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Testimoni della vita buona del Vangelo

Posté par atempodiblog le 1 février 2011

Testimoni della vita buona del Vangelo dans Fede, morale e teologia vitaconsacrata

I Vescovi italiani hanno voluto concentrare l’impegno pastorale delle nostre Chiese nel nuovo decennio su quella che il Santo Padre Benedetto XVI ha appropriatamente definito l’emergenza educativa . La sfida dell’educazione emerge, infatti, sempre più chiaramente come la questione più urgente per la vita della società, e quindi anche della Chiesa. È il Papa stesso a ricordarci che a causa di un errato concetto di autonomia della persona, di una riduzione della natura a mera materia manipolabile e della stessa Rivelazione cristiana a momento di sviluppo storico, privo di contenuti specifici, il processo di trasmissione dei valori tra le generazioni è fortemente compromesso. Per questo i luoghi tradizionali della formazione, quali la famiglia, la scuola e la comunità civile, sembrano tentati di rinunciare alla responsabilità educativa, riducendola a una mera comunicazione di informazioni, che lascia le nuove generazioni in una solitudine disorientante. In realtà, la vera esperienza educativa porta a scoprire che l’io di ogni persona è dato e si compie in relazione al “tu” e al “noi”, e ultimamente al “tu” di Dio, rivelatoci in Cristo e reso accessibile dal dono dello Spirito Santo. Infatti, “solo l’incontro con il ‘tu’ e con il ‘noi’ apre l’‘io’ a se stesso” . Sostenuti da queste visione antropologica e teologica, riconosciamo l’importanza vitale di promuovere l’educazione alla vita buona del Vangelo.

A questo compito urgente e affascinante sono chiamate tutte le componenti ecclesiali. In questa Giornata, vogliamo ribadire che “un ruolo educativo particolare è riservato nella Chiesa alla vita consacrata”. Prima ancora delle numerose opere promosse nell’ambito educativo dagli istituti di vita consacrata, è necessario aver presente che la stessa sequela di Cristo, casto, povero e obbediente, costituisce di per sé una testimonianza della capacità del Vangelo di umanizzare la vita attraverso un percorso di conformazione a Cristo e ai suoi sentimenti verso il Padre. Inoltre, la natura stessa della vita consacrata ci ricorda che il metodo fondamentale dell’educazione è caratterizzato dall’incontro con Cristo e dalla sua sequela. Non ci si educa alla vita buona del Vangelo in astratto, ma coinvolgendosi con Cristo, lasciandosi attrarre dalla sua persona, seguendo la sua dolce presenza attraverso l’ascolto orante della Sacra Scrittura, la celebrazione dei sacramenti e la vita fraterna nella comunità ecclesiale. È proprio la vita fraterna, tratto caratterizzante la consacrazione, a mostrarci l’antidoto a quell’individualismo che affligge la società e che costituisce spesso la resistenza più forte a ogni proposta educativa. La vita consacrata ci ricorda così che ci si forma alla vita buona del Vangelo solo per la via della comunione.

Anche i consigli evangelici, vissuti da Gesù e proposti ai suoi discepoli, possiedono un profondo valore educativo per tutto il popolo di Dio e per la stessa società civile. Come ha affermato il venerabile Giovanni Paolo II, essi rappresentano una sfida profetica e sono una vera e propria “terapia spirituale” per il nostro tempo. L’uomo, che ha un bisogno insopprimibile di essere amato e di amare, trova nella testimonianza gioiosa della castità un riferimento sicuro per imparare a ordinare gli affetti alla verità dell’amore, liberandosi dall’idolatria dell’istinto; nella povertà evangelica, egli si educa a riconoscere in Dio la nostra vera ricchezza, che ci libera dal materialismo avido di possesso e ci fa imparare la solidarietà con chi è nel bisogno; nell’obbedienza, la libertà viene educata a riconoscere che il proprio autentico sviluppo sta solo nell’uscire da se stessi, nella ricerca costante della verità e della volontà di Dio, che è “una volontà amica, benevola, che vuole la nostra realizzazione”.

Gli Orientamenti pastorali ribadiscono che la vita consacrata “costituisce una testimonianza fondamentale per tutte le altre forme di vita cristiana, indicando la meta ultima della storia in quella speranza che sola può animare ogni autentico processo educativo”. Infatti, senza una speranza affidabile non è possibile sostenere l’impegno della educazione. La vita consacrata, esprimendo in modo peculiare l’indole escatologica di tutta la Chiesa, richiama ogni fedele alla meta che ci è assicurata in Gesù risorto, speranza del mondo. Pellegrini nel tempo, abbiamo bisogno di attingere mediante la virtù della speranza a ciò che è definitivo; per questo la vita consacrata “costituisce un efficace rimando a quell’orizzonte escatologico di cui ogni uomo ha bisogno per poter orientare le proprie scelte e decisioni di vita”.

Su queste basi fiorisce l’impegno specifico di tanti istituti di vita consacrata nel campo dell’educazione, secondo il carisma proprio, la cui fecondità è testimoniata dalla presenza di numerosi educatori santi. La vita consacrata ci ricorda che l’educazione è davvero “cosa del cuore”: non affastellamento di emozioni, ma sintesi personale, a partire dalla quale si orientano le scelte e le decisioni di ognuno. Tutto il popolo di Dio si attende che questa ricchezza, che ha lasciato traccia di sé in tante istituzioni scolastiche e nella cura di itinerari di vita spirituale, si rafforzi e si rinnovi anche mediante la collaborazione con le Chiese particolari.

