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Un’anima non è mai senza la scorta degli angeli

Posté par atempodiblog le 30 septembre 2010

Un’anima non è mai senza la scorta degli angeli dans Citazioni, frasi e pensieri Angelo-di-Dio-che-sei-mio-custode
Immagine tratta da: Mis ilustraciones

Un’anima non è mai senza la scorta degli angeli, questi spiriti illuminati sanno benissimo che l’anima nostra ha più valore che non tutto il mondo.

San Bernardo di Chiaravalle

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La pazienza cresce col crescere dell’amore

Posté par atempodiblog le 27 septembre 2010

La pazienza cresce col crescere dell'amore dans Citazioni, frasi e pensieri yf2

La pazienza cresce col crescere dell’amore. Il prossimo lo sopportiamo nella misura in cui lo amiamo. Se smetti di amare, smetterai di sopportare. Chi meno amiamo, meno lo sopportiamo.

San Gregorio Magno

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La cosa più preziosa per noi

Posté par atempodiblog le 26 septembre 2010

La cosa più preziosa per noi dans Antonio Socci sanpietro

[...] Ma cosa vi ricorda l’uomo che sbandiera la propria rettitudine e giudica con disprezzo quel peccatore laggiù?

Facile! Ricorda la parabola del fariseo e del pubblicano raccontata da Gesù, il quale però concluse che fu il peccatore che si batteva il petto e stava a testa bassa a salvarsi, non l’“uomo onesto” (che, si badi bene, era veramente una persona perbene, osservante della Legge, anche sinceramente impegnato).

Tutto questo ricorda anche le scandalizzate invettive di alcuni (non tutti) scribi e farisei contro Gesù reo di parlare con pubblicani e prostitute. Gesù, purissimo e buono, accetta anche l’invito a pranzo di pubblici peccatori, ha affetto per ciascuno di loro, e – con somma indignazione dei benpensanti – lascia che una povera donna di pessima fama gli baci i piedi bagnandoli con le sue lacrime di dolore. Erano in tanti a scandalizzarsi di questa libertà di Gesù dalle loro regole. Eppure a questi tali, a questa gente perbene, onesta e osservante della Legge, Gesù non risponde giustificandosi o arrampicandosi sui vetri, ma con un colpo da ko: “i pubblicani e le prostitute vi precederanno nel Regno di Dio” (Mt. 21,31). Doveva essere come un pugno nello stomaco (lo è pure per noi). E quando, secondo la Legge, pretendono di lapidare l’adultera e di avere il suo consenso, dice loro: “chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”.

Silenzio generale, imbarazzo e poi, uno ad uno, se ne vanno. Un giorno fissando negli occhi questa gente perbene (che giudicava gli altri e li disprezzava come peccatori) scandisce queste parole: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità… Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?” (Mt. 23).

Si resta sinceramente sconcertati davanti a queste parole di fuoco di Gesù che tuona contro la gente perbene ed è invece dolce con i peccatori (che, in fin dei conti, sono davvero gente discutibile, gente che, come minimo, se l’è spassata). Non è che Gesù voglia invitare a essere peccatori, ma a essere umili e a non giudicare gli altri.

Perché, diciamo la verità, per ciascuno di noi i disonesti, i profittatori, gli opportunisti e i puttanieri (o le puttane) sono sempre “gli altri”. E ognuno di noi istintivamente si mette nel novero delle persone che fanno il proprio dovere, le persone perbene. Ebbene, i santi fanno l’esatto opposto. Un giorno frate Masseo chiede a frate Francesco: “perché a te tutto il mondo viene dietro, e ogni persona pare che desideri di vederti, d’udirti, d’ubbidirti? Tu non sei un uomo bello nell’aspetto, tu non sei di grande scienza, tu non sei nobile; dunque perché a te tutto il mondo viene dietro?”. E Francesco: “Vuoi sapere perché a me tutto il mondo mi venga dietro? Questo io ho dagli occhi dell’Altissimo, che in ogni luogo contemplano i buoni e i rei: poiché quegli occhi santissimi non hanno veduto fra i peccatori nessuno più vile, nè più insufficiente, nè più grande peccatore di me; e perché per fare quell’operazione meravigliosa che egli intende fare, non ha trovato più vile creatura sopra la terra… cosicché si conosca che ogni virtù e ogni bene viene da lui e nessuna creatura si possa gloriare al suo cospetto”. Nel mondo alla rovescia che è il cristianesimo è meglio sentirsi nel novero dei peccatori. E mendicare grazia. Come diceva Péguy (un grande convertito che pure, per una sua situazione familiare complessa, non si avvicinava ai sacramenti): “le persone morali non si lasciano bagnare dalla grazia”. La morale le rende impermeabili. Al contrario di chi si riconosce miserabile: “Si spiega così il fatto che la grazia operi sui più grandi criminali e risollevi i più miserabili peccatori”. Anche quando Gesù è in croce, viene dileggiato da qualche osservante della Legge, e viene “riconosciuto” dal ladrone che doveva aver praticato addirittura la lotta armata. E Gesù lo salva. La grazia è arrivata al suo cuore, attraverso le ferite della sua vita, ma non al cuore di chi era corazzato con la sua superba moralità. E’ solo questo atteggiamento umile e mendicante che ci è chiesto.

Infatti il Papa, sull’accesso all’Eucaristia, non ha affatto detto “no tu no, che sei peccatore”, come qualcuno ha fatto credere. Ecco invece le sue splendide parole: “Quanti non possono ricevere la Comunione in ragione della loro situazione, trovano comunque nel desiderio della Comunione e nella partecipazione all’Eucaristia una forza e un’efficacia salvatrice”.

Padre Pio raccomandava questa “comunione spirituale” ricordata dal Papa e considerata dal Concilio di Trento uno dei modi di comunicarsi (la Santa Messa peraltro è una forza di trasformazione e di salvezza per tutti, non solo per chi si comunica sacramentalmente). Basta sentire la fame e la sete di Lui. [...]

Don Giussani lo spiegava così: “Cristo è amabile da noi esattamente così come siamo”.

