Ricordando Wojtyla: le minacce alla vita

Posté par atempodiblog le 30 avril 2011

Cari amici, si avvicina il giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II. Vi segnalo l’attualissimo passaggio di un suo discorso (nel quale noterete una notevole sintonia con le parole del suo successore), tenuto ai giovani della GMG il 14 agosto 1993, al Cherry Creek State Park di Denver.

Ricordando Wojtyla: le minacce alla vita dans Andrea Tornielli wojtyla

Il ventesimo secolo verrà considerato un’epoca di attacchi massicci contro la vita, un’interminabile serie di guerre e un massacro permanente di vite umane innocenti. I falsi profeti e i falsi maestri hanno conosciuto il maggior successo possibile.

Allo stesso modo, dei falsi modelli di progresso hanno portato a mettere in pericolo l’equilibrio ecologico della terra. L’uomo, fatto a immagine e somiglianza del Creatore – era chiamato ad essere il buon pastore dell’ambiente, contesto della sua esistenza e della sua vita. È il compito che ha ricevuto da molto tempo e che la famiglia umana ha assunto non senza successo lungo tutta la sua storia, fino a un’epoca recente, in cui l’uomo è divenuto egli stesso il distruttore del suo ambiente naturale. Questo è già avvenuto in alcuni luoghi, dove si sta compiendo.

Ma c’è dell’altro. Assistiamo anche alla diffusione di una mentalità di lotta contro la vita – un atteggiamento di ostilità vero la vita nel seno materno e verso la vita nelle sue ultime fasi. È nel momento in cui la scienza e la medicina riescono ad avere una maggiore capacità di vegliare sulla salute e sulla vita, che, per l’appunto, le minacce contro la vita si fanno più insidiose. L’aborto e l’eutanasia – omicidio vero e proprio di un autentico essere umano – vengono rivendicati come dei “diritti” e delle soluzioni a dei “problemi”, problemi individuali o problemi della società. La strage degli innocenti non è un atto meno peccaminoso o meno distruttivo solo perché viene compiuto in modo legale o scientifico. Nelle metropoli moderne, la vita – primo dono di Dio e diritto fondamentale di ogni individuo, base di tutti gli altri diritti – è spesso trattata tutt’al più come una merce da organizzare, da commercializzare e da manipolare a proprio piacimento.

Tratto da: il blog di Andrea Tornielli

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La misericordia è il più commuovente degli attributi divini

Posté par atempodiblog le 30 avril 2011

La misericordia è il più commuovente degli attributi divini dans Fede, morale e teologia divinamisericordia

La festa della Divina Misericordia è un dono del Cuore misericordioso di Gesù attraverso S. Faustina e Giovanni Paolo II. E’ il messaggio di cui ha bisogno il nostro tempo che, nonostante l’illusione di fare a meno di Dio, anzi proprio per questo, è tentato di disperazione.
La misericordia è il più commuovente degli attributi divini. Dobbiamo imparare a guardare a Dio in questa luce, se vogliamo conoscerlo. Questo ci sarà possibile se fissiamo lo sguardo al Cuore misericordioso di Gesù.
Da quel Cuore escono l’acqua che lava i peccati e il sangue che ci comunica la vita.  Da quel Cuore l’amore di Dio si riversa sul mondo, purificandolo e santificandolo. L’amore di Dio è più grande di ogni peccato. Per quanto siamo caduti in basso, potremo sempre risalire dicendo col cuore: « Gesù confido in Te ».
Teniamo nelle nostre case l’immagine di Gesù misericordioso e ricorriamo a Lui per ogni necessità, recitando la Coroncina della divina misericordia.
Maria, Madre di misericordia, ci tende la mano per condurci al Cuore misericordioso Gesù.

Gesù confido in Te. Maria fiducia mia.

Padre Livio Fanzaga

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L’avvento del Regno di Dio nell’anima

Posté par atempodiblog le 30 avril 2011

L'avvento del Regno di Dio nell'anima dans Citazioni, frasi e pensieri San-Giustino-Maria-della-Sanitissima-Trinit-Russolillo-Apostolo-delle-Vocazioni-

Lasciati dominare dal pensiero di Dio, poiché sta in questo l’avvento del suo Regno nell’anima: quanto il pensiero ti riempirà di Lui e ti dominerà.

Don Giustino Maria Russolillo

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La santità vive immortale

Posté par atempodiblog le 30 avril 2011

La santità vive immortale dans Citazioni, frasi e pensieri giovannipaoloii

Si dissolve nel nulla l’esercito del male,
solo la santità vive immortale.

