Fare buone confessioni

Posté par atempodiblog le 29 juin 2011

Fare buone confessioni dans Citazioni, frasi e pensieri Confessionale

I giovani che il demonio voleva portar via con sé, sono particolarmente quelli che si confessano male, che fanno sacrilegi nella confessione. Ricordati bene: quando predichi soprattutto alla gioventù insisti molto sulla necessità di fare buone confessioni e in specie sulla necessità della contrizione.

San Giovanni Bosco

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Ricevere la santa Comunione degnamente

Posté par atempodiblog le 29 juin 2011

Ricevere la santa Comunione degnamente dans Fede, morale e teologia giovannipaoloii

[...] In questo quadro di consolante fervore eucaristico che porta innumerevoli fedeli, soprattutto i giovani, ad accostarsi al banchetto divino, voi non vi stancherete anche di illuminare le coscienze sulle dovute disposizioni con cui essi devono ricevere la santa Comunione. Dignità, purità e innocenza sono le principali doti raccomandate da san Paolo alle prime Comunità di Corinto: “Chiunque in modo indegno mangia il pane e beve il calice del Signore sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore. Ciascuno pertanto esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1Cor 11,27-29). Una catechesi sacramentale impostata a dovere non può trascurare un compito così importante. Come voi ben sapete, non è conciliabile con l’insegnamento della Chiesa la teoria secondo la quale l’Eucaristia perdonerebbe il peccato mortale senza che il peccatore ricorra al Sacramento della Penitenza. È vero che il Sacrificio della Messa, da cui proviene alla Chiesa ogni grazia, ottiene al peccatore il dono della conversione, senza cui il perdono non è possibile, ma ciò non significa affatto che coloro che hanno commesso peccato mortale possono accostarsi alla Comunione Eucaristica senza essersi prima riconciliati con Dio mediante il ministero sacerdotale.

Giovanni Paolo II

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Gesù si dona in modo pieno e totale

Posté par atempodiblog le 26 juin 2011

Gesù si dona in modo pieno e totale  dans Citazioni, frasi e pensieri gestm

Durante questa ultima sera, Gesù si è donato ai suoi in una maniera che oltrepassa di gran lunga tutto quello che potrebbe fare un semplice maestro, o un educatore, o un capo. Egli ha dato tutto se stesso sotto la forma di un sacramento, di un mistero, e intende rinnovellare continuamente questa azione misteriosa. Nella celebrazione dell’Eucaristia, nella forma carica di mistero della cena, egli si dona al credente in modo così pieno e totale che d’ora in avanti il Cristo vivrà in lui e questi potrà realizzare la propria vita a partire dal mistero interiore che è stato così fondato.

Romano Guardini

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Come l’amorevole pellicano

Posté par atempodiblog le 26 juin 2011

Come l'amorevole pellicano dans Citazioni, frasi e pensieri pellicano

« Come l’amorevole pellicano, o Gesù Signore, purifica me, immondo, col tuo sangue, di cui una goccia può purificare tutti i peccati ».

San Tommaso d’Aquino

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La solennità del Corpus Domini

Posté par atempodiblog le 26 juin 2011

La solennità del Corpus Domini dans Fede, morale e teologia corpusdomini

La solennità del Corpus Domini ci porta al cuore della Chiesa che è Gesù realmente presente nell’eucaristia. Basterebbe una sola Santa Comunione fatta con fede per bruciare le tappe nel cammino di santità. Impariamo a memoria questa mirabile preghiera da recitare ogni volta che riceviamo l’eucaristia

« Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue ferite nascondimi.
Non permettere che io mi separi da te.
Dal nemico maligno difendimi.
Nell’ora della mia morte chiamami.
Comandami di venire a te,
perché con i tuoi Santi io ti lodi.
nei secoli dei secoli. Amen. »

Padre Livio Fanzaga

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Il Cristianesimo è un miracolo che sta accadendo ora

Posté par atempodiblog le 25 juin 2011

30 ANNI DI MEDJUGORIJE INSEGNANO: IL CRISTIANESIMO E’ UN MIRACOLO CHE STA ACCADENDO ORA (se non si capisce questo si finisce nel pelagianesimo: ridurre la fede a un proprio sforzo, a una propria introspezione o iniziativa, a un proprio percorso)
di Antonio Socci – Libero

Il Cristianesimo è un miracolo che sta accadendo ora dans Antonio Socci medjugorje

La scuola era appena finita e due adolescenti, Miriana e Ivanka, quel caldo pomeriggio del 24 giugno 1981, alle ore 17.45, stavano facendo una passeggiata fuori del paese di Bijakovici, frazione di Medjugorje, comune di Citluk, provincia di Mostar: il posto più sperduto del mondo.

