Integrità del contenuto della catechesi
Posté par atempodiblog le 12 décembre 2009
Affinchè l’offerta della propria fede sia perfetta, colui che diventa discepolo di Cristo ha il diritto di ricevere la «parola della fede» non mutilata, non falsificata, non diminuita, ma completa ed integrale, in tutto il suo rigore e in tutto il suo vigore. Tradire in qualche cosa l’integrità del messaggio significa svuotare pericolosamente la catechesi stessa e compromettere i frutti che il Cristo e la comunità ecclesiale hanno il diritto di aspettarsi. Non è certamente un caso, se il mandato finale di Gesù nel vangelo di Matteo porta l’impronta di una certa totalità: «Mi è stato dato ogni potere… Ammaestrate tutte le nazioni…, insegnando loro ad osservare tutto… Io sono con voi tutti i giorni». Per questo, quando un uomo, intuendo «la sublimità della conoscenza di Gesù Cristo», incontrato nella fede, porta in sè il desiderio, forse oscuro, di conoscerlo di più e meglio mediante una predicazione e un insegnamento «secondo la verità che è in Gesù», nessun pretesto è valido per rifiutargli una parte qualsiasi di questa conoscenza. Che cosa sarebbe una catechesi che non desse tutto il loro posto alla creazione dell’uomo ed al suo peccato, al disegno di redenzione del nostro Dio ed alla sua lunga e amorosa preparazione e attuazione, all’incarnazione del Figlio di Dio, a Maria – l’Immacolata, la Madre di Dio sempre vergine, elevata in corpo ed anima alla gloria celeste – ed alla sua funzione nel mistero della salvezza, al mistero di iniquità operante nelle nostre vite ed alla potenza di Dio che ce ne libera, alla necessità della penitenza e dell’ascetica, ai gesti sacramentali e liturgici, alla realtà della presenza eucaristica, alla partecipazione alla vita divina quaggiù sulla terra e nell’aldilà, ecc.? Di conseguenza, nessun catechista autentico potrebbe compiere legittimamente, di suo arbitrio, una selezione nel deposito della fede tra ciò che egli ritiene importante e ciò che ritiene senza importanza, per insegnare quello e rifiutare questo.
Tratto da: Esortazione Apostolica ‘Catechesi Tradendae’ di Giovanni Paolo II
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