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La piccola Speranza

Posté par atempodiblog le 31 octobre 2009

La piccola Speranza dans Charles Péguy hopej

« La Fede è quella che tiene duro nei secoli dei secoli. La Carità è quella che dà se stessa nei secoli. Ma è la piccola Speranza che si leva tutte le mattine. La Fede è una cattedrale radicata nel suolo di un paese. La Carità è un ospedale che raccoglie tutte le miserie del mondo. Ma senza Speranza, tutto questo non sarebbe che un cimitero ».

Charles Péguy

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Non tutte le lacrime sono un male

Posté par atempodiblog le 31 octobre 2009

Non tutte le lacrime sono un male dans Citazioni, frasi e pensieri cryx

<<Non dirò: « Non piangete », perché non tutte le lacrime sono un male>>.

J.R.R. Tolkien

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Il Cielo è la meta a cui dobbiamo tendere

Posté par atempodiblog le 31 octobre 2009

Il Cielo è la meta a cui dobbiamo tendere dans Fede, morale e teologia Tutti-i-Santi

La festività di tutti i Santi e la commemorazione dei fedeli defunti ci ricordano che la vita è un cammino verso l’eternità e che il Cielo è la meta a cui dobbiamo tendere.
Se l’uomo si identificasse col suo corpo e la sua persona si dissolvesse   in una manciata di polvere, avrebbe un senso la vita?
Gesù risorto ha vinto la morte, quella spirituale e quella corporale. Ha sconfitto l’impero delle tenebre e le porte dell’inferno, aprendo per tutti gli uomini la possibilità del paradiso.
La gioia senza fine del paradiso è un dono, ma anche una conquista. Si entra nell’oceano d’amore della Santissima Trinità rivestiti della veste candida della santità.
Incominciamo a fare il primo passo verso il Cielo celebrando la festa di tutti i Santi in grazia di Dio e accostiamoci, se necessario, al sacramento della confessione.
La vita di grazia è un cammino di santità che tutti possiamo percorrere. E’ una piccola via che porta molto in alto. Si tratta di fare tutto, anche le cose più piccole e insignificanti, per amore di Dio.
Facciamoci prendere per mano dalla Vergine Maria, la Tutta Santa, grande Maestra della santità umile e nascosta.

di Padre Livio Fanzaga

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Vivere bene

Posté par atempodiblog le 24 octobre 2009

Vivere bene dans Citazioni, frasi e pensieri doncarlognocchi

“Molti si preoccupano di star bene, assai più che di vivere bene. Per questo finiscono anche per stare molto male. Cerca di fare tanto bene nella vita e finirai anche per stare tanto bene”.

Don Carlo Gnocchi

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La faccia nascosta di Halloween

Posté par atempodiblog le 23 octobre 2009

A colloquio con don Bruno Ferrero
“La faccia nascosta di Halloween”

La faccia nascosta di Halloween dans Don Bruno Ferrero La-faccia-nascosta-di-Halloween

«Ho fatto anch’io l’esperimento, ho chiesto ai miei chierichetti che festa è il Primo novembre e loro non hanno avuto la minima esitazione: “Halloween!”. Ma non è così solo fra i ragazzi, basta guardare certe vetrine», dice il direttore editoriale della Elledici, commentando la scelta di scommettere su questo piccolo libro svelto, lucido e polemico, opera prima del francese Damien Le Guay, classe 1961, filosofo e critico letterario «innocentemente cristiano». Il sottotitolo del volumetto recita: «Come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi». E le sue 128 paginette spiegano perché Halloween non è soltanto l’ultimo gadget d’importazione colorato ed innocuo per fare più felici i nostri bambini.

Don Ferrero, com’è nata l’idea di tradurre questo libro?
L’ho trovato alla fiera di Francoforte, abbandonato in mezzo a tanti altri, l’ho letto in una notte e mi è sembrato davvero buono. E risponde a un’idea che viene da lontano: dal nostro lavoro e dalle nostre scelte in Elledici, che sono quelle di raccontare e di proporre la gioia della fede. In un contesto dove, purtroppo, tra la gente prevale l’equazione “religioso uguale noioso”. E dove soprattutto si è perso il senso della festa cristiana: cioé la festa nella quale il corpo si ferma, si riposa per accorgersi che anche lo spirito ha delle esigenze. Ebbene, è proprio in questa perdita che si è infilato Halloween.

Halloween, cioè la notte di Samhain, il capodanno celtico, nella quale si spalancano i cancelli del regno dei morti. La notte dei fuochi, dei travestimenti, delle offerte raccolte di casa in casa. Poi il trasloco negli Stati Uniti e, negli anni ’90, il “ritorno” in Europa. Ma la festa della zucca come ha potuto sfrattare la festa cristiana?
Chiaro, la Santa zucca è forse più vendibile del senso del Paradiso. Ma Halloween, con i suoi scheletrini, i suoi scherzi e i suoi simboli vagamente sulfurei si è inserito in un vuoto che abbiamo lasciato noi cristiani, dimenticando che Tutti i Santi e i Morti sono la festa della speranza, la festa della consapevolezza che nella direzione in cui siamo diretti, l’aldilà, c’è una base, una meta che ci attende.

A proposito dello sbarco in Francia della Halloween-mania, Le Guay svela, dati e cifre alla mano, che si trattò di una colossale operazione di merchandising organizzata negli anni ’90. Ma poi aggiunge, con l’intransigenza di certo cattolicesimo francese à la Bernanos, che “giocare ad Halloween” non è esattamente educativo. Qui non esagera un poco?
Sì, Le Guay insiste sull’idea che Halloween non è poi così innocente. Ma sono d’accordo sul fatto che quel modo di far festa, di prendersi gioco della morte, del mostruoso e dell’aldilà è discutibile: non si esorcizza la morte in quel modo, la si deride e basta. E questo no, non è educativo.

Un consiglio agli animatori e agli educatori alle prese con la “magica” notte del 31 ottobre.
Inutile impuntarsi, lasciamo che Halloween faccia la sua strada. Ma insieme riscopriamo il significato di Tutti i Santi e il ricordo dei defunti: feste vere, queste, a dispetto (ahimé) di una liturgia in genere ben poco festosa. E ricordiamo che se si sta a casa da scuola e dal lavoro lo dobbiamo ad Ognissanti, non alla Zucca.

