Il Dio della vita

Posté par atempodiblog le 31 mai 2011

Il Dio della vita dans Fede, morale e teologia giovannipaoloii

Il fedele è consapevole che la coerenza crea isolamento e provoca persino disprezzo e ostilità in una società che sceglie spesso come vessillo il vantaggio personale, il successo esteriore, la ricchezza, il godimento sfrenato. Tuttavia egli non è solo e il suo cuore conserva una sorprendente pace interiore, perché – come dice la splendida «antifona» d’apertura del Salmo – «il Signore è luce e salvezza, è difesa della vita» del giusto (Sal 26,1). Egli ripete continuamente: «Di chi avrò paura?… Di chi avrò timore?… Il mio cuore non teme… Anche allora ho fiducia» (vv. 1.3).
Sembra quasi di ascoltare la voce di San Paolo che proclama: «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). Ma la quiete interiore, la fortezza d’animo e la pace sono un dono che si ottiene rifugiandosi nel tempio, ossia ricorrendo alla preghiera personale e comunitaria.

Giovanni Paolo II

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Le armi di Bernadette: la preghiera e il sacrificio

Posté par atempodiblog le 31 mai 2011

Le armi di Bernadette: la preghiera e il sacrificio  dans Libri santabernadette

A soli trentacinque anni l’esistenza di Bernadette si presenta come una missione perfettamente compiuta. Umanamente parlando sembrava un fallimento. « Buona a nulla » era l’etichetta affibbiatale a Nevers. Così Dio aveva voluto, affinché la santità ella sua piccola rifulgesse in ciò che vi è di più essenziale: il sacrificio e la preghiera per la salvezza eterna delle anime. Chi più di questa contadina dei Pirenei seppe illustrare il messaggio di « Aquero »? I teologi? I commentatori? I predicatori? E’ l’esistenza della « Buona a nulla » il messaggio vivo e perenne di Maria al mondo e alla Chiesa.
« Ho solo questo (cioè pregare) da fare. Non sono buona a nulla. La preghiera è la mia unica arma. Non posso far altro che pregare e soffrire… La preghiera e il sacrificio sono le mie armi che conserverò fino all’ultimo respiro. Solo allora l’arma del sacrificio cadrà, ma qeulla della preghiera mi seguirà in cielo dove sarà molto più potente ».

Tratto da: Sui passi di Bernadette – Padre Livio Fanzaga

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La comunione con Dio

Posté par atempodiblog le 31 mai 2011

La comunione con Dio dans Citazioni, frasi e pensieri giovannipaoloii

“La comunione con Dio è sorgente di serenità, di gioia, di tranquillità; è come entrare in un’oasi di luce e di amore”.

Giovanni Paolo II

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Ragione e razionalismo

Posté par atempodiblog le 31 mai 2011

Ragione e razionalismo dans Cardinale Giacomo Biffi Cardinale-Biffi

«Si dice spesso: perché la Chiesa proibisce questo, è contraria a quest’altro? Ma a proposito di realtà come il sesso, il matrimonio, la vita umana, la Chiesa c’entra poco. E’ la ragione a non poter ammettere, ad esempio, la soppressione di una vita umana innocente; è la ragione a dire che la famiglia è l’unione stabile tra l’uomo e la donna, dove si prepara e si custodisce l’avvenire dell’umanità. Solo che la Chiesa, a differenza dei “razionalisti”, non può permettersi di sragionare, perché la ragione è un dono divino che va difeso a ogni costo dagli attacchi libertari dell’egoismo. Confondere la ragione col razionalismo è come confondere i polmoni con la polmonite».

Cardinale Giacomo Biffi

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Il Papa chiede di pregare a giugno per i sacerdoti

Posté par atempodiblog le 31 mai 2011

Il Papa chiede di pregare a giugno per i sacerdoti
Intenzioni per l’Apostolato della Preghiera

Il Papa chiede di pregare a giugno per i sacerdoti dans Fede, morale e teologia pregare

Nel mese di giugno che sta per iniziare, Benedetto XVI chiede in particolare preghiere per i sacerdoti, perché siano testimoni autentici dell’amore di Dio.

E’ la proposta che fa nelle intenzioni di preghiera contenute nella lettera pontificia che ha affidato all’Apostolato della Preghiera, iniziativa seguita da circa 50 milioni di persone nei cinque continenti.

L’intenzione generale per il mese di giugno recita: “Perché i sacerdoti, uniti al Cuore di Cristo, siano sempre veri testimoni dell’amore premuroso e misericordioso di Dio”.

Questa richiesta del Papa ha luogo a un anno dalla chiusura dell’Anno Sacerdotale, periodo in cui la Chiesa si è unita in modo particolare in preghiera per i suoi sacerdoti nel mezzo di scandali che hanno visto protagonisti pochissimi di loro ma hanno provocato un grave danno nella percezione della loro vocazione da parte dell’opinione pubblica.