Peccatori, incoerenti, poveracci: né il limite nostro, né quello altrui può impedirci di volergli bene. E’ solo questo che Gesù ci chiede. Lui farà il resto. Dopo che Pietro lo rinnegò tre volte e poi pianse, quando Gesù, risorto, torna fra i suoi, non si mette a chieder conto del tradimento o a rimproverarlo: “Non ha detto: non peccare, non tradire, non essere incoerente. Non ha toccato nulla di questo. Ha detto: Simone, mi ami tu?”. Solo questo conta, non la nostra coerenza, ma l’affezione a Lui. La commozione al ricordo di Lui che ci ama così come siamo. Don Giussani ci scioglieva il cuore quando spiegava: “Cristo è colui che si compiace di noi, di me, dice san Pietro piangendo. Cristo è colui che si compiace di noi, di me, dice la Maddalena, la Samaritana, l’assassino. Cristo è colui che si compiace di me, e perciò mi perdona. Mi ama e mi perdona”.

di Antonio Socci

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Il santo Rosario, la vera arma

Posté par atempodiblog le 23 septembre 2010

Il santo Rosario, la vera arma dans Anticristo RM

[...] un brano tratto dalla Positio: «Un giorno Padre Pio mettendosi a letto disse ai frati che erano con lui: “Datemi l’arma”. E i frati, sorpresi e incuriositi, gli chiedono: “Dov’è l’arma?”. E Padre Pio: “Sta nella mia tonaca, che avete appesa all’attaccapanni or ora!”. I frati, dopo aver rovistato per bene in tutte le tasche del suo abito religioso, gli dicono: “Padre, non c’è nessuna arma nel suo saio! C’è soltanto la Corona del Rosario!”. E Padre Pio, subito: “E questa non è un’arma? La vera arma?”».
Insomma, senza mezzi termini Padre Pio ci invita a ricorrere al santo Rosario come all’arma più efficace nella lotta contro il menzognero e omicida per eccellenza che è il Diavolo.

E’ un invito da accogliere con serietà e urgenza, perché non c’è battaglia contro il Demonio che si possa intraprendere senza l’aiuto di Maria, invocata con la preghiera del Rosario. E mi pare poi il miglior commento a quel messaggio che la Regina della Pace ha rivolto all’umanità tutta da Medjugorje, quando ha detto: «Cari figli, rivestitevi dell’armatura contro Satana e vincetelo con il Rosario in mano» (Messaggio dell’8 agosto 1985). Il Rosario: questa è la grande arma che Padre Pio aveva e che la Regina della Pace ha voluto che noi tutti tenessimo in mano. Per ricordarci che le armi per vincere contro Satana sono davvero alla portata di tutti, come Padre Pio ha ben testimoniato: invocare i nomi di Gesù e Maria e pregare il santo Rosario.

Tratto da: L’ora di Satana (L’attacco del Male al mondo contemporaneo) di Padre Livio Fanzaga con Diego Manetti, Ed. Piemme

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Il valore della Santa Messa

Posté par atempodiblog le 23 septembre 2010

Il valore della Santa Messa dans Citazioni, frasi e pensieri sanpadrepio

« Sarebbe più facile che la terra si reggesse senza sole, anziché senza la Santa Messa ».

San Padre Pio da Pietrelcina

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La coscienza

Posté par atempodiblog le 21 septembre 2010

La coscienza dans Citazioni, frasi e pensieri John-Henry-Newman

La coscienza «è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza. [...] Essa è la messaggera di Colui che, nel mondo della natura come in quello della grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida. La coscienza è il primo di tutti i vicari di Cristo».

John Henry Newman

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Gli occhi di Maria

Posté par atempodiblog le 20 septembre 2010

Gli occhi di Maria dans Fede, morale e teologia Gli-occhi-di-Maria

“Mai, nella storia della Chiesa, era avvenuto qualcosa di simile”. Affermazione impegnativa – ma giustificata – degli storici che si occuparono degli eventi cui questo libro è dedicato. Mentre i feroci saccheggiatori del Bonaparte invadevano lo Stato Pontificio, a Roma, a partire dal 9 luglio 1796, più di cento immagini (in gran parte mariane) si “animarono”. Muovevano, cioè gli occhi, mutavano colore, talvolta cambiavano espressione. Il fenomeno era iniziato poco prima ad Ancona ed avvia avuto per testimone Napoleone stesso. che ne fu scosso. Ma nella capitale si verificò un’autentica “esplosione” che durò mesi, sotto gli occhi dei duecentomila abitanti, anche non cattolici, senza una sola voce di dissenso. Le autorità religiose – pur desiderose di non irritare gli invasori – furono “costrette” ad aprire un rigoroso processo, dove sfilarono decine e decine di testimoni giurati. alcuni dei quali uomini di scienza. Alla fine, la sentenza non poté esitare: davvero Maria aveva voluto testimoniare così la sua protezione per la città minacciata. Nella liturgia fu inserita la “festa dei prodigi della Beata Vergine”. Se la ricorrenza è ancora celebrata, la storia, anche cattolica sembra avere perso memoria di quei fatti sconvolgenti, sbrigati troppo spesso come psicosi collettiva. Rino Cammilleri ha ricostruito. con oggettività e serietà, la catena di eventi misteriosi e inauditi. Dopo il racconto, si è confrontato sulla loro veridicità e sul loro significato con Vittorio Messori, lo scrittore noto anche per le sue ricerche sui “carismi” mariani. Messori abbozza un tentativo di “teologia della storia”: una tale ondata di prodigi proprio mentre la Rivoluzione investiva il centro del cattolicesimo non sembra affatto casuale. Ma pare inscriversi in mi enigmatico “piano” provvidenziale di cui qui – dati e nomi alla mano – si tenta di discernere le linee.

Fonte: et-et.it

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Nostra Signora de La Salette

Posté par atempodiblog le 19 septembre 2010

Notre-Dame delle altezze
da « Pellegrino a quattro ruote » di P. Livio Fanzaga

Nostra Signora de La Salette dans Apparizioni mariane e santuari La-Salette

La Salette: tra cielo e terra

Non saprei dire con esattezza quante volte sono stato a La Salette, essendo la località facilmente raggiungibile dal Nord Italia. Mi ricordo però molto bene la prima volta, quando decisi il pellegrinaggio a metà degli anni novanta, nel momento in cui in Italia ferveva la campagna per un referendum sull’apertura dei negozi alla domenica. Le parole della Santa Vergine (“Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non me lo si vuole concedere. E’ questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio”) mi erano rimaste impresse nel cuore e mi avevano fatto comprendere come fosse importante anche per la società civile il rispetto della domenica, il giorno del Signore, per ottenere la benedizione di Dio e la sua protezione.