Per saperne di più:
Le Guay Damien
Centro Evangelizzazione e Catechesi “Don Bosco” (A cura di)
Patarino Marisa (Tradotto da)
Elledici 2004

Giovanni Godio – elledici.org

Descrizione:
Oggi con Halloween ci si mettono tutti: la televisione, i giornali, anche gli insegnanti a scuola. Ma perché accogliere con tanto entusiasmo questa festa proveniente da un altro paese e da un altro universo religioso? Abbiamo valutato tutte le conseguenze che può avere sui nostri bambini? Questo volume propone una “indagine d’impatto” di natura psichica e spirituale sulla diffusione in Italia di una festa che si contrappone alla tradizione cristiana.

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Il canto dell’asino

Posté par atempodiblog le 22 octobre 2009

Il canto dell'asino dans Citazioni, frasi e pensieri Domenica-palme

«Il mio verso è ripugnante, ali erratiche le orecchie, sono una diabolica parodia ambulante di ogni quadrupede. Cencioso proscritto dal mondo, vecchia capoccia ostinata, affamami, frustami, deridimi: rimarrò muto, tenendo dentro di me il mio segreto. Stolti! Anch’io ho avuto la mia grande ora, un’ora dolce e fiera: sentivo acclamazioni nelle orecchie e avevo palme sotto i miei piedi!».

S’ititola The Wild Knight, ossia “il cavaliere selvaggio”, ed è una bella poesiola di quell’eccezionale scrittore cattolico inglese che è stato Gilbert K. Chesterton (1874-1936). A parlare, come nelle favole, è un animale, l’asino. Alle sue spalle c’è una storia non certo facile: brutto e sgraziato agli occhi di molti, parodia del ben più elegante e ammirato cavallo, vittima di ostinazioni sue e di violenze altrui, questa povera bestia è l’incarnazione del suddito un po’ fallito e un po’ oppresso. C’è, però, un “ma”. E gli ultimi versi lo dicono in modo evocativo: la domenica delle Palme fu un asino al centro della festa perché su di lui Cristo era salito, proprio come usavano fare in tempo di pace i re che optavano per il più pacato e trotterellante somaro durante i loro percorsi in città. La parabola è chiara: tante persone malvestite e brutte, messe ai margini o sfruttate, hanno chi le stima e pensa a loro. E noi dovremmo qualche volta di più rompere lo schema pubblicitario del bello e perfetto per andare oltre le apparenze e scoprire le anime, i valori nascosti, la bellezza interiore. Infatti, normalmente è più prezioso l’asino del cavallo, la gallina rispetto al pavone: metafora che tutti possono capire.

di Gianfranco Ravasi

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Il cuore dell’uomo non ha razza

Posté par atempodiblog le 21 octobre 2009

«Il cuore dell’uomo non ha razza»
di Rose Busingye – Fonte: Tracce

15/10/2009 – Ai lavori del Sinodo per l’Africa partecipa anche Rose Busingye, che al Meeting Point di Kampala assiste le malate di Aids. Ecco il testo della sua relazione

Il cuore dell'uomo non ha razza dans Articoli di Giornali e News rosepn

La fede deve penetrare gli strati profondi dell’umano, deve arrivare là dove si formano i criteri di percezione delle cose, deve penetrare anche ciò che è considerato profano e lo trasforma in un bene per tutti.
C’è un punto di partenza. L’inizio è nel gesto di Dio. Se l’uomo ci crede, è la strada perché possa riconoscersi e vivere questa appartenenza, questo attaccamento a Dio, obbedendo alla sua compagnia, la Chiesa, arrivando così alla felicità, alla giustizia e alla pace per se stesso e per tutti. Un uomo che sa da dove viene e dove sta andando. Dalla fede nasce un criterio nuovo di rapportarsi con le cose, con i figli, con la scuola, la politica, l’ambiente.
Per costruire giustizia, riconciliazione e pace non possiamo non partire dal costruire l’umano, aiutare l’uomo a essere se stesso, essere uomo; non partire da un particolare, ma dalla sua totalità. L’uomo è desiderio di giustizia, di pace, di riconciliazione. Il Sinodo per me è un’occasione di scoprire qual è il significato di queste parole, cioè qual è il significato della vita e di tutti problemi che ci sono in Africa e nel mondo intero. Il Sinodo è per me una provocazione a scoprire la piena dignità della vita umana.
Senza la coscienza della nostra umanità non possiamo aiutare noi stessi e tanto meno dare un reale aiuto agli altri. Invece di aiutare gli altri e noi stessi, continueremo a lamentarci, ad offrire soltanto la compassione e, pur di rispondere qualcosa, li inganniamo.
Se uno coglie il significato per sé e il valore della vita umana, tratta se stesso e gli altri bene, ha le ragioni adeguate per il cambiamento della vita e diventa un punto di cambiamento per tutti, come sono stati i monaci benedettini che hanno costruito la civiltà europea. Ma quando anche loro hanno ceduto nella fede, è entrato il dualismo e la divisione, che porta distruzione e caos.
Dalla fede ho visto nascere un popolo nuovo, un popolo cambiato. In Uganda un gruppo di malati di Aids poverissimi vivono spaccando sassi e vendendoli ai costruttori; mangiano una volta al giorno. Quando hanno saputo dello tsunami e poi dell’uragano Katrina in America, quando gli abbiamo chiesto di pregare per le vittime, ci hanno detto: «Sappiamo cosa vuol dire vivere senza casa, senza mangiare. Se appartengono a Dio appartengono anche a noi». Si sono organizzati formando gruppi a spaccare i sassi; alla fine hanno raccolto duemila dollari e li hanno inviati all’ambasciata americana. E quest’anno, dopo il terremoto all’Aquila, hanno detto: «Questi sono in Italia, il Paese del Papa: sono nostri amici, anzi la nostra tribù!», e hanno raccolto e inviato duemila euro. I giornalisti si sono scandalizzati: sono venuti a vedere se questa gente era povera veramente. Secondo loro non è giusto: quando uno fa la carità dà ciò che avanza, non ciò di cui ha bisogno. Una donna malata ha detto loro: «Il cuore dell’uomo è internazionale, non ha razza, non ha colore, e si commuove».

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Intervista a Mirjana di Medjugorje

Posté par atempodiblog le 20 octobre 2009

Intervista a Mirjana di Medjugorje
25 giugno 2009 – Fonte: Radio Maria

Intervista a Mirjana di Medjugorje dans Medjugorje medjugorje

Intervistatore Daniele – Cari ascoltatori di Radio Maria, è qui con noi Mirjana in questo 28° anniversario delle apparizioni. Oggi è il 25 giugno del 2009. grazie Mirjana, di essere qui con noi!
Mirjana Dragicevich Soldo
– Grazie a voi, che siete con noi!

