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C’è su di noi e per noi un Amore immenso e fedele!

Posté par atempodiblog le 29 janvier 2010

C’è su di noi e per noi un Amore immenso e fedele! dans Fede, morale e teologia suorelviraeilpapa

La vita è bellissima e io sono tanto contenta di esserci.
Prima di tutto desidero dire grazie a mia madre e a mio padre, perché mi hanno permesso di vivere e poi ringrazio tutti perché non sono sola: c’è attorno a me la vita preziosa di tante persone… siamo in tanti ad essere stati creati ed amati!
Sappiate che dobbiamo solo accoglierla, la vita, accoglierla e gioirne.
A volte non sorridiamo più, perché pensiamo di non essere amati. Ma non è vero! C’è su di noi e per noi un Amore immenso e fedele!
Apri le porte allora, per lasciar passare la luce, di modo che tu veda quella luce!
Lasciala filtrare anche negli spazi più intimi, e ad un certo momento quel raggio di luce si farà strada, per dire anche a te che ti senti rifiutato: ti amo, ti amo alla follia!
È un dono che ci fa Colui che ci ha creato: soltanto apriamoGli la porta; dobbiamo accogliere, dobbiamo dire “Sì, così sia”. E quando siamo pieni di amore, siamo anche ricolmi di felicità e ci viene la voglia di dare gioia a tutti, di “rimboccarci le maniche” e di servire la vita.
E prima di tutto, servi te stesso. Prima di uscire di casa, sorridi alla tua vita e lascia che quel sorriso ti doni un volto nuovo, un volto sereno, un volto di pace e di gratitudine per tutto quello che il Signore ti ha dato.
Allora “entrerai” nella vita, sarai capace di donarti, di servire anche gli altri, di restituire l’Amore ricevuto. È una “legge” dell’Amore: se non lo doni, allora non lo riconosci, non ti accorgi di quanto ne stai ricevendo… e poi incominci a pensare a qualche modo per trovarlo, lo vai a cercare chissà dove, elemosini l’affetto, la comprensione, la stima… ma questo è dipendenza ed egoismo, è la morte del cuore!
Vuol dire che quando siamo un po’ amareggiati e chiusi, è perché non stiamo amando e non stiamo servendo; è lì la radice della tristezza.
È un’esperienza che abbiamo fatto tutti, ma oggi possiamo scegliere, perché abbiamo vissuto anche la gioia, la speranza, il bene, il dono di noi!
A volte sembra che tutto svanisca, che sia stato solo un sogno… ma non è vero. Noi siamo nati per amare, non per mendicare l’amore e abbiamo sperimentato che Colui che ci ha creati, ci dà Amore senza misura: è Lui la sorgente inesauribile della Vita.
Facciamo questi passi di verità e di coraggio. Il Signore fa grandi cose: le ha fatte e le farà ancora, per noi e per tutti quelli che Gli aprono le porte del cuore.
Il “segreto” è la fiducia in Lui, è la fede che, come dice Gesù, smuove le montagne.
Quella fede sicura che è bene, è forza, è libertà, è amore, è servizio, è stupore… è vita!

di Suor Elvira Petrozzi -Comunità Cenacolo

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Ho fatto la scelta di Gesù: donarmi totalmente a Dio

Posté par atempodiblog le 29 janvier 2010

Ho fatto la scelta di Gesù: donarmi totalmente a Dio dans Andrea Tornielli plivio

«Sono felice di essere celibe e nella mia vita di prete non ho mai sentito il bisogno di avere una moglie». Padre Livio Fanzaga è la popolarissima e inconfondibile voce di «Radio Maria», l’emittente cattolica con ascolti da record, che non trasmette pubblicità ed è sostenuta soltanto dal contributo volontario dei suoi ascoltatori.

Perché il prete deve essere celibe?
«Io sono felice di esserlo per due motivi. Il primo è che mi sento realizzato per il dono totale della mia vita al Signore. È una donazione mistica e affettiva. Il secondo motivo è di carattere più pratico: da celibe posso servire la Chiesa con tutto me stesso».

Non ha mai sentito l’esigenza di sposarsi?
«No, perché sono sono già totalmente realizzato nella paternità spirituale verso coloro che attraverso il mio ministero vengono generati a Dio e alla Chiesa».

È d’accordo nel discutere sull’eventuale attenuazione o abolizione del celibato sacerdotale, per far fronte alla carenza di vocazioni?
«A mio parere la crisi di vocazioni è dovuta anche al fatto che c’è una concezione troppo manageriale e poco mistica del sacerdozio. Se viene meno il rapporto con Dio e l’amore per le anime, ci possono essere delle crisi affettive. Ma allora il problema non è abolire il celibato, ma è quello di annunciare e proporre il Vangelo tutto intero. Non è un caso che oggi proprio gli ordini di clausura, quelli con le regole più dure, non conoscano crisi di vocazioni. Se il Vangelo è proposto nella sua interezza, nell’uomo scatta la sete di assoluto e si arriva a donarsi eroicamente».

Qual è dunque la ragione più evidente per mantenere la legge del celibato?
«A me colpisce il fatto che Gesù, pur vivendo in un contesto culturale e religioso in cui non c’erano i celibi, abbia scelto di non sposarsi. Siccome esiste un rapporto diretto tra Cristo e il sacerdote, io credo che sia significativo rimanere celibi come lui lo è stato».

Non teme che l’esaltazione del celibato possa screditare il valore del matrimonio?
«Assolutamente no, c’è una vocazione al celibato e una vocazione al matrimonio, che è una via di santità, sono entrambi sacramenti».

di Andrea Tornielli – Il Giornale

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