Il mese di giugno è anche quello che la Chiesa dedica tradizionalmente al Sacro Cuore di Gesù.

Oltre all’intenzione generale, il Papa propone ogni mese anche un’intenzione missionaria, che a giugno recita: “Perché lo Spirito Santo faccia sorgere dalle nostre comunità numerose vocazioni missionarie, disposte a consacrarsi pienamente alla diffusione del Regno di Dio”.

Fonte: Zenit.org

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Benedetto XVI rinnova l’affidamento dell’Italia al cuore di Maria

Posté par atempodiblog le 27 mai 2011

Benedetto XVI rinnova l’affidamento dell’Italia al cuore di Maria auspicando “una società più giusta, matura e responsabile”
Massimiliano Menichetti – Radio Vaticana

Benedetto XVI rinnova l’affidamento dell’Italia al cuore di Maria dans Articoli di Giornali e News papabenedettoxvi

“La fede non è alienazione: sono altre le esperienze che inquinano la dignità dell’uomo e la qualità della convivenza sociale”. Così il Papa nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove ha presieduto la recita del Santo Rosario, insieme con i vescovi italiani riuniti in Assemblea generale. Nel 150.mo dell’Unità nazionale, Benedetto XVI e la Chiesa italiana hanno affidato l’intera nazione a Maria, invocata con i titoli di Salus Populi Romani e di Mater Unitatis. Il Papa ha auspicato il superamento pregiudiziale della contrapposizione politica. Il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, nel suo indirizzo di saluto ha parlato di necessità di “un sussulto di responsabilità” politica “da parte di tutti”.

L’affidamento a Maria che tutta si è consegnata al Padre, la difesa della vita e della famiglia, la necessità di superare le pregiudiziali contrapposizioni politiche, il dialogo tra il Nord e il Sud del Paese, l’auspicio affinché il precariato non sia la regola nel mondo del lavoro. Sono i principi richiamati dal Papa ai vescovi italiani riuniti in preghiera nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Benedetto XVI ha ribadito che l’Italia “celebrando i centocinquant’anni della sua unità politica” “può essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chiesa”.

« La fede, infatti, non è alienazione: sono altre le esperienze che inquinano la dignità dell’uomo e la qualità della convivenza sociale! In ogni stagione storica l’incontro con la parola sempre nuova del Vangelo è stato sorgente di civiltà, ha costruito ponti fra i popoli e ha arricchito il tessuto delle nostre città, esprimendosi nella cultura, nelle arti e, non da ultimo, nelle mille forme della carità ».

La Chiesa ha sottolineato il Papa “non persegue privilegi né intende sostituirsi alle responsabilità delle istituzioni politiche, è attenta a sostenere i diritti fondamentali dell’uomo”, rispetta la « legittima laicità dello Stato ». In questa prospettiva – ha proseguito – è il contributo alla costruzione del bene comune. Quindi il richiamo alla promozione e tutela della « vita umana in tutte le sue fasi » e il sostegno alla famiglia:

« Questa rimane, infatti, la prima realtà nella quale possono crescere persone libere e responsabili, formate a quei valori profondi che aprono alla fraternità e che consentono di affrontare anche le avversità della vita ».

E guardando al mondo del lavoro il Papa rileva le difficoltà ad accedere ad una piena e dignitosa occupazione chiedendo ogni sforzo possibile per superare il diffuso precariato:


« Mi unisco, perciò, a quanti chiedono alla politica e al mondo imprenditoriale di compiere ogni sforzo per superare il diffuso precariato lavorativo, che nei giovani compromette la serenità di un progetto di vita familiare, con grave danno per uno sviluppo autentico e armonico della società ».

Nella sintesi dell’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia che “richiama ad una memoria condivisa” e alle sfide della prospettiva futura, il Papa chiede ai vescovi di incoraggiare le iniziative di formazione ispirate alla dottrina sociale della Chiesa:

« Non esitate a stimolare i fedeli laici a vincere ogni spirito di chiusura, distrazione e indifferenza, e a partecipare in prima persona alla vita pubblica. Incoraggiate le iniziative di formazione ispirate alla dottrina sociale della Chiesa, affinché chi è chiamato a responsabilità politiche e amministrative non rimanga vittima della tentazione di sfruttare la propria posizione per interessi personali o per sete di potere ».

Punto di forza – ha affermato il Pontefice – è il sostegno alla “vasta rete di aggregazioni e di associazioni che promuovono opere di carattere culturale, sociale e caritativo”. Poi guardando alla realtà nazionale ha auspicato rinnovate occasioni d’incontro, nel segno della reciprocità, tra Settentrione e Mezzogiorno:

« Aiutate il Nord a recuperare le motivazioni originarie di quel vasto movimento cooperativistico di ispirazione cristiana che è stato animatore di una cultura della solidarietà e dello sviluppo economico. Similmente, provocate il Sud a mettere in circolo, a beneficio di tutti, le risorse e le qualità di cui dispone e quei tratti di accoglienza e di ospitalità che lo caratterizzano ».