Daniele – Senti, innanzitutto 28 anni sono lunghissimi, eppure la Madonna appare tutti i giorni. Qual è il messaggio centrale di Medjugorje? Possiamo ancora una volta ricordarlo?
Mirjana – Mah, io dico prima di tutto che non sono lunghissimi, perché sono passati veramente molto veloci. Anche adesso, dopo 28 anni, quando mi trovo a parlare coi pellegrini e chiedo che alzino la mano tutti coloro che qui per la prima volta, l’80% delle mani sono in alto. Allora vuol dire che la Madonna chiama sempre nuovi apostoli. Per me il messaggio principale è quello dell’amore, che è quello che oggi manca al mondo. L’amore! L’amore è Gesù! L’amore è la pace! È questo che manca al mondo! Per questo penso che è il messaggio principale della Madonna.

Daniele - Come vivere questi messaggi, anche non venendo a Medjugorje?
Mirjana – Viverli col cuore! Io dico sempre, quando la Madonna dà un messaggio, prendi il Rosario. Prega, e leggi quel messaggio piano piano e vedi che cosa Dio dice a te, proprio a te, con questo messaggio! E pensi cosa dice al tuo cuore. Per esempio, quando la Madonna ha dato quel messaggio del 2 maggio, e Lei era molto triste. E io dopo, quando ho parlato con i pellegrini, molti mi hanno chiesto: « Quand’è che il mondo cambierà e capirà? ». Ma pochi hanno detto: « Che cosa devo fare io? Quando riuscirò a cambiare? ». È quello che mi ha fatto male! Noi dobbiamo cominciare da noi stessi e non dare sempre la colpa agli altri. Cominciamo a cambiare dentro noi stessi, e così saremo capaci di cambiare gli altri.

Daniele – Questo è un anno particolare. Il Santo Padre qualche giorno fa ha indetto l’anno sacerdotale. Cosa ha detto la Madonna dei sacerdoti?
Mirjana
Si, ho sentito anch’io che il Santo Padre ha indetto l’anno sacerdotale. La Madonna, tramite me, parla sempre dell’importanza del sacerdozio, e dice sempre che i sacerdoti non hanno bisogno del vostro giudizio, ma hanno bisogno del vostro amore e delle vostre preghiere. Perché solo Dio può giudicare! Dio giudicherà loro su come hanno vissuto il loro sacerdozio, ma giudicherà anche noi: com’era il nostro comportamento nei riguardi dei sacerdoti. Anche durante l’apparizione, ogni 2 del mese, quando Lei ci dà la benedizione, la Madonna ci dice sempre: « Io vi do la mia benedizione materna. Ma la più importante benedizione che potete ricevere è quella che vi dà il sacerdote, perché tramite loro è mio Figlio che vi benedice! ».
Lei ci dice anche: « Non dimenticate di pregare per i vostri pastori! Loro hanno le meni benedette dal mio Figlio ». Lei ricorda sempre l’importanza del sacerdozio! E io dico ai pellegrini, quando parlo con loro: « Quando tornate alle vostre parrocchie, fate vedere che siete stati alla scuola della Madonna! Fate vedere quale deve essere il nostro comportamento col sacerdote! Se il tuo parroco non fa come tu pensi che dovrebbe fare, non portare in giro i tuoi giudizi! Tu non puoi fare quello che può fare solo Dio! Prega per lui! Fa digiuno per lui! Quello è il modo per aiutarlo!
In questo mondo c’è troppo giudizio, e poco amore, come dicevo a proposito del messaggio principale. È necessario l’amore! ».

DanieleA proposito del Santo Padre Benedetto XVI, abbiamo avuto anche Giovanni Paolo II che ci ha accompagnato per 27 lunghissimi anni. Ha accompagnato tutti noi e la nostra famiglia spirituale. Magari qualcuno dice: « Si, sono cristiano, ma la Chiesa… i sacerdoti… il Papa… li lascio un po’ a parte. Da Medjugorie ci viene questa fedeltà alla Chiesa?
MirjanaMa certo! Io dico sempre che uno che dice di non volere la messa o il Papa, eccetera, sono dei non credenti. Uno che crede in Dio, uno che mette Dio al primo posto nella sua vita, non può vivere senza la Santa Messa! Non è possibile! Per questo, anche quando la Madonna mi dà il compito di pregare per i non credenti, il le ho chiesto: « Chi sono i non credenti? ». E Lei ha detto: « Quelli che non sentono la Chiesa come la loro casa e Dio come loro Padre ». Allora, senza Chiesa non è possibile essere credente!

DanieleBellissimo! Grazie. Ma vorrei chiederti qual è la gioia che hai nel cuore? Perché oggi è il 25 giugno 2009… Gli anni sono tanti. Vorrei ricordare che nei primi tempi sei stata un po’ smarrita per questo grande compito che vi è stato dato. Dopo 28 anni, come ti sembra la Madonna? Pensi sia contenta di questa risposta mondiale, o che ci sia ancora tanto da fare?
Mirjana
Mah, c’è ancora tanto da fare, perché la Madonna è una mamma, e una mamma che vuol tanto bene a tutti i suoi figli. Allora, fino a quando ci sarà un solo non credente, non può essere contenta! Come una mamma su questa terra, se ha 5 figli e uno solo non cammina sulla strada giusta, il suo cuore ne soffre, così anche la Madonna. Lei vuole offrire tutti i suoi figli – ma tutti! – come un bellissimo bouquet di fiori, a suo Figlio! E non sarà contenta finché non saremo tutti in quel bouquet.

DanieleQual è allora l’invito che fai agli ascoltatori di Radio Maria? Tu sai che ci sono anche tanti malati, tanti che hanno molte difficoltà ad accettare le difficoltà della vita. Però, ecco, Radio Maria si sta muovendo anche in questo senso, perché arrivi il messaggio di Medjugorje nei loro cuori…
MirjanaIo dico che voglio bene a tutti e che prego sempre per tutti. Tutti quelli che si sentono soli e abbandonati, perché possano sentire che non sono soli, che non sono abbandonati, ma che sono scelti. Perché ogni uomo ha la sua croce. Se non ce l’hai oggi, la avrai sicuramente domani. La croce è il simbolo della nostra fede. Senza la croce è molto difficile trovare il paradiso, anzi, impossibile. Per questo non dobbiamo aspettarci il Paradiso sulla terra. Dobbiamo viverlo con Dio. Perché oggi ci sei, domani, chi di noi può dire con sicurezza che domani sarà vivo? Dobbiamo essere pronti all’incontro con Dio.