Padre Livio Fanzaga
 

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Suor Marie: ecco come sono guarita

Posté par atempodiblog le 30 avril 2011

Il miracolo per intercessione di Giovanni Paolo II

Suor Marie: ecco come sono guarita dans Articoli di Giornali e News suore

Quella notte fra il 2 e il 3 giu­gno 2005 resterà per sempre nei ricordi limpidi di suor Marie Simon-Pierre Nor­mand, oggi cinquantenne, come la soglia fulgida fra una fase di prove che si chiude e un’autentica «rina­scita». Maturò nel volgere di poche ore, in modo scientificamente in­spiegabile, ciò che la religiosa fran­cese della Congregazione delle Pic­cole Suore delle Maternità Cattoli­che definisce pubblicamente solo come una «guarigione». Dell’inter­cessione di papa Wojtyla, suor Ma­rie è stata sempre pienamente cer­ta, ma non spettava a lei stabilire che si è trattato di un miracolo. La religiosa dal volto radioso oggi sarà alla Veglia del Circo Massimo e do­mani alla beatificazione di Giovan­ni Paolo II.

A Roma è arrivata in un pellegrinaggio di gruppo. È passato un decennio da quel 2001 in cui le fu diagnosticato il morbo di Parkinson. L’evoluzione rapida dei sintomi della malattia, concentrati sul lato sinistro del corpo, la limi­terà presto anche nei gesti più ordi­nari. Mancina, la religiosa non può più scrivere chiaramente. Nono­stante tutto però continuerà a coor­dinare il lavoro delle proprie con­sorelle presso la clinica di Puyricard, in Provenza. A darle forza è il fatto di condividere le sofferenze di Gio­vanni Paolo II, al quale tutta la Con­gregazione comincia a rivolgere preghiere insistenti. «Posso dire che era una battaglia quotidiana, ma il mio solo desiderio era di viverla nel­la fede e di aderire con amore alla volontà del Padre», dichiara oggi. Nell’aprile 2005, suor Marie vive in diretta con le consorelle la morte del Pontefice. Sente di aver «perduto un amico». Seguono settimane estremamente difficili. La malattia acce­lera la propria progressione. Fin quando, nel pomeriggio del 2 giu­gno, la religiosa decide d’incontra­re la propria superiora per chieder­le di essere dispensata dal servizio.

È un incontro toccante, nel corso del quale suor Marie mostra di non riuscire più a scrivere il nome del Pontefice. La superiora risponde co­sì: «Giovanni Paolo II non ha anco­ra detto la sua ultima parola». Quella stessa sera, suor Marie torna in camera e avverte un improvviso desiderio di scrivere. Ripete l’eser­cizio fallito poche ore prima e la penna scorre fluida sulla carta. Que­sta volta, il nome del Pontefice è per­fettamente leggibile. Suor Marie non cerca spiegazioni. Si corica e il sonno, per la prima volta da tempo, giunge in modo naturale.

All’alba del 3, festa del Sacro Cuore di Gesù, la religiosa si sveglia perfettamente guarita. Scende a prostrarsi davan­ti al Santissimo Sacramento. Alle 6, ora della prima preghiera comune, la guarigione si manifesterà anche alle consorelle. Ancor oggi, il legame interiore con papa Wojtyla resta una costante nel­la vita della suora: «Non posso u­dirlo, ma lo prego. Mi capita di par­largli. Questa relazione spirituale continua a crescere». Quanto acca­duto – aggiunge – è una grazia mol­to grande per me, ma anche un se­gno per la nostra Congregazione, per la Chiesa e per il mondo intero, e certamente per la Francia: da qualche giorno, mi torna in mente di continuo la frase di Giovanni Pao­lo II: ‘Francia cosa hai fatto del tuo Battesimo?’».

di Daniele Zappalà – Avvenire

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La Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 29 avril 2011

La Divina Misericordia dans Fede, morale e teologia GP-II-e-Ges-misericordioso
Immagine tratta da: Familia Cristiana

La festa della Divina Misericordia è uno dei grandi doni che il Beato Giovanni Paolo II ha fatto alla Chiesa.  In questa Domenica si potrà anche ottenere l’indulgenza plenaria.
La Divina Misericordia è Gesù stesso, che il Padre ha inviato per salvare il mondo e per portare il Regno di Dio nel cuore degli uomini.
La Divina Misericordia è infinitamente più grande di ogni peccato e non respinge nessun peccatore che chieda perdono.
L’invocazione della Divina Misericordia è il mezzo più sicuro per essere con Gesù in paradiso.
Recitiamo la Coroncina della Divina Misericordia accanto ai nostri malati che si apprestano a entrare nell’eternità.
Affidiamoci ogni giorno alla Divina Misericordia con le invocazioni:  “Gesù confido in Te”, Maria, fiducia mia”.

