L’ora della morte

Posté par atempodiblog le 1 novembre 2010

L'ora della morte dans Fede, morale e teologia Sole-sui-cipressi

Quando diciamo che l’ora della morte è incerta, rappresentiamo quell’ora come situata in uno spazio vago e lontano. Essa non ha per noi nessun rapporto con la giornata già iniziata. Per noi è impossibile che accada proprio questo pomeriggio in cui l’impiego di tutte le ore è già stato tutto ben definito.

Quanto è vero quello che scrive il famoso scrittore francese Marcel Proust nei Guermantes, una parte del suo capolavoro Alla ricerca del tempo perduto!

Quando pensiamo alla nostra morte – e lo facciamo rarissimamente – la immaginiamo relegata in una data remota e astratta, che non ha nulla a che vedere con le giornate che stiamo vivendo, già ben programmate e fitte di impegni. E invece dovremmo sapere che sarà proprio in un giorno normale, forse neppure così lontano nel tempo, che la morte si presenterà davanti a noi, anzi, dentro di noi, per strapparci da questo orizzonte e da un’esistenza che forse aveva ancora tanti progetti da compiere.

Per questo è necessario superare quella sorta di censura attorno all’«ora della morte» e, in una giornata simbolica come questa, è utile sostare alcuni istanti e riflettere per ordinare la vita non solo secondo gli impegni quotidiani ma anche secondo quella meta estrema.

Francesco Petrarca in una lettera latina a Boccaccio confessava: «Spero che la morte mi colga mentre sono intento a leggere o a scrivere o, se a Dio piacerà, mentre prego e piango».

La morte bella è quella che si attua mentre siamo con la coscienza in pace, posti nel cuore delle azioni o nella quiete della preghiera ma con la serenità interiore. E questo è possibile solo se ci si prepara ogni giorno con una vita giusta e fedele.

di Gianfranco Ravasi

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