Davvero la vita è bella?
Posté par atempodiblog le 15 février 2010
Ho una amica che dice che la vita è bella. Bella comunque.
Ho una amica che dice che la vita è bella. Bella comunque. Bella perché si respira. E ogni volta che mi vede, questa amica mi domanda sorridendo: allora, Marina, la vita è bella? Sono certa che lo fa, benevolmente, per farmi arrabbiare. E quando me lo dice, a me viene in mente quell’ultimo particolare che ho annotato, come in un segreto taccuino, insieme a tutte le slabbrature e gli squarci che ogni giorno vedo, in questa nostra vita che mi corre davanti. Non è solo Haiti, pure con la sua deflagrante atrocità. Non è solo il Darfur, né le migliaia di aborti ogni giorno serenamente praticati in Occidente. Né è solo il presente. Un sito ebraico ha messo online le foto di centinaia di ebrei italiani morti nei lager. Molti bambini. Le foto li ritraggono prima della “partenza”, ben vestiti, ridenti, le bambine con le trecce e i fiocchi nei capelli. In queste foto “normali” è ancora più evidente la mostruosità. Ti immagini quei bambini uguali ai tuoi strappati alle madri, spinti come pecore, tra urla straniere caricati in treni che partono per sempre. In queste nostre stesse città, poco più di 65 anni fa. La vita, Anna, era bella anche quel giorno? Ed era bella in quegli istituti per orfani e handicappati di Chisinau, in Moldavia, che a distanza di dieci anni rivedo ancora come fosse ieri – quegli occhi di bambini, grandi, attoniti, come ancora meravigliati, nella loro innocenza, di tanto dolore?
E, restando nel presente, di queste storie di inermi clochard bruciati o pestati a sangue così, per gioco, vogliamo parlarne? E senza andare neanche nella cronaca nera, certe sere mi restano in mente gli occhi di qualche vecchio che rincasa solo, adagio, con una magra borsa della spesa in mano; faccia anche lui di mille profonde solitudini, quiete tra le nostre case.
No, Anna, per me la vita non è bella, almeno non come intendi tu. A vent’anni ti avrei detto, dura, che a me stare al mondo non piaceva. Ci ho messo tanto tempo, ma ora comincio a capire dove stia la bellezza della vita, così a lungo incomprensibile. La bellezza per me sta in un Dio che ora intravedo, dentro e accanto a ogni uomo, compagno di ogni passo, e curvo insieme a lui sotto a ogni sofferenza. Un Dio che si è fatto compagno, che colma di sé ogni stanza di dolore. E parallelamente la bellezza sta in una recondita ansa dell’anima, per cui anche il peggiore degli uomini, senza saperlo, tuttavia attende. Spesso non sa cosa. E però una magari infinitesima parte di lui aspetta una bellezza che si riveli.
Ripenso a me liceale che, arrabbiata, dicevo ai miei compagni: ma non vedete che tutto è una illusione? Non avevo completamente torto, ma parlavo come un lucido pagano dell’anno 100 a.C. Perché c’è una bellezza possente nella vita, ma è in Cristo. È nell’andare, per strade pigre o banali o drammatiche, affaticati e mendicanti; magari ladri e bugiardi, magari invece facce di misericordia. In attesa però: che quella Bellezza incarnata, morta, risorta, infine pienamente si riveli. Come scrive Paolo ai Corinzi: «Oggi vediamo come in uno specchio, oscuramente; ma un giorno vedremo in modo chiaro, faccia a faccia».
di Marina Corradi – Tempi
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