DanieleVolevo chiederti infine, nel mondo in questo momento in molte parti manca la pace. Non voglio toccare i paesi nei quali c’è la bomba atomica: la Corea del Nord, l’Iran, eccetera, o la stessa Israele, Terra di Gesù. C’è sempre guerra nel mondo. A Medjugorje la Madonna si presenta come Regina della Pace. Allora, il messaggio centrale per arrivare alla pace, per consigliare a tutto il mondo – e possiamo dire che qui a Medjugorje ci sono pellegrini di tutto il mondo in cerca di pace –. Il primo passo, allora, è la pace con se stessi nell’incontro con Dio per poi portarla in tutto il mondo?
MirjanaLei ha detto molto bene: la prima pace è quella con se stessi. Trovare la pace dentro di sé, e dopo la pace tra uomo e Dio. Solo così saremo capaci di dare la pace a tutti. Ma questo non è possibile senza la preghiera, senza la Santa Messa, senza una pulizia interiore. Per questo dico sempre ai pellegrini – non è obbligatoria – come sorella, vi dico, confessatevi! Perché solo un cuore pulito può ricevere le grazie e portarle agli altri. Allora, pace interiore, per poter portare la pace agli altri-

DanieleVorremmo tanto che in questi momenti in cui ci rivolgiamo ai nostri ascoltatori che già conoscono Medjugorje… Grazie quindi anche al nostro infaticabile direttore, padre Livio… Ma vorremmo che anche i nuovi che ci ascoltano venissero presi da questo grandissimo messaggio. Come fare a portare questa novità con freschezza, come fate voi?
MirjanaMah, io dico che tutti quelli che arrivano a Medjugorje, sono chiamati. Perché la Madonna ha detto nel suo messaggio del 2 gennaio: « Cari figli, io vi ho invitato. Aprite il vostro cuore. Lasciatemi entrare affinché io possa fare di voi miei apostoli ». Allora io dico che la gente non guarda a come predicate o parlate, ma a come vivete. Io dico ai pellegrini: « Quando tornate alle vostre case, non dovete essere noiosi e parlare, parlare su Medjugorje. Vivi Medjugorje! Fa in modo che gli altri vedano in te Medjugorje, e che ti chiedano: « Come mai ora sei così? ». Ma non possiamo parlare senza aver prima pregato. Perché senza preghiera le nostre parole sono vuote, e facciamo il contrario. Quando noi preghiamo, tramite noi Gesù parla. Allora voi avete una grande responsabilità. Anche voi che lavorate per Radio Maria. Voi che siete stati a Medjugorje, quando testimoniate nelle vostre case e nei vostri stati, voi avete una responsabilità, se avete capito bene, e se lo fate bene. Perché se io e lei – Daniele – ci troviamo domani davanti a Dio, lei non può dire, non sapevo! Perché sai tutto, come anch’io so. Per questo anche la vostra responsabilità non è più piccola.

Daniele – Non posso non chiederti un brevissimo accenno sui segreti, solo un accenno. Di solito si parla di qualcosa che può angustiare o mettere paura. Invece tu sei sempre serena, Mirjana. Sei sempre stata una persona che ha portato tanta pace. Puoi dirci qualcosa sui segreti?
Mirjana – Mah, io ho pensato, parlando con voi, ho pensato che i miracoli accadono… Se uno viene da padre Livio, non chiede dei segreti… Io vedo che non è un tempo per miracoli… (Mirjana ride gioiosa). Infatti padre livio mi ha rivolto sempre tante domande sui segreti. Salutatelo tantissimo! Io posso dire solo sui segreti che non dovete avere paura. Affidatevi a Dio! Affidatevi alla Madonna! Perché se Dio e la Madonna sono con noi, che cosa può succederci di brutto? Niente! La Madonna dice che la paura ce l’hanno solo coloro che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio! Noi veggenti non abbiamo mai detto come sono i segreti. Solo quelli che vogliono spaventare, parlano così! Quello che conta è conoscere l’amore di Dio, che ci dimostra un così grande amore, mandandoci sua Madre per così tanti anni. Cosa pensi, che la manda per portarci male? Per questo, non credete a quelli che vi spaventano e che danno angoscia! Credete a quelli che vi danno pace!

DanieleL’ultima davvero. Com’è la Madonna in questi giorni? Si sta preparando oggi questo grande anniversario… Gli abiti, il viso, la bellezza…
Mirjana – Eh, avete chiesto a una veggente sbagliata, per questo. Io avrò l’apparizione il luglio… Io penso che la Madonna è gioiosa, ma dovete sapere che non è mai gioia fino in fondo, perché – come ho detto prima – fino a quando c’è un solo non credente, lei non può gioire. Ma guardando tutti quei giovani che sono venuti anche da molto lontano a piedi, camminando giorno e notte, ecco, quelle sono cose che asciugano le lacrime che scendono sul suo viso.

Daniele – Un’ultima parola per i nostri ascoltatori. Quello che ti viene dal cuore.
Mirjana – Vi voglio salutare tutti da Medjugorje in questo bellissimo giorno pieno di sole, che Dio ci ha dato. Noi preghiamo per voi sempre. Noi preghiamo per gli ascoltatori di Radio Maria, per tutti i pellegrini, e chiedo con tutto il cuore che anche voi vi ricordiate di noi veggenti nelle vostre preghiere. Anche noi abbiamo bisogno delle vostre preghiere per poter fare tutto ciò che Dio vuole da noi, ma in modo giusto. E così, quando noi preghiamo per voi e voi per noi, stiamo sempre uniti nella preghiera, come vuole la nostra Madre.

Daniele – Grazie, grazie molte! E buon anniversario!
Mirjana – Grazie a voi tutti e a Radio Maria, che si dà da fare tanto. Pregherò Maria perché vi dia la forza di continuare!

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Intervista a Marija di Medjugorje

