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TERREMOTO AD HAITI «Pregate per questo Paese»

Posté par atempodiblog le 15 janvier 2010

Ecco la testimonianza, pubblicata sul sito di Avsi, di una volontaria che lavora nella capitale Port au Prince
Tratto da: Tracce.it

TERREMOTO AD HAITI «Pregate per questo Paese» dans Articoli di Giornali e News haitid

Le comunicazioni sono quasi impossibili, manca corrente, si è spento tutto, i generatori sono merce rara. Anche per la sede operativa di Avsi a Milano non è semplice comunicare con la sua équipe.
Dalla capitale di Haiti, Port au Prince, Fiammetta Cappellini, rappresentante di Avsi in Haiti, scrive via chat utilizzando skype: «Cerco di essere breve perché cerchiamo di fare economia di batterie. Come sapete il terremoto è avvenuto alle 17 ora locale, mentre ci accingevamo a chiudere gli uffici.
La prima scossa è stata fortissima ed è durata sicuramente più di un minuto. Appena possibile abbiamo lasciato i locali. Constatato che non c’erano danni rilevanti, siamo andati tutti a casa. Le strade però si sono rivelate una trappola. Io e la seconda macchina con Jean Philippe e un collega haitiano siamo rimasti bloccati per ore. Alla fine abbiamo deciso di far ritorno all’ufficio. Ci siamo riforniti di acqua potabile e cose simili e ci siamo diretti verso la ex-casa di Carlo Zorzi (rappresentante di Avsi in Haiti prima di Fiammetta, ora in Costa d’Avorio), unica meta raggiungibile.
Qui però ci ha sorpresi la seconda scossa, al che abbiamo deciso di dormire fuori. Non potendo raggiungere casa mia, abbiamo chiesto ospitalità in una struttura dell’ambasciata brasiliana di Port au Prince.
Quando la situazione nelle strade si è un po’ normalizzata, verso le 10 di sera, ci siamo avventurati verso casa mia. Abbiamo praticamente attraversato la città. Il panorama è devastante. I più importanti edifici sono scomparsi. Danni ingenti si registrano ovunque. Solo da quello che abbiamo visto noi, i morti non possono che contarsi a migliaia. Interi edifici di diversi piani sono completamente rasi al suolo. Gravissimi danni ha subito un noto supermercato che a quell’ora non poteva essere che pieno di gente. È praticamente ridotto a niente.
Verso mezzanotte ho potuto ritrovare mio marito, al che abbiamo fatto un giro a casa di Jean Philippe, il francese che lavora con noi, che è gravemente danneggiata e chiaramente non più abitabile. Quindi per ora sta da me. La casa dove vivono i « nostri » Edoardo e Alberta non sembra apparentemente aver subito gravi danni. Il nostro ufficio principale della città è integro. Fortunatamente i nostri colleghi stanno bene.
Attraversando la città abbiamo visto scene di devastazione terribili. Abbiamo notizia di almeno due colleghi che hanno trovato la casa rasa al suolo. D’altronde anche quella di fianco alla mia non esiste più.
Per le strade vagano persone in preda a crisi di panico e isteria, feriti in cerca di aiuto. Gli ospedali sono difficilmente raggiungibili, le strade della capitale impraticabili. Il nostro viaggio verso casa è durato oltre 2 ore per fare meno di 10 chilometri. E per fortuna avevamo la jeep.
Abbiamo cercato di portare aiuto come potevamo per trasportare i feriti, almeno i bambini non accompagnati, ma ci siamo presto resi conto di quanto poco servisse rispetto alla dimensione di questa tragedia. Si sentono dalle macerie le grida di aiuto di chi è rimasto sotto e i parenti impotenti si disperano. Mancano luci per illuminare la scena e continuare a scavare di notte. Non possiamo che attendere la mattina, ma anche questa notte è veramente nera per tutti noi. Il commissariato di Delmas 33, con annessa prigione e centro di detenzione di minori, un edificio di tre piani, non esiste più. Sul posto la Minustah ha montato luci a grande potenza per poter continuare l’opera di soccorso. L’hotel Montana, dove oggi ho pranzato, è semidistrutto e conta 200 dispersi. Non ho più notizie della mia ospite di oggi… Spero per lei. Tutti i mezzi della missione Onu sono mobilitati per portare aiuto, ma le Nazioni Unite stesse hanno subito gravi danni, con il loro quartier generale semidistrutto e diversi impiegati civili dati per dispersi.
In tutta la città la gente resta in strada: chi non ha più una casa, ma anche chi teme nuove scosse.
Della maggior parte dei colleghi haitiani non abbiamo notizie, come anche di moltissimi amici e colleghi.
Abbiamo incontrato in strada il capomissione di « Action contre la faim ». Ci ha raccontato che il loro edificio è interamente distrutto e che per ore hanno cercato i colleghi vittime del crollo. Un loro collega haitiano manca all’appello. Lo stesso capo missione era leggermente ferito e cercava a piedi di raggiungere la propria abitazione e avere notizie della famiglia.
Ciò che abbiamo visto col collega Jean Philippe nell’attraversare la città è spaventoso. Non so davvero da che parte potremo ricominciare, ma lo faremo. È terribile. Penso ai 4 bambini che abbiamo soccorso oggi pomeriggio, 4 fratellini che si sono trovati sotto una casa distrutta senza i genitori non ancora rientrati dal lavoro. Uno di loro aveva gravissime ferite alla testa e piangeva disperato. La sorellina piangeva chiedendo: « Come fa la mamma a ritrovarci che la casa non c’è più? ». Pregate per questo Paese sfortunatissimo. Ciao, Fiammetta».

