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L’ultimo della classe

Posté par atempodiblog le 21 mai 2008

L'ultimo della classe dans Don Bruno Ferrero Jean-Marie-Baptiste-Vianney-Curato-d-Ars

Quando era seminarista, Giovanni Battista Vianney, il futuro santo Curato d’Ars, aveva enormi difficoltà con la scuola. Non riusciva a capire neppure le nozioni più semplici.
I superiori del seminario lo avevano rimandato a casa più volte. Ma lui caparbiamente insisteva. Aveva ormai 21 anni e sedeva in aula con ragazzi che avevano dieci anni meno di lui.
Uno di questi, undicenne, cominciò ad aiutarlo nello studio.
Giovanni Battista Vianney era molto grato al suo piccolo maestro, ma le difficoltà persistevano: non capiva, non ricordava, si smarriva, balbettava.
Il ragazzino si lamentò di questo con i compagni di scuola. Giovanni Battista Vianney lo sentì. Si alzò dal suo banco, si inginocchiò davanti al ragazzino e gli disse: « Perdonami perché sono così stupido ».

In un campo di grano, quasi tutte le spighe stavano curve verso terra.
Solo alcune avevano lo stelo ben diritto e fissavano con alterigia il cielo, i passanti e le loro compagne.
« Noi siamo le migliori » garrivano all’intorno.
« Non viviamo piegando lo stelo come schiave, davvero si può dire che dominiamo gli eventi e la situazione! ». Ma il vento, che conosce la vita meglio di tutti, sogghignò:
« Stanno ben dritte, certo… Perché sono vuote! ».

di Bruno Ferrero

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La mano e la sabbia

Posté par atempodiblog le 21 mai 2008

La mano e la sabbia dans Don Bruno Ferrero sabbia

Giorgio, un ragazzo di tredici anni, passeggiava sulla spiaggia insieme alla madre.
Ad un tratto le chiese: « Mamma, come si fa a conservare un amico quando finalmente si è riusciti a trovarlo? ».
La madre meditò qualche secondo, poi si chinò e prese due manciate di sabbia. Tenendo le palme rivolte verso l’alto, strinse forte una mano: la sabbia le sfuggì tra le dita, e quanto più stringeva il pugno, tanto più la sabbia sfuggiva.
Tenne invece ben aperta l’altra mano: la sabbia vi restò tutta.
Giorgio osservò stupito, poi esclamò: « Capisco ».

Dietro un ‘immaginetta della Madonna, dimenticata in un santuarietto di montagna, ho trovato la « Preghiera dell’accoglienza ». Eccola:

Signore, aiutami ad essere per tutti un amico,
che attende senza stancarsi,
che accoglie con bontà,
che dà con amore,
che ascolta senza fatica,
che ti ringrazia con gioia,
Un amico che si è sempre certi di trovare
quando se ne ha bisogno.
Aiutami ad essere una presenza sicura,
a cui ci si può rivolgere
quando lo si desidera,
ad offrire un’amicizia riposante,
ad irradiare una pace gioiosa,
la tua pace, o Signore.
Fa’ che sia disponibile e accogliente
soprattutto verso i più deboli e indifesi.
Così senza compiere opere straordinarie,
io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino,
Signore della tenerezza.

di Bruno Ferrero

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