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Pane e armi

Posté par atempodiblog le 22 juin 2008

EUROPA – Pane e armi

Roma (Agenzia Fides) – Il rapporto 2007 del SIPRI, l’accreditato istituto per il disarmo svedese, descriveva uno scenario inquietante relativamente alla dotazione di armi e alle cifre che vengono spese per armare gli eserciti ed alimentare le guerre che devastano il pianeta, producendo miseria, fame, macerie e disperazione. Dal 1997 al 2006 l’incremento delle spese per gli eserciti è stato pari al 37%. Nel solo 2006 la cifra spesa per gli armamenti è stata di 1.204 miliardi di dollari. La graduatoria è aperta dagli Stati Uniti, seguono Regno Unito, Francia, Cina, Giappone, Germania, Russia, Italia, India. Il 60% del mercato di esportazione delle armi è diviso equamente tra Stati Uniti e Russia, mentre l’Europa detiene il 20% del mercato complessivo. All’interno degli Stati europei, l’Italia, registrava il livello più elevato di esportazioni dal 1985. Livello ancora aumentato – in misura enorme – nel 2007, in base ai dati forniti dal Rapporto annuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano, dove si legge che le esportazioni italiane di armi hanno sfiorato i 2,4 miliardi di euro, con un incremento del 9,4% rispetto all’anno precedente.
Il caso italiano è lo specchio di quel che accade nel mondo, rispetto alla corsa forsennata alla produzione e al commercio di armamenti. Secondo le stime internazionali, se fossero investiti 57 miliardi di dollari in interventi medici di base, si potrebbero salvare dalla morte certa otto milioni di vite l’anno; sempre secondo le stime, basterebbero 135 miliardi di dollari per raggiungere gli “obiettivi del Millennio”, decantati dall’ONU.
Uccidono le armi e uccide anche la mancanza di cibo. L’Organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di Alimentazione e Agricoltura, la benemerita FAO, invita, nel suo ultimo rapporto, i Paesi donatori e le istituzioni finanziarie internazionali, ad incrementare la propria assistenza ai paesi che soffrono la fame, per un ammontare compreso tra 1,2 ed 1,7 miliardi di dollari. Un’inezia, rispetto alle cifre che gli Stati spendono per armarsi.
Il prezzo dei cereali nelle nazioni povere del mondo, che già nel 2006-2007 era aumentato del 37%, aumenterà, si stima, nel 2007-2008, del 56%. Oggi, il grano viene pagato il doppio dell’anno scorso. L’aumento dei fertizzanti è del 25% (+200% in un quinquennio). L’esportazione del riso è stata del tutto o quasi sospesa in Vietnam, India, Egitto, Cina, Cambogia, Argentina. Le esportazioni di grano sono state ridotte da Argentina, Russia e Kazhakistan. Scontri e rivolte per il cibo si sono verificati nell’ultimo periodo in Egitto, Camerun, Costa d’Avorio, Senegal, Burkina Faso, Etiopia, Indonesia, Madagascar, Mauritania, Guinea, Mozambico, Filippine, Pakistan, Thailandia e Haiti. Per i paesi africani a basso reddito con deficit alimentare, si stima l’aumento del prezzo per tariffe e trasporto del petrolio del 74%, a causa dell’impennata dei prezzi dei cereali, delle tariffe dei trasporti e del petrolio. Mentre il Segretario Generale delle Nazioni Unite invoca un vertice sulla crisi alimentare e l’Ufficio Onu per il programma alimentare mondiale denuncia una grave situazione d’emergenza (!), i grandi gruppi finanziari internazionali rafforzano la parte attiva dei loro bilanci, speculando – come in molti denunciano – sulla situazione. Il caos è servito ed è globale.
E’ un caos prodotto da una politica internazionale che non si assume fino in fondo le sue responsabilità rispetto a quello che è o dovrebbe essere il suo compito primario. Alle masse dei desiderati della terra, a coloro che lottano per la sopravvivenza e che muoiono di fame, si offre uno scenario che non è governato dai processi democratici e dalle regole, ma affidato agli interessi del mercato e del business. Mentre prolifera il commercio delle armi, mentre si chiacchiera da decenni su come riformare il sistema internazionale, mentre in molti si arricchiscono, il piano dell’etica – l’unico che può salvaguardare il diritto ad una vita dignitosa di individui e popoli interi – viene del tutto abbandonato dalle classi dirigenti mondiali. Ci si potrebbe chiedere se loro leggono quel che accade nel mondo. La risposta è sì. Lo leggono e in alcuni casi lo strumentalizzano. E’ il senso dell’umano che scivola loro addosso, senza lasciare traccia. (S.G.)