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Atto di abbandono

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2010

Atto di abbandono dans Citazioni, frasi e pensieri Beata-Elisabetta-della-Santissima-Trinit

« Quando il presente era così doloroso e l’avvenire mi appariva ancora più oscuro, chiudevo gli occhi e mi abbandonavo come un bambino nelle braccia di quel Padre che è nei cieli ».

Beata Elisabetta della Trinità

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Stimolare il desiderio di Dio

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2010

Stimolare il desiderio di Dio dans Citazioni, frasi e pensieri fuocherello

Il rapporto tra le attività spirituali e il desiderio è simile a quello tra la legna e il fuoco. Più si getta legna sul fuoco e maggiore sarà la fiamma. Allo stesso modo, più sono diversificati gli esercizi spirituali compiuti per stimolare il desiderio di Dio, più questo sarà tenace e arden­te.

Dalla “Scala della perfezione” di Walter Hilton

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L’ora di Satana

Posté par atempodiblog le 13 janvier 2010

L'ora di Satana dans Anticristo plivio

Diego Manetti: La falsa profezia assume dunque spesso i contorni dell’inganno operato con falsi prodigi e miracoli oppure della menzogna propagata con alta dottrina e diaboliche ispirazioni. Mi pare che però si possa trovare un altro fronte su cui operano i falsi profeti: non tanto quello dell’annunciare il falso, quanto piuttosto del tacere il vero. E’ un po’ come una “strategia del silenzio” che, messa in atto a volte anche da anime consacrate – poiché sappiamo che il “fumo di Satana” è entrato anche nella Chiesa –, tende a distogliere l’attenzione dalla verità, favorendo il silenzio sul peccato, il silenzio sull’inferno, il silenzio su Satana. In fondo, i falsi profeti che servono Satana, l’ultima cosa che diranno è proprio che Satana esiste davvero…

