La contrizione quotidiana
Posté par atempodiblog le 6 novembre 2010
Il dolore è perfetto quando il cuore si spezza per il dispiacere di avere offeso Dio, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Guardando a Gesù crocifisso che espia su di sé i nostri peccati, al nostro posto e per nostro amore, il ghiaccio del cuore si scioglie e la gratitudine prende il posto dell’indifferenza.
Presentiamo ogni sera al Crocifisso tutti i peccati della nostra vita, odiandoli e detestandoli, e chiediamo a Gesù di lavarli col suo sangue e di bruciarli nel suo amore. Possiamo farlo con le nostre parole o recitando col cuore l’Atto di dolore, oppure “O Gesù d’amore acceso”.
Gli effetti dell’atto di dolore perfetto, o contrizione di carità, sono mirabili. Se recitato in vista della confessione, rimette immediatamente tutti i peccati, compresi quelli mortali e persino le pene connesse al peccato (Cfr. Catechismo C. C. 1452).
La contrizione è una grazia da chiedere ogni giorno davanti alla Croce. In questo modo la nostra anima, infiammata dall’amore di Dio, è sempre pronta per il paradiso. La contrizione quotidiana e la confessione mensile ci permettono di vivere costantemente in grazia di Dio e di essere tralci vivi e fruttiferi della vigna del Signore.
di Padre Livio Fanzaga
Ricorda
Secondo il precetto della Chiesa, «ogni fedele, raggiunta l’età della discrezione, è tenuto all’obbligo di confessare fedelmente i propri peccati
gravi, almeno una volta nell’anno». Colui che è consapevole di aver commesso un peccato mortale non deve ricevere la santa Comunione, anche se prova una grande contrizione, senza aver prima ricevuto l’assoluzione sacramentale, a meno che non abbia un motivo grave per comunicarsi
e non gli sia possibile accedere a un confessore. I fanciulli devono accostarsi al sacramento della Penitenza prima di ricevere per la prima
volta la santa Comunione. (Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1457)
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