A bocce ferme
Posté par atempodiblog le 21 juin 2011
A bocce ferme, a qualche giorno di distanza, mi sembra utile collegare qualche fatto.
Roma, si sa, è la capitale mondiale del cattolicesimo. A Roma c’è il papa. A Roma c’è un sindaco, che personalmente ho votato, proveniente dal centro-destra. Nel Lazio c’è un governatore, che personalmente ho votato, proveniente dal centrodestra. A Roma c’è stata sabato scorso una grande manifestazione di allegria omosessuale: il gay pride. Che cosa è un gay pride? Un’esibizione di comportamenti omosessuali. Un’ubriacatura di sesso cantata, ballata, sfrontata. Un’ostentata ridicolizzazione della chiesa, del papa e di quanti si azzardano a ricordare che Dio si è rivelato e ci ha indicato la strada della vita e della felicità.
Il gay pride: un preteso rispetto per tutti che impone a tutti l’approvazione del proprio modo di intendere la sessualità. Un diritto gridato ai comportamenti sessuali privati, comportamenti che nessuno mette in discussione, perché, appunto, privati. La negazione della legittimità dei sentimenti di pudore e di decoro di chi non apprezza la pubblica esibizione della vita sessuale, omo o etero che sia. L’obbligo per tutti di applaudire la mancanza del senso del limite e, quindi, di equilibrio.
Curioso. Curioso che tutto ciò sia sponsorizzato dall’ambasciatore statunitense che ha promosso il momento clou della manifestazione: l’esibizione di lady Gaga. Perché mai un ambasciatore dovrebbe promuovere una cantante che si fa portavoce della bellezza dell’omosessualità? Perché poi dovrebbe farlo proprio a Roma, la capitale del cattolicesimo dove la maggioranza della popolazione è cattolica? Viene da pensare che il mondo “illuminato”, quel mondo che già, utilizzando i Savoia all’epoca dell’unità d’Italia, ha provato ad insegnarci i canoni della civiltà, vale a dire la luce della morale progressista, viene da pensare che quel mondo continui imperterrito nella propria missione: dirozzare gli italiani, farli diventare moderni, far loro dimenticare l’attaccamento alla famiglia che da millenni ci distingue.
Non a caso nell’Humanum genus del 1884 Leone XIII scriveva che all’interno del mondo settario vengono scelte “persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza”. E perché mai si dovrebbe diffondere la licenza? Per soggiogare la popolazione “al proprio potere arbitrario” e renderla così “facilmente incline all’ascolto”. Detto in una parola: per desiderio di potere. Perché la licenza rende gli uomini privi di volontà, quindi condizionabili.
Chiudo con due considerazioni. La prima: sono anni che il comportamento privato, ripeto, strettamente privato, di Berlusconi viene messo alla berlina e condannato dalla stampa (nazionale ed internazionale), dai politici e da moralisti di varia osservanza. Con che coerenza queste persone possono benedire, osannare, pubblicizzare, una manifestazione pubblica di “liberatoria” esibizione di vita sessuale?
Secondo: a sponsorizzare questa manifestazione hanno concorso il sindaco di Roma e il governatore del Lazio. Quando li ho votati non avrei immaginato che lo avrebbero fatto.
di Angela Pellicciari – Il Tempo
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