Padre Livio: A questo punto dobbiamo distinguere due specie di falsi profeti. Da una parte abbiamo quelli che operano al di fuori della Chiesa e che propagandano lo “spirito del mondo” all’insegna dello slogan: “senza Dio si vive meglio”; questa è dunque la “falsa luce” della profezia mondana, dalla quale più volte la Regina della Pace ha messo in guardia soprattutto i giovani. E si tratta di un esercito di servitori di Satana: da intellettuali e filosofi, a ciarlatani e imbroglioni. Tutti però facilmente riconoscibili perché “nel mondo”. Dall’altra parte, abbiamo i falsi profeti che operano invece all’interno della Chiesa: si tratta di una profezia più pericolosa, perché più difficile da individuare, poiché è come se il Diavolo si vestisse da frate, assumendo le spoglie di un esponente della Chiesa stessa, secondo quella fine strategia ingannatrice del Maligno che Bernanos nei suoi romanzi ha saputo ben rappresentare. Ecco, quando il falso profeta si presenta in cotta e stola o come leader di un gruppo di preghiera, allora il discernimento è assai più complesso, e facilmente tanti fedeli ne restano sedotti, confusi, ammaliati. Occorre sempre utilizzare la libertà dei figli di Dio, ovvero lo spirito del discernimento, senza farsi abbagliare dalle insegne esposte dai falsi profeti, poiché capita spesso che, rinunciando a tale capacità critica, si venga ingannati da presunti veggenti che sbandierano false locuzioni e visioni private. Vorrei quindi mettere in guardia da quel sottobosco di gruppi di preghiera che hanno la “propria” veggente che ha le apparizioni, o rivela profezie, laddove tutto questo è un prodotto dell’esaltazione personale o dell’inganno satanico. Ancora più grave è poi il caso dei falsi profeti all’interno della stessa gerarchia ecclesiastica, quando cioè sono sacerdoti o teologi a propagare tra i fedeli le eresie e gli inganni satanici. E’ il caso in cui si deforma la Parola di Dio, o si passano sotto silenzio le verità fondamentali della dottrina cattolica. E’ un argomento assai doloro. Quando Paolo VI parlò di “fumo di Satana nella Chiesa”, specificò di cosa si trattava: all’interno della Chiesa stessa si era formato un pensiero che non era cattolico – e che come tale non poteva essere l’autentico pensiero della Chiesa – e che si esprimeva nella formulazione di verità di fede non conformi alla Dottrina rivelata e insegnata dalla Chiesa. In riposta a questo allarme lanciato da Paolo Vi è giunto quel grandissimo dopo che è il Catechismo della Chiesa Cattolica, strumento di cui avevamo bisogno per sapere quali erano i confini esatti della Dottrina della Chiesa e che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno pensato di proporre ai fedeli proprio come baluardo della vera fede. Però, devo lamentare il fatto che oggigiorno si sentono davvero poche persone citare il Catechismo, e credo che sia ben poco studiato nei seminari e nelle facoltà teologiche, mentre ritengo che non vi sia arma migliore per difendersi da quelle che Karl Rahner definiva “eresie crittogame”, ovvero quelle eresie che, come le omonime piante, si diffondono di nascosto, silenziosamente, nel bosco della dottrina cattolica, per cui si arriva a sostenere che l’Inferno è vuoto, che Satana si convertirà, che alla fine c’è la Misericordia e la salvezza per tutti, che tutti i peccati si possono giustificare. Giungiamo infine nello specifico al punto che ponevi al centro della tua domanda: i “silenzi”. Sono queste le false profezie più pericolose all’interno