Un esempio di protesta mediatica

Posté par atempodiblog le 24 octobre 2008

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Scienze politiche: 9mila iscritti, 30 occupanti, 20 giornalisti: un esempio di protesta mediatica

«Scienze Politiche: 9mila iscritti, 30 che occupano e 20 giornalisti». Così recitava un cartello appeso ieri da alcuni studenti milanesi di Scienze Politiche nel cortile di via Conservatorio – puntualmente strappato dai “rivoltosi”. La scena che si presentava agli occhi di chi giungeva nella sede distaccata della Statale di Milano era proprio questa: un manipolo di ragazzi accerchiato da inviati e cameraman. I titoli dei principali quotidiani nazionali, così come la loro versione online del pomeriggio precedente, annunciavano l’occupazione della facoltà di Scienze Politiche e l’interruzione delle lezioni. Eppure allo sprovveduto visitatore pareva che lo scoop fosse che i giornalisti non c’avessero azzeccato per niente. Le lezioni si sono svolte regolarmente. Nessuna è stata interrotta. Intorno alla trentina di persone, che nella mattinata di ieri bivaccava in mezzo al cortile di via Conservatorio, la vita procedeva tranquillamente. C’erano quasi più telecamere e fotografi che manifestanti. Del resto si era annunciata l’irruzione degli occupanti al Consiglio di facoltà delle ore 14.30. La sceneggiata è avvenuta. Il loro comunicato – tempestivamente riportato dal Corriere online – è stato letto. Subito dopo il Cdf è proseguito. Lì la maggioranza delle rappresentanze studentesche ha preso posizione contro i tentativi di blocco della didattica. In effetti un episodio di questo genere è accaduto nel tardo pomeriggio di mercoledì 22 ottobre, quando un corteo di esterni ha decretato arbitrariamente la sospensione della lezione del professor Giorgio Barba Navaretti in aula 10. Che la gran parte dei manifestanti fosse estranea alla facoltà appariva chiaro dal fatto che nessuno sapeva dove dirigersi per cercare le aule. «È un’azione violenta» ha urlato Barba Navaretti ai manifestanti. A esprimergli pubblicamente solidarietà in Consiglio di facoltà ci ha pensato il professor Graglia, quello che è finito su tutti i giornali per aver improvvisato una lezione in piazza Duomo contro i tagli previsti dalla finanziaria.

La récréation (come la definì De Gaulle) di questi improbabili barricaderos continua, ormai, da una settimana. Più sui media che nella realtà. Da questo punto di vista Scienze Politiche non è stata da meno. Anche all’Accademia di Brera è toccata la stessa sorte. All’assemblea di martedì 21 ottobre, indetta dai collettivi accademici, i partecipanti – su circa 4mila iscritti – non superavano la sessantina di persone. Il Sit-in avvenuto negli uffici del direttore e la seguente occupazione non sono durati più di mezz’ora. Terminate le foto di rito per i quotidiani del giorno dopo, i dimostranti sono stati accompagnati all’uscita. La vita in questi giorni prosegue regolarmente. Nonostante il sito di Repubblica. Non stupirebbe se nei prossimi giorni i navigatori della rete potessero anche votare chi mandare a casa tra gli occupanti. Proprio come in un vero reality show.

di Matteo Forte – ilsussidiario.net

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