Agenzia Fides 25/4/2008; righe 46, parole 668

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Un innocuo sapore di fragola

Posté par atempodiblog le 22 juin 2008

Un innocuo sapore di fragola

Il sesso chiedi e gusta spiegato ai ragazzini delle scuole medie.
Postato il Sabato, 21 giugno @ 06:48:40 CEST di David
Fonte:
http://www.fattisentire.net
Tratto da: Tempi.it

Un innocuo sapore di fragola
Il sesso chiedi e gusta spiegato ai ragazzini delle scuole medie.
di Rodolfo Casadei


Un innocuo sapore di fragola dans Articoli di Giornali e News accadeamilano

Strano posto, il territorio della provincia di Milano: se in una famiglia a una bambina capita di ritrovarsi sotto il banco a scuola un disegno pornografico con annessa legenda secondo la quale lei fa sesso a pagamento con suo fratello, quei genitori si vedranno portare via i figli perché non hanno esercitato a dovere la loro responsabilità di adulti. Se invece altri adulti insegnano a dei ragazzini di 13-14 anni come si pratica il sesso orale, spiegano che in caso di gravidanza possono ricorrere all’aborto senza parlare coi loro genitori o che l’età giusta per avere i primi rapporti sessuali è 15-16 anni, a questi adulti non succederà niente di male, anzi: lo Stato li pagherà per il loro lavoro, perché quello che stanno facendo si chiama, proprio così, « educazione sessuale ».

Per carità di patria non facciamo il nome delle scuole. Ma quello della zona sì: la zona 9 di Milano. Lì da alcuni anni nelle scuole medie inferiori viene portato, previa approvazione del singolo istituto su proposta di qualche commissione di docenti, un Progetto di educazione all’affettività dove ai ragazzini viene spiegato tutto ma proprio tutto, tranne l’affettività. Il progetto non è farina del sacco degli insegnanti (benché i lavori delle commissioni, 20 ore all’anno, siano retribuiti a 18-20 euro all’ora coi soldi del fondo di istituto), ma è calato dall’alto dall’Asl locale. Diciamo calato dall’alto perché è difficile definire diversamente un progetto che gli esperti dell’Asl presentano agli insegnanti della commissione che si è rivolta a loro nei seguenti termini: i contenuti sono quelli che vengono esposti e sono insindacabili, non si possono modificare o integrare, si può solo prendere o lasciare; durante le lezioni di dottoresse e psicologi loro, gli insegnanti, dovranno stare fuori dalla porta, affinché i ragazzi siano più liberi di esprimersi; da quest’anno il progetto, che è finanziato all’Asl dalla Regione (le scuole non devono pagare niente), va approvato e attuato non più su base annuale ma triennale: bisogna legarsi mani e piedi per tre anni a quello che l’Asl decide di fare.
Naturalmente le responsabili del progetto invitano anche i genitori dei ragazzi a un incontro di un’ora per presentare loro il lavoro che faranno coi figlioli. Ma pare che tacciano almeno un paio di circostanze: per esempio quella che gli insegnanti sono tassativamente esclusi dalla partecipazione alle lezioni; e per esempio quella che fra le informazioni trasmesse ai ragazzi c’è pure il fatto che possono rivolgersi ai servizi sanitari per interrompere un’eventuale gravidanza senza parlarne coi genitori. Un argomento fieramente dibattuto nei faccia a faccia con gli insegnanti, alcuni dei quali avrebbero obiettato che dire a un 13-14enne che ha facoltà di decidere di abortire senza nessun riferimento all’autorità dei genitori non è propriamente educativo. Significa investirlo di un senso di onnipotenza negativo per la sua crescita e per chi gli sta intorno. Ma quelli della Asl hanno replicato che la legge 194 prevede tale facoltà, che è loro compito informare in maniera completa ed esaustiva i ragazzi, in quanto non è automatico che alle medie superiori verranno correttamente informati, e perché il problema potrebbe presentarsi. La nuda informazione, senza interferenze da parte di giudizi di valore su cosa è giusto o sbagliato, bello o brutto. Tranne uno: che bisogna fare il possibile per evitare di contrarre malattie o gravidanze indesiderate.