della Chiesa, perché se un teologo afferma il falso, e come tale lo scrive, prima o poi la Congregazione per la Dottrina della Fede – l’ex Sant’Uffizio – lo richiama e lo riconduce alla vera dottrina. Ma nel caso dei silenzi, questi sono ben più subdoli e difficili da individuare, poiché appunto meno roboanti, meno eclatanti. Si tratta di un “non annunciare” la verità che di fatto si traduce nel propagare l’errore. Pensiamo ad esempio al fatto che oggi non c’è una precisa catechesi sul peccato: non si spiega che cosa sia, non se ne denuncia la gravità, non si dice più chiaramente che il peccato mortale può condurre alla perdizione eterna. E ci vuole un intervento tanto raro quanto autorevole – magari un articolo della “Civiltà Cattolica” – per ricordare che quando uno muore in peccato mortale, va all’inferno. Queste Verità elementari, fondamentali, non si insegnano più nella Catechesi, o si insegnano poco. Allo stesso modo, non si fa più la distinzione fra “peccato mortale” e “peccato veniale”, tutto è giustificabile, non si tiene conto che comunque la materia è “grave” e quindi la “piena avvertenza” e il “deliberato consenso” vanno messi a fuoco. Questo silenzio, dannosissimo per le anime, è una forma molto subdola di falsa profezia. In merito alle deformazioni della vera dottrina, mi ricordo un episodio di quando ero giovane sacerdote, avevo appena ventisei anni, e prestavo servizio in parrocchia. Un giorno venne una signora da me e chiese un colloquio. Mi disse che si trovava in una situazione di adulterio. Io le dissi: “Guardi che è un peccato grave e, se lei non lascia questa situazione, rischia la perdizione eterna della sua anima!”. Quella stette un po’ ha pensarci e poi replicò: “Ah, tanto poi, alla fine, c’è la divina Misericordia…”. Ecco, questo è un esempio del gravissimo pericolo che si corre nel deformare la dottrina, usando la divina Misericordia per restare nell’impenitenza e continuare a fare il male. D’altra parte, non si può usare la divina Misericordia per dire che l’Inferno è vuoto; non è che esiste l’Inferno perché Dio non ha misericordia, esiste l’Inferno – lo abbiamo già ricordato – perché noi rifiutiamo la divina Misericordia, non ci affidiamo alla divina Misericordia, non ci pentiamo davanti a Lui. A questo riguardo vorrei prendere l’occasione per mettere bene a fuoco quello che io penso di von Balthasar. Ho letto quasi tutte le opere di questo grandissimo teologo, e devo ammettere che il suo ultimo libro, Sperare per tutti, non riesco a capirlo, perché si colloca al di fuori dell’orizzonte di tutto il suo pensiero precedente. E’ un libro in cui von Balthasar chiama “infernisti” quelli che credono nell’Inferno – allora anche Gesù Cristo era un infernista? – e ribadisce la sua profonda speranza che “tutti gli uomini si salvino” e che “l’inferno sia vuoto”. Credo che il problema sia mal posto: non si tratta di limitarsi a “sperare” – lasciando con ciò stesso intendere che sia quasi un diritto la salvezza per tutti – quanto piuttosto di “darsi da fare” affinché tutti si salvino, pregando e sacrificandosi per la salvezza delle anime dei peccatori. È questo che vuole la Madonna. E poi, se anche tutti gli uomini si salvassero, non basta credere all’esistenza di Satana e dei demoni per capire che l’inferno non può essere vuoto, poiché almeno gli angeli decaduti sono precipitati in esso dopo la ribellione originaria contro Dio? Insomma, se anche l’inferno non avesse anime dannate come inquilini, almeno i padroni di casa ci sono!