In quell’occasione mi era capitata un’esperienza singolare che ho interpretato come un segno del Cielo, a causa del quale questo santuario mi è sempre stato particolarmente caro. Appena arrivato in cima al pianoro, sono sceso lungo il valloncello dove sgorga l’acqua della sorgente e, dopo essermi lavato le mani e aver bevuto dell’acqua, mi sono recato in chiesa che, nonostante numerosi pellegrini che si trovavano nei pressi del santuario, in quel momento era completamente vuota. Approfittando della circostanza ho raggiunto l’altare, quindi ho girato intorno ad esso, verso destra, per leggere un versetto della Sacra Scrittura che era già aperta sul leggio. Mi cadde sotto gli occhi un versetto del Salmo 25 al versetto 6 che, con mia grande meraviglia, suonava così: “Lavo nell’innocenza le mie mani e giro attorno al tuo altare, Signore, per far risuonare voci di lode e per narrare tutte le tue meraviglie”.  Ho compreso subito che non poteva trattarsi di un caso (come sarebbe stato possibile?) e ho subito pensato che, nonostante i soliti sondaggi manipolati, il referendum sulla liberalizzazione del lavoro domenicale non sarebbe passato. E così fu.  Ritornato a Radio Maria, ho coniato per l’occasione un “spot” da mandare in onda più volte al giorno, che suonava così: “Cari amici, piuttosto che entrare in un negozio alla domenica, sparatevi!”. Non so se in Cielo abbiano gradito, ma qui in terra ci siamo divertiti assai.

Quando giungi al termine della scalata, sull’accogliente radura detta Les Baisses, dove sorge il santuario, ti si presenta davanti uno spettacolo grandioso che gli occhi non si saziano di contemplare. E’ proprio vero che la Madonna non sceglie mai a caso i luoghi dove ella vuole incontrare gli uomini. Le montagne si elevano maestose, il silenzio è solenne, la solitudine del luogo è popolata di mistero. Non c’è posto più adatto per dimenticare le cose effimere della terra e riflettere sull’eternità che ci chiama. Qui la Madonna ha convocato noi peccatori perché potessimo udire la voce di Dio nell’intimo del nostro cuore.

La Madonna si sfoga con due bambini

La-Salette dans Fede, morale e teologia

Parcheggiata senza difficoltà la quattrouote, mi si apre dinanzi un ampio spazio sul quale è stato edificato il santuario con un centro di accoglienza moderno ed efficiente, capace di dare ospitalità a centinaia di pellegrini.  A La Salette non ci sono né case, né alberghi, né negozi, salvo quello del santuario e questa è una caratteristica piuttosto unica, che l’avvicina al Laus. In questi luoghi di montagna nel corso dei secoli la popolazione è più diminuita che aumentata. La Chiesa ha l’aspetto solido e arcigno delle montagne che la circondano, mentre i due campanili che l’affiancano mi fanno pensare a quelli, ormai universalmente famosi, della parrocchia di Medjugorje.

Arrivando al piazzale antistante la chiesa,  l’occhio va spontaneamente verso il valloncello sulla sinistra, dove i pellegrini fanno la fila per inginocchiarsi in preghiera e bere l’acqua della sorgente. Lì è il centro focale, il luogo dell’apparizione, dove la Madonna è scesa dal cielo e si è posata su questa nostra povera terra. La prima volta che sono arrivato a La Salette sono rimasto profondamente colpito dalla statua in bonzo della Madonna, seduta sulle pietre poste attorno alla fontana, del tutto asciutta in quella stagione, con le braccia appoggiate alle ginocchia e  il volto fra le mani, mentre si abbandona a un pianto dirotto. Così l’hanno vista da lontano Melania e Massimino, dopo che il globo di luce, più sfavillante del sole, si era aperto, mostrando questa mirabile visione.

Il messaggio della Santa Vergine a La Salette è racchiuso in questa immagine di dolore sommesso e quasi inconsolabile. E’ la Madre che versa lacrime sulla sorte dei suoi figli che, avendo abbandonato la via di Dio, si espongono ai più severi castighi. Tuttavia ciò che trafigge il cuore, nonostante la innegabile severità del messaggio, è la sofferenza quasi disperata della Madonna che piange sui nostri peccati. Ogni volta che vado a La Salette sento il bisogno di inginocchiarmi accanto a quella statua e, ben consapevole che piange anche per i peccati di oggi, mi chiedo quando faremo in modo che lei alzi il suo volto per donarci un sorriso. Maria che piange è un invito alla conversione che non ammette dilazioni. Le lacrime della Madonna a La Salette, come a Siracusa, come a Civitavecchia parlano da sole. Con la differenza che a La Salette non era una statua a piangere, ma la Madonna viva e presente. Sì, se è vero che in cielo si fa festa per i peccatori pentiti, deve anche essere vero che si soffre per quelli che si perdono.

Melania e Massimino si erano conosciuti solo il giorno prima. Ambedue pascolavano quattro mucche: la fanciulla era pastorella di professione, il ragazzo al contrario era stato imprestato dal padre a un vicino per non oltre una settimana. Il Cielo aveva disposto gli avvenimenti in modo tale che si trovassero solo loro due proprio in quel luogo, in quel giorno e in quell’ora. Il tutto a loro insaputa e come se ogni minimo particolare fosse dipeso dagli uomini. Melania aveva quindici anni, non sapeva né leggere né scrivere e non conosceva quasi nulla di catechismo. Di carattere timido e taciturno, era però modesta nel contegno e limpida nello sguardo. Massimino aveva undici anni, anch’egli era privo di ogni istruzione umana e religiosa e per di più aveva un carattere incostante e leggero. Però era sincero, generoso, puro e compassionevole.

Guardo le statue dei due bambini mentre corrono verso l’apparizione e concludo che, se gli uomini guardano le apparenze, la Madonna guarda i moti profondi del cuore. Si è molto discusso e si discute sull’esito della vita dei due veggenti de La Salette. Si è anche molto malignato, come sono soliti fare gli uomini, non esclusi gli ecclesiastici.