Come cominciò
Dimenticato dagli uomini certamente. Ma non da Dio che ama ciò che è piccolo e insignificante.
A un certo punto Ivanka si volta verso la collina sassosa del Podbrdo: vede qualcuno lassù, a duecento metri di distanza, è una giovane ragazza, ha un bimbo piccolo in braccio.
Cosa ci fa in quel luogo desolato, pieno di vipere? Lassù non va mai nessuno. Ivanka si sofferma un attimo, vede che ha una veste lunga e un velo: “Ma quella è la Madonna!”.
Mirjana neanche si gira: “eh sì, figurati se la Madonna non ha altro da fare che venire a vedere cosa facciamo noi”. Cresciute sotto un regime comunista non avevano neanche mai sentito parlare di apparizioni come Lourdes o Fatima.
Arrivati in paese incontrano altri amici, Ivanka dice di aver visto una ragazza sulla collina sassosa, tornano su: è ancora lì. Fa cenno con la mano di avvicinarsi. Sono incantati, ma c’è anche timore.
Quel giorno non le si avvicineranno. Lo faranno il giorno successivo alla stessa ora: è una ragazza di una bellezza senza eguali. E dolcissima.
I sei ragazzi sono felici. E raccontano a tutti quello che è accaduto, ciò che hanno visto e che lei ha detto loro. Nel villaggio non si parla d’altro.
La voce corre, raggiunge i paesi vicini e pure la polizia. Il regime comunista è durissimo con i ragazzi: li arresta, li minaccia, minaccia le loro povere famiglie, ma loro non rinnegheranno mai quello che hanno visto.
Cominciano ad accadere subito segni e prodigi. Le stesse commissioni mediche e scientifiche che studiano, anche con delle macchine, ciò che si verifica durante le apparizioni riconoscono che lì c’è un mistero inspiegabile.

Un piccolo borgo nel mondo
Perché accade lì? I posti così sono prediletti dalla “bellissima ragazza” che proprio in un borgo sperduto – Nazaret – aveva vissuto. E sono dei ragazzi semplici e normali che lei sceglie per le sue missioni (apparentemente) impossibili: salvare il mondo.
Perché da quel momento iniziò una vicenda che, trent’anni dopo, possiamo definire uno dei più grandi eventi della storia della Chiesa e dell’umanità.
Ma all’inizio il mondo non se ne accorse. Come duemila anni prima. In quei giorni di giugno del 1981 di cosa parlavano i giornali?
In Italia c’era appena stato l’attentato al Papa, il referendum sull’aborto ed era scoppiato lo scandalo della P2. Dalla crisi di governo uscì il primo esecutivo laico della storia repubblicana guidato da Spadolini.
In Francia il socialista Mitterrand vinse le presidenziali e formò un governo con quattro ministri comunisti. Era una novità storica.
Intanto – mentre il Papa era ancora in ospedale – all’Est le pressioni di Mosca sulla Polonia, per cancellare Solidarnosc, si facevano ogni giorno più forti. Breznev arrivò a paventare il rischio di uno scontro nucleare.
Infatti a dicembre 1981 Solidarnosc fu schiacciata. Nessuno poteva immaginare che solo otto anni dopo l’impero comunista sarebbe crollato.
Nel frattempo in Iran – fatto fuori Bani Sadr – presero definitivamente il potere gli ayatollah che dettero fuoco alla polveriera islamica in tutto il mondo.
Come si vede dunque erano settimane di durissimo scontro fra i blocchi, fra vecchi e nuovi poteri, nazionali e planetari.
Tutti pensano che a fare la storia siano gli stati, gli eserciti, il petrolio, i cannoni, i poteri finanziari ed economici.
Perciò quel 24 e 25 giugno nessun giornale o tv del mondo poteva immaginare che nel più oscuro villaggio della Bosnia stesse accadendo un avvenimento di enorme importanza. Eppure è così.
Da trent’anni là accadono cose stupende e a milioni accorrono alla ricerca di lei, la bellissima, la dolcissima, la meraviglia dell’universo. Cosa cercano? E cosa trovano?