Tratto dal libro-intervista: Padre Livio (2008) L’ora di Satana. L’attacco del Male al mondo contemporaneo, Piemme

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Omelia del Cardinal dr. Christoph Schönborn alla veglia di Capodanno

Posté par atempodiblog le 9 janvier 2010

Omelia del Cardinal Schönborn alla veglia di Capodanno, Medjugorje 31 dicembre 2009

Omelia del Cardinal dr. Christoph Schönborn alla veglia di Capodanno dans Cardinale Christoph Schönborn medjugorje

Cari fratelli e sorelle, qui in chiesa o nei luoghi davanti alla chiesa o nel salone giallo, siamo tutti consapevoli che è un grande privilegio non dover festeggiare il nuovo anno con lo Champagne – forse più tardi – [applausi e risa] ma con Maria, Giuseppe, il Bambino nella greppia, con gli angeli.
Tutti noi siamo venuti a Medjugorje per essere in questo giorno in special modo vicini alla Madre del Signore. O più esattamente dobbiamo dire che siamo venuti qui perché sappiamo che la Madre del Signore vuol essere vicina a noi.
Con lei vogliamo iniziare il nuovo anno, e la prima cosa che mi commuove, se penso al presepio e ai pastori, è che non c’era nessun angelo. Qui [indica il presepio alla base dell'altare] ci sono due angeli sopra la grotta, ma nel vangelo non ci sono; erano nel campo dei pastori, una grande schiera di angeli, ma Maria e Giuseppe ne hanno solo sentito parlare, i pastori glielo hanno raccontato!
Neanche voi avete visto la Gospa, ma qui ci sono delle persone che ce lo hanno raccontato. E noi confidiamo che la Madonna ci è veramente vicina. La fede viene dall’ascolto e mi impressiona per prima cosa che nel vangelo di oggi si parla di ascolto. Prima di tutto dobbiamo ascoltare il lieto annuncio. Abbiamo due orecchie, due occhi e una bocca: questo significa che dobbiamo ascoltare molto, guardare molto e poi parlare. E cosa dobbiamo dire? Dobbiamo raccontare ciò che abbiamo visto e udito. Il mondo necessita di una nuova evangelizzazione, questa avviene solo se è impossibile che tacciano coloro che hanno visto e udito. Tutti noi abbiamo ricevuto la fede e nel battesimo abbiamo ricevuto il compito di comunicarla ad altri. I pastori hanno raccontato ciò che era stato loro detto e da questo tutto è continuato. Il vangelo, la buona novella, è stata raccontata, e quelli che l’hanno riferita erano credibili. Quelli che hanno udito, hanno anche visto che le parole erano in accordo con la vita, che ciò che i testimoni dicevano trovava corrispondenza anche nella loro vita.
Come possiamo diventare testimoni del vangelo? Prima di tutto in quanto guardiamo a Maria. Maria conservava e meditava nel suo cuore tutto quello che era accaduto. Fratelli e sorelle, ciò di cui urgentemente abbiamo bisogno nel nostro tempo è la preghiera. Lo dico con un po’ di tristezza, so che prego troppo poco. So che la preghiera è la vita. Senza un vivo rapporto con Dio la nostra vita diventa arida e vuota. Perché la Madonna ci dice continuamente di pregare? Prendetevi il tempo per la preghiera. Un buon proposito per il nuovo anno, per noi sacerdoti, diaconi e per tutti. Tempo per la preghiera. C’è così tanta forza, così tanta gioia, troppo chiaro. Preghiamo Maria che ci aiuti a pregare di più. Se preghiamo le nostre parole sono piene di vita e poi la nostra testimonianza è credibile.
Vorrei spendere due parole su ciò che l’apostolo Paolo ci ha detto. L’anno paolino è già finito e ora siamo nell’anno sacerdotale, ma le parole dell’apostolo Paolo erano così forti perché erano piene di vita. Nella lettura di oggi ci dice che Dio ha mandato suo Figlio per farci diventare figli. Le figlie non sono escluse, si intende, figli e figlie insieme, ma Paolo dice che siamo chiamati a diventare figli, e non schiavi. Così come Gesù è figlio di Dio, così possiamo anche noi chiamarlo Padre. All’inizio di quest’anno l’apostolo Paolo ci dice: voi siete figli e non schiavi.
Io penso che Medjugorje è un posto dove si confessa molto e la confessione è la liberazione dalla schiavitù del peccato. Dio ci vuole avere come figli. Libertà dei figli di Dio, e per questo ci ha donato il sacramento della confessione. Dobbiamo avere un nuovo atteggiamento verso Dio, poterlo chiamare Abbà. Gesù ci ha chiamato ad avere fiducia in lui, ad avere fiducia in Dio. C’è troppa paura di Dio in noi, Jezu ufam tobie, Gesù confido in te – so anche il polacco – [alcune risate, quelli che capiscono la battuta], Jezu ufam tobie, Gesù confido in te [applausi].
Il Papa Giovanni Paolo II ci ha lasciato questo messaggio: abbiate fiducia nella misericordia di Dio, abbiate fiducia nella misericordia di Gesù. A volte, avere fiducia può essere eroico, quando la vita si fa difficile, quando un matrimonio diventa un peso, quando una malattia ci opprime, quando non sappiamo come andrà col nostro lavoro. Allora, dire Jezu ufam tobie, può essere eroico. Avere fiducia è veramente un atto di fede, e ancora guardiamo a Maria: chi ha donato un atto di fiducia, di fede, più grande di Maria? Jezu ufam tobie: questo sia il nostro programma per l’anno che viene.
E’ quasi mezzanotte e si sentono i botti, ma noi non tiriamo petardi, noi cantiamo [applauso]. E un’ultima parola: i pastori tornarono glorificando e lodando Dio per quello che avevano visto e udito. Anche noi torneremo a casa e per poter essere testimoni della buona novella, dobbiamo prima di tutto glorificare Dio. I pastori glorificarono e lodarono Dio per quello che avevano visto e udito, spero che anche tutti noi torneremo a casa, faremo il viaggio di ritorno, dopo questi giorni passati qui, e glorificheremo Dio per ciò che abbiamo visto e udito. Allora crederanno anche a noi quando racconteremo, la nostra parola sarà degna di fede.
Adesso è quasi mezzanotte ed è il momento giusto per proclamare il nostro Credo. Con questa fede entriamo nel nuovo anno. Dio benedica il nuovo anno. [lungo applauso].