Melania ha cercato di entrare in diversi conventi, ma senza mai riuscire a inserirsi in modo stabile in una comunità religiosa. Ha vagato un po’ ovunque, finché non è approdata in Italia, dove ha concluso la sua vita travagliata. Qualcuno si chiede tutt’ora se fosse una mistica o una mitomane. La sua autobiografia, come la sua rivelazione del segreto affidatole dalla Madonna, hanno sollevato polemiche e riserve. Un santo che la conosceva bene, Annibale di Francia, ha intessuto su di lei due panegirici, dove non esita a presentarla come una donna di eccezionale santità:

“Calma, serena, tranquilla, consumata nella virtù e nel patire, appariva di fuori come se nulla patisse; garbatissima e delicata nel tratto, nelle maniere, nel parlare; e come se in Lei gli estremi si armonizzassero; era raccolta e socievole, umile e contegnosa, amabile e riservata, forte e arrendevole, e appariva più che adulta e matura colei che pur era una bambina! Era davvero semplice come la colomba e semplice come il serpente…Era vissuta povera, solitaria, penitente, desiderosa che tutti la dimenticassero, raccolta solo in Dio….Addio, anima bella, addio creatura di amore, tutta formata di Amore, del purissimo, del santissimo Amore di Gesù Sommo Bene! Addio, vergine vigilante e prudente! Quando nel colmo della notte lo sposo ti chiamò, ti gli comparisti dinnanzi con la mistica lampada ben fornita di olio e di splendore”.

Massimino a sua volta ha cercato di seguire la via del sacerdozio, entrando in diversi seminari, senza tuttavia mai raggiungere la meta, a causa della sua irrequietezza e della sua incorreggibile sbadataggine. Tuttavia lasciò ovunque dietro di sé una scia di fede semplice ma forte e di pietà profonda. Nella sua vita vagabonda ci sono anche alcuni mesi trascorsi a Roma come soldato del Papa, essendosi arruolato negli zuavi pontifici. Ovunque si è recato, ha condotto una vita irreprensibile e al di sopra di ogni sospetto. La sua morte prematura a soli 40 anni è stata esemplare per la rassegnazione e l’abbandono alla volontà di Dio. Ricevette gli ultimi sacramenti, rispose alle preghiera e prima di spirare chiese un po’ di acqua di La Salette. Mi è sempre un po’ dispiaciuto che di questi due fedeli testimoni di Maria non sia stata introdotta la causa di beatificazione. La loro vita forse non è “politicamente corretta”, ma è perfettamente coerente con le beatitudini. Abbiamo bisogno di santi di questo tipo.

“Venite avanti, bambini miei; non abbiate paura; io sono qui per annunziarvi una grande notizia”. Un po’ più in là ecco un nuovo blocco di statue, con la Madonna in piedi, col volto rigato di lacrime, mentre i due bambini le stanno in piedi davanti, quasi attaccati alla sua veste, mentre il cane ai piedi di Massimino sonnecchia ignaro della visione celeste. E’ un particolare che attira la mia attenzione e che mi conferma che i cani non hanno un’anima capace di Dio. La Madonna, come il più delle volte ama fare, sceglie dei bambini ignoranti, ma puri d’animo, per inviare i suoi messaggi al mondo. Su di essi lascia sempre impresso un segno di umiltà e di trasparenza che li accompagna per tutta la loro vita.

A La Salette si è verificata una sola apparizione e il messaggio, dato parte in francese e parte in dialetto locale, è lo sfogo amaro della Madre per i suoi figli che disprezzano la religione, bestemmiano Dio, profanano il giorno del Signore, irridono la Messa, e in Quaresima “vanno alla macelleria come cani”. Mi chiedo che cosa direbbe se dovesse descrivere ciò che facciamo oggi con la più assoluta superficialità e incoscienza. Le parole di Maria a La Salette sono quelle di una madre severa e amorosa nel medesimo tempo. La gente le ha accolte, salendo sul monte a migliaia nei mesi successivi, dando inizio a un rinnovamento dei costumi così impressionante da ottenere una rapida approvazione da parte della Chiesa.

“Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciar cadere il braccio di mio Figlio; esso è così grave e pesante che non posso più sostenerlo”. I castighi preannunciati sono la carestia e quindi la fame, a causa dei raccolti andati a male, e soprattutto un’epidemia che colpirà i bambini al di sotto dei sette anni “che moriranno tra le braccia di coloro che li terranno” . Tuttavia il messaggio non è senza speranza. Infatti “se si convertiranno le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate da loro stesse”. Non vi è dubbio che i dieci segreti di Medjugorje siano ben più gravi, in quanto in gioco vi è la stessa sopravvivenza del mondo, mormoro fra me in piedi davanti alla statua della Madonna che parla ai bambini. Tuttavia il messaggio è sempre lo stesso: senza Dio per l’uomo non c’è né futuro né vita eterna. La Madonna lo sta ripetendo da due secoli e ormai siamo alla stretta finale. Sono pochi però quelli che si scuotono e rispondono alla chiamata.

Quasi alla sommità del valloncello ecco l’ultima scena. La Madonna, raggiunta l’altura, sosta qualche momento e poi si eleva dal suolo un metro e mezzo circa. Guarda verso il cielo, poi volge i suoi occhi verso l’Italia e verso Roma. I bambini la seguono e le si affiancano, poi la visione incomincia gradualmente a dissolversi. Rimane alla fine una grande luce e poi più nulla. Anch’io mi colloco nella medesima posizione di Melania, davanti alla statua, per guardare il volto della Santa Vergine. Non ci sono più le lacrime, ma è sempre molto triste. Mi dirigo verso il piazzale sulla sinistra della chiesa, dove vedo un tavolino e alcune sedie. Mi metto comodo con l’intento di leggere un libretto che ho portato con me. Lo apro, mentre di tanto in tanto sollevo gli occhi verso la statua di bronzo della Santa Vergine in piedi sul piedestallo, in procinto di lasciare la terra. E’ lontana una ventina di metri circa.