La storia di Silvia
Lo fa capire bene, per esempio, la storia di Silvia Buso, una giovane padovana.
L’ho incontrata il mese scorso al Palasport di Firenze: c’era una giornata di preghiera dei gruppi di Medjugorije, circa 4 mila persone.
Io feci una testimonianza su quello che era accaduto alla mia Caterina e la visita di una delle veggenti di Medjugorie.
Alla fine mi si avvicinò questa ragazza bionda, alta, atletica: “anche io” mi disse “ho avuto una grande grazia a Medjugorije”.
Di lì a poco fece lei stessa una testimonianza. Come già aveva fatto a Medjugorije nel 2010, al festival della gioventù (c’è il video anche su internet, nel sito di Radio Maria).
Silvia ha 22 anni.  Nell’autunno del 2006, a 16 anni, d’improvviso si ritrova paraplegica, inchiodata a una carrozzella: fino ad allora aveva fatto sport, nuoto, danza, aveva amici. Frequentava la terza liceo. Una vita normale.
Di colpo il buio. Le gambe non si muovevano più. E poi attacchi simil-epilettici. Una tragedia.
La sua era una famiglia cattolica, ma “la messa domenicale” racconta la ragazza “per me era perlopiù un’abitudine, non un atto d’amore”.
Anche con la malattia, partecipando il venerdì a un gruppo di preghiera, era così. Un giorno una signora del gruppo le dette una medaglietta della Madonna che la Vergine stessa aveva benedetto a Medjugorije.
Silvia la mise al collo. In aprile e maggio del 2007 si immerse nello studio per sostenere gli esami, ma si faceva portare ogni giorno al gruppo di preghiera perché solo lì trovava pace.
Il 20 giugno la sua dottoressa le dice che la settimana successiva non ci sarà perché deve accompagnare sua mamma a Medjugorije.
Silvia d’istinto le chiede di andare con lei. Arrivati, dopo la messa vengono a sapere che la sera Ivan avrebbe avuto un’apparizione straordinaria sul monte Podbrdo.
Silvia, sia pure con imbarazzo, accetta si farsi portare in braccio fin lassù: “Alle 20 arrivammo. Ho iniziato a pregare e quello per me è il primo ricordo di una preghiera fatta veramente con il cuore”.
Racconta: “Io non ho mai chiesto la mia guarigione perché mi sembrava una cosa troppo impossibile. Poco prima dell’apparizione il mio capogruppo mi disse di chiedere tutto quello che volevo alla Madonna perché lei avrebbe ascoltato tutti, sarebbe scesa dal cielo sulla terra. Allora le ho chiesto che mi desse la forza per poter accettare a 17 anni una vita in carozzina”.
Alle 22 è iniziata l’apparizione a Ivan: “io sulla mia sinistra ho visto una luce, era una luce bianca bellissima” dice Silvia.
“Finita l’apparizione non l’ho più vista, però mi sentivo chiamare da tutte le parti. Ma non ho detto niente a nessuno di ciò che mi stava accadendo. Loro mi hanno ripeso in braccio e dopo sono scivolata all’indietro per terra come svenuta.
Però non mi sono fatta niente. Io ricordo solo che mi sentivo come su un materasso morbidissimo e che c’era una voce dolcissima che mi parlava e mi calmava coccolandomi.
Dopo qualche minuto, non so quanti, ho aperto i miei occhi e a mio padre che piangeva ho detto che sentivo finalmente le gambe: papà sono guarita! Cammino!”.
Ed è stato così. “Io ricordo che c’era una mano tesa davanti a me e io nel volergliela afferrare mi sono ritrovata in piedi come se fosse la cosa più naturale. Il mattino dopo alle 4,30 sono salita sulla montagna della croce, il Kriscevaz, con le mie gambe!”.
E’ guarita così. Ma oggi Silvia dice: “La grazia più grande che Dio mi ha fatto è stata la mia conversione e quella della mia famiglia. Il sentire l’amore di Dio e della Madonna: questa è per me è la cosa più bella e importante della mia vita”.
Silvia è timida, ma molto netta: “Con la conversione è come se Dio mi avesse acceso un fuoco dentro. Certo, il fuoco va sempre alimentato con la preghiera, il rosario, con l’eucaristia, la Santa messa e l’adorazione. E tutto ciò che chiede la Madonna a Medjugorije. E questo fuoco non si spegne. Questa per me è la cosa più bella”.

