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Segno di appartenenza

Posté par atempodiblog le 4 novembre 2009

Segno di appartenenza dans Anticristo Madonna

“La corona del Rosario sia sempre nelle vostre mani, come segno per satana che appartenete a me”. (Regina della Pace)

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Quando Natalia Ginzburg invitava a non togliere il crocifisso

Posté par atempodiblog le 4 novembre 2009

L’Arcivescovo Ravasi: “Se togliamo il cristianesimo, perdiamo il nostro volto”

Quando Natalia Ginzburg invitava a non togliere il crocifisso dans Articoli di Giornali e News croce

[...] In alcune dichiarazioni riprese da APCOM, monsignor Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha ricordato a margine di un Convegno in Vaticano un articolo scritto da Natalia Ginzburg, in cui la scrittrice difendeva il crocifisso.
In effetti era il 1988 quando scoppiò in Italia la polemica sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche.
Tra i tanti interventi sulla legittimità o meno della presenza del crocifisso, Antonio Socci, nel libro [...] “Indagine su Gesù” (Rizzoli), riporta cosa affermò la scrittrice di origine ebraiche sul quotidiano comunista “L’Unità” il 22 marzo del 1988.

Nell’articolo intitolato “Non togliete quel crocifisso”, Natalia Ginzburg scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E’ l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea di uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente”.

“La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? Sono quasi duemila anni che diciamo ‘prima di Cristo’ e ‘dopo Cristo’. O vogliamo smettere di dire così?”, si chiedeva.

“Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino”.

“Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo”.

“Chi è ateo – continuava la scrittrice –, cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del prossimo”.

“Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine”.

“E’ vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti”.

“Come mai li rappresenta tutti? Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà tra gli uomini”, affermava la Ginzburg.

“Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero”.

“Alcune parole di Cristo, le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente”.

“Ha detto ‘ama il prossimo come te stesso’. Erano parole già scritte nell’Antico Testamento, ma sono diventate il fondamento della rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto”.

Natalia Ginzburg concludeva il suo articolo affermando: “Il crocifisso fa parte della storia del mondo”.

“L’identità di un popolo e di una cultura – ha commentato l’Arcivescovo Ravasi – è una ricchezza. Elliot diceva: se togliamo il cristianesimo dal nostro orizzonte non perdiamo la fede, perdiamo il nostro volto. E tra persone senza volto non è più possibile dialogare… ».

Tratto da: zenit.org

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Il cardinale Kasper ai credenti: «Non dormite, alzate la voce»

Posté par atempodiblog le 4 novembre 2009

Il cardinale Kasper ai credenti: «Non dormite, alzate la voce»
di Gian Guido Vecchi – Corriere della Sera

Il cardinale Kasper ai credenti: «Non dormite, alzate la voce» dans Articoli di Giornali e News kasperm

«Sa cosa penso, tutto sommato? Che noi cristiani stiamo dormendo. Questa manifestazione di secolarismo aggressivo dovrebbe essere un segnale per svegliarci e alzare un po’ la voce». Il cardinale Walter Kasper, 76 anni, presidente del pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, è una persona mite, finissimo teologo che fu assistente di Leo Scheffczyk e di Hans Küng e ha guidato le facoltà di Münster e Tubinga, insegnato a Washington, pubblicato opere tradotte in tutto il mondo come Il Dio di Gesù Cristo, un uomo di dialogo (da anni tiene per la Chiesa i rapporti con le altre confessioni cristiane e con gli ebrei) aperto al mondo laico e ai non credenti. Essere miti, però, non significa dormire, sorride: «In alcuni ambienti europei, a Strasburgo e Bruxelles, vogliono costruire una realtà che non sarebbe più Europa, perché senza cristianesimo l’Europa non è. Tale tendenza antistorica esiste, ha potere, e questo non si può tollerare: anche i politici che si dicono cristiani dovrebbero parlare…».

Per dire cosa, eminenza?
«Nel centro di tutte le antiche città d’Europa c’è una cattedrale, vogliono abolire anche le cattedrali? Sono costernato all’idea che un tribunale europeo abbia potuto pendere una decisione del genere. E radicalmente antieuropea. Se si viaggia dalla Spagna all’Estonia e fino a Mosca, dappertutto si trova la Croce: dice la nostra cultura, è l’eredità comune che ha unito il continente, non si possono negare così le proprie radici».

La sentenza parla di «violazione della libertà religiosa»…
«Togliere il crocifisso dalle aule, semmai, è una violazione del sentire della maggioranza: i cristiani sono e restano la gran parte, soprattutto in Italia, e la maggioranza non può essere orientata dalla minoranza. Ma non si tratta tanto di questo. E’ chiaro che per noi cristiani è essenzialmente un simbolo religioso. Oltre a questo, però, la Croce è un simbolo culturale».

A quanto pare, però, c’è chi si sente offeso…
«Il crocifisso è un segno di carità e di benevolenza, non può essere offensivo, non minaccia nessuno. Dice l’amore e la misericordia di Dio, una misericordia che è per tutti, anche per i non credenti».

Ma la laicità?
«La laicità è legittima, viviamo in una società pluralista nella quale convivono diverse fedi e idee, dobbiamo avere tolleranza e rispetto verso gli altri. Questa decisione, tuttavia, è molto strana, non esprime laicità ma ideologia, un laicismo che si fa intollerante: voler togliere il crocifisso è intollerante».

Non c’è anche una responsabilità di chi ha stravolto e usato la Croce come un segno «contro» gli altri?
«E’ vero, spesso nella storia è stata usata in questo modo. Ma non credo che oggi nessuno possa intenderla così. No, ciò che resta dopo aver tolto i simboli è il vuoto. Il vuoto! E questo il senso della secolarizzazione? Che non c’è più nulla? Ma che cosa vuol dire?».

Il Papa, in volo verso Praga, diceva che le «minoranze creative determinano il futuro» e la Chiesa «deve comprendersi come minoranza creativa». E questo il destino dei cristiani in Europa?
«La Repubblica Ceca è un caso straordinario, ma nel resto d’Europa i cristiani non sono una minoranza: restano una grande maggioranza con una grande eredità culturale. La Croce dice da dove veniamo, ha unito il continente, ci sono Stati come la Svizzera o la Svezia che l’hanno nella bandiera, un simbolo religioso divenuto simbolo nazionale! Ripeto: che cosa sarebbe l’Europa se i cristiani non ci fossero più? Non sarebbe più Europa».

Diceva che i cristiani devono «svegliarsi». In che modo?
«Mostrando la loro presenza. La tolleranza verso gli altri è doverosa, ma ci siamo anche noi e abbiamo i nostri diritti. Del resto siamo in democrazia, no? Abbiamo le elezioni. Io mi sono sempre lamentato che così poche persone vadano a votare per eleggere il Parlamento europeo. E i parlamentari devono rispondere a coloro che li hanno eletti».

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« Le anime si conquistano con le ginocchia »

Posté par atempodiblog le 4 novembre 2009

« Le anime – dice questa voce, la voce di San Carlo Borromeosi conquistano con le ginocchia ». Si conquistano cioè con la preghiera, e preghiera umile. San Carlo Borromeo fu uno dei maggiori conquistatori di anime di tutti i tempi.

Tratto da: santiebeati.it

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