Posté par atempodiblog le 20 octobre 2009

Intervista a Marija di Medjugorje
25 giugno 2009 – Fonte: Radio Maria

Intervista a Marija di Medjugorje dans Medjugorje gospa

Intervistatore Daniele – In questo ventottesimo anniversario delle apparizioni questa nostra gioia la vogliamo trasmettere a tutti voi che ci state ascoltando. È un onore grande essere qui al servizio di Maria, per sentire nel nostro cuore quello che da tanti anni Lei vuole, con tanta delicatezza, trasmetterci, parlando del Signore Gesù perché Egli sia lo scopo della nostra vita.
Qui siamo in casa di Marija. Cedo subito la parola a lei. Le chiedo di parlarci di queste meravigliose giornate. Oggi è l’anniversario delle prime apparizioni a Medjugorje. Marija, a te la parola per i nostri ascoltatori, che tanto volentieri ti abbracciano.
Marija Pavlovich Lunetti
– Ecco, noi abbiamo finito il Rosario e continuiamo, perché adesso, dopo che abbiamo finito la trasmissione, lo ricominciamo in attesa dell’apparizione. Ecco, qui si prega e si sente lo spirito di preghiera come, penso, in nessuna parte del mondo. Proprio stamattina, ancor prima che suonassero le campane, io sentivo le voci delle persone che mi facevano giungere il susseguirsi delle Ave Maria del Rosario, mentre salivano o scendevano dalla collina della Croce. E le voci di queste preghiere mi hanno svegliato in questo anniversario. Le preghiere di tanti pellegrini, nonostante che il tempo sia incerto. Piove, ma ci sentiamo ancor più vicini, come una famiglia formata di tante persone che sono unite con noi. Anche con tante persone che sono fisicamente presenti.
Non lo so, noi abbiamo pensato di farvi conoscere un po’ questa nostra esperienza. Avvicinare anche tutti voi che sentite, con qualche domanda di questo rappresentante di Radio Maria. Non so cosa hai preparato. Cominciamo? Hai qualche domanda? (E si sente un po’ di ansia nella sua voce, pur tranquilla e gioiosa).

Daniele – La prima: per chi si avvicini in questo momento, accendendo la radio, e sente parlare di Medjugorje per la prima volta. Cosa sta accadendo da 28 anni a te e agli altri ragazzi?
Marija
Noi siamo un segno. Io credo che quando la Madonna ci ha preso eravamo piccoli. Adesso invece siamo grandi e siamo cresciuti con la Madonna. La prima volta, quando la Madonna è apparsa, era il 24 giugno 1981. Quando la Madonna è apparsa, Vizca, scappando, perché era impaurita, come tutti gli altri, scappando, ha perso le scarpe. Nonostante che eravamo stati battezzati e pregavamo tutti i giorni nelle nostre case, e, come ha detto un giorno la Madonna, qui la fede era ancora viva. Nonostante tutto questo nessuno di noi poteva immaginare che la Madonna poteva apparire a noi.
Così abbiamo cominciato questa avventura. Noi sapevamo che la Madonna era apparsa – mi pare 18 volte – a Lourdes e diverse volte a Fatima o in altri posti, giunti al sesto giorno abbiamo pensato che le apparizioni stavano per finire. Quando abbiamo visto che anche il settimo giorno la Madonna appariva, ci siamo detti, probabilmente sarà come a Lourdes… E così ogni volta abbiamo sentito come un dono ogni ogni volta che la Madonna appariva.
Invece la Madonna aveva un progetto che noi non conoscevamo. Abbiamo pensato a ciò che era accaduto nel giorno della morte del Suo Figlio, quando, nella sofferenza enorme, Gesù ha detto a San Giovanni: « Ecco la tua Madre ». Ecco, è un po’ quello che è successo a noi. E noi stiamo camminando con la Madonna. Abbiamo imparato e stiamo imparando e stiamo camminando su questo cammino, che Lei chiama « cammino della santità », « cammino di conversione », perché richiama tutti coloro che vengono qui a non ritornare indifferenti, perché, come noi veggenti ci siamo tuffati in questa grazia, penso che chiama ognuno di noi, quando ci dice « Cari figli ». Penso che la Madonna non si rivolga solo a me. Lo dice a ognuno. Perché la Madonna non ha detto:«Cara figlia Marija», ma ha detto a ognuno di noi: «Caro figlio. Cari figli…». E quando dice: « Grazie perché avete risposto alla mia chiamata, penso che questo ringraziamento sia per tutti coloro che hanno risposto. Questo ci serve a imparare a dire grazie a Dio, che è il nostro Creatore. Attraverso questo innamoramento per Maria, che abbiamo provato fin dalle prime apparizioni, abbiamo cominciato a seguirla e a vivere quello che Lei chiedeva a noi.
Ricordo che nei primi tempi abbiamo messo la Madonna quasi al primo posto, poi Lei, come una maestra, ha cominciato a correggerci, dicendo che lei non è importante, ma che Gesù deve essere al centro della nostra vita! E così abbiamo cominciato un cammino che dura ancora oggi e che durerà finché viviamo, perché il cammino della nostra vita è il cammino nella conversione, dove possiamo conoscere sempre di più Dio e la Madonna.

Daniele – Bene, grazie! Credo che tutti gli ascoltatori di Radio Maria e chiunque segua le apparizioni di Medjugorje, debba dire un grande grazie per questi 28 anni, a voi sei ragazzi, ora diventati adulti, e alle vostra famiglie che vi seguono in questa testimonianza quotidiana del messaggio di Medjugorje.
Marija
– Noi dobbiamo ringraziare Dio, perché noi tante volte abbiamo cercato di fare del nostro meglio, ma tante volte abbiamo posto anche qualche ostacolo. Io mi ricordo che nei primi giorni quando chiedevano: « Dove sono i veggenti? ». Spesso eravamo stanchi… Mi ricordo che una volta io mi ero rifugiata su un albero di ciliegio… e non ci riconoscevano. Quando hanno chiesto: « Dove sono le case dei veggenti? ». Io ero sull’albero e non avevo voglia di scendere perché mi sentivo stanca, e non ero abituata a quel modo di vivere. La nostra mamma diceva che la nostra casa non è più nostra, ma è diventata come la stazione dei treni. La gente arrivava, passava, prendeva, andava… non so. E tante volte raccoglieva tutto quello che c’era intorno alla casa, come reliquia.
Comunque in questi anni abbiamo imparato e abbiamo creduto a ciò che la Madonna stava facendo con noi. Abbiamo cominciato a vivere i suoi insegnamenti, anche se con le difficoltà di cui ho parlato nel raccontarvi di quando mi ero nascosta sull’albero di ciliege
e ho sentito chiedere: « Dove è la casa dei veggenti? », e io ho detto: Andate giù dritti, pensando che là c’erano le case di Jacov e di Ivan. Io infatti ero contenta di rimanere sull’albero. Qualche volta anche noi siamo contenti di rimanere nel nostro nido, che tante volte creiamo, ma la Madonna ci dice di allargare i nostri sguardi. Grazie al celo li abbiamo allargati, perché, anche con tanti pellegrini che sono arrivati (io ero come un riccio. Ero chiusa). Mi ricordo quanto mi costava testimoniare. Mi ricordo che primadi uscire sugli scalini della mia casa io dicevo: « Signore, usami come tuo strumento! Eccomi, sono qua, sono stanca morta ». Tante volte dormivamo poco. E allora dicevo: Signore fai a tal modo… io ho la gola secca ». Tante volte, digiunando, non avevo neanche la forza di parlare. Poi uscivo e vedevo che il Signore ci usava come un tubo, come uno strumento. E Lui annaffiava questi pellegrini che arrivavano assetati di Dio e della Madonna. Assetati della Parola di Dio.
La Madonna ha cominciato a seminare anche dove tante volte noi non volevamo farlo.

