi, resero infine l’anima a Dio.
Quasi tutte le storie di santità relative ad intere famiglie, consistenti ormai in parecchi casi dopo duemila anni di cristianesimo, sono purtroppo cadute tristemente in oblio.
Uno di questi casi è costituito dai santi coniugi Paolo e Tatta, che con i loro figli Sabiniano, Massimo, Rufo ed Eugenio furono chiamati a testimoniare la loro fede cristiana sino allo spargimento del loro sangue. Gli sposi e l’intera loro prole furono accusati di essere cristiani, cosa oggi ritenuta banale ma non così scontata in un mondo allora ancora permeato di paganesimo.
Furono allora oggetto di durissime torture ed infine, ormai stremati, resero l’anima a Dio presso Damasco in Siria. E’ invece storicamente impossibile datare con certezza il periodo in cui avvenne il loro glorioso martirio, che è comunque collocabile senza ombra di dubbio nei primissimi secoli dell’era cristiana.
Ciò non toglie che l’intrepida testimonianza di questi martiri possa ancora essere valida nel mondo odierno, in cui il valore della famiglia è talvolta messo seriamente in discussione. Il nuovo Martyrologium Romanum ha dunque ritenuto opportuno continuare a riportarne la commemorazione in data 25 settembre.
Autore: Fabio Arduino
Fonte: Santiebeati.it |
|
Publié dans Stile di vita | Pas de Commentaire »