Bisogna chiedersi: cosa è mai questo “sentirsi teneramente amati” per attrarre milioni e milioni di persone e cambiare radicalmente le loro vite? Solo così si può cominciare a capire cosa sta accadendo a Medjugorije.

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Il desiderio sincero di amare Dio

Posté par atempodiblog le 24 juin 2011

Il desiderio sincero di amare Dio dans Citazioni, frasi e pensieri sanpio

« Dio tutto può rigettare in una creatura, perché tutto sa di corruzione, ma non può giammai rigettare in essa il desiderio sincero di volerlo amare ».

San Pio da Pietrelcina

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Amore per Gesú Sacramentato

Posté par atempodiblog le 24 juin 2011

San Josemaría manifestava in una infinità di dettagli il suo amore per Gesú Sacramentato

Monsignor Javier Echevarría, attuale Prelato dell’Opus Dei, racconta che san Josemaría riassumeva la vita di pietà dicendo che l’amore è sapientissimo e cerca sempre forme nuove per manifestarsi. Per questo, esprimeva un profondo amore a Gesú Sacramentato attraverso una infinità di piccoli dettagli.

Amore per Gesú Sacramentato dans Fede, morale e teologia fortesinfide

Quando negli anni quaranta poté disporre di una stanza sua, nella casa di via Diego de León, a Madrid, fu felice che fosse contigua all’oratorio e al Tabernacolo: in tal modo, nella solitudine della notte e in varie ore del giorno, poteva pregare e lavorare rivolto al Signore. Questa idea lo portò a fare aprire a Roma, nella stanza di lavoro del Presidente Generale dell’Opus Dei, una piccola tribuna che sporgeva sull’oratorio. Poichè vi trascorreva molto tempo, vi fece collocare un piccolo oratorio antico, per rispettare gli orari del centro.

Ogni volta che entrava in una chiesa andava subito a salutare Gesù Sacramentato: si raccoglieva in preghiera per qualche momento e rinnovava l’ardente desiderio di fargli compagnia in tutti i Tabernacoli del mondo. Mi commossi una volta che entrammo nella cattedrale di una grande città, ancora in costruzione. Chiese al sacrestano dove stesse il santissimo, e questi rispose di non saperlo, perchè veniva spostato ogni giorno. Si mise a cercare il Signore per tutta la cattedrale e alla fine lo trovò, segnalato da un lume mezzo nascosto: si inginocchiò per terra e pregò. In seguito ci disse di aver pregato così: “Signore, io non sono meglio degli altri, ma sento il bisogno di dirti che ti amo con tutte le mie forze; e ti chiedo di ascoltarmi: ti amo al posto di coloro che vengono qui e non te lo dicono; al posto di tutti coloro che verranno e non te lo diranno”. Poi aggiunse: “Non fareste anche voi lo stesso se i vostri genitori, con tutti i meriti che hanno, si prodigassero per gli altri e costoro non mostrassero alcuna gratitudine? A Dio dobbiamo molto di più. Egli, che è tutta la felicità, tutta la bellezza e la vera Vita, si è messo a disposizione di ciascuno, per farci partecipi della sua Vita. È giusto essere riconoscenti!”.

Quando aveva dei momenti liberi, pur dovendo salire o scendere le scale, andava in oratorio per fare una genuflessione, cui seguiva una giaculatoria, una comunione spirituale o un atto di adorazione. Dava spesso consigli come questo: “Quando puoi, scappa a far compagnia a Gesù Sacramentato, sia pure per pochi secondi, e digli con tutta l’anima che lo ami, che vuoi amarlo di più e che lo ami al posto di tutte le persone della terra, anche per coloro che dicono di non amarlo”.