Mi sembra tuttavia che invece di rivolgere lo sguardo in alto, oltre le vette dei monti, la statua della Madonna stia guardando verso la mia direzione. Mi sfrego gli occhi per vederci meglio, ma la sensazione non mi abbandona affatto. “Che cosa vorrà?”, mi dico, incominciando a inquietarmi. Non vorrei infatti ricevere qualche tirata d’orecchie. Faccio un rapido esame di coscienza, mentre al timore subentra una certa gioia. Mi fa piacere che la Madonna si sia accorta dei miei sudati 500 Km sulla quattroruote, mentre a lei basta un attimo per scendere dal cielo sulla terra e risalire. Decido di leggere qualche pagina del mio libretto. Ogni tanto alzo gli occhi, ma lei è sempre là che sembra interessata a quel che leggo. Dopo una ventina di minuti getto la spugna e decido di entrare in Chiesa a pregare davanti al Santissimo. Mi chiedo se per caso la mia vista non stia facendo capricci.  Una cosa è certa: le altre volte che mi sono recato a La Salette, mi sono puntigliosamente collocato nel medesimo posto, ma il viso della Madonna era rivolta verso il cielo.

Questa singolare esperienza mi ha lasciato un po’ soprappensiero finché non sono riuscito a farmene una ragione. Credo che la Madonna guardasse verso il tavolino dove ero seduto perché stavo leggendo la più poetica ed estasiata descrizione che mai sia stata fatta della sua divina bellezza. L’autrice di questa pagina immortale è Melania Calvat.

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Anniversario dell’apparizione della Madonna a La Salette

Posté par atempodiblog le 19 septembre 2010

È l’anniversario dell’apparizione della Madonna a La Salette

Anniversario dell'apparizione della Madonna a La Salette dans Apparizioni mariane e santuari La-Salette

Le  parole accorate della Santa Vergine sono di grande attualità:

«Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più sostenerlo.
Da quanto tempo soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, mi è stato affidato il compito di pregarlo continuamente per voi; voi non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete, mai potreste compensare la pena che mi sono presa per voi.
Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non me lo volete concedere. E’ questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio.
Coloro che guidano i carri non sanno imprecare senza usare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono il braccio di mio Figlio».

di Padre Livio Fanzaga

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La Salette. Cittadella del sacro, bastione delle Alpi.

Posté par atempodiblog le 19 septembre 2010

La Salette.
Cittadella del sacro, bastione delle Alpi.
di Lucetta Scaraffia

La Salette. Cittadella del sacro, bastione delle Alpi. dans Apparizioni mariane e santuari La-Salette

La zona che circonda le montagne della Salette non è di forte presenza turistica: si vedono le tracce di un turismo povero e austero, senza impianti di risalita, un turismo che sembra appartenere al passato. Del resto, anche il santuario non fa eccezione. Anzi, il primo aggettivo che viene in mente per definirlo è proprio questo: «austero».

Se ripenso al mio viaggio-pellegrinaggio al santuario della Salette, nelle Alpi francesi, il ricordo più forte che mi si affaccia alla mente è quello di un gruppo non numeroso di fedeli che canta il Tantum ergo , a conclusione dei vespri, di fronte alle statue dei due pastorelli testimoni dell’apparizione, a pochi passi dal santuario, in mezzo a pascoli di alta montagna, privi di alberi e arbusti, sormontati da cime rocciose con tracce di neve. Se quasi tutti i santuari sono stati eretti in luoghi alti, quasi per essere più vicini al cielo e proteggere gli abitati circostanti, questo infatti è l’unico famoso e importante situato proprio in alta montagna, a quasi duemila metri di altitudine, in un paesaggio maestoso di vette che lo fanno assomigliare più a un rifugio che a un luogo di pellegrinaggio.

Lo si capisce salendo per la strada tutta curve, che a un certo punto abbandona pini e arbusti per snodarsi nel paesaggio spoglio delle alte cime: quando compare da lontano, nella montagna deserta, più che un santuario sembra un monastero tibetano, severo e inaccessibile.

La Salette oggi è facilmente accessibile in automobile – naturalmente nella buona stagione, perché penso che ben diverso penso sia percorrere questa strada d’inverno con la neve – ma per decenni il santuario è stato noto per essere di difficile accesso. E le peripezie del percorso, raccontate da molti famosi pellegrini, facevano parte del suo fascino sugli intellettuali della prima metà del Novecento, come la coppia Maritain. E sono convinta che abbia avuto un ruolo, nell’affermarsi di questo luogo di pellegrinaggio così nuovo e disagiato, anche la contemporanea nascita della passione per l’alpinismo: proprio nelle montagne lì accanto, infatti, si trovano i rifugi più antichi (di metà Ottocento) della Francia, segno di un precoce sviluppo della passione per le scalate.

La zona che circonda le montagne della Salette, però, non è di forte presenza turistica: si vedono le tracce di un turismo povero e austero, senza impianti di risalita, un turismo che sembra appartenere al passato. Del resto, anche il santuario non fa eccezione. Anzi, il primo aggettivo che viene in mente per definirlo è proprio questo: austero. La basilica ottocentesca e l’ampio edificio moderno che la affianca, destinato all’accoglienza dei pellegrini, si stagliano solitari nel panorama montano deserto: non un bar, non un venditore di souvenir, di rosari, di statuette di Maria. Niente di quella vita mercantile e profana che di solito circonda i luoghi di pellegrinaggio, distrae i pellegrini dalla preghiera, ma anche li conforta, riconducendoli al piano quotidiano e materiale a cui dovranno tornare. Qui gli oggetti religiosi – e rigorosamente solo quelli, nessun foulard o braccialettino, o giocattolo per i bambini lasciati a valle – vengono venduti dagli stessi missionari che gestiscono il santuario, in un negozio moderno e grande, ma severo, che viene aperto solo negli intervelli fra le funzioni religiose, così come il bar e la tavola calda selfservice, moderni e tristissimi. L’austerità è data anche dal fatto che tutta la vita del luogo dipende totalmente dai ritmi della giornata religiosa: un altoparlante avverte quando stanno per iniziare le funzioni, e da quel momento tutto ciò che non è preghiera viene sospeso.

È totalmente assente quell’atmosfera da festa paesana, allegra e un po’ commerciale, che di solito circonda i santuari, a ricordare che siamo anche fatti di carne, e non solo di spirito, e che il pellegrinaggio è sempre stato anche un’occasione di svago e d’incontro.

I rigoristi saranno contenti, io un po’ meno: mi sembra che questo rigore tolga anche vitalità alla fede.

