Posté par atempodiblog le 31 juillet 2010
« Cari figli, in questo tempo in cui pensate al riposo del corpo, io vi invito alla conversione. Pregate e lavorate in modo che il vostro cuore aneli al Dio creatore che è il vero riposo della vostra anima e del vostro corpo. Che Egli vi riveli il suo volto e vi doni la sua pace. Io sono con voi e intercedo davanti a Dio per ciascuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata ». (Regina della pace, 25 luglio 2008)

La Regina della pace nel messaggio [...] ci ricorda che il riposo riguarda l’uomo tutto intero, nella sua dimensione sia spirituale che corporale. E’ infatti illusorio pensare di stare bene fisicamente quando l’anima è spiritualmente malata e nel cuore non abita la pace.
Ci invita perciò a dedicare il tempo del riposo alla preghiera, perché in essa sperimentiamo Dio, che è la luce e la pace dell’anima. Nella preghiera Dio ci dà la sua forza e rinnova la nostra mente stanca e dissipata. Ci libera dal groviglio delle passioni e dai condizionamenti della carne, infondendo nelle nostre stanche membra una nuova giovinezza.
Nella preghiera liberiamo il cuore dalla fame di mondo e risvegliamo la fame di Dio, assopita dagli affanni e dalle preoccupazioni della vita. Incontrando Dio col cuore, proviamo una grande pace e una gioia che invano cercheremmo nelle cose fugaci della vita.
Nel tempo delle vacanze dedichiamo più tempo alla preghiera, sia personale che famigliare. Riprendiamo la recita del santo Rosario e della Coroncina della Divina Misericordia e, se possibile, partecipiamo ogni giorno alla S. Messa, ricevendo il pane quotidiano dell’eucaristia. Leggiamo la S. Scrittura e facciamo la visita al SS Sacramento.
Quello suggerito dalla Regina della Pace è un riposo poco costoso, alla portata di tutti, con conseguenze molto positive per l’anima e per il corpo.
Padre Livio Fanzaga
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Posté par atempodiblog le 31 juillet 2010

1. Quei difetti, nostri od altrui, che non riusciamo a correggere, li dobbiamo sopportare con pazienza, fino a che Dio non disponga altrimenti. Rifletti che, per avventura, questa sopportazione è la cosa più utile per te, come prova di quella pazienza, senza della quale ben poco contano i nostri meriti. Tuttavia, di fronte a tali difficoltà, devi chiedere insistentemente che Dio si degni di venirti in aiuto e che tu riesca a sopportarle lietamente. Se uno, ammonito una volta e un’altra ancora, non si acquieta, cessa di litigare con lui; rimetti invece ogni cosa in Dio, affinché in tutti noi, suoi servi, si faccia la volontà e la gloria di Lui, che ben sa trasformare il male in bene. Sforzati di essere paziente nel tollerare i difetti e le debolezze altrui, qualunque essi siano, giacché anche tu presenti molte cose che altri debbono sopportare.
2. Se non riesci a trasformare te stesso secondo quella che pure è la tua volontà, come potrai pretendere che gli altri si conformino al tuo desiderio? Vogliamo che gli altri siano perfetti; mentre noi non correggiamo le nostre manchevolezze. Vogliamo che gli altri si correggano rigorosamente; mentre noi non sappiamo correggere noi stessi. Ci disturba una ampia libertà degli altri; mentre non sappiamo negare a noi stessi ciò che desideriamo. Vogliamo che gli altri siano stretti entro certe regole; mentre noi non ammettiamo di essere un po’ più frenati. In tal modo, dunque, è chiaro che raramente misuriamo il prossimo come noi stessi. Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio? Ora, Dio così dispone, affinché apprendessimo a portare l’uno i pesi dell’altro (Gal 6,2). Infatti non c’è alcuno che non presenti difetti o molestie; non c’è alcuno che basti a se stesso e che, di per sé, sia sufficientemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che a vicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci ammoniamo. Quanta virtù ciascuno di noi abbia, ciò appare al momento delle avversità: non sono le occasioni che fanno fragile l’uomo, ma esse mostrano quale esso è.
Imitazione di Cristo
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