Posté par atempodiblog le 11 septembre 2011
La misericordia usata verso i peccatori attrae la misericordia di Dio verso la Chiesa e i suoi membri, avendo tutti dei debiti più o meno gravi, innanzi al cospetto divino. Per confermare questa verità, Gesù raccontò la bella parabola del debitore dei diecimila talenti e di quello di cento denari. Diecimila talenti, se computati col talento antico d’argento, usato in Palestina ai tempi di Gesù, equivalevano a circa 55 milioni, se computati col talento ebraico, equivalevano al doppio.
Il servo infedele, dunque, era debitore di una somma enorme, impagabile nonostante ogni suo sforzo. Simbolo bello questo del peccato diretto contro Dio che non può soddisfarsi senza una misericordia infinita. Cento denari equivalevano a circa 86 lire, e stabiliscono nella parabola la proporzione dell’offesa fatta a noi in confronto di quella fatta a Dio.
Se il Signore è tanto misericordioso con noi da perdonarci con un semplice atto di supplicante penitenza, anche noi dobbiamo essere misericordiosi verso chi è debitore verso la società, verso la Chiesa, o verso di noi di offese, o di danni.
Gesù condanna assolutamente la spietatezza verso i poveri peccatori, anche se questa spietatezza sembrasse giustificata dalla necessità di conservare l’ordine. La spietatezza non produce alcun bene: soffoca, opprime, toglie la libertà di rinsavire, inasprisce, ottenebra.
Bisogna dunque compatire e perdonare, poiché questo è l’esempio che ci dà Dio, e questo è il retaggio che Gesù Cristo ha lasciato alla sua Chiesa, perdonando sulla croce anche ai suoi crocifissori. Dobbiamo avere, sì, orrore del peccato; riproviamolo, condanniamolo, ma abbiamo misericordia per il peccatore, pensando che anche Dio ci ha usato tante misericordie, molto maggiori di ogni nostra valutazione. Certe forme di zelo spietato non piacciono a Dio, e praticamente non giovano a nulla, poiché la durezza inasprisce e incancrenisce le piaghe. Se invece di essere spietati si pregasse per i poveri traviati, quanti frutti di penitenza si raccoglierebbero nella Chiesa!
Don Dolindo Ruotolo
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Posté par atempodiblog le 11 septembre 2011
Papa: 11 settembre, terrorismo ingiustificabile, aggravato dalla pretesa di agire in nome di Dio
Fonte: AsiaNews
In una lettera all’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, in occasione del decimo anniversario degli attentati alle Twin towers, Benedetto XVI eleva la sua “fervente preghiera” affinché “un fermo impegno per la giustizia e una cultura globale di solidarietà contribuisca a liberare il mondo delle rivendicazioni che così spesso danno luogo ad atti di violenza”.
Foto tratta da: pernondimenticare.it
Nulla può giustificare il terrorismo e quanto accadde l’11 settembre è aggravato dalla pretesa di agire in nome di Dio. Torna ad affermarlo Benedetto XVI in una lettera inviata all’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, in occasione del decimo anniversario degli attentati alle Twin towers.
“In questo giorno – scrive il Papa – il mio pensiero va all’oscuro evento dell’11 settembre 2001, quando così tante vite innocenti furono perse nel brutale attacco alle the twin towers del World Trade Center e negli altri attacchi a Washington”. “Ancora una volta, deve essere inequivocabilmente affermato che nessuna circostanza può mai giustificare atti di terrorismo”. “La tragedia di quel giorno – si legge ancora nel messaggio – è aggravata dalla pretesa degli attentatori di agire in nome di Dio. Ogni vita umana è preziosa agli occhi di Dio e non va risparmiato alcuno sforzo nel tentativo di promuovere nel mondo un genuino rispetto per i diritti inalienabili e la dignità delle persone e dei popoli dovunque essi siano”.
Il Papa loda poi il popolo americano “per il coraggio e la generosità che ha dimostrato nelle operazioni di soccorso e per la sua prontezza nell’andare avanti con speranza e fiducia”. Quindi affida “alla misericordia infinita di Dio” le vittime, invocando la consolazione su quanti sono stati colpiti dalla perdita dei propri cari ed eleva la sua “fervente preghiera” affinché “un fermo impegno per la giustizia e una cultura globale di solidarietà contribuisca a liberare il mondo delle rivendicazioni che così spesso danno luogo ad atti di violenza” e nello stesso tempo “crei le condizioni per una maggiore pace e prosperità, offrendo un futuro più luminoso e più sicuro”.
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