Vado volentieri ai vespri, ma non mi piace essere obbligata a farlo da una voce autoritaria che decide del mio tempo. I pellegrini che arrivano con i pullman – in verità, non moltissimi – si adeguano agli ordini dell’altoparlante senza fiatare, sembra quasi per obbligo. Sì, si tratta di un santuario particolare, e non solo perché si trova in alta montagna: traspare molto chiaramente la sensazione che si vuole tenere tutto sotto controllo, senza lasciare nessuno spazio all’iniziativa individuale. Anche io ero arrivata là non solo per devozione, ma anche per capire qualcosa di più della storia di questo santuario, che stavo studiando e che presentava molti aspetti strani: per prima cosa, la dinamica dell’apparizione, molto diversa da quelle che si sono susseguite nella Francia dell’Ottocento. La Madonna, secondo il racconto dei due pastorelli, era vestita in un modo stranissimo, che – come si vede dalle prime immagini che erano state disegnate su suggerimento delle loro parole – somiglia più a una divinità orientale che alla Vergine Maria.

I due pastorelli, a differenza degli altri veggenti ottocenteschi, hanno fatto una brutta fine: il maschio, pur divenuto zuavo del papa, è morto giovane di cirrosi epatica, mentre la più longeva Melania è passata da un convento all’altro, fornendo versioni sempre diverse dei ‘segreti’ di cui l’avrebbe messa a parte Maria, per arrivare a morire nel sud dell’Italia.

Ma, soprattutto, l’apparizione sarebbe stata fin da principio ‘riconosciuta’ da gruppi esoterici di impronta satanica: la prima miracolata era stata infatti Adèle Chevalier, la compagna di bagordi e di messe nere dell’abbé Boullan, noto satanista lionese. E non è certo un caso che si siano precipitati sul luogo dell’apparizione intellettuali di dubbia reputazione cattolica o discussi, come lo stesso Boullan, ma anche come lo scrittore Huysmans, suo seguace, e Bloy, anch’egli attratto dal mondo esoterico, o Tardif de Moidrey e Louis Massignon. Ma Huysmans si è poi convertito, e così Bloy, che ha attirato al santuario anche i coniugi Maritain, rimasti sempre così legati a questo luogo di pellegrinaggio che, in occasione del centenario dell’apparizione, quando il futuro Paolo VI era favorevole a farlo passare sotto silenzio, Jacques riuscì a fargli superare le sue esitazioni. La sorveglianza speciale dei missionari della Salette si spiega dunque con il timore che arrivino sul posto – come già è accaduto – falsi devoti, e che da luogo di pellegrinaggio cristiano si trasformi in santuario esoterico. Non so giudicare dell’autenticità delle apparizioni, né so se i pastorelli fossero ingenui e sinceri come li rappresentano le statue sul prato davanti al santuario, ma una cosa è certa: i luoghi sacri sono creati anche dalla devozione di chi vi si reca, dalle tante preghiere rivolte in quel luogo. E senza dubbio Dio scrive diritto anche sulle righe storte: lo provano senza alcun dubbio le numerose conversioni avvenute intorno a questo luogo. Per questo quelle parole del canto che precede la benedizione della sera, risonanti davanti al bellissimo paesaggio di montagna, mi sono rimaste nel cuore. E l’avere avvertito con tanta intensità la sensazione di trovarmi accanto al mistero è per me la conferma del fatto, non secondario, che il santuario della Salette è veramente un luogo sacro.

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Marina Corradi: vi racconto quella ferita « carnale » che mi ha riaperto gli occhi

Posté par atempodiblog le 17 septembre 2010

Marina Corradi: vi racconto quella ferita

L’articolo è tratto dal numero di Tempi in edicola
Fonte: Il Sussidiario.net

Il reparto dell’ospedale brianzolo è vecchio ma chiaro, pulito, indaffarato in una efficienza padana. Alle otto del mattino gli inservienti lavano i corridoi in un allargarsi di odore di ammoniaca; le infermiere girano coi carrelli delle medicine, assorte e attente a preparare le dosi.

Passa un medico, nei corridoi lo apostrofano con un buongiorno cordiale – come fosse, la sua, una faccia benvoluta e fidata. Qui, pensi, di malasanità nemmeno l’ombra. Tutto va come deve andare, i pazienti tranquilli nelle camere che il cielo del mattino di settembre riempie di luce bianca.

Sì, nell’ospedale alle porte di Milano tutto va, pare, nel migliore dei modi. Ma nell’ingresso c’è su una barella una paziente appena scaricata da un’ambulanza, in attesa del ricovero. È anziana, molto pallida, ha i capelli grigi sciolti sul cuscino in una trasandatezza che certo non le è abituale; nell’abbandono del decoro abituale leggi l’ora della sofferenza, quando alle cose da poco non si bada. La donna, la cannula dell’ossigeno nel naso, respira con un po’ di fatica. Ha una infermiera accanto, non è sola; ma è lo sguardo, lo sguardo che ti butta addosso dai suoi occhi scuri, che nella quiete ordinata del piccolo ospedale ti ferisce e ti taglia.

È lo sguardo di una che ieri sera è andata a dormire tranquilla come ogni altra sera; e poi, che cosa è stato? Un sussulto del cuore, come si fosse inceppato d’improvviso, o il respiro che manca mentre i polmoni si affannano inutilmente ad allargarsi? La vecchia sulla barella ha l’aspetto di una sfollata, di una che un terremoto abbia buttato fuori di casa nella notte; incredula ancora di quello sfratto dalla proprie abituali care cose, e con negli occhi un filo sottile di educata ma spaventosa inquietudine.

Lo sguardo della sconosciuta ti resta addosso – saremo tutti, pensi, un mattino come lei, nel cuore della notte presi e ribaltati, le nostre certezze dissolte. Allora quando dopo poco incontri il medico che aspettavi ti lasci sfuggire ciò che davvero hai in mente: «Vedi – gli dici – è che non tollero più di vedere il dolore». Lui, che ha una certa età e i capelli grigi, annuisce – conosce bene il problema. Tace un momento, poi – come continuando un discorso fra voi già cominciato, anche se vi conoscete appena – risponde: «Ma, sai, io penso spesso al san Tommaso di Caravaggio, quello che mette le dita nelle piaghe del costato di Cristo, e solo allora crede. Dopo una vita da medico sono arrivato a chiedermi se non è proprio il vedere e toccare la ferita – quella degli uomini, che è quella di Cristo – ciò che ci apre gli occhi; se non è proprio attraverso il dolore che finalmente riconosciamo Cristo fra noi».