Padre Livio Fanzaga

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Leggete la vita di Santa Caterina da Siena

Posté par atempodiblog le 29 avril 2011

Leggete la vita di Santa Caterina da Siena dans Don Giustino Maria Russolillo Santa-Caterina-da-Siena

Leggete pure, sempre che lo potete, la vita di Santa Caterina da Siena.

Don Giustino Maria Russolillo

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Abbraccia Gesù crocifisso, amante ed amato

Posté par atempodiblog le 29 avril 2011

Abbraccia Gesù crocifisso, amante ed amato dans Fede, morale e teologia santacaterinadasiena

Carissima sorella in Gesù. Io, Caterina, serva dei servi di Gesù, ti scrivo nel suo sangue prezioso, desiderosa che ti alimenti dell’amore di Dio e ti nutri di esso, come al seno di una dolce madre. Nessuno, infatti, può vivere senza questo latte!
Chi possiede l’amore di Dio, vi trova tanta gioia che ogni amarezza gli si trasforma in dolcezza, e ogni gran peso gli si fa leggero. Non c’è da stupirsene, perché, vivendo nella carità, si vive in Dio:
“Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”.
Vivendo in Dio, dunque, non si può avere alcuna amarezza, perché Dio è delizia, dolcezza e gioia infinita!
È questa la ragione per cui gli amici di Dio sono sempre felici! Anche se malati, indigenti, afflitti, tribolati, perseguitati, noi siamo nella gioia.
Quand’anche tutte le lingue maldicenti ci mettessero in cattiva luce, non ce ne cureremmo, ma di ogni cosa ci rallegriamo e gioiamo, perché viviamo in Dio, nostro riposo, e gustiamo il latte del suo amore. Come il bambino attira a sé il latte dal seno della madre, così noi, innamorati di Dio, attingiamo l’amore da Gesù crocifisso, seguendo sempre le sue orme e camminando insieme a lui per la via delle umiliazioni, delle pene e delle ingiurie.
Non cerchiamo la gioia se non in Gesù, e fuggiamo ogni gloria che non sia quella della croce.
Abbraccia, dunque, Gesù crocifisso, elevando a lui lo sguardo del tuo desiderio! Considera l’infuocato amore per te, che ha portato Gesù a versare sangue da ogni parte del suo corpo!
Abbraccia Gesù crocifisso, amante ed amato, e in lui troverai la vita vera, perché è Dio che si è fatto uomo. Arda il tuo cuore e l’anima tua per il fuoco d’amore attinto a Gesù confitto in croce!
Devi, poi, divenire amore, guardando l’amore di Dio, che ti ha così tanto amata, non per qualche obbligo che avesse con te, ma per puro dono, spinto soltanto dal suo ineffabile amore.
Non avrai altro desiderio che quello di seguire Gesù! Come inebriata dall’Amore, non farai più caso se ti troverai sola o in compagnia: non preoccuparti di tante cose, ma solo di trovare Gesù e andargli dietro!
Corri, Bartolomea, e non star più a dormire, perché il tempo corre e non aspetta un solo attimo!
Rimani nel dolce amore di Dio.
Gesù dolce, Gesù amore.

Dalle “Lettere” di Santa Caterina da Siena - Lettera n. 165 a Bartolomea, moglie di Salviato da Lucca

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Benedetto XVI ricorda l’opera di Papa Wojtyla e l’amicizia che li ha uniti

Posté par atempodiblog le 29 avril 2011

In un’intervista alla tv polacca [del 16 ottobre 2005 realizzata dal P. Andrzej Majewski sj], Benedetto XVI segnala i punti salienti del pontificato di Giovanni Paolo II.
Tratta da: AsiaNews

Benedetto XVI ricorda l'opera di Papa Wojtyla e l'amicizia che li ha uniti dans Amicizia papifp1

[...] Nell’intervista l’attuale Papa sottolinea che Giovanni Paolo II ha « creato una nuova sensibilità per i valori morali, per l’importanza della religione nel mondo » ed in tal modo si è realizzata « una nuova apertura, una nuova sensibilità per i problemi della religione, per la necessità della dimensione religiosa nell’uomo » e « soprattutto è cresciuta – in modo inimmaginabile – l’importanza del Vescovo di Roma ». Nella Chiesa ha creato « un nuovo amore per l’Eucaristia » e « un nuovo senso per la grandezza della Misericordia Divina »; « ha anche approfondito molto l’amore per la Madonna e ci ha così guidato ad una interiorizzazione della fede e, allo stesso tempo, ad una maggiore efficienza ». Senza dimenticare, « come sappiamo tutti, anche quanto sia stato essenziale il suo contributo per i grandi cambiamenti nel mondo nell’89, per il crollo del cosiddetto socialismo reale ».