Daniele – Benedetto XVI domenica scorsa era da San Pio da Pietralcina, e ha detto ai giovani: «La Chiesa non vi abbandona, ma voi non abbandonate la Chiesa! ». Cosa chiede ai Giovani la Madonbnna, a Medjugorje?
E ancora: venerdì scorso, 19 giugno, il Santo Padre ha indetto l’anno sacerdotale. Cosa dice la Madonna ai sacerdoti?
Marija
. La Madonna, in realtà, dà un invito, un messaggio, per tutti gli uomini di buona volontà. Lei, anche attraverso Mirjana, ha cominciato un movimento che dice di pregare per tutti quelli che non hanno conosciuto l’amore di Dio, anche per i lontani, i pagani.
Ma io al momento in cui la Madonna ci ha detto che « I sacerdoti sono i miei figli prediletti ». O a quando dice ai giovani di essere « gioiosi testimoni del Vangelo ». Di testimoniarlo – come ha fatto Francesco – anche dai tetti delle case.
Ricordo che ero una ragazzina quando la Madonna ci ha preso, ma mai abbiamo avuto una esperienza di discoteca o di altri luoghi in cui i giovani vengono attirati. Ma posso dire che mi sono divertita più di loro. Perché, andando tante volte sul Crizevac o sulla collina delle apparizioni, durante la stagione fredda o quella calda, tante volte quando era il compleanno della Madonna abbiamo portato anche la torta nei 45 minuti di cammino per arrivare sul Crizevac. E cantavamo « Tanti auguri…! ». Poi la torta l’abbiamo mangiata noi… Ma, per dire, era una sfida anche portare intera fin lassù la torta. E poi, da giovani, quando si ama, si hanno mille idee. E di giovani innamorati di Dio e della Madonna io ne vedo ogni giorno. In questi giorni ho incontrato un giovane sacerdote, consacrato tre anni fa, che era venuto come studente qui a Medjugorje, e adesso è viceparroco. Ecco, questo giovane prete era venuto a Medjugorje per ringraziare per la sua vocazione.
È bello vedere anche tanti ragazzi che arrivano qua e dicono: « Noi stiamo pregando. Ci siamo un tempo per pregare e cercare il discernimento, perché il Signore ci illumini e ci aiuti.
Vediamo che le mamme moderne non vogliono avere tanti bambini. Padre Jozo le invitava ad avere coraggio e di avere altri figli per donarne uno al Signore. Anche la Madonna ci sfida e ci invita a pregare e operare perché ci siano nuove vocazioni. Penso che questa sia una cosa bellissima.

Daniele – Marija, tu vivi in Italia, e come noi italiani hai sofferto qualche mese fa per una vicenda gravissima, che ci ha fatto soffrire: la vicenda di Eluana Englaro. Non pensi che l’uomo stia ribaltando quella che è la legge di Dio e non si renda conto che così facendo si autodistrugge? Ecco, da italiana, come hai vissuto questo momento?…
Marija
– Mah, io penso che non c’è da discutere: noi siamo creature di Dio! Io vedo che qui arrivano persone molto povere, tanto che vorrei invitarle ad andare nel mio armadio a prendersi dei vestiti, ma arrivano anche le persone ricche, che hanno di tutto , ma sono scontente. Per quello che è successo in Italia, ecco, io credo che la coscienza di un cristiano era subito per la vita. Noi dobbiamo protegger5e la vita dal concepimento fino alla morte naturale. Questo lo dico anche in base alla mia esperienza con la Madonna. Lei ha detto che le persone anziane – quelle che non producono più (come dicevano i pellegrini che venivano dal Belgio) – dicevano che socialmente non sono più utili. A quel punto sono solo un peso per la società. E allora, li ammazziamo?
Si fa come quando Giuda ha venduto Gesù. Ecco, questo mondo che dice di essere intelligente e moderno, in cui la medicina è arrivata a far si che la vita si sia allungata, e stiamo cercando a tutti i costi di sembrare più giovani con le operazioni per togliere le rughe, eccetera. Invece la Madonna ci ha detto che queste persone anziane che abbiamo nelle nostre case: le mamme, le nonne, eccetera, sono pilastri per le nostre famiglie. Perché una persona che prega – io ricordo la mia mamma quando era ormai allettata – tante volte quando parlavo con lei, le chiedevo: « Mamma, come stai? ». E lei mi diceva: « Sto pregando. Adesso non posso più fare niente… ». Noi facevano qualche battuta, e lei diceva: « Io ho lavorato tanto… ». Dalla mattina alla sera. Immaginate, con sei figli, la casa e i lavori nei campi e in montagna per fare la legna. Una volta ha detto: « Pensate a tutte le volte che con tutta la legna che ho portato dalla montagna potrei coprire tutta Medjugorje ». E lei era contenta di quello che ha fatto, ma ha capito che ora il suo compito era quello di pregare. Non poteva più inginocchiarsi, ma ascoltava la messa per radio. Voleva inginocchiarsi all’elevazione, ma poi non riusciva a rialzarsi. E allora le dicevo che nelle sue condizioni poteva anche rimanere in piedi.
Poi a un certo momento, quando era allettata, ha detto: « Accetto. Prego. Il mio « lavoro » più grande è la preghiera ».
Ecco, questo combattimento della vita di Eluana, che volevano ammazzarla, che non volevano più darle da bere e da mangiare, per me era una cosa terribile, che non condivido in nessun modo.