Una volta, il Fondatore dell’Opus Dei ricevette una visita. Al termine del pranzo, con la sua tipica naturalezza, suggerì: “Andiamo a salutare il Signore”. I suoi ospiti erano cristiani e devoti, ma se ne sorpresero perchè il suo tono di voce sembrava alludere ad una persona importante e si dissero fra di loro: “Ma chi sarà questo signore da salutare se il padrone è lui?”. Lo capirono quando entrarono in oratorio. Ripeteva a don Álvaro del Portillo e a me di non passare davanti al Tabernacolo “senza dire al Signore che lo amate con tutta l’anima, che lo volete custodire nei vostri cuori, che lo ringraziate per la presenza del Tabernacolo a vostra consolazione, che gli chiedete di aiutarvi con la sua forza e la sua onnipotenza”; e aggiungeva: “Io faccio così”. Consumato da questa passione per Gesù Sacramentato, ci supplicava il 26 febbraio 1970: “Unitevi alla mia costante preghiera. Prego di giorno e di notte. Unitevi alla mia santa Messa. Fate molti atti di fede e di amore nella presenza eucaristica; e fate molti atti di riparazione. Dite al Signore che lo amate con tutta l’anima, che non lo volete far soffrire, che desiderate riparare continuamente per le offese”.

Raccomandava ai sacerdoti di fare spesso compagnia al Santissimo Sacramento. Voleva che in tutti loro crescesse la pietà eucaristica e faceva notare loro che, “anche se non lo fate per essere visti dai fedeli della parrocchia, non vi preoccupate se vi vedono. Se siete uniti al Signore e la gente vede il vostro amore, ve ne chiederà i motivi, e allora potrete parlare di questo amore che deve colmare tutta la vostra vita”. Ci ripeteva spesso: “Ti ringrazio, mio Dio, perchè sin da quando ero giovane mi hai fatto capire la meraviglia d’Amore del mistero dell’Eucaristia”. Nel ‘73, incitava le sue figlie e i suoi figli ad innamorarsi sempre di più di Gesù Sacramentato: “Dio ci ha messo in grado di volergli bene, di contemplarlo, di amarlo. Come? Compiendo con delicatezza e sacrificio il piano di vita di ogni giorno. Padre, mi chiederete, come possiamo rendere più stretto il rapporto con Lui? Entrando nella sua intimità, perché apparteniamo alla sua famiglia; andandolo a cercare dove sta, nel Tabernacolo e nelle vostre anime; e ditegli che in Lui, nella sua forza, trovate riposo”.

Queste ultime parole, pronunciate alla fine della vita, sono in continuità con ciò che aveva vissuto e predicato. Così, ad esempio, ci aveva spronato nel ’58: “Dobbiamo ottenere, da noi e dagli altri, di non lasciarlo mai solo nel carcere volontario del Tabernacolo, un carcere d’amore dove ha voluto rimanere nascosto nell’Ostia, inerme, per te e per me”. E nel 1962: “Da tantissimo tempo, quando mi genufletto davanti al Tabernacolo, dopo aver adorato Gesù Sacramentato, ringrazio anche gli Angeli, perchè continuamente fanno la corte a Dio. Far la corte: da qui viene la parola corteggiare, che vuol dire seguire amorevolmente la persona di cui si è innamorati; si usa nella vita quotidiana per dire che un uomo ama una donna”.

Il 10 giugno 1971, solennità del Corpus Christi, ci disse: Oggi provo una gioia tutta particolare nel ringraziare gli Angeli per la corte che fanno a Gesù Sacramentato, in tutti i Tabernacoli, si faccia o meno festa in onore di Gesù nel Santissimo Sacramento. È stata sempre una mia consuetudine, ma oggi mi infonde maggiore presenza di Dio”.

Sempre lo stesso giorno, in un altro momento, aggiunse: “Questa mattina, mentre celebravo la Messa, ho detto a Nostro Signore col pensiero: io ti faccio compagnia in tutte le processioni del mondo, in tutti i Tabernacoli dove ti onorano, e in tutti i luoghi dove non ti onorano”.