Questo il testo integrale dell’intervista:

Il 16 ottobre del 1978, il cardinale Karol Wojtyla diventò Papa e da quel giorno Giovanni Paolo II, per oltre 26 anni, da Successore di San Pietro, come è Lei adesso, ha guidato la Chiesa assieme ai vescovi e ai cardinali. Tra i cardinali vi era anche Vostra Santità, persona singolarmente apprezzata e stimata dal suo predecessore; persona di cui il Pontefice Giovanni Paolo II ebbe a scrivere nel libro « Alzatevi, andiamo » – e qui cito – « Ringrazio Iddio per la presenza e l’aiuto del cardinale Ratzinger. E’ un amico provato », ha scritto Giovanni Paolo II.

Padre Santo come è iniziata questa amicizia e quando Vostra Santità ha conosciuto il cardinale Karol Wojityla?
Personalmente lo ho conosciuto soltanto nei due pre-conclave e conclave del ’78. Avevo naturalmente sentito parlare del cardinale Wojityla, inizialmente soprattutto nel contesto della corrispondenza fra vescovi polacchi e tedeschi nel ’65. I cardinali tedeschi mi hanno raccontato come era grandissimo il merito e il contributo dell’arcivescovo di Cracovia e che era proprio l’anima di questa corrispondenza realmente storica. Da amici universitari avevo anche sentito della sua filosofia e della grandezza della sua figura di pensatore. Ma come ho detto l’incontro personale la prima volta si è realizzato per il conclave del ’78. Dall’inizio ho sentito una grande simpatia e, grazie a Dio, immeritatamente, il cardinale di quel tempo mi ha donato fin dall’inizio la sua amicizia. Sono grato per questa fiducia che mi ha donato, senza i miei meriti. Soprattutto vedendolo pregare, ho visto e non solo capito, ho visto che era un uomo di Dio. Questa era l’impressione fondamentale: un uomo che vive con Dio, anzi in Dio. Mi ha poi impressionato la cordialità, senza pregiudizi, con la quale si è incontrato con me. In questi incontri del pre-conclave dei cardinali, ha preso diverse volte la parola e qui ho avuto anche la possibilità di sentire la statura del pensatore. Senza grandi parole, era così nata un’amicizia che veniva proprio dal cuore e, subito dopo la sua elezione, il Papa mi ha chiamato diverse volte a Roma per colloqui e alla fine mi ha nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Dunque non è stata una sorpresa questa nomina e questa convocazione a Roma?
Per me era un po’ difficile, perché dall’inizio del mio episcopato a Monaco, con la solenne consacrazione a vescovo nella cattedrale di Monaco, vi era per me un obbligo, quasi un matrimonio con questa diocesi ed avevano anche sottolineato che dopo decenni ero il primo vescovo originario della diocesi. Mi sentivo quindi molto obbligato e legato a questa diocesi. C’erano poi dei problemi difficili che non erano ancora risolti e non volevo lasciare la diocesi con dei problemi non risolti. Di tutto questo ho discusso con il Santo Padre, con grande apertura e con questa fiducia che aveva il Santo Padre, che era molto paterno con me. Mi ha dato quindi tempo di riflettere, egli stesso voleva riflettere. Alla fine mi ha convinto, perché  questa era la volontà di Dio. Potevo così accettare questa chiamata e questa responsabilità grande, non facile, che di per sé superava le mie capacità. Ma nella fiducia alla paterna benevolenza del Papa e con la guida dello Spirito Santo, potevo dire di sì.

Questa esperienza durò per più di 20 anni…
Sì, sono arrivato nel febbraio dell’82 ed è durata  fino alla morte del Papa nel 2005.

