Dopo Betlemme, l’uomo non può tornare sotto le stelle di nuovo.
Posté par atempodiblog le 26 décembre 2009
Grazie per questi duemila anni. Grazie per questa benedizione. In duemila anni gli uomini sono tornati a casa pieni di grazia, di gioia, di benedizione, di ricchezza perché hanno trovato te, sono rimasti sempre con te, Signore. Eccoci a te: abbiamo bisogno di te e della Madre. In questo santo luogo della tua nascita desideriamo lasciare tutti i peccati e dire : “Perdonaci Signore”. Oggi, con pochi altri, ci siamo inchinati e abbiamo baciato il posto dove la Madre ha messo suo figlio. Tra poco, il Padre e la Madre ci offrono lo stesso figlio che dobbiamo mettere non in fascia o in un presepe, ma nel nostro cuore. Dobbiamo dire: “Ecco Signore, il mio cuore è aperto; voglio portarti, voglio darti nel mio cuore, la vita”. Betlemme è un posto dove la dignità dell’uomo è proclamata. Non solo Dio è sceso tra di noi ed è diventato uomo, ma anche l’uomo è diventato figlio di Dio. Questo uomo è nuovo nella dignità umana. Dopo Betlemme, l’uomo non può tornare sotto le stelle di nuovo. La nostra vita è eccezionale, non è paragonabile con nessuno. Davide è stato un grande, ma tu sei di più. Egli è stato solo segno della storia che doveva preparare, quella storia che tu oggi celebri e alla quale partecipi. Tu sei felice. Tu sei segno: oggi tu devi lasciare questo posto e tornare a casa come segno perché Betlemme non finisce qui sulla carta geografica, ma continua a vivere. Il nostro Signore è vivo, noi siamo testimoni. Il nostro Signore c’è, noi l’abbiamo visto, baciato, noi abbiamo dato la nostra vita. E lui ci ha dato il suo amore. Carissimi fratelli, celebriamo oggi il Natale e vogliamo ringraziare il Padre perché ha mandato il Figlio. Egli è per ciascuno di noi la salvezza di oggi, la pace di oggi, la vita eterna di oggi. Vogliamo lodare e ringraziare la Madre perché ha offerto il figlio che dà a ciascuno di noi. E’ piccolo, è bambino, non abbiamo paura di lui. La Madre ti ha incontrato e ti ha detto: “Prendilo: tu cerchi l’amore? E’ lui l’Amore. Tu cerchi la grazia, la forza? E’ Lui la grazia, la forza”. Oh, come siamo felici oggi. Sta terminando il nostro pellegrinaggio in questo posto santo, nel giorno di Natale. “Non so dire auguri” No, non puoi dire così se vivi con la Madonna e con il tuo Dio e Salvatore, con il tuo Dio e Redentore, che è diventato uomo e desidera offrirsi a te . Oggi, tu celebri l’Uomo nuovo e la tua grande dignità. Prendi Gesù e rispondi alla sua chiamata: “Non ho altre mani, solo le tue; non ho altri occhi con cui vedere, se non attraverso i tuoi. Attraverso il tuo cuore voglio amare, fare le opere buone. E le tue gambe e piedi per camminare, toccare questa terra e portare pace e bene a tutti”. Oh come siamo felici oggi, quando possiamo qui, nel luogo dove Cristo è nato, cominciare veramente un nuovo tempo, una nuova nostra era e una nuova nostra vita. Signore grazie per questo regalo. In te speriamo e non solo per Natale. Benvenuto fra di noi, resta con noi, nostro unico Dio e Signore.
Padre Jozo Zovko – Natività del Signore dicembre 1999
Tratto da: Mir i Drobo
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