Ora stai zitta. A quella valenza delle dita di Tommaso dentro la piaga non avevi pensato mai. E ti sembra bello adesso questo ospedale dove un medico guarda così agli uomini e al loro male. Lo sguardo sbalordito della donna sulla barella, i suoi lunghi capelli grigi scomposti, come una nostra comune ferita di cui taciamo sempre; fino a quando, dopo tutta una vita, una mattina il nostro sguardo si fa pura, inerme domanda.

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La preghiera è luce per l’anima

Posté par atempodiblog le 14 septembre 2010

La preghiera è luce per l’anima dans Fede, morale e teologia prayingj

« La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. È, infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l’anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno.

Non bisogna infatti innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, sia nella cura verso i poveri, sia nelle altre attività, impreziosite magari dalla generosità verso il prossimo, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall’amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore dell’universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi per tutta la vita, se a questo tipo di preghiera dedichiamo il più possibile del nostro tempo.

La preghiera è luce dell’anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l’uomo. L’anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, abbraccia il Signore con amplessi ineffabili. Come il bambino, che piangendo grida alla madre, l’anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile.

La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio, e nel medesimo tempo rende felice l’anima perché appaga le sue aspirazioni. Parlo, però, della preghiera autentica e non delle sole parole.

Essa è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina. Di essa l’Apostolo dice: Non sappiamo pregare come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili (cfr. Rm 8, 26b). Se il Signore dà a qualcuno tale modo di pregare, è una ricchezza da valorizzare, è un cibo celeste che sazia l’anima; chi l’ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima.

Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà mediante la pratica della preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce della giustizia; orna le sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza ».

Dalle « Omelie » di san Giovanni Crisostomo, vescovo

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Preghiera per il discernimento a Maria

Posté par atempodiblog le 14 septembre 2010

Preghiera per il discernimento a Maria dans Preghiere elliotqo7

Non permettere che ci prendano in giro con le loro falsità.
Insegnaci quando dobbiamo preoccuparci e quando no.
Insegnaci a rimanere quieti,
anche in mezzo a queste rocce
la nostra pace è nella Sua volontà.

-Thomas Stearns Eliot-

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False apparizioni e rosari “esoterici”

Posté par atempodiblog le 14 septembre 2010

False apparizioni e rosari “esoterici”

Articolo tratto dalla mailing list Innamorati di Maria

Cari amici,
ancora una volta desideriamo scrivervi per invitarvi alla prudenza. Sovente abbiamo sollevato in lista il discorso sui falsi veggenti, e ancora oggi vi ricordiamo le parole di San Giovanni della Croce: “le apparizioni vere restano fenomeni eccezionali”.

E’ il caso delle rivelazioni della “Regina degli Ultimi Tempi”. Si tratta di un movimento sorto nella diocesi di Capua (CE) in seguito a delle “presunte apparizioni” della Madonna. Ci teniamo ad informarvi che tale “movimento mariano Regina degli ultimi tempi” non è stato riconosciuto dal vescovo della Diocesi Bruno Schettino, il quale ha invitato “i cristiani obbedienti e devoti ad astenersi dal partecipare a questo gruppo religioso” (vedi allegato, oppure: http://www.diocesidicapua.it/diocesi/new/new.htm)

Nei messaggi che verrebbero riportati sono presenti eresie e errori dottrinali, senza considerare le reiterate richieste di denaro.

Vi ricordiamo anche di mantenervi distanti dal personaggio che si fa chiamare “Conchiglia”, i cui messaggi sono pregni di eresie, oltre alle solite ed insistenti richieste di denaro.

Lo stesso vale per “Manduria”, “Fabienne Guerreroe mille altri pseudo-profeti che nascono ogni giorno.

Ci sembra opportuno precisare che, nonostante la buona fede, certe scelte sbagliate si pagano a caro prezzo, in quanto risulta evidente che mettendosi in atteggiamento contrario all’obbedienza alla Chiesa e in netto contrasto con la fede cristiana, ci si incammina verso l’eresia e l’abbandono della vera fede, per affidare la propria anima in balia di spiriti negativi e menzogneri.

“Non possiamo servire a due padroni”, occorre sempre affidarsi alla guida sicura della Chiesa in tutto, soprattutto nel momento in cui si entra in relazione con realtà o movimenti che si ispirano a rivelazioni private o ad apparizioni che non sono state riconosciute dall’Autorità Ecclesiastica o che non hanno avuto ancora alcun riconoscimento positivo.

In qualsiasi gruppo o realtà spirituale di cui si fa esperienza, occorre chiedersi se tale gruppo o movimento è riconosciuto dalla realtà parrocchiale, dalla Diocesi locale e dalla Santa Sede, altrimenti siamo invitati a DIFFIDARE e a FUGGIRE, anche quando i componenti del gruppo manifestano carismi eccezionali, indiscussa fede, ineccepibile moralità.
Non ci accada mai di restare intrappolati nelle spire mortali del nemico che, come angelo di luce, si traveste di sacro per allettarci e adescarci. Non dobbiamo mai sottovalutare l’astuzia del Demonio che conosce i nostri punti deboli e sa bene come farsi ascoltare.
Se abbiamo bisogno di entrare in un gruppo di preghiera, possiamo chiedere alle parrocchie vicine oppure visitare siti di comunità e movimenti riconosciuti dalla Chiesa Cattolica, come il movimento dei Focolari, il Rinnovamento Carismatico Cattolico, il Rinnovamento nello Spirito, il Movimento Neocatecumenale, ecc…

Diffidate da tutti quei movimenti o gruppi slegati dalla parrocchia locale, anche familiari, che si affidano unicamente all’ispirazione o alla conduzione di laici o di diaconi, anche se santi, lo ripetiamo: DIFFIDATE.

Spesso ci arriva notizia che perfino nella semplice recita del Santo Rosario in un gruppo di famiglie riunite in casa, chi conduce la preghiera afferma di guarire con l’imposizione delle mani, o di avere rivelazioni soprannaturali della Madonna o di Gesù, di essere in contatto con le anime del Purgatorio, o di parlare con voci diverse dalla propria, anche se tali “voci” sono pacifiche e rasserenano il cuore dando “tanta pace”.
Diffidate da tali menzogne e fuggite lontano da tali menzogneri.
L’unica Pace è quella che dà il Signore nella Sua Chiesa, non al di fuori dell’obbedienza alla Chiesa.
La Pace che si avverte in simili contesti ambigui è FASULLA, ed è un opera del demonio per depistare i fedeli.
Infatti non vi può essere Pace in un contesto di disobbedienza al Magistero e alla Chiesa, o meglio la Pace che si sente quando si vive in disobbedienza alla Chiesa NON PROVIENE DA DIO.