Quali sono, secondo Lei, Santo Padre, i punti più significativi del Pontificato di Giovanni Paolo II?
Possiamo avere, direi, due punti di vista: uno ad extra – al mondo -,  ed uno ad intra  – alla Chiesa -. Riguardo al mondo, mi sembra che il Santo Padre, con i suoi discorsi, la sua persona, la sua presenza, la sua capacità di convincere, ha creato una nuova sensibilità per i valori morali, per l’importanza della religione nel mondo. Questo ha fatto sì che si creasse una nuova apertura, una nuova sensibilità per i problemi della religione, per la necessità della dimensione religiosa nell’uomo e soprattutto è cresciuta – in modo inimmaginabile – l’importanza del Vescovo di Roma. Tutti i cristiani hanno riconosciuto – nonostante le differenze e nonostante il loro non riconoscimento del Successore di Pietro – che è lui il portavoce della cristianità. Nessun altro al mondo, a livello mondiale può parlare così nel nome della cristianità e dar voce e forza nell’attualità del mondo alla realtà cristiana. Ma anche per la non cristianità e per le altre religioni, era lui il portavoce dei grandi valori dell’umanità. E’ anche da menzionare che è riuscito a creare un clima di dialogo fra le grandi religioni e un senso di comune responsabilità che tutti abbiamo per il mondo, ma anche che le violenze e le religioni sono incompatibili e che insieme dobbiamo cercare la strada per la pace, in una responsabilità comune per l’umanità. Spostiamo l’attenzione ora verso la situazione della Chiesa. Io direi che, anzitutto, ha saputo entusiasmare la gioventù per Cristo. Questa è una cosa nuova, se pensiamo alla gioventù del ’68 e degli anni Settanta. Che la gioventù si sia entusiasmata per Cristo e per la Chiesa ed anche per valori difficili, poteva ottenerlo soltanto una personalità con quel carisma; soltanto Lui poteva in tal modo riuscire a mobilitare la gioventù del mondo per la causa di Dio e per l’amore di Cristo. Nella Chiesa ha creato – penso – un nuovo amore per l’Eucaristia. Siamo ancora nell’Anno dell’Eucaristia, voluto da lui, con tanto amore; ha creato un nuovo senso per la grandezza della Misericordia Divina; e ha anche approfondito molto l’amore per la Madonna e ci ha così guidato ad una interiorizzazione della fede e, allo stesso tempo, ad una maggiore efficienza. Naturalmente bisogna menzionare – come sappiamo tutti – anche quanto sia stato essenziale il suo contributo per i grandi cambiamenti nel mondo nell’89, per il crollo del cosiddetto socialismo reale.

Nel corso dei suoi incontri personali e dei colloqui con Giovanni Paolo II, che cosa faceva maggior impressione a Vostra Santità? Potrebbe raccontarci i suoi ultimi incontri, forse di quest’anno, con Giovanni Paolo II?
Sì. Gli ultimi due incontri li ho avuti, un primo, al Policlinico « Gemelli », intorno al 5-6 febbraio; e, un secondo, il giorno prima della sua morte, nella sua stanza. Nel primo incontro il Papa soffriva visibilmente, ma era pienamente lucido e molto presente. Io era andato semplicemente per un incontro di lavoro, perché avevo bisogno di alcune sue decisioni. Il Santo Padre – benché soffrendo – seguiva con grande attenzione quanto dicevo. Mi comunicò in poche parole le sue decisioni, mi diede la sua benedizione, mi salutò in tedesco, accordandomi tutta la sua fiducia e la sua amicizia. Per me è stato molto commovente vedere, da una parte, come la sua sofferenza fosse in unione col Signore sofferente, come portasse la sua sofferenza con il Signore e per il Signore; e, dall’altra, vedere come risplendesse di una serenità interiore e di una lucidità completa. Il secondo incontro è stato il giorno prima della morte: era ovviamente più sofferente, visibilmente, circondato da medici ed amici. Era ancora molto lucido, mi ha dato la sua benedizione. Non poteva più parlare molto. Per me questa sua pazienza nel soffrire è stato un grande insegnamento, soprattutto riuscire a vedere e a sentire come fosse nella mani di Dio e come si abbandonasse alla volontà di Dio. Nonostante i dolori visibili, era sereno, perché era nelle mani dell’Amore Divino.

