I frati malmenati e l’Unità
Posté par atempodiblog le 4 septembre 2008
Tratto da: antoniosocci.it
Gentile Concita De Gregorio,
seguo con curiosità e interesse il nuovo corso dell’Unità, da lei diretta.
Per questo le vorrei segnalare un infortunio strano accaduto ieri.
Dunque ieri tutti i quotidiani in prima pagina davano la notizia della feroce aggressione a quattro frati, perpetrata da una banda criminale entrata dentro al convento di san Colombano Belmonte, in provincia di Torino. Gli anziani religiosi sono stati picchiati ferocemente e rapinati: uno è ridotto in fin di vita. E’ stata una violenza selvaggia.
Tutti i quotidiani, dicevo, richiamavano questa notizia in prima pagina: tutti eccetto l’Unità.
Certo, la fondamentale rubrica di Maria Novella Oppo che deve strillare ogni giorno contro Gasparri è molto più importante, ci sarà la fila all’edicola per leggerla, ma almeno un minuscolo richiamo a quei poveri, vecchi frati non si poteva fare?
Naturalmente se si fosse trattato solo di questo non l’avrei importunata con questa lettera. Ognuno propone la gerarchia delle notizie che ritiene giusta.
Così sono andato a cercare almeno l’informazione sul fattaccio nelle pagine interne, dove si trova anche un fondamentale articolo su Scalfaro.
Ma sfoglia e risfoglia non sono riuscito a trovare niente. Spero ancora che sia una mia svista, che un remoto trafiletto in fondo a qualche pagina riporti almeno la notizia e che io non me ne sia accorto (in questo caso chiederei subito scusa). Ma ad una nuova attenta rilettura ancora non vedo traccia della cosa.
Mi spiace per i suoi lettori, abituati a leggere editoriali che deprecano “la scomparsa dei fatti” e a indignarsene.
L’Unità del resto si proclama sempre così attenta ai deboli, ai poveri e agli indifesi: le assicuro che dei vecchi frati francescani come quelli massacrati di botte sono sicuramente fra i più deboli, poveri e indifesi (lo testimonia il fatto che i criminali sono riusciti a rubare loro solo qualche spicciolo).
Martedì scorso sempre la sua Unità lanciava in prima pagina, con tanto di foto, la notizia dell’ambulante bengalese di Termoli a cui i vigili urbani volevano sequestrare la merce.
Il titolo era un tantino pompato: “Razzismo a Termoli. L’Italia degli sceriffi: ambulante trascinato via, i cittadini protestano”.
Francamente non si capisce cosa c’entrava la pesante parola “razzismo”.
Peraltro era proprio il giorno in cui in India era stato assaltato un orfanotrofio cattolico ed erano stati bruciati vivi due missionari (i primi di un massacro che non si è fermato).
Ma a questo orrore l’Unità, in prima, dedicava solo un richiamino, senza foto, né titoli drammatici.
Faceva un certo effetto, su quella prima pagina, confrontare lo spazio e il tono della notizia sull’ambulante e i vigili di Termoli, con la notizia dei cristiani macellati in India.
Naturalmente so bene che fare quotidianamente un giornale non è semplice, che a volte si fanno scelte frettolose o anche errori.
E’ umano e tutti ne facciamo, io più di chiunque.
Non intendo proprio impancarmi a maestrino, non ne ho i titoli, né la volontà.
Ma – stimandola come una seria professionista – vorrei segnalare alla sua riflessione il modo in cui la Sinistra italiana e il suo giornale affrontano in genere i temi che riguardano i cristiani e la Chiesa.
A me sembra di vedere una certa ostilità. Immotivata e pregiudiziale. Sbaglierò, ma temo di cogliere nel segno.
E non solo la Sinistra, ma anche tutta l’opinione pubblica radicaleggiante.
Del resto siamo in una società dove, in Occidente, contro la Chiesa si può dire di tutto.
Mentre in tanti Paesi del mondo, dall’India, alla Cina, ai paesi musulmani, contro i cristiani si può fare di tutto.
Anche per questo notizie come quelle provenienti dall’India o dal convento di Torino, sono importanti.
Non penso affatto, ovviamente, che la mancata notizia del raid squadristico di Torino sia dovuta a un pregiudizio ideologico.
Ci mancherebbe. Sono certo che si sia trattato solo di una normale svista. Ma temo pure che se tale aggressione fosse stata a danno di altri, quella svista probabilmente non ci sarebbe stata.
Allora mi piacerebbe che l’episodio fosse l’occasione buona per riflettere (tutti noi) sulla condizioni dei cristiani.
In Occidente e nel resto del mondo. Che spesso sono davvero i più poveri dei poveri.
Le auguro sinceramente buon lavoro,
Antonio Socci
Fonte: © Libero – 29 agosto 2008
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