I due monelli e la Madonna – Un minuto con Maria
Posté par atempodiblog le 24 mars 2010
I genitori di Gianni e Franco abitavano in uno dei quartieri più poveri del porto di Genova, dove il padre lavorava come facchino. Purtroppo, l’uomo spesso passava il tempo nelle osterie dove lasciava il suo salario, ogni settimana. Per mantenere la famiglia, la madre lavorava come lavandaia. I due ragazzi vagavano per le strade della città e, occasionalmente, rubavano della frutta ai fruttivendoli. Malgrado ciò, erano bambini buoni, piccoli monelli.
In cuor loro si rallegravano pensando alla Processione della «Madonna della Guardia» che si avvicinava, che amavano di tutto cuore e in suo onore, come tutta la gente, volevano accendere delle candele e porle alle loro finestre. Ma dove prendere i soldi per fare ciò? Il padre non portava nemmeno una lira a casa e il guadagno della madre era appena sufficiente a sfamarli.
Gianni ebbe un’idea. «Potremmo lavorare», propose a Franco. «Abbiamo ancora un giorno di tempo fino alla processione. Così potremmo guadagnare un po di soldi per comprare le candele». Il mattino seguente i due, con lo stupore della madre, si alzarono prima delle sette e scomparvero in fretta. «Cosa combineranno oggi, quei due», pensò la madre. Stupirono anche il rivenditore di carbone, a cui chiesero del lavoro. Il carbonaio rimase ancora di più stupito quando, per tutta la giornata, li vide lavorare di tutta lena, con un ardore degno del miglior operaio. Li avrebbe assunti volentieri, quando, a sera, vennero a chiedere il loro salario. Il carbonaio diede loro cento lire. Fieri della loro prima paga, ritornarono a casa. Cento lire valgono appena un franco. Non importa ! La gioia di averli guadagnati rese radioso il loro volto.
Con il danaro guadagnato col loro lavoro, Gianni e Franco volevano acquistare tre o quattro candele, cosa che non è per niente male per una famiglia povera come la loro. Passarono senza farci caso, davanti ad un mendicante che stendeva loro la mano…
Malgrado tutto, Franco non riusciva a togliersi dalla mente il povero sfortunato e sentì la necessità di confidarsi con Gianni: «Non sarebbe meglio dare le nostre cento lire a questo infelice che abbiamo appena visto sul marciapiede? Non pensi che la Madonna sarebbe più felice se facessimo l’elemosina con le nostre cento lire? Questo infelice può essere disoccupato e la sua famiglia non avere di che sfamarsi». Gianni avrebbe preferito vedere delle candele alla finestra, ma Franco insistette tanto che alla fine si convinse: La Madonna ne sarebbe stata più felice…
Voltarono sui loro passi correndo, sino al luogo dove si trovava il mendicante, gli consegnarono le cento lire e filarono a tutta velocità fischiettando verso casa. Ma quando vi giunsero restarono a bocca aperta. Franco con le lacrime agli occhi, Gianni sfregò gli occhi e si pizzicò l’orecchio. «Incredibile ! Sto sognando?», sussurrò. Delle grandi candele ornavano le loro finestre e l’interno era fortemente illuminato. Non riuscirono a capacitarsene… si precipitarono in casa e, colmi di gioia, saltarono al collo dei loro genitori. Cosa era successo?
Poco prima di mezzogiorno, il padre aveva dovuto recarsi in città per fare una commissione e, passando, aveva scoperto i propri figli caricando il carbone. Immediatamente indovinò il motivo che li aveva spinti a lavorare con tanto ardore… Si vergognò della sua condotta… Nel pomeriggio chiese al suo capo un acconto e andò a comprare venti candele… Indi promise a sua moglie che non avrebbe bevuto mai più e, poi, quando raccontò alla madre la buona condotta dei loro due monelli, questa si mise a pulire e adornare la casa per la festa dell’indomani. Da allora, si sono potuti vedere spesso Gianni e Franco nella piccola cappella del porto, assistere alla messa mattutina.
Tratto da Fluvion Grimaldi Le più belle storie di Maria (Die schönsten Mariengeschichten)
Ripresa nella Raccolta mariani, n°10, del frate Albert Pfleger, marista.
Fonte: lucisullest.it
Mi sono commossa!! Belissima.
Grazie.
Un abbraccio
Buona giornata.
Adriana