Lei, Santo Padre, spesso nei suoi discorsi evoca la figura di Giovanni Paolo II, e di Giovanni Paolo II dice che era un Papa grande, un predecessore compianto e venerato. Ricordiamo sempre le parole di Vostra Santità espresse alla Messa del 20 aprile scorso, parole dedicate proprio a Giovanni Paolo II. E’ stato Lei, Santo Padre, a dire – e qui cito – « sembra che egli mi tenga forte per mano, vedo i suoi occhi ridenti e sento le sue parole, che in quel momento rivolge a me in particolare: ‘non aver paura!’ ». Santo Padre, una domanda alla fine molto personale: Lei continua ad avvertire la presenza di Giovanni Paolo II, e se è così, in che modo?
Certo. Comincio a rispondere alla prima parte della sua domanda. Avevo inizialmente, parlando dell’eredità del Papa, dimenticato di parlare dei tanti documenti che ci ha lasciato – 14 Encicliche, tante Lettere Pastorali e tanti altri – e tutto questo rappresenta un patrimonio ricchissimo che non è ancora sufficientemente assimilato nella Chiesa. Io considero proprio una mia missione essenziale e personale di non emanare tanti nuovi documenti, ma di fare in modo che questi documenti siano assimilati, perché sono un tesoro ricchissimo, sono l’autentica interpretazione del Vaticano II. Sappiamo che il Papa era l’uomo del Concilio, che aveva assimilato interiormente lo spirito e la lettera del Concilio e con questi testi ci fa capire veramente cosa voleva e cosa non voleva il Concilio. Ci aiuta ad essere veramente Chiesa del nostro tempo e del tempo futuro. Adesso vengo alla seconda parte della sua domanda. Il Papa mi è sempre vicino attraverso i suoi testi: io lo sento e lo vedo parlare, e posso stare in dialogo continuo col Santo Padre, perché con queste parole parla sempre con me, conosco anche l’origine di molti testi, ricordo i dialoghi che abbiamo avuto su uno o sull’altro testo. Posso continuare il dialogo con il Santo Padre. Naturalmente questa vicinanza attraverso le parole è una vicinanza non solo con i testi, ma con la persona, dietro i testi sento il Papa stesso. Un uomo che va dal Signore, non si allontana: sempre più sento che un uomo che va dal Signore si avvicina ancora di più e sento che dal Signore è vicino a me in quanto io sono vicino al Signore, sono vicino al Papa e lui ora mi aiuta ad essere vicino al Signore e cerco di entrare nella sua atmosfera di preghiera, di amore del Signore, di amore della Madonna e mi affido alla sue preghiere. C’è così un dialogo permanente ed anche un essere vicini, in un nuovo modo, ma in modo molto profondo. [...]

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Il Magistero della Chiesa è luce di amore e salvezza delle anime

Posté par atempodiblog le 28 avril 2011

Il Magistero della Chiesa è luce di amore e salvezza delle anime dans Citazioni, frasi e pensieri San-Giustino-Maria-della-SS-Trinit-Russolillo-Apostolo-delle-Vocazioni

Il Magistero della Chiesa è luce di amore e salvezza delle anime […] gli uomini si illudono e s’ingannano, si tradiscono e rovinano con qualunque altro criterio e modo di regolarsi e comportarsi per se stessi e di governare e amministrare gli altri, servirsi e disporre degli altri…! Tutto declina all’ingiustizia, tutto si appantana nell’egoismo, tutto sprofonda nell’odio, senza lo Spirito dell’Amore… O Spirito Santo tutto amore, siete Voi solo lo Spirito delle opere di Dio, dei modi di Dio, dei disegni divini, della condotta e governo di Dio.

Don Giustino Maria Russolillo

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Maria, magnificenza dell’Altissimo

Posté par atempodiblog le 28 avril 2011

Maria, magnificenza dell'Altissimo dans Citazioni, frasi e pensieri mariamadredidio

Io dico con i santi: la divina Maria è il paradiso terrestre del nuovo Adamo, ove s’incarnò per opera dello Spirito Santo, per operarvi meraviglie incomprensibili. È il grande e divino mondo di Dio, ove sono bellezze e tesori ineffabili. È la magnificenza dell’Altissimo, ove egli nascose, come nel suo seno, il suo unico Figlio, e in lui tutto quanto vi è di più eccellente e di più prezioso. Oh! quante cose grandi e nascoste Dio onnipotente operò in questa creatura ammirabile, come ella stessa fu obbligata a dire, malgrado la sua profonda umiltà: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente» (Lc 1,49). Il mondo non le conosce, perché ne è incapace e indegno.

San Luigi Maria Grignion da Montfort

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Grazie per l’infinito amore

Posté par atempodiblog le 28 avril 2011

Grazie per l'infinito amore dans Citazioni, frasi e pensieri pian-003

O mio Dio, grazie per tutti i favori che mi tieni preparati, grazie soprattutto per l’infinito amore con cui mi ami e mi vuoi tutto Tuo.

Don Giustino Maria Russolillo

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Maria e la risurrezione di Cristo

Posté par atempodiblog le 26 avril 2011

Maria e la risurrezione di Cristo (1 Cor 15, 3-6a).