Ai vescovi ha chiesto di continuare a coltivare uno spirito di sincera e leale collaborazione con lo Stato. Ed “in una stagione, nella quale emerge con sempre maggior forza la richiesta di solidi riferimenti spirituali, sappiate porgere a tutti – ha evidenziato – ciò che è peculiare dell’esperienza cristiana: la vittoria di Dio sul male e sulla morte, quale orizzonte che getta una luce di speranza sul presente”.

Benedetto XVI ha poi posto sotto “la protezione della Mater Unitatis”, la Madre dell’Unità, “tutto il popolo italiano, perché il Signore gli conceda i doni inestimabili della pace e della fraternità e, quindi, dello sviluppo solidale”:

« Aiuti le forze politiche a vivere anche l’anniversario dell’Unità come occasione per rinsaldare il vincolo nazionale e superare ogni pregiudiziale contrapposizione: le diverse e legittime sensibilità, esperienze e prospettive possano ricomporsi in un quadro più ampio per cercare insieme ciò che veramente giova al bene del Paese ».

« L’esempio di Maria – ha concluso – apra la via a una società più giusta, matura e responsabile, capace di riscoprire i valori profondi del cuore umano”:

« La Madre di Dio incoraggi i giovani, sostenga le famiglie, conforti gli ammalati, implori su ciascuno una rinnovata effusione dello Spirito, aiutandoci a riconoscere e a seguire anche in questo tempo il Signore, che è il vero bene della vita, perché è la vita stessa ».

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Dalla Chiesa i criteri per votare, oltre le antipatie

Posté par atempodiblog le 26 mai 2011

Gheddo: dalla Chiesa i criteri per votare, oltre le antipatie
di Carlo Melato – IlSussidiario.net

Dalla Chiesa i criteri per votare, oltre le antipatie  dans Articoli di Giornali e News padregheddo

A pochi giorni dal ballottaggio milanese, che vede contrapposti Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, sui giornali si torna a discutere di voto cattolico. «Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano e della progettualità sembrano cadere nel vuoto», ha dichiarato pochi giorni fa il Cardinale Angelo Bagnasco, criticando una politica troppo spesso ridotta a “litigio perenne”. Ieri lo scontro tra Il Giornale e Avvenire sulle parole del cardinale Dionigi Tettamanzi e il chiarimento di mons. Mariano Crociata sul tema delle moschee. Secondo il segretario generale della Cei, la costruzione di una moschea risponde infatti al diritto fondamentale della libertà religiosa, ma occorre tenere conto delle «esigenze di vita sociale e comunitaria della nostra Costituzione», dato che si tratta anche di «luoghi di aggregazione sociale». Ma come orientarsi in questo finale di campagna elettorale che vede i programmi dei candidati ancora in secondo piano? «Per un cattolico è molto più semplice di quanto si creda – dice Padre Piero Gheddo a IlSussidiario.net -. Nella scelta su chi votare il criterio non è la simpatia personale, ma le proposte che vengono portate avanti dai candidati sui temi che la Chiesa oggi ritiene decisivi, in Italia come in tutto il mondo».

A cosa si riferisce?
Parlo di quei “valori non negoziabili” indicati più volte da Papa Benedetto XVI e dalla Conferenza Episcopale Italiana come prioritari: la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale, la difesa della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, la difesa della libertà di educazione e della libertà religiosa. Non sono temi che la Chiesa sceglie a caso, c’è una ragione precisa.

Quale?
Stiamo attraversando una crisi antropologica che riguarda lo stesso concetto di uomo. Se ci si dimentica infatti che l’uomo è una creatura di Dio si può arrivare fino a mettere le mani sulla vita e sulla morte, scivolando verso quella barbarie inseguita da Hitler e da altri come lui. È questo il punto più importante, tutto il resto, anche se condivisibile, viene dopo.

Cosa intende dire?
L’ingiustizia sociale non è stata di certo sconfitta, se chi si batte per questo però sostiene l’aborto, l’eutanasia e l’equiparazione delle coppie gay al matrimonio tra uomo e donna, non andiamo più d’accordo. Da cattolico non potrei mai votare infatti per un candidato che porti avanti queste idee, anche se ha in mente molti  progetti meritevoli.
La libertà di educare, poi, non è certo un tema minore. Le famiglie devono poter scegliere alla pari tra scuole paritarie e scuole pubbliche, come già avviene in Lombardia nel campo sanitario. Tra l’altro, grazie alle paritarie, anche se nessuno lo dice, lo Stato risparmia diversi miliardi di euro l’anno. Non è allo Stato, o al Comune, che spetta la regia di tutto, ma il controllo, per evitare che qualc