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Con mamma e papà si può

Posté par atempodiblog le 14 octobre 2008

CON MAMMA E PAPA’ SI PUO’….

Anche i più piccoli si stanno accorgendo che il mondo in cui sono stati chiamati a vivere è pieno di pericoli.

Non li sanno ancora distinguere bene, ma l’ansia e la paura e le raccomandazioni dei genitori comunicano un messaggio chiaro: “State attenti! Dietro ogni angolo e in ogni persona si può nascondere un’insidia…”.

Televisione e giornali non fanno che aumentare l’apprensione  e il sospetto. Un brutto inizio per i bambini che hanno bisogno soprattutto di una base di sicurezza per crescere bene.

Anche una storia semplice, come quella che segue, può comunicare la necessità della fiducia e della confidenza nei genitori.

C’E’ UN DRAGO IN VIA VERDI!

Per andare da casa a scuola, Fabio doveva percorrere pochi isolati (tre semafori e tutto marciapiede).

Adesso che era in quarta poteva percorrerlo da solo.

Era felice di caracollare fra la gente con il suo zainetto colorato sulla schiena e fermarsi a guardare le vetrine quando piacevano a lui. Con la mamma era costretto a fermarsi davanti alle vetrine di vestiti e calzature, mentre con il papà era quasi obbligatoria la sosta davanti ad un grosso magazzino di accessori per auto.

La vetrina preferita di Fabio era una scintillante esposizione di elettronica e soprattutto giochi per il computer. Ne possedeva sei, un po’ sorpassati. Ma il patto con mamma e papà era chiaro. Avrebbe avuto un gioco nuovo alla fine dell’anno scolastico, a promozione avvenuta.

La promozione non era un grosso problema per Fabio: riusciva bene a scuola, era diligente e studioso.

Era anche un bambino mite e gentile, perciò sospirava davanti alla vetrina mangiando con gli occhi le scatole luccicanti e le presentazioni dei giochi che passavano sui teleschermi.

Una piramide sfavillante di Tomb Raider annunciava l’ultimo successo “fantastico e devastante”.

Un sospiro, uno sguardo all’orologio e a casa di corsa.

Così tutte le sere.

Excalibur

 

Una sera la vetrina era particolarmente ammiccante.

Fabio si appoggiò al vetro per vedere meglio.

Accanto a Tomb Raider era apparso Swagman. Pezzi di carta metallizzata rossa mandavano bagliori inquietanti.

Fabio era assorto nella lettura delle caratteristiche che si leggevano a stento sulle confezioni.

“Ti piacciono, eh?” disse una voce alle sue spalle.

Fabio si girò di scatto.

Era un signore dall’aria gentile e sorridente, con gli occhiali cerchiati d’oro e un cappello un po’ fuori moda.

Fabio si tranquillizzò.

“Oh, si!” rispose.

“Ne hai già qualcuno?” .

“Sei. Ho anche Supermario… Ma gli altri sono un po’ vecchi… Quando sarò promosso, però, papà me ne compra uno nuovo”.

“Bravo, bravo” disse il signore gentile.

Poi, quasi distrattamente aggiunse:

“Se ripassi di qui, domani sera, te ne posso imprestare uno che ho a casa e nessuno usa…”.

“No, grazie!”, esclamò vivacementeFabio.

La mamma e il papà gli raccomandavano sempre di non accettare niente dalle persone che non conosceva.

“Là, là… Non ti preoccupare”, continuò il signore gentile.

“Te lo impresto soltanto”.

Confuso, Fabio borbottò una specie di saluto e corse a casa.

La sera dopo, il signore gentile si era fermato accanto alla vetrina di giochi elettronici.

Fabio aveva fatto il proposito di non fermarsi, ma non poté farne a meno.

Sorrise timidamente.

Il signore gentile gli tese un pacchetto avvolto in carta di giornale.

“Hai visto, mi sono ricordato…”.

“Non posso. Papà non vuole…”,mormorò Fabio.

“Mica devi dirglielo… Sarà un piccolo segreto”, ribattè l’uomo. E gli strizzò l’occhio.

Fabio alzò un angolo della carta che avvolgeva la scatola.