Fonte: medjugorje.hr

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Il santo Nome di Gesù

Posté par atempodiblog le 3 janvier 2010

Il santo Nome di Gesù dans Henry Perroy Ges

Oggi è la festa del Nome di Gesù! Egli ricevette questo nome, secondo l’uso ebraico, otto giorni dopo la sua nascita. Anche a te, dopo il tuo arrivo sulla terra, hanno dato un nome al Battesimo.
– Sai cosa vuol dire “Gesù”?
– Vuol dire Salvatore.
– E da che cosa ti ha salvata il piccolo Gesù?
– Dall’Inferno.
– Molto bene. Dimmi se tu fossi caduta in un fiume e qualcuno vi si fosse tuffato per salvarti e restituirti alla mamma, ameresti questo salvatore?
– Molto.
– Il piccolo Gesù è questo salvatore… Diglielo spesso: “Ti amo assai, piccolo Gesù”.
Del resto, il demonio teme molto questo nome. Qunado sei tentata, quando qualcosa ti spinge a non esser buona, di presto, anche sottovoce: <<Gesù>>; e il demonio se ne andrà.

PROPOSITO: Oggi dirò sovente: “Gesù”.

di Henry Perroy

Divisore dans San Francesco di Sales

Gesù mio, scrivete il Vostro Nome sul mio povero cuore, e sulla mia lingua, acciocché, tentato a peccare, io resista con invocarVi; tentato a disperarmi, io confidi nei Vostri meriti. Fate che il Vostro nome mi infiammi d’amore, e sia sempre la mia speranza, la mia difesa, sempre e l’unico mio conforto.

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Suor Elvira e suor Cornelia

Posté par atempodiblog le 3 janvier 2010

La Comunità Cenacolo di suor Elvira

Suor Elvira e suor Cornelia dans Madre Elvira Petrozzi suorelvira

Sulla strada che sale da Bijakovici, verso il Krizevac (a Medjugorje si trova tutto in un fazzoletto di spazio), ci troviamo di fronte prima il Campo della Vita e poi il Campo della Gioia: le due case, rispettivamente quella maschile e quella femminile, aperte qui da suor Elvira Petrozzi, per tutti solo suor Elvira, fanno parte della Comunità Cenacolo, con sede principale a Saluzzo, in provincia di Cuneo, e fondazioni in quindici Paesi nel mondo.
I fabbricati delle  due fraternità, molto belli e costruiti in pietra con l’impegno di tanti giovani ospiti che si sono avvicendati, comprendono il refettorio, le stanze da letto, la lavanderia, i laboratori, la palestra, l’ambulatorio, le graziose cappelle, dove si celebra l’Eucarestia, avvengono gli incontri di preghiera e i colloqui con i ragazzi. Suor Elvira, che si occupa dal 1982 del recupero dei tossicodipendenti, proponendo, tramite la preghiera e il digiuno (in comunità non si bevono alcolici, non esiste la tv, non si fuma), la scoperta della bellezza della vita cristiana, ha deciso di venire a Medjugorje nel 1991, per la particolare grazia che il villaggio delle apparizioni dona ai giovani in cerca della verità. I giovani che vi abitano, e che hanno qualcosa di autentico da raccontare riguardo alla loro conversione, danno volentieri testimonianza ai pellegrini.

