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Le stelle marine

Posté par atempodiblog le 27 août 2008

La valanga ingrossa e trascina tutto con se; ma inizia con un pugno di neve che comincia a rotolare e a fare massa inglobando quello che trova sul suo percorso. La valanga distrugge ma se il pugno di neve rappresentasse l’amore che edifica i risultati sarebbero ben diversi. Facciamo lo sforzo di realizzare un pugno d’amore da far rotolare come una pallina di neve, poi lo Spirito Santo la trasformerà in una valanga.

da un pensiero di Fr. Raniero Cantalamessa

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Una tempesta terribile si abbatté sul mare. Lame affilate di vento gelido trafiggevano l’acqua e la sollevavano in ondate gigantesche che si abbattevano sulla spiaggia come colpi di maglio, o come vomeri d’acciaio aravano il fondo marino scaraventando le piccole bestiole del fondo, i crostacei e i piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare.
Quando la tempesta passò, rapida come era arrivata, l’acqua si placò e si ritirò. Ora la spiaggia era una distesa di fango in cui si contorcevano nell’agonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa.
Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche delle troupe televisive per filmare lo strano fenomeno. Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo.
Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle di mare. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente.
All’improvviso, il bambino lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripeté l’operazione.
Dalla balaustrata di cemento, un uomo lo chiamò.
« Ma che fai, ragazzino? ».
« Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia » rispose il bambino senza smettere di correre.
« Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia: non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe! » gridò l’uomo.
« E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose! ».
Il bambino sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: « Ho cambiato le cose per questa qui ».
L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nell’acqua. Qualche minuto dopo erano in cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua.
Così furono salvate tutte.

Per cambiare il mondo basterebbe che qualcuno, anche piccolo, avesse il coraggio di incominciare.

di Bruno Ferrero – A volte basta un raggio di sole

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Fiducia nell’umanità

Posté par atempodiblog le 27 août 2008

Fiducia nell'umanità dans Citazioni, frasi e pensieri pimboli00wx9

“Ogni bimbo che nasce,

porta con sé il messaggio,

che Dio non ha perso fiducia nell’umanità”.

di Rabindranath Tagore

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La Fede

Posté par atempodiblog le 27 août 2008

La Fede dans Citazioni, frasi e pensieri albanapoletanaya9

La fede è l’uccello che sente la luce e canta quando l’alba è ancora oscura.

di Rabindranath Tagore

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La grotta azzurra

Posté par atempodiblog le 27 août 2008

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Era un uomo povero e semplice. La sera, dopo una giornata di duro lavoro, rientrava in casa spossato e pieno di malumore. Guardava con astio la gente che passava in automobile o quelli seduti ai tavolini dei bar.
« Quelli sì che stanno bene », brontolava l’uomo, pigiato nel tram, come un grappolo d’uva nel torchio. « Non sanno che cosa vuol dire tribolare…
Tutto rose e fiori, per loro. Avessero la mia croce da portare! ».
Il Signore aveva sempre ascoltato con molta pazienza i lamenti dell’uomo.
E, una sera, lo aspettò sulla porta di casa.
« Ah, sei tu, Signore? », disse l’uomo, quando lo vide. « Non provare a rabbonirmi. Lo sai bene quant’è pesante la croce che mi hai imposto ».
L’uomo era più imbronciato che mai.
Il Signore gli sorrise bonariamente. « Vieni con me. Ti darò la possibilità di fare un’altra scelta », disse.
L’uomo si trovò all’improvviso dentro una enorme grotta azzurra.
L’architettura era divina. Ed era piena di croci: piccole, grandi, tempestate di gemme, lisce, contorte.
« Sono le croci degli uomini », disse il Signore. « Scegline una ».
L’uomo buttò con la malagrazia la sua croce in un angolo e, fregandosi le mani, cominciò la cernita.
Provò una croce leggerina, ma era lunga e ingombrante. Si mise al collo una croce da vescovo, ma era incredibilmente pesante di responsabilità e di sacrificio. Un’altra, liscia e graziosa in apparenza, appena fu sulle spalle dell’uomo cominciò a pungere come se fosse piena di chiodi. Afferrò una croce d’argento, che mandava bagliori, ma si sentì invadere da una straziante sensazione di solitudine e di abbandono. La posò subito. Provò e riprovò, ma ogni croce aveva qualche difetto.
Finalmente, in un angolo semibuio, scovò una piccola croce, un po’ logorata dall’uso.
Non era troppo pesante, né troppo ingombrante. Sembrava fatta apposta per lui. L’uomo se la mise sulle spalle con aria trionfante.
« Prendo questa! », esclamò. Ed uscì dalla grotta.
Il Signore gli rivolse il suo sguardo dolce dolce. E in quell’istante l’uomo si accorse che aveva ripreso proprio la sua vecchia croce: quella che aveva buttato via entrando nella grotta. E che portava da tutta la vita.


« Come in un sogno mattutino, la vita si fa sempre più luminosa a mano a mano che la viviamo, e la ragione di ogni cosa appare finalmente chiara » (Richter).

di Bruno Ferrero - Il canto del grillo

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