I coniugi Beltrame Quattrocchi
Posté par atempodiblog le 19 octobre 2009
“Vita serena, intellettuale, interessante, intima e riposante. Mai fatua, mai triste e pessimista. Vita vissuta nel senso pieno della parola. Non sorvolata, ma animata dalla gioia della conquista che portava con sé ogni minuto – con la gioia di stare insieme, sempre nuova.”Così Maria Corsini ricorda, nei giorni della sua vedovanza, l’atmosfera che si respirava nella sua casa quando accanto a lei viveva il marito, Luigi Beltrame Quattrocchi.
I due si erano conosciuti a Roma. Lui, nato a Catania il 12 gennaio 1880, era stato preso in affido dalla famiglia di uno zio che non poteva avere figli. Dopo essersi laureato in giurisprudenza, nella capitale aveva vinto un concorso come avvocato erariale, diventando un alto funzionario del Ministero delle Finanze.
Lei, colta, sensibile, raffinata, a vent’anni si era già distinta per la pubblicazione di un saggio d’arte. I due giovani scoprono di avere numerosi interessi comuni, ma soprattutto si sentono legati dalla fede. Si fidanzano e, per coltivare l’intima unità di spirito che già li lega, arrivano a scriversi una lettera al giorno. Si sposano il 25 novembre 1905 nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Nel giro di pochi anni nascono i loro primi tre figli: Filippo, Stefania e Cesare. La loro casa è lieta e rumorosa. Luigi lavora, Maria si dedica alla pubblicazione di saggi e articoli sull’educazione e sulla spiritualità. Sono attivi in numerose associazioni: animano i gruppi del Movimento di Rinascita Cristiana e del Movimento “Per un mondo migliore” di P. Lombardi, sono barellieri sui treni dell’Unitalsi diretti a Lourdes, entrano nell’Agesci con i loro due figli maschi. Maria, inoltre, è infermiera volontaria della Croce Rossa e organizza i primi corsi per fidanzati nelle parrocchie romane, una vera novità per il tempo. Inoltre, è tra i fondatori dell’Università Cattolica accanto a Padre Gemelli.
Quando, nel 1913, Maria scopre di essere nuovamente incinta, i due coniugi Quattrocchi devono affrontare la prova più dura. La donna è affetta da una patologia che, all’epoca, le concedeva soltanto il 5% di possibilità di sopravvivenza. Due noti ginecologi le consigliano di abortire, per salvare la propria vita. Ma i genitori rifiutano, nonostante Luigi possa ritrovarsi padre vedovo di tre bambini tra i 5 e gli 8 anni. Le loro preghiere vengono accolte: il lunedì santo del 1914 nasce, senza complicazioni, Enrichetta.
Luigi e Maria sono straordinari educatori alla fede per i figli: frequentano insieme la Messa quotidiana e ogni giorno pregano davanti all’altare del Sacro Cuore di Gesù che hanno ricavato in sala. Il loro esempio è tale che tutti e quattro i figli sceglieranno la consacrazione religiosa: Filippo come sacerdote della diocesi di Roma, Cesare come trappista, Stefania entra in una clausura benedettina, mentre Enrichetta sarà consacrata secolare.
Luigi muore il 5 novembre 1951, seguito quattordici anni dopo da Maria, che si spegne il 26 agosto 1965. I due coniugi sono stati i primi a salire gli altari in virtù del modo in cui seppero vivere il loro matrimonio. Giovanni Paolo II li ha beatificati il 21 ottobre 2001, nel ventesimo anniversario della Familiaris Consortio.
Fonte: Radio Maria
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