La sua devozione all’Eucaristia lo portò, gli ultimi anni, ad intensificare pure lo spirito di riparazione. Aveva un gran desiderio di stare alla presenza di Gesù Sacramentato “per adorarlo, per fargli compagnia, per rimediare – aggiungeva nella sua umiltà – alle mie miserie e alle miserie di tutta l’umanità, per non lasciarlo solo, dal momento che in tanti posti il Signore è privo della compagnia che gli uomini dovrebbero fargli”.

Una volta, nel 1960 tornò a parlarci del mistero dell’Eucaristia: “E’ il “Grande Solitario”, perché gli uomini lo hanno abbandonato. Non sanno nulla di amore, di comprensione, di donazione. E cosa possono saperne se non vogliono attingere alla fonte? Io prego il Signore perché tutti imparino a trattare Cristo nell’Eucaristia; anche le mie figlie e i miei figli, e io stesso. Andate da Lui con fede, con delicatezza, con costanza. Non contano le miserie personali, se siamo in grazia di Dio. Se ci appoggiamo sulla nostra debolezza, avvertiremo più consapevolmente di aver bisogno di Dio nella nostra vita. Da alcuni giorni la mia preghiera di adorazione eucaristica ha un accento di riparazione e di supplica, per non abbandonarlo: peto quod petivit latro poenitens [«ti chiedo ciò che ti chiese il ladrone pentito»]; sono debole, ma ho fiducia nel potere di Dio, che non delude mai chi a lui ricorre fiducioso e umile”.

E commentava: “Noi sacerdoti dobbiamo amare tanto il sacerdozio, da metterlo sempre accanto al Signore nel Tabernacolo, trasformando tutta la nostra vita in un lavoro spirituale; però il nostro lavoro deve essere come quello degli altri, cioè un’offerta al Signore. Voglio dire che la nostra operatio Dei è una Messa, che inizia a mezzanotte e termina ventiquattro ore dopo”.

Recitava e cantava spesso l’inno Adoro te devote. Per far crescere la fede eucaristica nei suoi figli, consigliò di recitarlo e meditarlo ogni giovedì, chiedendo al Signore una maggior devozione da parte dei cristiani.

Questo modo di vivere la fede era così radicato in lui che, durante un viaggio o quando usciva di casa, nello scorgere i campanili delle chiese gli affiorava spontaneo sulle labbra qualche verso di questo inno, anche se ciò lo costringeva ad interrompere la conversazione; ma ciò contribuiva alla sua devozione eucaristica e a quella di chi lo accompagnava. Ripeteva pure una giaculatoria che scaturiva dal profondo dell’anima Gesù, che hai guarito tante anime, fa’ che ti veda come medico divino nell’Ostia Santa!”

L’ho sentito incoraggiare persone di ogni classe sociale a fare la comunione con le migliori disposizioni, senza dare scampo agli scrupoli. Nello stesso tempo, ricordava con chiarezza le condizioni prescritte per farla con dignità: “Non fate la comunione se avete un’ombra di dubbio fondato di aver offeso gravemente il Signore; non lasciatevi prendere dagli scrupoli, ma neppure dovete ricevere il Signore con un’ombra di dubbio”.

Echevarría Rodríguez, Javier e Salvador Bernal Fernández, Memoria del Beato Josemaría Escrivá, 1ª. Edizione, Madrid, 2000

Tratto da: josemariaescriva.info

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Dio si china verso i poveri peccatori con una misericordia infinita

Posté par atempodiblog le 22 juin 2011

Dio si china verso i poveri peccatori con una misericordia infinita dans Fede, morale e teologia suor-Josefa-Menendez

Gesù a Suor Maria Jozéfa Menéndez:

“Sono Dio, ma Dio di Amore!
Sono Padre, ma un Padre che ama con tenerezza e non con severità!
Il Mio Cuore è infinitamente Santo, ma anche infinitamente sapiente e conoscendo la miseria e la fragilità umana, si china verso i poveri peccatori con una misericordia infinita.
Amo le anime dopo il primo peccato, se vengono a chiederMi umilmente perdono, le amo ancora dopo che hanno pianto il secondo peccato e, se cadessero, non dico un miliardo di volte, ma milioni di miliardi, Io le amo, le perdono sempre e lavo, nello stesso Mio Sangue, l’ultimo come il primo peccato.
Non mi stanco mai delle anime e il Mio Cuore aspetta continuamente che esse vengano a rifugiarsi in Lui, tanto più se sono miserabili!”.