I piccoli « miracoli » di suor Cornelia

suorcornelia dans Medjugorje

Suor Cornelia Kordic e, prima di lei, sua sorella suor Josipa, morta il 10 aprile 2004, sono altri segni tangibili di come la maternità di Maria germini a Medjugorje altre madri, capaci di amore e accoglienza. Suor Cornelia accoglie orfani e anziani soli.
La sua arma: il sorriso con cui coinvolge chiunque le capiti a tiro e l’abbandono fiducioso alla Provvidenza. Non ha rendite fisse né conti in banca, questa piccola suora dei Balcani, eppure ogni giorno sfama più di duecento persone.

Fonte: OGGI

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Sorridere con i bambini

Posté par atempodiblog le 2 janvier 2010

Sorridere con i bambini dans Sorriso maestre

Robertina domanda alla mamma:
- Ma è più lontana la Luna o Londra?
La madre risponde un po’ seccata:
- La vedi la Luna, no? Mentre Londra, la vedi da qualche parte?

micetto dans Sorriso

Durante la lezione di musica, la maestra dice:
- Voi suonate il flauto, ragazzi, e io vi accompagno con uno strumento a vostro piacere. Che cosa volete che suoni?
Gli alunni rispondono in coro:
- La campanella!

micetto

La maestra chiede ad un alunno:
- Qual è il contrario di melodia?
L’alunno, dopo aver riflettuto un po’, risponde in tono sicuro:
- Selotenga!

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Permettere a Dio di agire in noi

Posté par atempodiblog le 2 janvier 2010

Permettere a Dio di agire in noi dans Citazioni, frasi e pensieri madreelvira

Non pregare vuol dire vivere soli e vivere male, mentre pregare vuol dire permettere a Dio di agire in noi, di donarci quello di cui veramente la nostra vita ha bisogno.

Suor Elvira – Comunità Cenacolo

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La musica di Radio Maria

Posté par atempodiblog le 2 janvier 2010

La musica di Radio Maria dans Canti radiomaria

I brani usati come sigle nelle trasmissioni a Radio Maria li trovate qui:

iconarrowti7 dans Canti La musica di Radio Maria

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Lasciamoci prendere per mano da Maria, nostra dolcissima Madre

Posté par atempodiblog le 2 janvier 2010

Lasciamoci prendere per mano da Maria, nostra dolcissima Madre dans Citazioni, frasi e pensieri Maria-Regina-della-Pace

L’anno incomincia nel nome di Maria, Madre di Dio. Affidiamolo alla Madonna, perché ci guidi nel compimento della volontà di Dio. Maria, nostra Madre, è ben felice di prendere per mano ognuno dei suoi figli e, se necessario, è pronta a prenderlo anche in braccio nel difficile cammino della vita.

Padre Livio Fanzaga

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Ai piedi di Maria

Posté par atempodiblog le 1 janvier 2010

Ai piedi di Maria dans Citazioni, frasi e pensieri mariambaouardy

«Ai piedi di Maria,
della mia Madre cara,
ho ritrovato la vita.
Voi tutti che soffrite, venite a Maria.
Ai piedi di Maria la vita ho ritrovato.
O tu che vivi in questo monastero.
Maria conta i tuoi passi, i tuoi sudori.
Dillo a te stessa:
ai piedi di Maria la vita ho ritrovato.
Tu che abiti in questo monastero,
distacca il tuo amore da quanto è terreno.
La tua salvezza e la tua vita
sono ai piedi di Maria.
Io abito nel grembo di mia Madre:
qui io trovo il mio Amore.
Sarò orfana, dunque?
Nel seno di Maria ho trovato la vita.
Non dite, no, che orfana io sono:
ho per madre Maria e Dio per padre».

Mariam Baouardy

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