Gli animali in Paradiso?
Posté par atempodiblog le 13 novembre 2008
Padre Livio disse che gli animali vissuti qui, quando la Terra passerà, non spariranno ma dovrebbero esserci in un altro modo e che, forse, gli animali sono stati creati proprio perché guardandoli capissimo quanto siamo diversi da loro.
Durante le apparizioni mariane, se vi sono animali prestenti questi non vanno in estasi.
Per Padre Livio, infatti, la Madonna ha dato un segno a La Salette: il cane di Massimino (uno dei veggenti) era presente all’apparizione però dormiva, quindi si può dedurre che nella nuova creazione ci saranno anche loro ma non avranno come noi la capacità di Dio e saranno come “addormentati”, cioè non coscienti.
L’essere umano si differenzia dagli animali perché ha un’intelligenza che va oltre il limite della materia e ha una moralità che va oltre l’istinto. Il Catechismo della Chiesa Cattolica solo dell’uomo dice che è stato creato capace di Dio.
Giovanni Paolo II:
“Certamente, agli occhi di Dio noi siamo più importanti. Ciò che determina il valore dell’uomo è essere stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, il che si riflette nella sua natura di persona, nella capacità di conoscere il bene e di amarlo.
Proprio per questo motivo, l’uomo non può accettare che il suo essere spirituale sia subordinato a ciò che è inferiore nella gerarchia delle creature.”
Benedetto XVI:
“Mentre nelle altre creature, che non sono chiamate all’eternità, la morte significa soltanto la fine dell’esistenza sulla terra, in noi il peccato crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che è nei cieli non ci tende la sua mano.”
Benedetto XVI (dall’UDIENZA GENERALE dell’ 11 gennaio 2006):
“Grande felicità per l’uomo, conoscere il proprio Creatore. In questo noi ci differenziamo dalle fiere e dagli altri animali, perché sappiamo di avere il nostro Creatore, mentre essi non lo sanno”. Vale la pena meditare un po’ queste parole di Origene, che vede la differenza fondamentale tra l’uomo e gli altri animali nel fatto che l’uomo è capace di conoscere Dio, il suo Creatore, che l’uomo è capace della verità, capace di una conoscenza che diventa relazione, amicizia”.
Il Papa, ancora, dice che non sono chiamati alla vita eterna e afferma il Catechismo « Si deve dunque far notare ai fedeli che la vita eterna significa non tanto la perpetuità della vita, alla quale partecipano anche i demoni e gli uomini cattivi, quanto la perpetuità della beatitudine, capace di soddisfare appieno il desiderio dei beati. », quindi è possibile che il Papa abbia voluto affermare che gli animali non potranno partecipare alla beatitudine, non che non ci saranno.
Tratto da Maria Valtorta, Il poema dell’Uomo-Dio, vol. 7° cap. 237: pag. 1856-1859 (cristiani.altervista.org):
Quando un animale è morto è insensibile perché con la morte, per esso, è la vera fine. Non c’è futuro per esso. Ma sinché è vivente soffre la fame, freddo, stanchezza, è soggetto a ferirsi e soffrire, a godere, ad amare, ad odiare, ad ammalarsi e morire. E l’uomo, in ricordo di Dio, che gli ha dato quel mezzo per rendergli meno aspro l’esilio sulla Terra, deve essere umano verso i suoi servi minori che sono gli animali. Nel Libro mosaico non è forse prescritto di avere sensi di umanità anche per gli animali, volatili o quadrupedi che siano?
In verità vi dico che bisogna saper vedere con giustizia le opere del Creatore. Se si guardano con giustizia si vede che sono “buone”. E cosa buona va sempre amata. Si vede che sono cose date con fine buono e per impulso d’amore, e come tali le possiamo, le dobbiamo amare, vedendo, oltre l’essere finito, l’Essere Infinito che le ha create per noi. Si vede che sono utili, e come cose utili vanno amate. Nulla, ricordatevelo bene, è stato fatto senza scopo nell’Universo. Dio non sciupa la sua perfetta Potenza in inutili cose. Questo filo d’erba non è meno utile del tronco poderoso al quale si appoggia il nostro temporaneo rifugio. La stilla di rugiada, la piccola perla della brina, non sono meno utili dell’immenso mare. Il moscerino non è meno utile dell’elefante, e il verme che sta nel fango del fossato meno della balena. Nulla di inutile è nel Creato. Dio tutto ha fatto con fine buono, con amore per l’uomo. L’uomo deve usare tutto con retto fine e con amore per Dio che gli ha dato tutto quanto è sulla Terra, perché sia suddito al re del Creato.
Non ho ancora capito se ce li ritroveremo nei « nuovi Cieli e nella nuova terra »…. (smile)
Ciao cara Dany!
Qui siamo nel campo delle opinioni…
Ti posto, in merito, uno stralcio tratto dal sito del nostro amico Marco…
Nel nuovo ordine cosmico sussisteranno vegetali e animali?
P. Pesch, grande teologo, ci assicura che non c’è nulla contro la fede né contro la ragione pensare il Paradiso popolato di piante e di animali. Infatti, tolti i regni vegetale e animale, gran parte del disegno sapientissimo del Creatore scomparirebbe. Quante perfezioni create, sorgenti di deliziosissime compiacenze per noì, ci verrebbero sottratte e che noi potremmo rimpiangere. Anche Adamo nel paradiso terrestre era costituito, prima della caduta, in uno stato di incorruttibilità e immortalità, eppure si muoveva in un ambiente affollatissimo di animali e vegetali deperibili. Inoltre nel passo citato di S. Paolo (Rom. 8,19-21) è detto «l’intera creazione geme, soffre… anela alla manifestazione dei figli di Dio». E detto espressamente che questa creazione verrà affrancata dalla corruzione non per ripiombare nel nulla, ma per partecipare alla libertà della gloria dei figli di Dio. Inoltre se è detto che «l’intera creazione geme… anela alla manifestazione dei figli di DIO», questo significa che nell’universo restaurato ci saranno non solo i minerali, ma anche i vegetali e gli animali, certamente in forme migliori.
Nella sua visione del Paradiso, S. Giovanni ha visto anche delle piante, e il Profeta Isaia scorge nel Regno glorioso del Messia anche animali mansueti.
Grazie mille!
molto interessante. Sopratutto il passo di San Paolo fa pensare….