Lo stadio? Se lo conosci, lo eviti.
Posté par atempodiblog le 20 avril 2009
Lo stadio? Se lo conosci, lo eviti.
di Gigi Garanzini
Da anni non metto piede in uno stadio. Da una serata a San Siro in cui l’accoglienza della curva interista alla coppia Totti-Cassano fu tale che ad un certo punto semplicemente me ne andai. Sarei felice di sapere che qualcuno l’altra sera a Torino ha fatto altrettanto. Mica per altro: per rispetto di se stessi, per non dover condividere lo stesso spazio, lo stesso ambiente, lo stesso (presunto) spettacolo con gente ripugnante.
Quello che lo stadio Olimpico – a proposito – ha vomitato addosso a Balotelli va al di là di qualsiasi dialettica tifoidea. Che quello provoca, che gli schiaffi se li tira, che il ratto di Ibra, che lo scudetto di cartone, che ne abbiamo 29, che sapete solo rubare. Normale dialettica tifoidea, per l’appunto, non più becera di quella coltivata ormai in ogni angolo del paese. Ma è andata talmente al di là sabato sera, la curva juventina ( e non solo la curva), che a qualcuno è persino tornata in mente una regola, codificata dall’Uefa, che prevede in casi di particolare aberrazione la pura e semplice sospensione della partita.
La Juve si è scusata, per iscritto. Un bel passo avanti rispetto a un anno fa, quando scriveva in Fgci per denunciare una congiura arbitrale. Anche un bel gesto, si capisce, forse ancor più apprezzabile fosse arrivato a caldo, di getto: non quando si è cominciato a parlare di squalifica del campo.
Ma sono dettagli. Quello che conta è la prevenzione: E il mio slogan, dopo mezzo secolo di calcio gustato dal vivo, è diventato: se li conosci (gli stadi, e i loro frequentatori) li eviti.
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