Posté par atempodiblog le 2 juillet 2009
Un cervo, dopo aver bevuto ad una fonte, stette ad ammirare la sua immagine nello specchio dell’acqua. Lodava in estasi le sue corna eleganti e disprezzava le gambe, troppo gracili e sottili. Spaventato improvvisamente dalle grida di caccia, prese a fuggire per i campi e con una rapida corsa riuscì a disperdere i cani.
Ecco una selva accogliere il fuggiasco. Ma le corna gli si impigliano nei rami, i cani gli piombano addosso e lo straziano a forza di morsi. Allora, in punto di morte, si dice che così abbia parlato:
“O me infelice! Soltanto ora capisco come sia utile ciò che disprezzavo e quali disgrazie mi abbiano procurato le cose che lodavo”.
di Fedro
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Posté par atempodiblog le 2 juillet 2009
C’era una volta una piccola formica. Quando, per la prima volta, uscì dalla tana, guardandosi attorno si stupì nel vedere i colori dei fiori, dell’erba, del cielo, delle farfalle.
Una sera, con le lacrime agli occhi, si confidò con la formica regina: «Perché sono nera? Le altre creature sono colorate. Ho visto persino delle formiche rosse. Solo noi di questo formicaio siamo nere. Io poi sono la più piccola e la più nera di tutte. Non mi sembra giusto… Ho visto una coccinella con un abito rosso vivo e delle macchioline nere. Anch’io vorrei un vestito simile!».
La regina, paziente, rispose: «Tu vuoi un abito sgargiante per farti notare, per soddisfare la tua vanagloria. Ma l’apparenza non è tutto. Non credere per esempio, che le formiche rosse siano migliori di noi; anzi, stai alla larga da loro! L’importante è sapere che qui ti vogliamo bene, per come sei. E poi anche il Creatore ti ama!».
«Allora, perché il Creatore non mi ha fatto un vestito colorato? Come può accorgersi di me, così nera e così piccola?».
«Il Creatore ti vede sempre, perché ti ama e si prende cura di te, così come sei».
«Ma se è notte e cammino su di una pietra nera?».
«Lui ti vede anche al buio!».
Quella sera la formichina uscì dal formicaio e si posò sopra una grossa pietra, nera come il carbone. Il cielo era nero come la pece.
A un certo punto urlò: «Creatore, mi vedi?».
Sentì una voce dentro il petto che diceva: «Torna subito dentro, si stanno avvicinando le formiche rosse. Potrebbero essere pericolose!».
In quel momento si accorse che stava avvicinandosi un esercito di formiche pericolose e ritornò di corsa alla tana.
Messasi al sicuro, con il fiatone grosso, disse: «Chi sei tu che mi parli? Non ti vedo!».
«Io sono il tuo Creatore, ti vedo sempre, perché ti porto nel cuore. Non è importante che tu veda me. È importante che io ti veda e che tu ne sia convinta!».
Da quella notte la formica fu fiera del suo abito. Tutte le mattine si bagnava le zampette con la saliva, lustrandole a puntino.
Un giorno una farfalla le disse: «Ma lo sai che sei carina? Sei proprio elegante: il nero ti dona!».
L’autentico benessere non sempre coincide con le proposte che ci vengono offerte.
Per sentirci davvero bene è importante riuscire a scorgere il bello che c’è in noi, essere in grado di godere delle meraviglie che ci vengono date, individuare i pericoli che ci minacciano ed evitarli, rifugiandoci tra le creature che valgono e percorrendo i sentieri tracciati per noi da Qualcuno che ci vuole sinceramente bene.
di Don Ezio Del Favero
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