San Procolo

Posté par atempodiblog le 15 novembre 2009

San Procolo dans Fede, morale e teologia sanprocolo

Le notizie più antiche sul martirio di San Gennaro, risalgono alla cosiddetta passio bolognese, perché conservata nel codice 1473 della Biblioteca Universitaria di Bologna del 1180.
Secondo questa narrazione, Procolo, diacono della comunità cristiana puteolana sarebbe stato martirizzato nell’anno 305 nel corso della persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano.
Da questi scritti si apprende che il vescovo di Benevento Gennaro si era recato a Pozzuoli per visitare il diacono Sosso di Miseno, incarcerato per aver difeso il proprio vescovo.
Anche Gennaro fu incarcerato perché confessò di essere cristiano e vescovo, stessa sorte subirono il diacono Festo e il lettore Desiderio anch’essi di Benevento. I quattro furono condannati alla decapitazione. Il diacono puteolano Procolo e i laici Eutiche e Acuzio anch’essi di Pozzuoli vennero incarcerati e condannati perché avevano preso le difese dei compagni di fede.
I sette cristiani subirono la decapitazione nei pressi della Solfatara in un luogo dove verso la fine del VI secolo venne eretta una chiesa in onore di san Gennaro.
Secondo la tradizione popolare i sette martiri furono prima rinchiusi nelle celle dell’anfiteatro Flavio in quanto erano stati condannati ad essere divorati dalle belve nel corso di uno dei tanti spettacoli che si svolgevano nell’arena puteolana. Qui, però, avvenne il miracolo, per cui gli animali si inginocchiarono al cospetto dei sette condannati. Perciò furono trasferiti nel Foro dove il Magistrato giudicante li condannò alla decapitazione. Il corpo del martire Procolo fu sepolto, stando alle fonti, nel pretorio di Falcidio che dovrebbe trovarsi nei pressi della necropoli di via Celle.
Il nome Proculus è molto ricorrente nella lingua latina, ed è riferito al figlio nato mentre il padre era lontano.
La festività di san Procolo veniva celebrata il 18 ottobre ma, fu poi spostata, con decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 10 dicembre 1718, al 16 novembre in quanto ad ottobre, molti puteolani erano impegnati nei lavori dei campi.
Le reliquie del Santo, insieme ad altre di san Gennaro e di sant’Eutiche, secondo alcune fonti storiche, sarebbero state trafugate nell’anno 871 e portate nell’isola di Reichenau sul lago di Costanza, dove furono conservate in una delle basiliche di questa città.
Una parte delle reliquie del martire puteolano furono riconosciute e recuperate grazie alle ricerche di Monsignore Antonio Gutler, confessore della regina di Napoli Maria Carolina. Le reliquie di san Procolo furono riportate a Pozzuoli il 13 maggio 1781. Da allora la città di Pozzuoli e la Diocesi, con solenni festeggiamenti rievocano il ritorno dei resti mortali di san Procolo nella città natale. Nella seconda domenica di maggio, le reliquie e il busto argenteo del Santo martire vengono portate in solenne processione per le vie della città, insieme al busto marmoreo di san Gennaro e a quello ligneo di san Celso, antico vescovo di Pozzuoli.
La comunità cristiana di Puteoli venerò quasi da subito, il martire Procolo, come principale patrono della città e della diocesi. Tra la fine del V e gli inizi del VI secolo, al Santo fu dedicato, come chiesa, lo splendido edificio marmoreo che il ricco mercante Lucio Calpurnio aveva fatto erigere in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto. Soprattutto per merito del vescovo Martin de Leon y Cardenas (1631-1650), questa costruzione divenne una Cattedrale degna delle antiche tradizioni apostoliche di Pozzuoli. Purtroppo questo tempio venne completamente distrutto da un incendio, nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1964, e da allora, la chiesa del Carmine svolge le funzioni di Cattedrale della città di Pozzuoli, e dal 1995 la moderna chiesa di San Paolo apostolo, nel nuovo quartiere di Monterusciello è stata elevata a concattedrale.

Antonio Parrino – Nuova guida de’ Forastiero. Napoli, 1750.
Fonte: comune.pozzuoli.na.it