Maria e la risurrezione di Cristo dans Commenti al Vangelo Giovanni-Paolo-II-e-Maria

1. Dopo la deposizione di Gesù nel sepolcro, Maria “rimane sola a tener viva la fiamma della fede, preparandosi ad accogliere l’annuncio gioioso e sorprendente della resurrezione” (Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 3 aprile 1996, p. 4: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, 1 (1996) 912). L’attesa vissuta il Sabato Santo costituisce uno dei momenti più alti della fede della Madre del Signore: nell’oscurità che avvolge l’universo, Ella si affida pienamente al Dio della vita e, riandando alle parole del Figlio, spera nella realizzazione piena delle divine promesse.
I Vangeli riportano diverse apparizioni del Risorto, ma non l’incontro di Gesù con sua Madre. Questo silenzio non deve portare a concludere che dopo la Resurrezione Cristo non sia apparso a Maria; ci invita invece a ricercare i motivi di una tale scelta da parte degli evangelisti.
Ipotizzando una “omissione”, essa potrebbe essere attribuita al fatto che quanto è necessario per la nostra conoscenza salvifica è affidato alla parola di “testimoni prescelti da Dio” (At 10, 41), cioè agli Apostoli, i quali “con grande forza” hanno reso testimonianza della risurrezione del Signore Gesù (cfr At 4, 33). Prima che a loro, il Risorto è apparso ad alcune donne fedeli a motivo della loro funzione ecclesiale: “Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno” (Mt 28, 10).
Se gli autori del Nuovo Testamento non parlano dell’incontro della Madre con il Figlio risorto, ciò è, forse, attribuibile al fatto che una simile testimonianza avrebbe potuto essere considerata, da parte di coloro che negavano la resurrezione del Signore, troppo interessata, e quindi non degna di fede.

2. I Vangeli, inoltre, riferiscono un piccolo numero di apparizioni di Gesù risorto, e non certo il resoconto completo di quanto accadde nei quaranta giorni dopo la Pasqua. San Paolo ricorda un’apparizione “a più di cinquecento fratelli in una sola volta”(1 Cor 15, 6). Come giustificare che un fatto noto a molti non sia riferito dagli Evangelisti, nonostante la sua eccezionalità? E’ segno evidente che altre apparizioni del Risorto, pur essendo nel novero dei fatti avvenuti e notori, non sono state riportate.
La Vergine, presente nella prima comunità dei discepoli (cfr At 1, 14), come potrebbe essere stata esclusa dal numero di coloro che hanno incontrato il suo divin Figlio risuscitato dai morti?

3. E’ anzi legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso. L’assenza di Maria dal gruppo delle donne che all’alba si reca al sepolcro (cfr Mc 16, 1; Mt 28, 1), non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella aveva già incontrato Gesù? Questa deduzione troverebbe conferma anche nel dato che le prime testimoni della resurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce, e quindi più salde nella fede.
Ad una di loro, Maria Maddalena, infatti, il Risorto affida il messaggio da trasmettere agli Apostoli (cfr Gv 20, 17-18). Anche questo elemento consente forse di pensare a Gesù che si mostra prima a sua Madre, Colei che è rimasta la più fedele e nella prova ha conservato integra la fede.
Infine, il carattere unico e speciale della presenza della Vergine sul Calvario e la sua perfetta unione con il Figlio nella sofferenza della Croce, sembrano postulare una sua particolarissima partecipazione al mistero della risurrezione.
Un autore del secolo quinto, Sedulio, sostiene che Cristo si è mostrato nello splendore della vita risorta innanzitutto alla propria Madre. Infatti, Colei che nell’Annunciazione era stata la via del suo ingresso nel mondo era chiamata a diffondere la meravigliosa notizia della risurrezione, per farsi annunziatrice della sua gloriosa venuta. Inondata così dalla gloria del risorto, Ella anticipa lo “sfolgorio” della Chiesa (cfr Sedulio, Carmen Pascale, 5,357-364, CSEL 10, 140s).

4. Essendo immagine e modello della Chiesa, che attende il Risorto e che nel gruppo dei discepoli lo incontra durante la apparizioni pasquali, sembra ragionevole pensare che Maria abbia avuto un contatto personale col Figlio risorto, per godere anche lei della pienezza della gioia pasquale.
Presente sul Calvario durante il Venerdì Santo (cfr Gv 19, 25) e nel Cenacolo a Pentecoste (cfr At 1, 14), la Vergine Santissima è probabilmente stata testimone privilegiata anche della risurrezione di Cristo, completando in tal modo la sua partecipazione a tutti i momenti essenziali del Mistero pasquale. Accogliendo Gesù risorto, Maria è inoltre segno ed anticipazione dell’umanità, che spera nel raggiungimento della sua piena realizzazione mediante la risurrezione dai morti.
Nel tempo pasquale la comunità cristiana, rivolgendosi alla Madre del Signore, la invita a gioire: “Regina Coeli, laetare. Alleluja!”, “Regina del cielo, rallegrati. Alleluja! ». Ricorda così la gioia di Maria per la risurrezione di Gesù, prolungando nel tempo il “rallegrati” rivoltole dall’Angelo nell’annunciazione, perché divenisse “causa di gioia” per l’intera umanità.