“Ma è Excalibur!”

“Ti piace?”.

“Bè…”.

“Provalo. Te lo matto nello zainetto”.

Appena in casa, contrariamente al solito, Fabio gridò alla mamma:

Ho tanti compiti” e si chiuse nella sua camera per provare il nuovo gioco.

Una volta tanto la pubblicità aveva ragione: era davvero un bel gioco.

Una manica lacerata

Il giorno dopo, il signore gentile era di nuovo là che lo aspettava.

Fabio gli raccontò la trama di Excalibur e tutte le possibilità che il gioco offriva. Era indubbiamente il più appassionante che avesse mai provato.

“Sono contento che ti sia piaciuto”, disse il signore gentile.

E, quasi distrattamente, aggiunse:

“Ne ho altri a casa. Perché non facciamo una deviazione e così vedi se ce n’è qualcuno che piace?”.

“Ma…”.

“Sono due passi, qui vicino. Ormai siamo amici, no?”.

Fabio cedette, anche se una vocina interna disapprovava.

Il signore gentile abitava in una strada parallela. Una villetta isolata, con il giardino davanti.

Nel salotto c’era un grande televisore e una poltrona dall’aria comoda.

“Togliti lo zainetto. Guarda in mezzo ai video”, disse il signore gentile.

Fabio non aveva mai visto tanti video e cominciò a leggerne i titoli.

Il signore gentile stava alle sue spalle.

Con una mano sfiorò i capelli del bambino.

Fabio sentì qualcosa di strano, come un brivido e si voltò.

Quello che vide lo riempì di terrore.

Il signore gentile si era tolto i guanti e le sue mani erano coperte di squame color verde, terminavano con artigli lunghi e affilati, gli occhi erano rossi fuoco e, adesso che si era tolto il cappello, sulla testa ondeggiava una cresta cornea verde e gialla, mentre dalla bocca spuntavano zanne aguzze.

Fabio gridò e si precipitò fuori.

“Fermo! Dove vai?”, gracchiò il signore gentile diventato drago.

Tentò di afferrarlo con gli artigli verdi e con l’unghiona lacerò la manica della camicia di Fabio che si divincolò con tutte le sue forze e si precipitò verso la porta.

Corse senza voltarsi indietro.

Arrivato a casa chiuse la porta a chiave. Poi si buttò sul letto cercando di calmare il cuore che sembrava un tamburino impazzito. Le lacrime scorrevano abbondanti e bagnavano il cuscino.

Che fare?

Dirlo a mamma e papà? Era escluso.

Aveva disubbidito e poi loro che cosa ci potevano fare?

Papà era piccolo, con gli occhiali e un po’ di pancetta…

Mamma aveva anche dei ragni…

Era molto meglio non dire niente a nessuno:

“Domani, prenderò l’autobus”, propose.

Rumore di duello, sibili, schianti

 

A cena, annaspò a cercare scuse per la camicia strappata e per i segni delle lacrime sul viso.

Gli pareva di avercela fatta, ma ad un tratto, la mamma fissò gli occhi nei suoi e seria seria disse:

“Fabio, adesso dimmi la verità, Che cosa ti è successo?.

Singhiozzando, Fabio raccontò tutto.

“Si è trasformato in un drago! E’ vero… non me lo sono inventato!.

Mamma e papà si guardarono e poi si alzarono insieme.

“Un drago, eh? Tocca a noi”.

Quello che successe dopo lasciò Fabio a bocca aperta.

Mamma e papà entrarono in camera.

Si sentirono scatti, serrature che si aprivano, zip che si chiudevano e poi mamma a papà comparvero avvolti in tute argentee. Impugnavano armi. Sembravano perfino più alti.

“Dov’è questa casa?”.

“In via Verdi, la casa col giardino…” mormorò Fabio intimidito.

Non sapeva più che cosa pensare.

“Adesso vai in camera tua!”, ordinò il papà.

Poco dopo, Fabio sentì l’auto che si metteva in moto.

Sospeso tra paura e curiosità, rimase per un po’ alla finestra, poi decise di arrivare fino all’angolo per dare una sbirciatina.

Riusciva a vedere l’ingresso e il primo piano della casa di via Verdi.