Daniele – Marija, Medjugorje è un centro mariano a prima vista, ma in realtà debbo dirti che in tanti anni che vengo qui io mi sono innamorato dell’Eucaristia. Queste splendide adorazioni eucaristiche che si fanno. Paolo VI diceva che non possiamo dirci cristiani se non ci diciamo mariani, in realtà qui a Medjugorje il centro è un centro eucaristico. La Madonna non fa che portare assolutissimamente a Gesù…
Marija
– Nei primi tempi, quando eravamo ai piedi della montagna la Madonna appariva sulla montagna. Il primo giorno ci ha chiamato con la mano. Lei aveva Gesù Bambinoo in braccio. Con la mano ci faceva cenno di avvicinarci, ma noi avevamo paura. Il giorno dopo abbiamo preso coraggio e siamo andati. Abbiamo cominciato a pregare con la Madonna. Qui c’era ancora il comunismo. Era proibito pregare all’aperto. Sono arrivati dei poliziotti speciali. Il telegiornale più seguito aveva detto: « Sei bambini dicono di vedere la Madonna. Là comincia la rivoluzione ». E da quel momento davvero è cominciata la rivoluzione, ma non quella che pensavano loro. Loro pensavano che noi andiamo a fare una rivoluzione cercando di abbattere il comunismo. Ma in quel momento, con la Madonna è cominciata la « rivoluzione dell’amore ». Rivoluzione che ha cominciato a toccare, non soltanto me, ma tutte le persone di buona volontà che hanno accettato la Madonna come Madre e come Regina. Da quel momento, dopo la proibizione delle autorità, siamo andati in chiesa.
I militari che sono venuti sulla collina volevano soffocare la sommossa, visto che non facevamo nulla di male, ci portavano da mangiare. Voi ci hanno detto che non potevamo più andare sulla collina. Allora abbiamo chiesto alla Madonna: « Cosa possiamo fare? ». La Madonna ci ha risposto: « Andate nella chiesa, e sarete protetti ». Padre Joso (il parroco), all’inizio era scettico, finché non ci ha conosciuto. Lui ha parlato con tutti noi e con altri frati, che sono venuti come medici. Adesso noi li chiamiamo detective. Queste persone hanno cominciato a farci molte domande e hanno visto che siamo normali.
La Madonna nel frattempo ci ha detto di andare nella Chiesa e noi ci siamo chiesti: « Chissà se Padre Jozo sarà pronto ad accoglierci? »
Noi dobbiamo dire che è la Madonna che ci manda. Siamo andati là. Lui era confuso. E diceva: « Gesù, cosa posso fare? Sulla collina ce una grande quantità di gente che prega giorno e nette in mezzo ai rovi. Io sono qua davanti a te, e non c’è nessuno! ». Ma la Madonna, dopo i cespugli ci ha portati davanti a lui, e abbiamo fatto un bellissimo cammino verso la chiesa. La Madonna stessa ha detto: « Io non sono importante. Gesù deve essere il centro della vostra vita! ». E pian piano abbiamo imparato a mettere Dio al posto del nostro io. Penso che questa sia la scuola più bella che la Madonna ci ha dato.

Daniele – Oggi è il 25 giugno, giorno dell’anniversario, fra un po’ tu avrai l’apparizione. Vorremmo chiederti di portare tutti i nostri ascoltatori nel tuo cuore con le nostre intenzioni. Ma c’è la curiosità umana di sapere com’è in questi giorni la Madonna. Non solo i suoi vestiti, ma anche il suo viso. Questa Signora che scende dal cielo con, a cui Cristo ci ha affidato ai piedi della croce. Perciò noi dobbiamo tendere a lei per la sua bellezza interiore e per la capacità che ha di trasformare la nostra vita. Parlaci un po’ di lei, com’è fisicamente.
Marija – Una volta abbiamo chiesto alla Madonna, perché tu sei così bella? ». La sua bellezza è infatti indescrivibile. La Madonna ha risposto: « Io sono bella perché amo ».
Penso che con questa risposta la Madonna ha mostrato tutto il suo amore. Perché davvero Lei è qui come umile serva, nonostante che quando appare io mi raddrizzo, perché ha un atteggiamento da regina. Ma nello stesso momento ha una umiltà che ci fa rimanere senza parole. Quando ci chiediamo: « Cosa ha da dire la Madonna per così tanto tempo? », noi vediamo che la cosa più bella, più profonda è questo dono che non è solo per noi veggenti, ma per l’umanità. Ecco, il regalo più grande è questa sua presenza, i suoi messaggi e la sua guida. Lei ci guida in modo speciale a Gesù. Ci porta a innamorarci di Gesù.
Come conclusione voglio assicurarvi che questa sera al momento dell’apparizione, alle 18.40, io vi raccomanderò a lei e pregheremo per voi.

Ecco il messaggio della Madonna a Marija:

MESSAGGIO DEL 25 GIUGNO 2009

« Cari figli, gioite con me, convertitevi nella gioia e ringraziate Dio per il dono della mia presenza in mezzo a voi. Pregate che nei vostri cuori Dio sia al centro della vostra vita e testimoniate con la vostra vita, figlioli, affinché ogni creatura possa sentire l’amore di Dio. Siate le mie mani tese per ogni creatura, affinché ognuna si avvicini al Dio dell’amore. Io vi benedico con la materna benedizione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata ».

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I coniugi Beltrame Quattrocchi

Posté par atempodiblog le 19 octobre 2009

I coniugi Beltrame Quattrocchi dans Fede, morale e teologia coniugi

“Vita serena, intellettuale, interessante, intima e riposante. Mai fatua, mai triste e pessimista. Vita vissuta nel senso pieno della parola. Non sorvolata, ma animata dalla gioia della conquista che portava con sé ogni minuto – con la gioia di stare insieme, sempre nuova.”Così Maria Corsini ricorda, nei giorni della sua vedovanza, l’atmosfera che si respirava nella sua casa quando accanto a lei viveva il marito, Luigi Beltrame Quattrocchi.

I due si erano conosciuti a Roma. Lui, nato a Catania il 12 gennaio 1880, era stato preso in affido dalla famiglia di uno zio che non poteva avere figli. Dopo essersi laureato in giurisprudenza, nella capitale aveva vinto un concorso come avvocato erariale, diventando un alto funzionario del Ministero delle Finanze.
Lei, colta, sensibile, raffinata, a vent’anni si era già distinta per la pubblicazione di un saggio d’arte. I due giovani scoprono di avere numerosi interessi comuni, ma soprattutto si sentono legati dalla fede. Si fidanzano e, per coltivare l’intima unità di spirito che già li lega, arrivano a scriversi una lettera al giorno. Si sposano il 25 novembre 1905 nella basilica di Santa Maria Maggiore.

Nel giro di pochi anni nascono i loro primi tre figli: Filippo, Stefania e Cesare. La loro casa è lieta e rumorosa. Luigi lavora, Maria si dedica alla pubblicazione di saggi e articoli sull’educazione e sulla spiritualità. Sono attivi in numerose associazioni: animano i gruppi del Movimento di Rinascita Cristiana e del Movimento “Per un mondo migliore” di P. Lombardi, sono barellieri sui treni dell’Unitalsi diretti a Lourdes, entrano nell’Agesci con i loro due figli maschi. Maria, inoltre, è infermiera volontaria della Croce Rossa e organizza i primi corsi per fidanzati nelle parrocchie romane, una vera novità per il tempo. Inoltre, è tra i fondatori dell’Università Cattolica accanto a Padre Gemelli.