Giovanni Paolo II

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Kiko Argüello ha composto una sinfonia dedicata al popolo ebraico in ricordo della Shoà

Posté par atempodiblog le 25 avril 2011

Kiko Argüello, fondatore con Carmen Hernandez del Cammino Neocatecumenale, ha appena composto una sinfonia dedicata al popolo ebraico in ricordo della Shoà.

Kiko Argüello ha composto una sinfonia dedicata al popolo ebraico in ricordo della Shoà dans Angela Pellicciari kikoarguello

Kiko suona bene la chitarra, ha fatto decine di canti per aiutare la preghiera dei fratelli durante le celebrazioni liturgiche, ma non è un musicista.

Quando mi vengono i dubbi sull’esistenza di Dio, penso che Kiko e Carmen non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto se Dio non esistesse. In poco più di 40 anni sono sorti 78 seminari, 4000 donne del Cammino sono entrate nei monasteri di clausura, migliaia di coppie con tantissimi figli sono disponibili ad andare in missione in ogni parte del mondo, 600 delle quali già partite. E adesso la sinfonia. San Paolo dice che è Dio a suscitare il volere e l’operare. Fatto sta che Kiko ha concepito un trittico sinfonico il cui tema centrale è la sofferenza degli innocenti e lo ha realizzato in pochissimo tempo: «Ho visto che mi sorgeva spontaneo dire come doveva suonare il fagotto, o l’oboe, o l’arpa». Lo scandalo della sofferenza degli innocenti ha portato a metà degli anni ’60 un Kiko appena convertito a vivere insieme agli zingari in una borgata di Madrid. Non voleva predicare, non voleva aiutare nessuno, voleva solo stare ai piedi della croce degli ultimi fra gli ultimi. A distanza di mezzo secolo, la sofferenza degli innocenti, di Gesù e di Maria, ha portato Kiko a comporre musica e il suo è un intento catechetico: la sinfonia è eseguita all’interno di una celebrazione liturgica in cui la Parola si intreccia con la musica. Dopo aver ascoltato il concerto, l’incaricato delle relazioni tra la chiesa cattolica e il popolo ebraico rabbino Rosen, visibilmente commosso, ha raccontato un dialogo chassidico: ci sono due amici e l’uno chiede all’altro: «Boris, tu mi ami? Certo che ti amo. Boris, tu sai quello che mi fa soffrire? Ma come posso sapere cosa ti fa soffrire? E allora, Boris, se non sai cosa mi fa soffrire, come puoi dire che mi ami?». Rosen ha aggiunto: «Questa opera musicale ha una grande intuizione, perché ha saputo – anche se è un’opera cristiana – esprimere l’identità ebraica, la sofferenza ebraica e la speranza ebraica». La sofferenza degli innocenti è stata eseguita in questa Settimana Santa alla Domus Galilaeae (il Centro internazionale del Cammino neocatecumenale sul lago di Tiberiade) da un’orchestra e un coro di 120 musicisti del Cammino provenienti da Spagna, Italia e Polonia: il martedì di fronte ad un pubblico di 800 arabi, il giovedì davanti a 900 ebrei, fra cui cinque rabbini. Arabi ed ebrei hanno avuto una reazione analoga: attenzione, stupore, commozione. Kiko pensa che questa sinfonia possa avvicinare gli atei a Dio ed immagina che la musica unita alla Parola possa toccare il cuore dei pagani. Immagina di continuare a New York, Berlino, ovunque, utilizzando la sinfonia-catechesi come luogo di incontro nell’atrio dei pagani. Quell’atrio del tempio di Gerusalemme in cui era permesso l’accesso anche ai pagani che si interrogavano su Dio. « A Dio nulla è impossibile » dice l’angelo Gabriele a Maria annunciandole l’incarnazione di Dio nel suo seno. A Dio nulla è impossibile e la fantasia dello Spirito Santo è inesuaribile: in questo caso si è servita di una toccante sinfonia composta da Kiko Argüello che non è musicista. Buona Pasqua.

di Angela Pellicciari – Il Tempo

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Buona Pasqua

Posté par atempodiblog le 24 avril 2011

Cristo è risorto! Alleluja!

Buona Pasqua dans Santa Pasqua gesrisorto

Auguri a tutti per una Santa Pasqua di pace e di vera gioia che solo Cristo può donare.

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