Infine, celebrando la Giornata della vita consacrata, come non sentire l’urgenza educativa in riferimento alla animazione vocazionale? Oggi più che mai, abbiamo bisogno di educarci a comprendere la vita stessa come vocazione e come dono di Dio, così da poter discernere e orientare la chiamata di ciascuno al proprio stato di vita. La testimonianza dei consacrati e delle consacrate, attraverso la sequela radicale di Cristo, rappresenta anche da questo punto di vista una risorsa educativa fondamentale per scoprire che vivere è essere voluti e amati da Dio in Cristo istante per istante: “Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario. Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con lui”.

Messaggio della Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata per la XV Giornata mondiale della vita consacrata – 2 febbraio 2011

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Monastero, scuola di felicità

Posté par atempodiblog le 1 février 2011

Monastero, scuola di felicità dans Riflessioni monastero

Il monastero è una scuola, una scuola dove apprendiamo a essere felici. La nostra felicità consiste nel partecipare alla felicità di Dio, alla perfezione della Sua libertà illimitata, alla perfezione del Suo amore.
Ciò che deve essere risanato è la nostra natura, fata a somiglianza di Dio. Ciò che dobbiamo apprendere è l’amore. Cura ed istruzione sono una cosa sola, perché nel profondo della nostra essenza siamo modellati alla libertà a somiglianza di Dio, e l’esercizio di questa libertà non è se non l’esercizio dell’amore disinteressato di Dio per Se stesso, perché Egli è Dio.
Il principio dell’amore è la verità, e prima di darci il Suo amore, Dio deve purificare le nostre anime dalle menzogne che in esse si trovano. E il modo più efficace di distaccarci da noi stessi è quello di indurci a detestare noi stessi quali ci siamo ridotti col peccato, così da poterLo amare riflesso nelle anime nostre quali Egli le ha ricreate col Suo amore.
Questo è il significato della vita contemplativa, e il senso di tutte quelle piccole regole apparentemente prive di significato, delle osservanze dei digiuni, delle obbedienze, delle penitenze, delle umiliazioni e delle fatiche che compendiano l’esistenza quotidiana di un monastero di contemplativi: essere servono a ricordarci chi siamo noi e chi è Dio, perché la vista di noi stessi ci dia nausea e ci rivolgiamo a Lui, e alla fine Lo ritroveremo in noi, nelle nostre nature purificate, che sono divenute lo specchio della Sua terribile bontà e del Suo infinito amore…”.

di Thomas Merton – La montagna dalle sette balze

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La vita del Santo Curato d’Ars fu un miracolo continuo

Posté par atempodiblog le 1 février 2011

La vita del Santo Curato d'Ars fu un miracolo continuo dans Don Tino Rolfi Don-Tino-Rolfi

Il miracolo è un segno del divino e il sigillo di Dio sulla Terra, ma la santità può sussistere anche senza i miracoli e così anche se Don Vianney non avesse fatto alcun miracolo non sarebbe per questo meno santo e meno ammirevole, ma a pensarci bene la sua vita non fu forse un miracolo continuo? « Egli fu il primo e il più grande di tutti i suoi miracoli » questo fu il pensiero che scrisse il Riba De Neyra parlando di San Bernado. Ebbene lo stesso pensiero fu espresso non meno felicemente da un contemporaneo di Don Vianney cioè dal bravo maestro Pertinand che fu suo grande amico (e all’occasione suo barbiere e suo infermiere), disse infatti: « l’opera più difficile, più straordinaria e più prodigiosa che abbia realizzato il Curato d’Ars fu la sua vita, la sua stessa vita ».

di Don Tino Rolfi

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La cura del nostro buon nome

Posté par atempodiblog le 1 février 2011

La cura del nostro buon nome dans Mormorazione cuore

Lo Spirito Santo ci avvisa di aver cura del buon nome: “abbi cura del buon nome, perché più sicuramente ti resterà che mille preziosi e grandi tesori. Della buona vita si numerano i giorni; ma il buon nome dura in eterno” (Ecclesiastico, 41 15-16). La buona reputazione è necessaria, specialmente a chi è costituito in dignità, per l’edificazione del prossimo, per avanzare nella propria carriera, per poter compiere il proprio dovere, per fare del bene.
Dobbiamo dunque cercare di possedere realmente quelle buone qualità che altri ammirano in noi “con modestia e timore, forti della buona coscienza, di modo che quando si sparlasse di noi, rimangano confusi quelli che calunniano la nostra buona condotta in Cristo” (1 Pietro, 3,16). Non è lecito però ricorrere, per conservare la fama, a mezzi cattivi, come sarebbe, per es., l’ipocrisia. Nessuno tuttavia è obbligato a manifestare i suoi difetti e le sue colpe a chi non ha nessun diritto di conoscerle.

Borla e Testore

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Mirate al Cielo

Posté par atempodiblog le 1 février 2011

Mirate al Cielo dans Citazioni, frasi e pensieri San-Giuseppe-Moscati

In tutte le vostre opere, mirate al Cielo, e all’eternità della vita e dell’anima, e vi orienterete allora molto diversamente da come vi suggerirebbero pure considerazioni umane, e la vostra attività sarà ispirata al bene.

San Giuseppe Moscati

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