«Pecore e Pastori»
Posté par atempodiblog le 25 novembre 2008
«Pecore e Pastori». Il nuovo saggio del cardinal Biffi
di Andrea Tornielli

«Una delle cose che mi impressionano di più è che al giorno d’oggi non è più l’eresia, ma è l’ortodossia a fare notizia». Giacomo Biffi, ottant’anni lo scorso giugno, arcivescovo emerito di Bologna, milanese di nascita, porporato che non ha mai avuto paura ad apparire controcorrente, dopo il volume Memorie e digressioni di un italiano cardinale pubblica per le edizioni Cantagalli un nuovo libro intitolato Pecore e Pastori. Riflessioni sul gregge di Cristo (pagg. 256, euro 13,80, in libreria dal 25 novembre). Chi sono le pecore e chi è il pastore? Quali i loro compiti? Parte da queste domande, il cardinale, che in una delle pagine del volume scrive: «Oggi sempre più frequentemente ci si meraviglia quando un papa o un vescovo dice ciò che la Chiesa ha sempre detto (e non può non dire perché appartiene al suo patrimonio inalienabile); come se fosse ormai persuasione pacifica che anche la Chiesa non creda più al suo messaggio di sempre. Talvolta in qualche settore del mondo cattolico si giunge persino a pensare che debba essere la divina Rivelazione ad adattarsi alla mentalità corrente per riuscire “credibile”, e non piuttosto che si debba “convertire” la mentalità corrente alla luce che ci è data dall’alto. Eppure si dovrebbe riflettere sul fatto che “conversione” non “adattamento” è parola evangelica». Del resto, «la prima frase che Gesù pronuncia inaugurando il suo apostolato non è: “Il mondo va bene così come va; adattatevi al mondo e siate credibili alle orecchie di chi non crede”; ma è: “Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”». Il brano del nuovo libro di Biffi che anticipiamo in questa pagina è dedicato al tema dell’omosessualità e più in generale della sessualità. Il rispetto, l’accoglienza e la misericordia per il peccatore non inibiscono il cardinale dal ricordare le parole severe contenute nella Scrittura.

Tweet del Papa
Nel lavorare con ogni impegno al servizio del Regno di Dio, non siamo frettolosi e superficiali:
scaviamo a fondo, liberi dai criteri del mondo, che troppo spesso pretende risultati immediati, perché non conosce la sapienza dell’attesa.















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