La casa della vita
Posté par atempodiblog le 10 février 2010
Prendete la vita come una nuvola che passa in fretta nel cielo dell’estate, o come la bellezza di un roseto profumato che non dura a lungo. Considerate la vita come una casa in cui non potete restare per molto tempo: potete abitarci dieci, cento o mille anni, ma alla fine arriverà il giorno in cui dovrete lasciarla. E date al denaro lo stesso valore che date ai sassi del sentiero, perché se lo spendete non vi resterà niente e se lo risparmiate sarà come se aveste risparmiato dei sassi. (Kader Abdolah) [...]
La lezione è comune a tutte le sapienze. La bellezza ben presto sfiorisce, la vita si dissolve in un moto inarrestabile, il denaro scivola via e non riesce a rendere veramente felici. C’è un’immagine sulla quale ci soffermiamo, quella della casa della vita. Essa non è fatta solo di mura, entro le quali si sta bene, di oggetti cari, di gioielli e di libri, ma anche di affetti, di piaceri, persino di realtà tristi a cui però ci si sente legati. Ecco, più spesso dovremmo immaginare e prefigurare il distacco da tutto questo, per trasmigrare verso quello che la tradizione musulmana designa come «la più importante di tutte le case», la tomba e l’oltrevita. Un richiamo severo ma salutare al distacco, con lo sguardo fisso a ciò che non perisce ed è eterno.
di Gianfranco Ravasi
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