Infine ci dispiace dover tornare nuovamente sul tema dei rosari esoterici, già trattato alcuni anni fa e che ancora in questi tempi, attraverso Facebook, stanno ritornando a creare confusioni tra i fedeli. Ci dispiace perché noi ci auspichiamo una fede matura da parte di ogni iscritto, consacrato a Maria. Per rispondere a questa triste bufala, vi riportiamo le parole illuminanti di Padre Jozo. Vogliamo augurarci di vero cuore che nessun iscritto, in seguito a queste voci superficiali, abbia gettato via una corona benedetta.

Grazie a tutti,
I moderatori IdM

Da un discorso pronunciato da Padre Jozo Zovko OFM ai pellegrini a Siroki Brijeg nel settembre 2005

In questi giorni, persone molto preoccupate e turbate dall’Irlanda e dall’Inghilterra mi hanno scritto e mi hanno detto come la gente stia restituendo i rosari ricevuti a Medjugorje, perché un sacerdote aveva detto loro che questi rosari erano New Age, esoterici.

Devo dirvelo: ciò non è vero! é una grande tentazione, ma non esiste niente del genere come un rosario New Age. Ci possono essere solo dei materiali con i quali il rosario è fatto, una volta che il rosario è benedetto, è posto nelle mani di coloro che credono. Non ha alcuna importanza chiedersi chi ha fatto il rosario, ma chi prega per mezzo di
esso e come prega.

Quando il rosario è benedetto diviene una chiave con la quale apriamo i nostri cuori e il cuore di Dio. Non esiste alcun rosario New Age. C’è solo il rosario benedetto, e quando è benedetto il valore del rosario non è costituito dalla materia di cui esso è fatto, se è di plastica o oro massiccio. Non importa chi l’ha fatto.

Ad esempio, una statua che piange lacrime di sangue umano in Italia è stata fatta da un musulmano e su di essa è scritta la parola Medjugorje.
Oggi stesso lo stesso musulmano sta fabbricando statue (un cristiano potrebbe aver timore di fabbricare statue di Nostra Signora, nessuno oserebbe). Ma quelle statue sono benedette. I rosari sono benedetti. Le cose che portiamo perché siano benedette, vengono benedette. Nelle nostre mani diventano sicurezza, forza, amore; la risposta alla chiamata.

Non siate superstiziosi. Non vi fate fuorviare facilmente.

Sarebbe stato molto meglio se le migliaia di persone che hanno restituito il rosario con esso avessero pregato. Secondo la propaganda i rosari di plastica sarebbero una specie di New Age con simboli New Age…No!

Il potere di satana e la New Age sono fermati dalla preghiera del rosario, dal digiuno, dalla preghiera – non dalla falsa propaganda!

Non restituite i rosari e non vi angosciate per i disagni che ci possono essere sul vostro rosario. Ciò non può essere! Satana non vi darebbe mai un rosario dicendovi ‘Pregate con questo’. Satana non può dirvi ‘Perdonate, digiunate, riconciliatevi, andate a confessarvi’. Ciò va oltre il suo potere.

Perché un cristiano benedice il suo cibo, il luogo dove dimora. Non ha importanza chi l’ha fatto, diventa benedetto. Non esiste un pane New Age. Lo benediciamo prima di mangiarlo. Non esiste un acqua New Age.
Comprendete? Forse la persona che possiede l’acqua è della New Age, o colui che fabbrica il gelato appartiene a un qualsiasi culto o setta.

Perché avete paura di pregare con un rosario che è stato benedetto? Non abbiate paura! il vostro rosario è benedetto…..il vostro rosario è benedetto! Non dovete attribuirgli o dargli delle proprietà di satana o del credo New Age. In quel momento voi diventate i persecutori del rosario.

Quando non lo avete nelle mani, quando non lo pregate nelle vostre case, esso non vi sarà utile, nemmeno se quel rosario ve lo ha dato un santo o il papa in persona. Il segno in se stesso non vi salva, ma inginocchiarsi, mettersi a pregare, vi cambia e vi salva.

E’ per questo che noi ora benediremo i vostri rosari, così che possiate sentire la benedizione anche nei vostri cuori e nelle vostre anime. Non fatevi fuorviare facilmente!

Nostro Signore, benedici i nostri rosari, e benedici i nostri cuori con il dono della preghiera. Benedici i nostri cuori con il dono dell’amore così che possiamo prendere il rosario con fede e cominciare a pregare con fede; così che possiamo cominciare a pregare con amore, con il
cuore. Oh benedici i rosari! E benedici i nostri cuori con il dono della preghiera. Poni quel dono nei nostri cuori, così cheogni volta che meditiamo sulla vita di Gesù possiamo giungere ad amare Gesù, così che possiamo seguirLo, amarLo. Ecco perché Ti chiediamo di benedire questi nostri rosari. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Voi, con il vostro rosario nelle mani, siete il segno di Nostra Signora, il segno di Gesù, il segno della Chiesa. Contemplate la persona che crede. Contemplatela persona che confida in Dio. Qui c’è la persona che giunge davanti al Dio Vivente, che ha fatto l’esperienza del Dio Vivente, che Lo ha visto, incontrato e Lo ama.

Padre Jozo, Siroki Brijeg, Settembre 2005

Tratto da: Blog di galilaeae (Blog sulla chiesa cattolica, su cammino neocatecumenale e sulla famiglia)

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Vergine Madre di Dante

Posté par atempodiblog le 12 septembre 2010

Vergine Madre di Dante dans Citazioni, frasi e pensieri beataverginemaria

Vergine Madre, figlia del tuo Figlio,
Umile ed alta più che creatura,
Termine fisso d’eterno consiglio,

Tu se’ colei che l’umana natura
Nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo nell’eterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui sei a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
sei di speranza fontana vivace.

Qui se’ a noi meridiana face
Di caritade, e giuso intra mortali
Se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande, e tanto vali,
Che qual vuoi grazia, e a te non ricorre,
Sua disianza vuol volar sanz’ali.

La tua benignità non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura è di bontade. [...]

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