Penna, quaderno e profilattico
Questa è la filosofia del Progetto educazione all’affettività. Gli insegnanti non sono ammessi ai corsi, ma i ragazzini parlano, e raccontano come si svolgono le lezioni. Lo spunto è dato dalle loro domande, raccolte per iscritto e in forma anonima in classe prima dell’incontro con la ginecologa. Costei parte dal singolo interrogativo per sviscerare l’intera materia. C’è sempre qualche curiosità circa il sesso orale, che dà la stura a spiegazioni dettagliate sui profilattici: «Per il sesso orale si usano preservativi al gusto di frutta», si sentono dire gli allibiti 13enni, «per il rapporto anale serve un preservativo più resistente, per i rapporti vaginali ne basta uno normale».
I profilattici fanno parte dei sussidi didattici, così come un pene e una vagina artificiali, che vengono fatti passare fra le mani di ragazzi e ragazze. A volte vengono invitati loro stessi ad applicare il coso di gomma sull’organo maschile, a volte fa tutto l’esperta della Asl. «A me non è piaciuto vedere la signora che continuava ad allungare il preservativo e poi ci ficcava le mani dentro», commenta un ragazzino.
Una delle ossessioni degli adolescenti maschi, si sa, è la misura del membro: nelle domande l’argomento torna spesso. «Cosa succede se il membro maschile è molto lungo?», diceva per esempio una domanda. Risposta: «Non succede nulla, la profondità della vagina è sette centimetri, più in là non si va. Anche Rocco Siffredi ha a disposizione solo quello spazio». L’aver evocato il Rocco nazionale ha indotto domande improvvisate sull’argomento: ma come fanno i pornoattori a fare quello che fanno? E per di più senza il profilattico che voi ci state caldamente consigliando? Risposta: «Quello che vedete al cinema è un montaggio di immagini. Nessun rapporto dura così a lungo come fanno vedere. E l’eiaculazione avviene sempre fuori dalla vagina». Un tempo c’era chi bigiava la scuola per frequentare cinema a luci rosse, adesso non c’è più bisogno: vai a lezione ed è quasi la stessa cosa.
Non tutti riferiscono le stesse cose. Secondo alcuni ragazzi il linguaggio è sempre scientifico e rigoroso, secondo altri «non abbiamo mai sentito dire tante parolacce da degli adulti come quel giorno». Le informazioni legali sul diritto all’interruzione di gravidanza non sono state sempre comunicate come era stato preannunciato agli insegnanti, ma solo dicendo che si può legalmente abortire nei primi tre mesi. Ma il paradigma generale è chiaro: dietro l’abito di una comunicazione puramente informativa su base scientifica e legale viene lasciata passare l’idea che in materia di sesso ognuno/a può fare quel che gli/le viene in mente senza porsi domande, se non circa le probabilità di beccarsi una malattia o una gravidanza non desiderata. Nessuno spiega ai ragazzi che quello che si vede nei film non è il modo giusto di vivere la sessualità. Nessuno gli racconta che il sesso è qualcosa di molto più affascinante e complicato di un meccanismo messo in moto da curiosità pruriginose. Sperma e gomma, gomma e sperma: nient’altro.

Rodolfo Casadei
www.tempi.it/blog/rodolfo

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