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C’è un solo obiettivo da raggiungere: il Cielo.

Posté par atempodiblog le 22 juin 2011

C’è un solo obiettivo da raggiungere: il Cielo. dans Padre Livio Fanzaga bocciato
La meta della vita è una sola: il Paradiso. Ragazzi che siete stati bocciati in quinta elementare, in terza media, all’esame di maturità o che non vi hanno assunto nel lavoro… vi assicuro che voi, se andate in Paradiso, avete raggiunto il fine della vita, mentre tutti gli altri che vi hanno bocciato, se vanno all’Inferno, sono rimasti fregati. C’è un solo obiettivo da raggiungere: il Cielo.
Se gli altri obiettivi che si hanno non si raggiungono state tranquilli che non succede niente. Come dice Gesù: “che giova l’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?”. Potete essere bocciati a tutti gli esami ma non a questo!
La vita serve solo a conquistare l’amore di Dio e una volta che Dio ci ha conquistati con il Suo amore a diventare i suoi conquistatori di anime. La vita serve ad essere cooperatori di Dio.

Padre Livio Fanzaga

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Preghiera a San Luigi Gonzaga

Posté par atempodiblog le 21 juin 2011

Preghiera di Giovanni Paolo II a San Luigi Gonzaga

Preghiera a San Luigi Gonzaga dans Preghiere sanluigigonzaga

1. San Luigi, povero in spirito,
a te con fiducia ci rivolgiamo,
benedicendo il Padre celeste,
perché in te ci hai offerto una prova eloquente
del suo amore misericordioso.
Umile e confidente adoratore
dei disegni del Cuore divino,
ti sei spogliato sin da adolescente
di ogni onore mondano
e di ogni terrena fortuna.
Hai rivestito il cilicio della perfetta castità,
hai percorso la strada dell’obbedienza,
ti sei fatto povero per servire Iddio,
tutto a Lui offrendo per amore.

2. Tu, “puro di cuore”,
rendici liberi da ogni mondana schiavitù.
Non permettere che i giovani
cadano vittime dell’odio e della violenza;
non lasciare che essi cedano alle lusinghe
di facili e fallaci miraggi edonistici.
Aiutali a liberarsi da ogni sentimento torbido,
difendili dall’egoismo che acceca,
salvali dal potere del Maligno.
Rendili testimoni della purezza del cuore.

3. Tu, eroico apostolo della carità,
ottienici il dono della divina misericordia,
che smuova i cuori induriti dall’egoismo
e tenga desto in ciascuno l’anelito verso la santità.
Fa’ che anche l’odierna generazione
abbia il coraggio di andare contro corrente,
quando si tratta di spendere la vita,
per costruire il Regno di Cristo.
Sappia anch’essa condividere
la tua stessa passione per l’uomo,
riconoscendo in lui, chiunque egli sia,
la divina presenza di Cristo.

4. Con te invochiamo Maria,
la Madre del Redentore.
A Lei affidiamo l’anima e il corpo,
ogni miseria e angustia,
la vita e la morte,
perché tutto in noi,
come avvenne in te,
si compia a gloria di Dio,
che vive e regna
per tutti i secoli dei secoli.
Amen!

