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La parabola dei vetri colorati

Posté par atempodiblog le 10 juillet 2008

 La parabola dei vetri colorati dans Don Bruno Ferrero madonninaki0

di Bruno Ferrero

Uscirono dalla vetreria lo stesso giorno. Gli operai le trattarono con attenzione e cautela. Le impilarono tra morbidi panni e poi le riposero in una cassa immerse in soffici materiali antiurto.
Erano dieci lastre di vetro colorato. Lastre blu, azzurro, verde, arancione, giallo rosso, viola.
«Avete visto come ci trattano?», esclamò fieramente una lastra blu.
«Siamo certamente tra le cose più preziose dell’universo», le fece eco una lastra gialla.
«I migliori tra i migliori, però siamo noi!», gridarono all’unisono quelle rosse. «Siamo il colore del sangue, della vita, della lotta!».
«I rossi si credono sempre speciali», brontolarono le lastre verdi.
«Sono solo dei palloni gonfiati», aggiunsero tutti i toni dell’azzurro.
La cassa fu chiusa, sollevata, caricata su qualcosa di veloce e puzzolente. Le lastre, timorose e sorprese, tacquero per un po’.
Il viaggio fu lungo, ma alla fine la cassa tornò a essere posata sulla salda terra e aperta.

Nel grande stanzone
«Finalmente, un po’ d’aria!», esclamarono insieme le lastre di vetro. Si trovavano in un grande stanzone, formicolante di operai indaffarati. Uno di essi afferrò la prima lastra, quella blu, tracciò sulla sua superficie degli strani ghirigori.
«Ehi, smettila di farmi il solletico!», strillò la lastra. Il blu è tremendamente suscettibile.
Ma l’uomo impugnò uno strumento affilato e cominciò a tagliare la lastra in frammenti di varie dimensioni.
«No! Non rompermi!», gridava disperata la lastra blu. Le altre lastre inorridirono e cominciarono a lagnarsi e a piangere: «Qui ci fanno a pezzi!».
«Facciamo sciopero!», gridarono le lastre rosse.
Ma non servì a niente. Una dopo l’altra furono fatte a pezzi. Solo la lastra viola, facendo finta di niente, riuscì a nascondersi dietro a un armadio.
Gli operai raccolsero i pezzi di vetro e li disposero attentamente su un grande tavolo. Un pezzo rosso e uno giallo si trovarono a contatto e cominciarono a litigare.
«Non voglio stare vicino a questo qui!», protestavano contemporaneamente.
Gli azzurri  contestavano i verdi: «State lontani, profeti di sventura!».
Ma i solerti operai non avevano finito e tra frammento e frammento fecero scorrere una lama ardente di piombo fuso che saldò in modo indissolubile un pezzo di vetro all’altro.
Questa volta i pezzi di vetro colorato non ebbero neanche la forza di protestare. Si rassegnarono. Il loro destino era segnato per sempre.

Insieme, in attesa della luce
Seguirono altri trasferimenti, altre sistemazioni. Si trovarono in una specie di cantina buia, sotto una grande volta.
«Qui siamo tutti uguali: grigi e squallidi. Così va la vita», filosofeggiò un giallo. Giocarono un po’ agli indovinelli per passare il tempo, ma si annoiavano e si addormentarono.
Poi arrivò la luce.
Furono svegliati da una sfilza di «Ooooh!». Meravigliati, videro davanti a loro una folla che si accalcava con il naso all’insù. Gli occhi della gente erano sgranati per lo stupore.
E nei loro occhi si rispecchiarono e poterono vedersi per la prima volta. Ammutolirono per la sorpresa: erano diventati una sbalorditiva vetrata multicolore che rappresentava una splendida Madonna con il Bambino Gesù in braccio. La luce del sole, che li aveva inondati, faceva risaltare ogni colore in tutta la sua intensità.
«Gente, ma siamo una bomba!», gridarono i rossi.
«Tutti insieme, effettivamente, facciamo un certo effetto», replicarono gli azzurri.
«Puoi ben dirlo, fratello», esclamò un giallo. Non aveva mai chiamato «fratello» nessuno.
Finalmente i pezzi di vetro, nel loro piccolo colorato cuore erano felici e appagati. Insieme, avevano capito il motivo per cui erano stati creati.
E la lastra viola? La trovarono alcuni mesi dopo, dietro l’armadio. Era coperta di polvere e non sapendo che farsene, la buttarono nella discarica.


La storia racconta la difficoltà di «fare gruppo». Ognuno dei componenti di un gruppo, soprattutto se si raduna per la prima volta, è dotato di carattere, temperamento, situazione familiare, «colore», diversi. Bisogna accettare di essere «spezzati», cioè rinunciare all’egoismo e all’egocentrismo, far scorrere del piombo fuso, cioè la capacità di accettazione e di collaborazione, infine essere illuminati dalla luce che proviene dall’alto, cioè avere un ideale, una finalità.

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