Quando, nel 1913, Maria scopre di essere nuovamente incinta, i due coniugi Quattrocchi devono affrontare la prova più dura. La donna è affetta da una patologia che, all’epoca, le concedeva soltanto il 5% di possibilità di sopravvivenza. Due noti ginecologi le consigliano di abortire, per salvare la propria vita. Ma i genitori rifiutano, nonostante Luigi possa ritrovarsi padre vedovo di tre bambini tra i 5 e gli 8 anni. Le loro preghiere vengono accolte: il lunedì santo del 1914 nasce, senza complicazioni, Enrichetta.
Luigi e Maria sono straordinari educatori alla fede per i figli: frequentano insieme la Messa quotidiana e ogni giorno pregano davanti all’altare del Sacro Cuore di Gesù che hanno ricavato in sala. Il loro esempio è tale che tutti e quattro i figli sceglieranno la consacrazione religiosa: Filippo come sacerdote della diocesi di Roma, Cesare come trappista, Stefania entra in una clausura benedettina, mentre Enrichetta sarà consacrata secolare.

Luigi muore il 5 novembre 1951, seguito quattordici anni dopo da Maria, che si spegne il 26 agosto 1965. I due coniugi sono stati i primi a salire gli altari in virtù del modo in cui seppero vivere il loro matrimonio. Giovanni Paolo II li ha beatificati il 21 ottobre 2001, nel ventesimo anniversario della Familiaris Consortio.

Fonte: Radio Maria

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Sapendo di avere le ali

Posté par atempodiblog le 17 octobre 2009

Sapendo di avere le ali dans Citazioni, frasi e pensieri donbosco

“Sii con Dio come l’uccello che sente tremare il ramo e continua a cantare, sapendo di avere le ali”.

San Giovanni Bosco

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Aggrappatevi al Rosario

Posté par atempodiblog le 17 octobre 2009

Aggrappatevi al Rosario dans Citazioni, frasi e pensieri madreteresam

“Aggrappatevi al Rosario come il rampicante si attacca all’albero, poiché senza la Madonna non possiamo reggerci”.

Beata Teresa di Calcutta

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San Sinforiano

Posté par atempodiblog le 17 octobre 2009

San Sinforiano dans Henry Perroy sinforiano

Ti racconto la storia di un piccolo martire francese di 12 anni che è molto venerato nella città dove è vissuto, la città di Autun.
La mamma di Sinforiano era molto cristiana e  quando seppe che suo figlio era in prigione e doveva essere ucciso, non si allontanò più dalle porte di quella prigione. Voleva vederlo per aiutarlo a morire per il Signore.
Un giorno, le porte della prigione si aprirono e la madre vide Sinforiano e gridò: “Figlio mio, ricordati della vita eterna, guarda al Cielo dove regna Gesù. Il carnefice non ti toglierà la vita, ma te la cambierà in una migliore”.
Sinforiano guardò sua madre e poi appoggiò egli stesso la testa dove il carnefice doveva decapitarla.
Come erano coraggiosi e forti tanti piccoli martiri e le loro mamme, in quel tempo!

PROPOSITO: Se oggi avrò un dispiacere lo sopporterò senza farmi accorgere da nessuno.

di Henry Perroy

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Dell’anima e del corpo

Posté par atempodiblog le 14 octobre 2009

Dell'anima e del corpo dans Fede, morale e teologia Jean-Marie-Baptiste-Vianney-Curato-d-Ars

Comprendiamo il valore della nostra anima dagli sforzi  che il demonio fa per corromperla. L’Inferno si coalizza contro di lei, il Cielo per lei… Oh! Com’è grande!

Noi siamo molto e al tempo stesso siamo nulla. Non c’è nulla di più grande dell’uomo e nulla di più piccolo: nulla di più grande se guardiamo l’anima, nulla di più piccolo se guardiamo il corpo… Ci occupiamo del nostro corpo come se non avessimo altro di cui prenderci cura! Al contrario, non abbiamo che quello da disprezzare…

Per avere un’idea della nostra dignità, bisogna che ci rammentiamo spesso del Cielo, del Calvario e dell’Inferno.

S. Giovanni M. Vianney – Curato d’Ars

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Il vuoto dei valori

Posté par atempodiblog le 14 octobre 2009

Il vuoto dei valori dans Riflessioni vuoto

Dicono gli psicologi e i sociologi che la prima causa che spinge giovani ed adulti alla deleteria esperienza della droga è la mancanza di chiare e convincenti motivazioni di vita. Infatti, la mancanza di punti di riferimento, il vuoto dei valori, la convinzione che nulla abbia senso e che pertanto non valga la pena di vivere, il sentimento tragico e desolato di essere dei viandanti ignoti in un universo assurdo, può spingere alcuni alla ricerca di fughe esasperate e disperate. La nota pensatrice francese Raissa Maritain ha narrato le esperienze della sua giovinezza, all’inizio del secolo, quando ancora era studentessa alla Sorbona di Parigi, ed aveva perduto ogni fede. Una esperienza drammatica, sconvolgente: «Tutto diventava assurdo ed inaccettabile… – scriveva – L’assenza di Dio spopolava l’Universo. Se dobbiamo rinunciare a trovare un senso qualunque alla parola “verità”, alla distinzione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto, non è più possibile vivere umanamente. Non volevo saperne di tale commedia… Avrei accettato una vita dolorosa, non una vita assurda… O la giustificazione del mondo era possibile, ed essa non poteva farsi senza una coscienza veritiera; o la vita non valeva la pena di un istante di attenzione». «Quest’angoscia metafisica che penetra alle sorgenti stesse del desiderio di vivere – concludeva la pensatrice – è capace di divenire una disperazione totale e di sfociare nel suicidio».

Sono parole che fanno pensare. Gli uomini hanno bisogno della verità; hanno la necessità assoluta di sapere perché vivono, muoiono, soffrono! Ebbene, voi sapete che “la verità” è Gesù Cristo! Lui stesso l’ha affermato… Amate dunque la verità! Portate la verità al mondo! Testimoniate la verità che è Gesù, con tutta la dottrina rivelata da Lui stesso ed insegnata, dalla Chiesa, divinamente assistita ed ispirata. E la verità che salva i nostri giovani: la verità tutta intera, illuminante ed esigente come è! Non abbiate paura della verità ed opponete solo e sempre Gesù Cristo ai tanti maestri dell’assurdo e del sospetto, che possono magari affascinare, ma che poi fatalmente portano alla distruzione.

Stiamo assistendo infatti al diffondersi e al radicarsi in tutti gli Stati di una “morale laica”, che prescinde quasi totalmente dalla morale oggettiva, cosiddetta “naturale”, e dalla morale rivelata dal Vangelo.

di Giovanni Paolo II – Tratto da: Holy Queen

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