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A bocce ferme

Posté par atempodiblog le 21 juin 2011

A bocce ferme dans Angela Pellicciari angelapellicciari

A bocce ferme, a qualche giorno di distanza, mi sembra utile collegare qualche fatto.
Roma, si sa, è la capitale mondiale del cattolicesimo. A Roma c’è il papa. A Roma c’è un sindaco, che personalmente ho votato, proveniente dal centro-destra. Nel Lazio c’è un governatore, che personalmente ho votato, proveniente dal centrodestra. A Roma c’è stata sabato scorso una grande manifestazione di allegria omosessuale: il gay pride. Che cosa è un gay pride? Un’esibizione di comportamenti omosessuali. Un’ubriacatura di sesso cantata, ballata, sfrontata. Un’ostentata ridicolizzazione della chiesa, del papa e di quanti si azzardano a ricordare che Dio si è rivelato e ci ha indicato la strada della vita e della felicità.
Il gay pride: un preteso rispetto per tutti che impone a tutti l’approvazione del proprio modo di intendere la sessualità. Un diritto gridato ai comportamenti sessuali privati, comportamenti che nessuno mette in discussione, perché, appunto, privati. La negazione della legittimità dei sentimenti di pudore e di decoro di chi non apprezza la pubblica esibizione della vita sessuale, omo o etero che sia. L’obbligo per tutti di applaudire la mancanza del senso del limite e, quindi, di equilibrio.
Curioso. Curioso che tutto ciò sia sponsorizzato dall’ambasciatore statunitense che ha promosso il momento clou della manifestazione: l’esibizione di lady Gaga. Perché mai un ambasciatore dovrebbe promuovere una cantante che si fa portavoce della bellezza dell’omosessualità? Perché poi dovrebbe farlo proprio a Roma, la capitale del cattolicesimo dove la maggioranza della popolazione è cattolica? Viene da pensare che il mondo “illuminato”, quel mondo che già, utilizzando i Savoia all’epoca dell’unità d’Italia, ha provato ad insegnarci i canoni della civiltà, vale a dire la luce della morale progressista, viene da pensare che quel mondo continui imperterrito nella propria missione: dirozzare gli italiani, farli diventare moderni, far loro dimenticare l’attaccamento alla famiglia che da millenni ci distingue.
Non a caso nell’Humanum genus del 1884 Leone XIII scriveva che all’interno del mondo settario vengono scelte “persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza”. E perché mai si dovrebbe diffondere la licenza? Per soggiogare la popolazione “al proprio potere arbitrario” e renderla così “facilmente incline all’ascolto”. Detto in una parola: per desiderio di potere. Perché la licenza rende gli uomini privi di volontà, quindi condizionabili.
Chiudo con due considerazioni. La prima: sono anni che il comportamento privato, ripeto, strettamente privato, di Berlusconi viene messo alla berlina e condannato dalla stampa (nazionale ed internazionale), dai politici e da moralisti di varia osservanza. Con che coerenza queste persone possono benedire, osannare, pubblicizzare, una manifestazione pubblica di “liberatoria” esibizione di vita sessuale?
Secondo: a sponsorizzare questa manifestazione hanno concorso il sindaco di Roma e il governatore del Lazio. Quando li ho votati non avrei immaginato che lo avrebbero fatto.

di Angela Pellicciari – Il Tempo

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Madre Teresa parla ai bambini

Posté par atempodiblog le 20 juin 2011

Madre Teresa parla ai bambini dans Citazioni, frasi e pensieri madreteresai

Bambini, vorrei rivolgervi qualche parola in modo particolare:

« Conservate la gioia di amare nei vostri cuori.
Amate i vostri papà e le vostre mamme.
Amate i vostri fratelli e sorelle.
Amate tutti i vostri compagni.
Amando loro, amate Dio.

E se amate Dio, i vostri cuori si manterranno sempre puri e Dio potrà stabilirsi nei vostri cuori.

Pregherò per voi perché possiate mantenervi puri e santi come Dio vi ha creati.
Pregherò per voi perché possiate mantenervi belli fino alla fine della vostra vita. E chiederò che Dio vi benedica ».

Beata Madre Teresa di Calcutta

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Corri al Tabernacolo

Posté par atempodiblog le 20 juin 2011

Corri al Tabernacolo dans Citazioni, frasi e pensieri San-Pietro-Giuliano-Eymard

Gesù sa come confortarci. Perciò quando sei triste lascia stare le creature. Corri al Tabernacolo, e troverai sempre forza e consolazione.

San Pietro Giuliano Eymard

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Il tempo dello Spirito Santo

Posté par atempodiblog le 20 juin 2011

Il tempo dello Spirito Santo dans Citazioni, frasi e pensieri cardsiri

“Nel momento in cui tutto umanamente sembra perduto, allora è il tempo dello Spirito Santo: che conduce al nulla i potenti di questo mondo e trova vie impensate per mostrare agli uomini la divinità della Chiesa, della sua opera di santificazione e di santità”.

Cardinale Giuseppe Siri

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