Vide le due figure in tuta entrare nella casa con molta decisione.

Gli parve di sentire delle voci, dei grugniti e poi una specie di ruggito. Rumore di duello, sibili, schianti.

Ad un tratto le finestre della casa si illuminarono come per una esplosione.

Pieno di paura, Fabio corse a casa.

Si infilò sotto le coperte con il cuore in gola. Il tempo sembrava non passare mai, ma poi sentì il rumore familiare della macchina di papà.

Corse incontro ai genitori, ridendo e piangendo.

Mamma e papà avevano le tute macchiate di spruzzi verdastri.

“Dovesse ancora capitare, devi dirlo subito a noi, hai capito?”, disse papà che aveva ancora la visiera sugli occhi e un’aria molto più importante del solito.

“Sissignore… SI papà!”, rispose Fabio e lo abbracciò.

Fabio ha fatto un brutto incontro e non ha il coraggio di parlarne con i genitori. Ha rischiato di finire nelle fauci di un uomo-drago. Ma la soluzione del problema sta proprio nel dirlo a mamma e papà. Sono addirittura due “cacciatori di draghi”!

PER IL DIALOGO:

- Che cosa capita a Fabio? Pensate che ci siano in giro uomini-drago? Avete mai sentito parlare di qualcuno che può fare male ai bambini?

- Perché Fabio ha paura di confidarsi con i genitori? Voi riuscite a dire tutto quello che vi succede ai vostri genitori? Che cosa tenete solo per voi? Perché?

- I genitori di Fabio lo tolgono dai pasticci. Pensate che i vostri genitori lo possano fare sempre?

- Riuscite a parlare con i vostri insegnanti ed educatori di quello che vi succede anche fuori di scuola?

PER L’ATTIVITA’:

Si possono aiutare i bambini della classe a disegnare la mappa dei pericoli reali e immaginari che ci sono nel quartiere o nella città.

ANCHE LA BIBBIA RACCONTA…

Si può commentare ai ragazzi Matteo 18, 6-7: “Chi scandalizza anche uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi del mare”.

 

racconti di Bruno Ferrero –  “Parabole per la scuola e la catechesi”


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http://www.graficapastorale.it

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Il caso Medjugorje

Posté par atempodiblog le 14 octobre 2008

Saverio Gaeta intervista il mariologo De Fiores

Resta però il fatto che i due vescovi di Mostar si sono dichiarati contrari…:

«Probabilmente a causa di precedenti polemiche con i francescani della provincia di Erzegovina, riguardanti la cura di alcune parrocchie della diocesi, i vescovi Zanic e Peric hanno avuto qualche preconcetto nel giudicare la vicenda. Monsignor Peric è giunto, in particolare, a stravolgere la cosiddetta « dichiarazione di Zara », firmata nel 1991 dall´episcopato jugoslavo, trasformando l´atteggiamento sospensivo: « non consta la soprannaturalità » nella dichiarazione negativa: « consta la non soprannaturalità ». Un´espressione che costrinse l´arcivescovo Tarcisio Bertone, all´epoca segretario della Congregazione per la dottrina della fede, a intervenire per precisare che quella del vescovo era soltanto un´opinione personale, legittima come qualsiasi altro parere».

Per approfondire Il caso Medjugorje dans Medjugorje iconarrowrk7 http://www.medjugorjesaccolongo.it/stampaquattro.htm


IL CASO MEDJUGORJE
Cosa dice la Chiesa

« Noi vescovi, dopo una triennale commissione di studio, accogliamo Medjugorje come luogo di pellegrinaggio e santuario. Questo vuol dire che non abbiamo nulla in contrario se qualcuno onora la Madre di Dio in una maniera che sia conforme all’insegnamento ed alla dottrina della Chiesa… Pertanto proseguiremo gli studi… La Chiesa non ha fretta.

Medjugorje,
Sua Eminenza Card. Dr. Franjo Kuharic,
Arcivescovo di Zagabria
(Glas Koncila, 15 agosto 1993)

Continua qui iconarrowrk7 dans Padre Stefano De Fioreshttp://holy.harmoniae.com/medj_chiesa.htm

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